Italia piena zeppa di atomiche. Diversi incidenti sfiorati.

Almeno 90 testate atomiche sparse sul territorio italiano. Catastrofi nucleari scampate per un pelo

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Italia pattumiera nucleare

L’Italia ha fatto per ben due volte un referendum contro l’energia nucleare, entrambi le volte hanno vinto i “no”, e questo apparentemente ci potrebbe dare tranquillità, ma la realtà è ben peggio di un incubo perché sparse per la nostra penisola ci sono ben 90 testate nucleari, e si presume siano solo quelle conosciute. Ciascuna di esse è almeno 20 volte più potente di quella che gli americani buttarono su Hiroshima e Nagasaki, che da sole basterebbero per ridurre in polvere, anzi far evaporare non solo l’Italia ma l’intera Europa. Immaginavate che il nostro Bel Paese fosse un forziere contenente la bellezza di 90 bombe atomiche degli USA?
Il fatto di appartenere alla NATO comporta che siamo diventati una sorta di “ripostiglio” per gli Stati Uniti, e ci usano per farci mantenere un arsenale super letale, fermo e immobile dove non ci è dato sapere.
Catastrofi nucleari nel Mediterraneo scampate per un pelo:
- Nel 1968 a Taranto passò Il sottomarino americano Scorpion a propulsione nucleare che portava due bombe atomiche, il 15 aprile 1968 arrivò nel porto di Napoli, e durante una tempesta si scontrò con un battello che affonò. Il sommergibile fu ispezionato a Napoli e andò via. Esplose poche settimane dopo nell'Atlantico al largo delle Azzorre inabissandosi con le atomiche e 99 uomini di equipaggio. Immaginate cosa sarebbe successo se fosse affondato a Napoli!
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- La notte del 22 settembre 1975, nel Mar Jonio, la portaerei americana Kennedy si scontrò con l'incrociatore (sempre americano) Belknap. Scoppiò un incendio che giunse a pochissimo dalle testate nucleari dei missili Terrier e parti' uno dei più alti livelli di SOS nucleare, denominato "broken arrow". Ha commentato l'esperto di questioni militari William Arkin: "Se le fiamme avessero raggiunto i missili, le possibilità sarebbero state due: o le testate atomiche sarebbero esplose con effetti facilmente immaginabili,oppure la nave sarebbe affondata a poche miglia dalle coste di Augusta, zona frequentata dai pescherecci italiani, con conseguenze ambientali letali". L'incrociatore Belknap fu poi poi rimorchiato nel porto di Augusta, ma se fosse stato più vicino a Taranto sarebbe stato ricoverato nell'Arsenale militare di Taranto. Dell'SOS nucleare non se ne e' saputo nulla fino al 1989 quando l'ammiraglio Eugene Carrol rivelò che il Corriere del Giorno ha definito "agghiaccianti rivelazioni": "Una catastrofe nucleare nello Ionio sfiorata miracolosamente.
- Il 6 settembre 1982 il quotidiano il Manifesto ha informato su una "fuga radioattiva da un sottomarino nel porto di Tolone", in Francia, non molto lontano dalla Liguria.
- Nel mese di luglio 2000, un sottomarino nucleare americano ha subito un’avaria nel porto di La Spezia per ragioni tenute segrete. La popolazione sarebbe rimasta ignara se non fosse che il quotidiano locale “Il Secolo XIX” rivelò il fatto.

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