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LA BIBBIA - CANTICO DEI CANTICI - SAPIENZA - SIRACIDE

IL CANTICO DEI CANTICI DELLA BIBBIA - SAPIENZA - SIRACIDE

Cantico dei Cantici - Capitolo 1
TITOLO E PROLOGO
[1]Cantico dei cantici, che è di Salomone.
La sposa
[2]Mi baci con i baci della sua bocca!
Sì, le tue tenerezze sono più dolci del vino.
[3]Per la fragranza sono inebrianti i tuoi profumi,
profumo olezzante è il tuo nome,
per questo le giovinette ti amano.
[4]Attirami dietro a te, corriamo!
M'introduca il re nelle sue stanze:
gioiremo e ci rallegreremo per te,
ricorderemo le tue tenerezze più del vino.
A ragione ti amano!
PRIMO POEMA
La sposa
[5]Bruna sono ma bella,
o figlie di Gerusalemme,
come le tende di Kedar,
come i padiglioni di Salma.
[6]Non state a guardare che sono bruna,
poiché mi ha abbronzato il sole.
I figli di mia madre si sono sdegnati con me:
mi hanno messo a guardia delle vigne;
la mia vigna, la mia, non l'ho custodita.
[7]Dimmi, o amore dell'anima mia,
dove vai a pascolare il gregge,
dove lo fai riposare al meriggio,
perché io non sia come vagabonda
dietro i greggi dei tuoi compagni.
Il coro
[8]Se non lo sai, o bellissima tra le donne,
segui le orme del gregge
e mena a pascolare le tue caprette
presso le dimore dei pastori.
Lo sposo
[9]Alla cavalla del cocchio del faraone
io ti assomiglio, amica mia.
[10]Belle sono le tue guance fra i pendenti,
il tuo collo fra i vezzi di perle.
[11]Faremo per te pendenti d'oro,
con grani d'argento.
Duetto
[12]Mentre il re è nel suo recinto,
il mio nardo spande il suo profumo.
[13]Il mio diletto è per me un sacchetto di mirra,
riposa sul mio petto.
[14]Il mio diletto è per me un grappolo di cipro
nelle vigne di Engàddi.
[15]Come sei bella, amica mia, come sei bella!
I tuoi occhi sono colombe.
[16]Come sei bello, mio diletto, quanto grazioso!
Anche il nostro letto è verdeggiante.
[17]Le travi della nostra casa sono i cedri,
nostro soffitto sono i cipressi.
Cantico dei Cantici - Capitolo 2
[1]Io sono un narciso di Saron,
un giglio delle valli.
[2]Come un giglio fra i cardi,
così la mia amata tra le fanciulle.
[3]Come un melo tra gli alberi del bosco,
il mio diletto fra i giovani.
Alla sua ombra, cui anelavo, mi siedo
e dolce è il suo frutto al mio palato.
[4]Mi ha introdotto nella cella del vino
e il suo vessillo su di me è amore.
[5]Sostenetemi con focacce d'uva passa,
rinfrancatemi con pomi,
perché io sono malata d'amore.
[6]La sua sinistra è sotto il mio capo
e la sua destra mi abbraccia.
[7]Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme,
per le gazzelle o per le cerve dei campi:
non destate, non scuotete dal sonno l'amata,
finché essa non lo voglia.
SECONDO POEMA
La sposa
[8]Una voce! Il mio diletto!
Eccolo, viene
saltando per i monti,
balzando per le colline.
[9]Somiglia il mio diletto a un capriolo
o ad un cerbiatto.
Eccolo, egli sta
dietro il nostro muro;
guarda dalla finestra,
spia attraverso le inferriate.
[10]Ora parla il mio diletto e mi dice:
«Alzati, amica mia,
mia bella, e vieni!
[11]Perché, ecco, l'inverno è passato,
è cessata la pioggia, se n'è andata;
[12]i fiori sono apparsi nei campi,
il tempo del canto è tornato
e la voce della tortora ancora si fa sentire
nella nostra campagna.
[13]Il fico ha messo fuori i primi frutti
e le viti fiorite spandono fragranza.
Alzati, amica mia,
mia bella, e vieni!
[14]O mia colomba, che stai nelle fenditure della roccia,
nei nascondigli dei dirupi,
mostrami il tuo viso,
fammi sentire la tua voce,
perché la tua voce è soave,
il tuo viso è leggiadro».
[15]Prendeteci le volpi,
le volpi piccoline
che guastano le vigne,
perché le nostre vigne sono in fiore.
[16]Il mio diletto è per me e io per lui.
Egli pascola il gregge fra i figli.
[17]Prima che spiri la brezza del giorno
e si allunghino le ombre,
ritorna, o mio diletto,
somigliante alla gazzella
o al cerbiatto,
sopra i monti degli aromi.
Cantico dei Cantici - Capitolo 3
[1]Sul mio letto, lungo la notte, ho cercato
l'amato del mio cuore;
l'ho cercato, ma non l'ho trovato.
[2]«Mi alzerò e farò il giro della città;
per le strade e per le piazze;
voglio cercare l'amato del mio cuore».
L'ho cercato, ma non l'ho trovato.
[3]Mi hanno incontrato le guardie che fanno la ronda:
«Avete visto l'amato del mio cuore?».
[4]Da poco le avevo oltrepassate,
quando trovai l'amato del mio cuore.
Lo strinsi fortemente e non lo lascerò
finché non l'abbia condotto in casa di mia madre,
nella stanza della mia genitrice.
Lo sposo
[5]Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme,
per le gazzelle e per le cerve dei campi:
non destate, non scuotete dal sonno l'amata
finché essa non lo voglia.
TERZO POEMA
Il poeta
[6]Che cos'è che sale dal deserto
come una colonna di fumo,
esalando profumo di mirra e d'incenso
e d'ogni polvere aromatica?
[7]Ecco, la lettiga di Salomone:
sessanta prodi le stanno intorno,
tra i più valorosi d'Israele.
[8]Tutti sanno maneggiare la spada,
sono esperti nella guerra;
ognuno porta la spada al fianco
contro i pericoli della notte.
[9]Un baldacchino s'è fatto il re Salomone,
con legno del Libano.
[10]Le sue colonne le ha fatte d'argento,
d'oro la sua spalliera;
il suo seggio di porpora,
il centro è un ricamo d'amore
delle fanciulle di Gerusalemme.
[11]Uscite figlie di Sion,
guardate il re Salomone
con la corona che gli pose sua madre,
nel giorno delle sue nozze,
nel giorno della gioia del suo cuore.
Cantico dei Cantici - Capitolo 4
Lo sposo
[1]Come sei bella, amica mia, come sei bella!
Gli occhi tuoi sono colombe,
dietro il tuo velo.
Le tue chiome sono un gregge di capre,
che scendono dalle pendici del Gàlaad.
[2]I tuoi denti come un gregge di pecore tosate,
che risalgono dal bagno;
tutte procedono appaiate,
e nessuna è senza compagna.
[3]Come un nastro di porpora le tue labbra
e la tua bocca è soffusa di grazia;
come spicchio di melagrana la tua gota
attraverso il tuo velo.
[4]Come la torre di Davide il tuo collo,
costruita a guisa di fortezza.
Mille scudi vi sono appesi,
tutte armature di prodi.
[5]I tuoi seni sono come due cerbiatti,
gemelli di una gazzella,
che pascolano fra i gigli.
[6]Prima che spiri la brezza del giorno
e si allunghino le ombre,
me ne andrò al monte della mirra
e alla collina dell'incenso.
[7]Tutta bella tu sei, amica mia,
in te nessuna macchia.
[8]Vieni con me dal Libano, o sposa,
con me dal Libano, vieni!
Osserva dalla cima dell'Amana,
dalla cima del Senìr e dell'Ermon,
dalle tane dei leoni,
dai monti dei leopardi.
[9]Tu mi hai rapito il cuore,
sorella mia, sposa,
tu mi hai rapito il cuore
con un solo tuo sguardo,
con una perla sola della tua collana!
[10]Quanto sono soavi le tue carezze,
sorella mia, sposa,
quanto più deliziose del vino le tue carezze.
L'odore dei tuoi profumi sorpassa tutti gli aromi.
[11]Le tue labbra stillano miele vergine, o sposa,
c'è miele e latte sotto la tua lingua
e il profumo delle tue vesti è come il profumo del Libano.
[12]Giardino chiuso tu sei,
sorella mia, sposa,
giardino chiuso, fontana sigillata.
[13]I tuoi germogli sono un giardino di melagrane,
con i frutti più squisiti,
alberi di cipro con nardo,
[14]nardo e zafferano, cannella e cinnamòmo
con ogni specie d'alberi da incenso;
mirra e aloe
con tutti i migliori aromi.
[15]Fontana che irrora i giardini,
pozzo d'acque vive
e ruscelli sgorganti dal Libano.
La sposa
[16]Lèvati, aquilone, e tu, austro, vieni,
soffia nel mio giardino
si effondano i suoi aromi.
Venga il mio diletto nel suo giardino
e ne mangi i frutti squisiti.
Cantico dei Cantici - Capitolo 5
Lo sposo
[1]Son venuto nel mio giardino, sorella mia, sposa,
e raccolgo la mia mirra e il mio balsamo;
mangio il mio favo e il mio miele,
bevo il mio vino e il mio latte.
Mangiate, amici, bevete;
inebriatevi, o cari.
QUARTO POEMA
La sposa
[2]Io dormo, ma il mio cuore veglia.
Un rumore! E' il mio diletto che bussa:
«Aprimi, sorella mia,
mia amica, mia colomba, perfetta mia;
perché il mio capo è bagnato di rugiada,
i miei riccioli di gocce notturne».
[3]«Mi sono tolta la veste;
come indossarla ancora?
Mi sono lavata i piedi;
come ancora sporcarli?».
[4]Il mio diletto ha messo la mano nello spiraglio
e un fremito mi ha sconvolta.
[5]Mi sono alzata per aprire al mio diletto
e le mie mani stillavano mirra,
fluiva mirra dalle mie dita
sulla maniglia del chiavistello.
[6]Ho aperto allora al mio diletto,
ma il mio diletto gia se n'era andato, era scomparso.
Io venni meno, per la sua scomparsa.
L'ho cercato, ma non l'ho trovato,
l'ho chiamato, ma non m'ha risposto.
[7]Mi han trovato le guardie che perlustrano la città;
mi han percosso, mi hanno ferito,
mi han tolto il mantello
le guardie delle mura.
[8]Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme,
se trovate il mio diletto,
che cosa gli racconterete?
Che sono malata d'amore!
Il coro
[9]Che ha il tuo diletto di diverso da un altro,
o tu, la più bella fra le donne?
Che ha il tuo diletto di diverso da un altro,
perché così ci scongiuri?
La sposa
[10]Il mio diletto è bianco e vermiglio,
riconoscibile fra mille e mille.
[11]Il suo capo è oro, oro puro,
i suoi riccioli grappoli di palma,
neri come il corvo.
[12]I suoi occhi, come colombe
su ruscelli di acqua;
i suoi denti bagnati nel latte,
posti in un castone.
[13]Le sue guance, come aiuole di balsamo,
aiuole di erbe profumate;
le sue labbra sono gigli,
che stillano fluida mirra.
[14]Le sue mani sono anelli d'oro,
incastonati di gemme di Tarsis.
Il suo petto è tutto d'avorio,
tempestato di zaffiri.
[15]Le sue gambe, colonne di alabastro,
posate su basi d'oro puro.
Il suo aspetto è quello del Libano,
magnifico come i cedri.
[16]Dolcezza è il suo palato;
egli è tutto delizie!
Questo è il mio diletto, questo è il mio amico,
o figlie di Gerusalemme.
Cantico dei Cantici - Capitolo 6
Il coro
[1]Dov'è andato il tuo diletto,
o bella fra le donne?
Dove si è recato il tuo diletto,
perché noi lo possiamo cercare con te?
La sposa
[2]Il mio diletto era sceso nel suo giardino
fra le aiuole del balsamo
a pascolare il gregge nei giardini
e a cogliere gigli.
[3]Io sono per il mio diletto e il mio diletto è per me;
egli pascola il gregge tra i gigli.
QUINTO POEMA
Lo sposo
[4]Tu sei bella, amica mia, come Tirza,
leggiadra come Gerusalemme,
terribile come schiere a vessilli spiegati.
[5]Distogli da me i tuoi occhi:
il loro sguardo mi turba.
Le tue chiome sono come un gregge di capre
che scendono dal Gàlaad.
[6]I tuoi denti come un gregge di pecore
che risalgono dal bagno.
Tutte procedono appaiate
e nessuna è senza compagna.
[7]Come spicchio di melagrana la tua gota,
attraverso il tuo velo.
[8]Sessanta sono le regine,
ottanta le altre spose,
le fanciulle senza numero.
[9]Ma unica è la mia colomba la mia perfetta,
ella è l'unica di sua madre,
la preferita della sua genitrice.
L'hanno vista le giovani e l'hanno detta beata,
le regine e le altre spose ne hanno intessuto le lodi.
[10]«Chi è costei che sorge come l'aurora,
bella come la luna, fulgida come il sole,
terribile come schiere a vessilli spiegati?».
[11]Nel giardino dei noci io sono sceso,
per vedere il verdeggiare della valle,
per vedere se la vite metteva germogli,
se fiorivano i melograni.
[12]Non lo so, ma il mio desiderio mi ha posto
sui carri di Ammi-nadìb.
Cantico dei Cantici - Capitolo 7
Il coro
[1]«Volgiti, volgiti, Sulammita,
volgiti, volgiti: vogliamo ammirarti».
«Che ammirate nella Sulammita
durante la danza a due schiere?».
Lo sposo
[2]«Come son belli i tuoi piedi
nei sandali, figlia di principe!
Le curve dei tuoi fianchi sono come monili,
opera di mani d'artista.
[3]Il tuo ombelico è una coppa rotonda
che non manca mai di vino drogato.
Il tuo ventre è un mucchio di grano,
circondato da gigli.
[4]I tuoi seni come due cerbiatti,
gemelli di gazzella.
[5]Il tuo collo come una torre d'avorio;
i tuoi occhi sono come i laghetti di Chesbòn,
presso la porta di Bat-Rabbìm;
il tuo naso come la torre del Libano
che fa la guardia verso Damasco.
[6]Il tuo capo si erge su di te come il Carmelo
e la chioma del tuo capo è come la porpora;
un re è stato preso dalle tue trecce».
[7]Quanto sei bella e quanto sei graziosa,
o amore, figlia di delizie!
[8]La tua statura rassomiglia a una palma
e i tuoi seni ai grappoli.
[9]Ho detto: «Salirò sulla palma,
coglierò i grappoli di datteri;
mi siano i tuoi seni come grappoli d'uva
e il profumo del tuo respiro come di pomi».
La sposa
[10]«Il tuo palato è come vino squisito,
che scorre dritto verso il mio diletto
e fluisce sulle labbra e sui denti!
[11]Io sono per il mio diletto
e la sua brama è verso di me.
[12]Vieni, mio diletto, andiamo nei campi,
passiamo la notte nei villaggi.
[13]Di buon mattino andremo alle vigne;
vedremo se mette gemme la vite,
se sbocciano i fiori,
se fioriscono i melograni:
là ti darò le mie carezze!
[14]Le mandragore mandano profumo;
alle nostre porte c'è ogni specie di frutti squisiti,
freschi e secchi;
mio diletto, li ho serbati per te».
Cantico dei Cantici - Capitolo 8
[1]Oh se tu fossi un mio fratello,
allattato al seno di mia madre!
Trovandoti fuori ti potrei baciare
e nessuno potrebbe disprezzarmi.
[2]Ti condurrei, ti introdurrei nella casa di mia madre;
m'insegneresti l'arte dell'amore.
Ti farei bere vino aromatico,
del succo del mio melograno.
[3]La sua sinistra è sotto il mio capo
e la sua destra mi abbraccia.
Lo sposo
[4]Io vi scongiuro, figlie di Gerusalemme,
non destate, non scuotete dal sonno l'amata,
finché non lo voglia.
EPILOGO
[5]Chi è colei che sale dal deserto,
appoggiata al suo diletto?
Sotto il melo ti ho svegliata;
là, dove ti concepì tua madre,
là, dove la tua genitrice ti partorì.
La sposa
[6]Mettimi come sigillo sul tuo cuore,
come sigillo sul tuo braccio;
perché forte come la morte è l'amore,
tenace come gli inferi è la passione:
le sue vampe son vampe di fuoco,
una fiamma del Signore!
[7]Le grandi acque non possono spegnere l'amore
né i fiumi travolgerlo.
Se uno desse tutte le ricchezze della sua casa
in cambio dell'amore, non ne avrebbe che dispregio.
APPENDICI
Due epigrammi
[8]Una sorella piccola abbiamo,
e ancora non ha seni.
Che faremo per la nostra sorella,
nel giorno in cui se ne parlerà?
[9]Se fosse un muro,
le costruiremmo sopra un recinto d'argento;
se fosse una porta,
la rafforzeremmo con tavole di cedro.
[10]Io sono un muro
e i miei seni sono come torri!
Così sono ai suoi occhi
come colei che ha trovato pace!
[11]Una vigna aveva Salomone in Baal-Hamòn;
egli affidò la vigna ai custodi;
ciascuno gli doveva portare come suo frutto
mille sicli d'argento.
[12]La vigna mia, proprio mia, mi sta davanti:
a te, Salomone, i mille sicli
e duecento per i custodi del suo frutto!
Ultime aggiunte
[13]Tu che abiti nei giardini
- i compagni stanno in ascolto -
fammi sentire la tua voce.
[14]«Fuggi, mio diletto,
simile a gazzella
o ad un cerbiatto,
sopra i monti degli aromi!».
Sapienza - Capitolo 1
I. LA SAPIENZA E IL DESTINO UMANO
Cercare Dio e fuggire il peccato
[1]Amate la giustizia, voi che governate sulla terra,
rettamente pensate del Signore,
cercatelo con cuore semplice.
[2]Egli infatti si lascia trovare da quanti non lo tentano,
si mostra a coloro che non ricusano di credere in lui.
[3]I ragionamenti tortuosi allontanano da Dio;
l'onnipotenza, messa alla prova, caccia gli stolti.
[4]La sapienza non entra in un'anima che opera il male
né abita in un corpo schiavo del peccato.
[5]Il santo spirito che ammaestra rifugge dalla finzione,
se ne sta lontano dai discorsi insensati,
è cacciato al sopraggiungere dell'ingiustizia.
[6]La sapienza è uno spirito amico degli uomini;
ma non lascerà impunito chi insulta con le labbra,
perché Dio è testimone dei suoi sentimenti
e osservatore verace del suo cuore
e ascolta le parole della sua bocca.
[7]Difatti lo spirito del Signore riempie l'universo
e, abbracciando ogni cosa, conosce ogni voce.
[8]Per questo non gli sfuggirà chi proferisce cose ingiuste,
la giustizia vendicatrice non lo risparmierà.
[9]Si indagherà infatti sui propositi dell'empio,
il suono delle sue parole giungerà fino al Signore
a condanna delle sue iniquità;
[10]poiché un orecchio geloso ascolta ogni cosa,
perfino il sussurro delle mormorazioni
non gli resta segreto.
[11]Guardatevi pertanto da un vano mormorare,
preservate la lingua dalla maldicenza,
perché neppure una parola segreta sarà senza effetto,
una bocca menzognera uccide l'anima.
[12]Non provocate la morte con gli errori della vostra vita,
non attiratevi la rovina con le opere delle vostre mani,
[13]perché Dio non ha creato la morte
e non gode per la rovina dei viventi.
[14]Egli infatti ha creato tutto per l'esistenza;
le creature del mondo sono sane,
in esse non c'è veleno di morte,
né gli inferi regnano sulla terra,
[15]perché la giustizia è immortale.
La vita secondo gli empi
[16]Gli empi invocano su di sé la morte
con gesti e con parole,
ritenendola amica si consumano per essa
e con essa concludono alleanza,
perché son degni di appartenerle.
Sapienza - Capitolo 2
[1]Dicono fra loro sragionando:
«La nostra vita è breve e triste;
non c'è rimedio, quando l'uomo muore,
e non si conosce nessuno che liberi dagli inferi.
[2]Siamo nati per caso
e dopo saremo come se non fossimo stati.
E' un fumo il soffio delle nostre narici,
il pensiero è una scintilla
nel palpito del nostro cuore.
[3]Una volta spentasi questa, il corpo diventerà cenere
e lo spirito si dissiperà come aria leggera.
[4]Il nostro nome sarà dimenticato con il tempo
e nessuno si ricorderà delle nostre opere.
La nostra vita passerà come le tracce di una nube,
si disperderà come nebbia
scacciata dai raggi del sole
e disciolta dal calore.
[5]La nostra esistenza è il passare di un'ombra
e non c'è ritorno alla nostra morte,
poiché il sigillo è posto e nessuno torna indietro.
[6]Su, godiamoci i beni presenti,
facciamo uso delle creature con ardore giovanile!
[7]Inebriamoci di vino squisito e di profumi,
non lasciamoci sfuggire il fiore della primavera,
[8]coroniamoci di boccioli di rose prima che avvizziscano;
[9]nessuno di noi manchi alla nostra intemperanza.
Lasciamo dovunque i segni della nostra gioia
perché questo ci spetta, questa è la nostra parte.
[10]Spadroneggiamo sul giusto povero,
non risparmiamo le vedove,
nessun riguardo per la canizie ricca d'anni del vecchio.
[11]La nostra forza sia regola della giustizia,
perché la debolezza risulta inutile.
[12]Tendiamo insidie al giusto, perché ci è di imbarazzo
ed è contrario alle nostre azioni;
ci rimprovera le trasgressioni della legge
e ci rinfaccia le mancanze
contro l'educazione da noi ricevuta.
[13]Proclama di possedere la conoscenza di Dio
e si dichiara figlio del Signore.
[14]E' diventato per noi una condanna dei nostri sentimenti;
ci è insopportabile solo al vederlo,
[15]perché la sua vita è diversa da quella degli altri,
e del tutto diverse sono le sue strade.
[16]Moneta falsa siam da lui considerati,
schiva le nostre abitudini come immondezze.
Proclama beata la fine dei giusti
e si vanta di aver Dio per padre.
[17]Vediamo se le sue parole sono vere;
proviamo ciò che gli accadrà alla fine.
[18]Se il giusto è figlio di Dio, egli l'assisterà,
e lo libererà dalle mani dei suoi avversari.
[19]Mettiamolo alla prova con insulti e tormenti,
per conoscere la mitezza del suo carattere
e saggiare la sua rassegnazione.
[20]Condanniamolo a una morte infame,
perché secondo le sue parole il soccorso gli verrà».
Errore degli empi
[21]La pensano così, ma si sbagliano;
la loro malizia li ha accecati.
[22]Non conoscono i segreti di Dio;
non sperano salario per la santità
né credono alla ricompensa delle anime pure.
[23]Sì, Dio ha creato l'uomo per l'immortalità;
lo fece a immagine della propria natura.
[24]Ma la morte è entrata nel mondo per invidia del diavolo;
e ne fanno esperienza coloro che gli appartengono.
Sapienza - Capitolo 3
Confronto tra la sorte dei giusti e quella degli empi
[1]Le anime dei giusti, invece, sono nelle mani di Dio,
nessun tormento le toccherà.
[2]Agli occhi degli stolti parve che morissero;
la loro fine fu ritenuta una sciagura,
[3]la loro partenza da noi una rovina,
ma essi sono nella pace.
[4]Anche se agli occhi degli uomini subiscono castighi,
la loro speranza è piena di immortalità.
[5]Per una breve pena riceveranno grandi benefici,
perché Dio li ha provati
e li ha trovati degni di sé:
[6]li ha saggiati come oro nel crogiuolo
e li ha graditi come un olocausto.
[7]Nel giorno del loro giudizio risplenderanno;
come scintille nella stoppia, correranno qua e là.
[8]Governeranno le nazioni, avranno potere sui popoli
e il Signore regnerà per sempre su di loro.
[9]Quanti confidano in lui comprenderanno la verità;
coloro che gli sono fedeli
vivranno presso di lui nell'amore,
perché grazia e misericordia
sono riservate ai suoi eletti.
[10]Ma gli empi per i loro pensieri riceveranno il castigo,
essi che han disprezzato il giusto
e si son ribellati al Signore.
[11]Chi disprezza la sapienza e la disciplina è infelice.
Vana la loro speranza e le loro fatiche senza frutto,
inutili le opere loro.
[12]Le loro mogli sono insensate,
cattivi i loro figli,
maledetta la loro progenie.
E' meglio la sterilità che una posterità empia
[13]Beata la sterile non contaminata,
la quale non ha conosciuto un letto peccaminoso;
avrà il suo frutto alla rassegna delle anime.
[14]Anche l'eunuco, la cui mano non ha commesso iniquità
e che non ha pensato cose malvage contro il Signore,
riceverà una grazia speciale per la sua fedeltà,
una parte più desiderabile nel tempio del Signore;
[15]poiché il frutto delle opere buone è glorioso
e imperitura la radice della saggezza.
[16]I figli di adulteri non giungeranno a maturità;
la discendenza di un'unione illegittima sarà sterminata.
[17]Anche se avranno lunga vita, non saran contati per niente,
e, infine, la loro vecchiaia sarà senza onore.
[18]Se poi moriranno presto, non avranno speranza
né consolazione nel giorno del giudizio,
[19]poiché di una stirpe iniqua è terribile il destino.
Sapienza - Capitolo 4
[1]Meglio essere senza figli e avere la virtù,
poiché nel ricordo di questa c'è immortalità,
per il fatto che è riconosciuta da Dio e dagli uomini.
[2]Presente è imitata; assente è desiderata;
nell'eternità trionfa, cinta di corona,
per aver vinto nella gara di combattimenti senza macchia.
[3]La discendenza numerosa degli empi non servirà a nulla;
e dalle sue bastarde propaggini
non metterà profonde radici
né si consoliderà su una base sicura.
[4]Anche se per qualche tempo mette gemme sui rami,
i suoi germogli precari saranno scossi dal vento
e sradicati dalla violenza delle bufere.
[5]Si spezzeranno i ramoscelli ancora teneri;
il loro frutto sarà inutile, non maturo da mangiare,
e a nulla servirà.
[6]Infatti i figli nati da unioni illegali
attestano la perversità dei genitori nel giudizio di essi.
La morte prematura del giusto
[7]Il giusto, anche se muore prematuramente, troverà riposo.
[8]Vecchiaia veneranda non è la longevità,
né si calcola dal numero degli anni;
[9]ma la canizie per gli uomini sta nella sapienza;
e un'età senile è una vita senza macchia.
[10]Divenuto caro a Dio, fu amato da lui
e poiché viveva fra peccatori, fu trasferito.
[11]Fu rapito, perché la malizia non ne mutasse i sentimenti
o l'inganno non ne traviasse l'animo,
[12]poiché il fascino del vizio deturpa anche il bene
e il turbine della passione travolge una mente semplice.
[13]Giunto in breve alla perfezione,
ha compiuto una lunga carriera.
[14]La sua anima fu gradita al Signore;
perciò egli lo tolse in fretta da un ambiente malvagio.
I popoli vedono senza comprendere;
non riflettono nella mente a questo fatto
[15]che la grazia e la misericordia sono per i suoi eletti
e la protezione per i suoi santi.
[16]Il giusto defunto condanna gli empi ancora in vita;
una giovinezza, giunta in breve alla perfezione,
condanna la lunga vecchiaia dell'ingiusto.
[17]Le folle vedranno la fine del saggio,
ma non capiranno ciò che Dio ha deciso a suo riguardo
né in vista di che cosa il Signore l'ha posto al sicuro.
[18]Vedranno e disprezzeranno,
ma il Signore li deriderà.
[19]Infine diventeranno un cadavere spregevole,
oggetto di scherno fra i morti per sempre.
Dio infatti li precipiterà muti, a capofitto,
e li schianterà dalle fondamenta;
saranno del tutto rovinati,
si troveranno tra dolori
e il loro ricordo perirà.
Gli empi compaiono in giudizio
[20]Si presenteranno tremanti al rendiconto dei loro peccati;
le loro iniquità si alzeranno contro di essi
per accusarli.
Sapienza - Capitolo 5
[1]Allora il giusto starà con grande fiducia
di fronte a quanti lo hanno oppresso
e a quanti han disprezzato le sue sofferenze.
[2]Costoro vedendolo saran presi da terribile spavento,
saran presi da stupore per la sua salvezza inattesa.
[3]Pentiti, diranno fra di loro,
gemendo nello spirito tormentato:
[4]«Ecco colui che noi una volta abbiamo deriso
e che stolti abbiam preso a bersaglio del nostro scherno;
giudicammo la sua vita una pazzia
e la sua morte disonorevole.
[5]Perché ora è considerato tra i figli di Dio
e condivide la sorte dei santi?
[6]Abbiamo dunque deviato dal cammino della verità;
la luce della giustizia non è brillata per noi,
né mai per noi si è alzato il sole.
[7]Ci siamo saziati nelle vie del male e della perdizione;
abbiamo percorso deserti impraticabili,
ma non abbiamo conosciuto la via del Signore.
[8]Che cosa ci ha giovato la nostra superbia?
Che cosa ci ha portato la ricchezza con la spavalderia?
[9]Tutto questo è passato come ombra
e come notizia fugace,
[10]come una nave che solca l'onda agitata,
del cui passaggio non si può trovare traccia,
né scia della sua carena sui flutti;
[11]oppure come un uccello che vola per l'aria
e non si trova alcun segno della sua corsa,
poiché l'aria leggera, percossa dal tocco delle penne
e divisa dall'impeto vigoroso,
è attraversata dalle ali in movimento,
ma dopo non si trova segno del suo passaggio;
[12]o come quando, scoccata una freccia al bersaglio,
l'aria si divide e ritorna subito su se stessa
e così non si può distinguere il suo tragitto:
[13]così anche noi, appena nati, siamo gia scomparsi,
non abbiamo avuto alcun segno di virtù da mostrare;
siamo stati consumati nella nostra malvagità».
[14]La speranza dell'empio è come pula portata dal vento,
come schiuma leggera sospinta dalla tempesta,
come fumo dal vento è dispersa,
si dilegua come il ricordo dell'ospite di un sol giorno.
Destino glorioso dei giusti e punizione degli empi
[15]I giusti al contrario vivono per sempre,
la loro ricompensa è presso il Signore
e l'Altissimo ha cura di loro.
[16]Per questo riceveranno una magnifica corona regale,
un bel diadema dalla mano del Signore,
perché li proteggerà con la destra,
con il braccio farà loro da scudo.
[17]Egli prenderà per armatura il suo zelo
e armerà il creato per castigare i nemici;
[18]indosserà la giustizia come corazza
e si metterà come elmo un giudizio infallibile;
[19]prenderà come scudo una santità inespugnabile;
[20]affilerà la sua collera inesorabile come spada
e il mondo combatterà con lui contro gli insensati.
[21]Scoccheranno gli infallibili dardi dei fulmini,
e come da un arco ben teso,
dalle nubi, colpiranno il bersaglio;
[22]dalla fionda saranno scagliati
chicchi di grandine colmi di sdegno.
Infurierà contro di loro l'acqua del mare
e i fiumi li sommergeranno senza pietà.
[23]Si scatenerà contro di loro un vento impetuoso,
li disperderà come un uragano.
L'iniquità renderà deserta tutta la terra
e la malvagità rovescerà i troni dei potenti.
Sapienza - Capitolo 6
II. SALOMONE E LA RICERCA DELLA SAPIENZA
I re devono ricercare la sapienza
[1]Ascoltate, o re, e cercate di comprendere;
imparate, governanti di tutta la terra.
[2]Porgete l'orecchio, voi che dominate le moltitudini
e siete orgogliosi per il gran numero dei vostri popoli.
[3]La vostra sovranità proviene dal Signore;
la vostra potenza dall'Altissimo,
il quale esaminerà le vostre opere
e scruterà i vostri propositi;
[4]poiché, pur essendo ministri del suo regno,
non avete governato rettamente,
né avete osservato la legge
né vi siete comportati secondo il volere di Dio.
[5]Con terrore e rapidamente egli si ergerà contro di voi
poiché un giudizio severo si compie
contro coloro che stanno in alto.
[6]L'inferiore è meritevole di pietà,
ma i potenti saranno esaminati con rigore.
[7]Il Signore di tutti non si ritira davanti a nessuno,
non ha soggezione della grandezza,
perché egli ha creato il piccolo e il grande
e si cura ugualmente di tutti.
[8]Ma sui potenti sovrasta un'indagine rigorosa.
[9]Pertanto a voi, o sovrani, sono dirette le mie parole,
perché impariate la sapienza e non abbiate a cadere.
[10]Chi custodisce santamente le cose sante sarà santificato
e chi si è istruito in esse vi troverà una difesa.
[11]Desiderate, pertanto, le mie parole;
bramatele e ne riceverete istruzione.
La sapienza si lascia trovare
[12]La sapienza è radiosa e indefettibile,
facilmente è contemplata da chi l'ama
e trovata da chiunque la ricerca.
[13]Previene, per farsi conoscere, quanti la desiderano.
[14]Chi si leva per essa di buon mattino non faticherà,
la troverà seduta alla sua porta.
[15]Riflettere su di essa è perfezione di saggezza,
chi veglia per lei sarà presto senza affanni.
[16]Essa medesima va in cerca di quanti sono degni di lei,
appare loro ben disposta per le strade,
va loro incontro con ogni benevolenza.
[17]Suo principio assai sincero è il desiderio d'istruzione;
la cura dell'istruzione è amore;
[18]l'amore è osservanza delle sue leggi;
il rispetto delle leggi è garanzia di immortalità
[19]e l'immortalità fa stare vicino a Dio.
[20]Dunque il desiderio della sapienza conduce al regno.
[21]Se dunque, sovrani dei popoli,
vi dilettate di troni e di scettri,
onorate la sapienza, perché possiate regnare sempre.
Salomone si accinge a descrivere la sapienza
[22]Esporrò che cos'è la sapienza e come essa nacque;
non vi terrò nascosti i suoi segreti.
Seguirò le sue tracce fin dall'origine,
metterò in luce la sua conoscenza,
non mi allontanerò dalla verità.
[23]Non mi accompagnerò con l'invidia che consuma,
poiché essa non ha nulla in comune con la sapienza.
[24]L'abbondanza dei saggi è la salvezza del mondo;
un re saggio è la salvezza di un popolo.
[25]Lasciatevi dunque ammaestrare dalle mie parole
e ne trarrete profitto.
Sapienza - Capitolo 7
Salomone non era che un uomo
[1]Anch'io sono un uomo mortale come tutti,
discendente del primo essere plasmato di creta.
Fui formato di carne nel seno di una madre,
[2]durante dieci mesi consolidato nel sangue,
frutto del seme d'un uomo e del piacere compagno del sonno.
[3]Anch'io appena nato ho respirato l'aria comune
e sono caduto su una terra uguale per tutti,
levando nel pianto uguale a tutti il mio primo grido.
[4]E fui allevato in fasce e circondato di cure;
[5]nessun re iniziò in modo diverso l'esistenza.
[6]Si entra nella vita e se ne esce alla stessa maniera.
Stima di Salomone per la sapienza
[7]Per questo pregai e mi fu elargita la prudenza;
implorai e venne in me lo spirito della sapienza.
[8]La preferii a scettri e a troni,
stimai un nulla la ricchezza al suo confronto;
[9]non la paragonai neppure a una gemma inestimabile,
perché tutto l'oro al suo confronto è un pò di sabbia
e come fango sarà valutato di fronte ad essa l'argento.
[10]L'amai più della salute e della bellezza,
preferii il suo possesso alla stessa luce,
perché non tramonta lo splendore che ne promana.
[11]Insieme con essa mi sono venuti tutti i beni;
nelle sue mani è una ricchezza incalcolabile.
[12]Godetti di tutti questi beni, perché la sapienza li guida,
ma ignoravo che di tutti essa è madre.
[13]Senza frode imparai e senza invidia io dono,
non nascondo le sue ricchezze.
[14]Essa è un tesoro inesauribile per gli uomini;
quanti se lo procurano si attirano l'amicizia di Dio,
sono a lui raccomandati per i doni del suo insegnamento
Invocazione all'ispirazione divina
[15]Mi conceda Dio di parlare secondo conoscenza
e di pensare in modo degno dei doni ricevuti,
perché egli è guida della sapienza
e i saggi ricevono da lui orientamento.
[16]In suo potere siamo noi e le nostre parole,
ogni intelligenza e ogni nostra abilità.
[17]Egli mi ha concesso la conoscenza infallibile delle cose,
per comprender la struttura del mondo
e la forza degli elementi,
[18]il principio, la fine e il mezzo dei tempi,
l'alternarsi dei solstizi e il susseguirsi delle stagioni,
[19]il ciclo degli anni e la posizione degli astri,
[20]la natura degli animali e l'istinto delle fiere,
i poteri degli spiriti e i ragionamenti degli uomini,
la varietà delle piante e le proprietà delle radici.
[21]Tutto ciò che è nascosto e ciò che è palese io lo so,
poiché mi ha istruito la sapienza,
artefice di tutte le cose.
Elogio della sapienza
[22]In essa c'è uno spirito intelligente, santo,
unico, molteplice, sottile,
mobile, penetrante, senza macchia,
terso, inoffensivo, amante del bene, acuto,
[23]libero, benefico, amico dell'uomo,
stabile, sicuro, senz'affanni,
onnipotente, onniveggente
e che pervade tutti gli spiriti
intelligenti, puri, sottilissimi.
[24]La sapienza è il più agile di tutti i moti;
per la sua purezza si diffonde e penetra in ogni cosa.
[25]E' un'emanazione della potenza di Dio,
un effluvio genuino della gloria dell'Onnipotente,
per questo nulla di contaminato in essa s'infiltra.
[26]E' un riflesso della luce perenne,
uno specchio senza macchia dell'attività di Dio
e un'immagine della sua bontà.
[27]Sebbene unica, essa può tutto;
pur rimanendo in se stessa, tutto rinnova
e attraverso le età entrando nelle anime sante,
forma amici di Dio e profeti.
[28]Nulla infatti Dio ama se non chi vive con la sapienza.
[29]Essa in realtà è più bella del sole
e supera ogni costellazione di astri;
paragonata alla luce, risulta superiore;
[30]a questa, infatti, succede la notte,
ma contro la sapienza la malvagità non può prevalere.
Sapienza - Capitolo 8
[1]Essa si estende da un confine all'altro con forza,
governa con bontà eccellente ogni cosa.
La sapienza sposa ideale per Salomone
[2]Questa ho amato e ricercato fin dalla mia giovinezza,
ho cercato di prendermela come sposa,
mi sono innamorato della sua bellezza.
[3]Essa manifesta la sua nobiltà,
in comunione di vita con Dio,
perché il Signore dell'universo l'ha amata.
[4]Essa infatti è iniziata alla scienza di Dio
e sceglie le opere sue.
[5]Se la ricchezza è un bene desiderabile in vita,
quale ricchezza è più grande della sapienza,
la quale tutto produce?
[6]Se l'intelligenza opera,
chi, tra gli esseri, è più artefice di essa?
[7]Se uno ama la giustizia,
le virtù sono il frutto delle sue fatiche.
Essa insegna infatti la temperanza e la prudenza,
la giustizia e la fortezza,
delle quali nulla è più utile agli uomini nella vita.
[8]Se uno desidera anche un'esperienza molteplice,
essa conosce le cose passate e intravede le future,
conosce le sottigliezze dei discorsi
e le soluzioni degli enigmi,
pronostica segni e portenti,
come anche le vicende dei tempi e delle epoche.
La sapienza indispensabile ai sovrani
[9]Ho dunque deciso di prenderla a compagna della mia vita,
sapendo che mi sarà consigliera di bene
e conforto nelle preoccupazioni e nel dolore.
[10]Per essa avrò gloria fra le folle
e, anche se giovane, onore presso gli anziani.
[11]Sarò trovato acuto in giudizio,
sarò ammirato di fronte ai potenti.
[12]Se tacerò, resteranno in attesa;
se parlerò, mi presteranno attenzione;
se prolungherò il discorso,
si porranno la mano sulla bocca.
[13]Per essa otterrò l'immortalità
e lascerò un ricordo eterno ai miei successori.
[14]Governerò i popoli e le nazioni mi saranno soggette;
[15]sentendo il mio nome sovrani terribili mi temeranno,
tra il popolo apparirò buono e in guerra coraggioso.
[16]Ritornato a casa, riposerò vicino a lei,
perché la sua compagnia non dà amarezza,
né dolore la sua convivenza,
ma contentezza e gioia.
Salomone domanda la sapienza
[17]Riflettendo su tali cose in me stesso
e pensando in cuor mio
che nell'unione con la sapienza c'è l'immortalità
[18]e nella sua amicizia grande godimento
e nel lavoro delle sue mani una ricchezza inesauribile
e nell'assiduità del rapporto con essa prudenza
e nella partecipazione ai suoi discorsi fama,
andavo cercando come prenderla con me.
[19]Ero un fanciullo di nobile indole,
avevo avuto in sorte un'anima buona
[20]o piuttosto, essendo buono,
ero entrato in un corpo senza macchia.
[21]Sapendo che non l'avrei altrimenti ottenuta,
se Dio non me l'avesse concessa,
- ed era proprio dell'intelligenza
sapere da chi viene tale dono -
mi rivolsi al Signore e lo pregai,
dicendo con tutto il cuore:
Sapienza - Capitolo 9
Preghiera per ottenere la sapienza
[1]«Dio dei padri e Signore di misericordia,
che tutto hai creato con la tua parola,
[2]che con la tua sapienza hai formato l'uomo,
perché domini sulle creature fatte da te,
[3]e governi il mondo con santità e giustizia
e pronunzi giudizi con animo retto,
[4]dammi la sapienza, che siede in trono accanto a te
e non mi escludere dal numero dei tuoi figli,
[5]perché io sono tuo servo e figlio della tua ancella,
uomo debole e di vita breve,
incapace di comprendere la giustizia e le leggi.
[6]Se anche uno fosse il più perfetto tra gli uomini,
mancandogli la tua sapienza, sarebbe stimato un nulla.
[7]Tu mi hai prescelto come re del tuo popolo
e giudice dei tuoi figli e delle tue figlie;
[8]mi hai detto di costruirti un tempio sul tuo santo monte,
un altare nella città della tua dimora,
un'imitazione della tenda santa
che ti eri preparata fin da principio.
[9]Con te è la sapienza che conosce le tue opere,
che era presente quando creavi il mondo;
essa conosce che cosa è gradito ai tuoi occhi
e ciò che è conforme ai tuoi decreti.
[10]Inviala dai cieli santi,
mandala dal tuo trono glorioso,
perché mi assista e mi affianchi nella mia fatica
e io sappia ciò che ti è gradito.
[11]Essa infatti tutto conosce e tutto comprende,
e mi guiderà prudentemente nelle mie azioni
e mi proteggerà con la sua gloria.
[12]Così le mie opere ti saranno gradite;
io giudicherò con equità il tuo popolo
e sarò degno del trono di mio padre.
[13]Quale uomo può conoscere il volere di Dio?
Chi può immaginare che cosa vuole il Signore?
[14]I ragionamenti dei mortali sono timidi
e incerte le nostre riflessioni,
[15]perché un corpo corruttibile appesantisce l'anima
e la tenda d'argilla grava la mente dai molti pensieri.
[16]A stento ci raffiguriamo le cose terrestri,
scopriamo con fatica quelle a portata di mano;
ma chi può rintracciare le cose del cielo?
[17]Chi ha conosciuto il tuo pensiero,
se tu non gli hai concesso la sapienza
e non gli hai inviato il tuo santo spirito dall'alto?
[18]Così furono raddrizzati i sentieri di chi è sulla terra;
gli uomini furono ammaestrati in ciò che ti è gradito;
essi furono salvati per mezzo della sapienza».
Sapienza - Capitolo 10
III. LA SAPIENZA OPERA NELLA STORIA
Da Adamo a Mosè
[1]Essa protesse il padre del mondo, formato per primo da Dio,
quando fu creato solo;
poi lo liberò dalla sua caduta
[2]e gli diede la forza per dominare su tutte le cose.
[3]Ma un ingiusto, allontanatosi da essa nella sua collera
perì per il suo furore fratricida.
[4]A causa sua la terra fu sommersa,
ma la sapienza di nuovo la salvò
pilotando il giusto e per mezzo di un semplice legno.
[5]Essa, quando le genti furono confuse,
concordi soltanto nella malvagità,
riconobbe il giusto
e lo conservò davanti a Dio senza macchia
e lo mantenne forte
nonostante la sua tenerezza per il figlio.
[6]E mentre perivano gli empi, salvò un giusto,
che fuggiva il fuoco caduto sulle cinque città.
[7]Quale testimonianza di quella gente malvagia
esiste ancora una terra desolata, fumante
insieme con alberi che producono frutti immaturi
e a memoria di un'anima incredula,
s'innalza una colonna di sale.
[8]Allontanandosi dalla sapienza,
non solo ebbero il danno di non conoscere il bene,
ma lasciarono anche ai viventi un ricordo di insipienza,
perché le loro colpe non rimanessero occulte.
[9]Ma la sapienza liberò i suoi devoti dalle sofferenze:
[10]essa condusse per diritti sentieri
il giusto in fuga dall'ira del fratello,
gli mostrò il regno di Dio
e gli diede la conoscenza delle cose sante;
gli diede successo nelle sue fatiche
e moltiplicò i frutti del suo lavoro.
[11]Lo assistette contro l'avarizia dei suoi avversari
e lo fece ricco;
[12]lo custodì dai nemici,
lo protesse da chi lo insidiava,
gli assegnò la vittoria in una lotta dura,
perché sapesse che la pietà è più potente di tutto.
[13]Essa non abbandonò il giusto venduto,
ma lo preservò dal peccato.
[14]Scese con lui nella prigione,
non lo abbandonò mentre era in catene,
finché gli procurò uno scettro regale
e potere sui propri avversari,
smascherò come mendaci i suoi accusatori
e gli diede una gloria eterna.
L'Esodo
[15]Essa liberò un popolo santo e una stirpe senza macchia
da una nazione di oppressori.
[16]Entro nell'anima di un servo del Signore
e si oppose con prodigi e con segni a terribili re.
[17]Diede ai santi la ricompensa delle loro pene,
li guidò per una strada meravigliosa,
divenne loro riparo di giorno
e luce di stelle nella notte.
[18]Fece loro attraversare il Mar Rosso,
guidandoli attraverso molte acque;
[19]sommerse invece i loro nemici
e li rigettò dal fondo dell'abisso.
[20]Per questo i giusti spogliarono gli empi
e celebrarono, Signore, il tuo nome santo
e lodarono concordi la tua mano protettrice,
[21]perché la sapienza aveva aperto la bocca dei muti
e aveva sciolto la lingua degli infanti.
Sapienza - Capitolo 11
[1]Essa fece riuscire le loro imprese
per mezzo di un santo profeta:
[2]attraversarono un deserto inospitale,
fissarono le tende in terreni impraticabili,
[3]resistettero agli avversari, respinsero i nemici.
Il miracolo dell'acqua. Primo contrappasso
[4]Quando ebbero sete, ti invocarono
e fu data loro acqua da una rupe scoscesa,
rimedio contro la sete da una dura roccia.
[5]Ciò che era servito a punire i loro nemici,
nel bisogno fu per loro un beneficio.
[6]Invece della corrente di un fiume perenne,
sconvolto da putrido sangue
[7]in punizione di un decreto infanticida,
tu desti loro inaspettatamente acqua abbondante,
[8]mostrando per la sete di allora,
come avevi punito i loro avversari.
[9]Difatti, messi alla prova, sebbene puniti con misericordia,
compresero quali tormenti avevan sofferto gli empi,
giudicati nella collera,
[10]perché tu provasti gli uni come un padre che corregge,
mentre vagliasti gli altri come un re severo che condanna.
[11]Lontani o vicini erano ugualmente tribolati,
[12]perché un duplice dolore li colse
e un pianto per i ricordi del passato.
[13]Quando infatti seppero che dal loro castigo
quegli altri ricevevano benefici,
sentirono la presenza del Signore;
[14]poiché colui che avevano una volta esposto
e quindi respinto con scherni,
lo ammiravano alla fine degli eventi,
dopo aver patito una sete ben diversa da quella dei giusti.
Moderazione divina verso l'Egitto
[15]Per i ragionamenti insensati della loro ingiustizia,
da essi ingannati, venerarono
rettili senza ragione e vili bestiole.
Tu inviasti loro in castigo
una massa di animali senza ragione,
[16]perché capissero che con quelle stesse cose
per cui uno pecca, con esse è poi castigato.
[17]Certo, non aveva difficoltà la tua mano onnipotente,
che aveva creato il mondo da una materia senza forma,
a mandare loro una moltitudine di orsi e leoni feroci
[18]o belve ignote, create apposta, piene di furore,
o sbuffanti un alito infuocato
o esalanti vapori pestiferi
o folgoranti con le terribili scintille degli occhi,
[19]bestie di cui non solo l'assalto poteva sterminarli,
ma annientarli anche l'aspetto terrificante.
[20]Anche senza questo potevan soccombere con un soffio,
perseguitati dalla giustizia
e dispersi dallo spirito della tua potenza.
Ma tu hai tutto disposto con misura, calcolo e peso.
Ragioni di questa moderazione
[21]Prevalere con la forza ti è sempre possibile;
chi potrà opporsi al potere del tuo braccio?
[22]Tutto il mondo davanti a te, come polvere sulla bilancia,
come una stilla di rugiada mattutina caduta sulla terra.
[23]Hai compassione di tutti, perché tutto tu puoi,
non guardi ai peccati degli uomini,
in vista del pentimento.
[24]Poiché tu ami tutte le cose esistenti
e nulla disprezzi di quanto hai creato;
se avessi odiato qualcosa, non l'avresti neppure creata.
[25]Come potrebbe sussistere una cosa, se tu non vuoi?
O conservarsi se tu non l'avessi chiamata all'esistenza?
[26]Tu risparmi tutte le cose,
perché tutte son tue, Signore, amante della vita,
Sapienza - Capitolo 12
[1]poiché il tuo spirito incorruttibile è in tutte le cose.
[2]Per questo tu castighi poco alla volta i colpevoli
e li ammonisci ricordando loro i propri peccati,
perché, rinnegata la malvagità, credano in te, Signore.
Moderazione di Dio verso Canaan
[3]Tu odiavi gli antichi abitanti della tua terra santa,
[4]perché compivano delitti ripugnanti,
pratiche di magia e riti sacrileghi.
[5]Questi spietati uccisori dei loro figli,
divoratori di visceri in banchetti di carne umana,
iniziati in orgiastici riti,
[6]genitori carnefici di vite indifese,
tu li hai voluti distruggere per mano dei nostri antenati,
[7]perché ricevesse una degna colonia di figli di Dio
la regione da te stimata più di ogni altra.
[8]Ma anche con loro, perché uomini, fosti indulgente
mandando loro le vespe come avanguardie del tuo esercito,
perché li distruggessero a poco a poco.
[9]Pur potendo in battaglia dare gli empi in mano dei giusti,
oppure distruggerli con bestie feroci
o all'istante con un ordine inesorabile,
[10]colpendoli invece a poco a poco,
lasciavi posto al pentimento,
sebbene tu non ignorassi che la loro razza era perversa
e la loro malvagità naturale
e che la loro mentalità non sarebbe mai cambiata,
[11]perché era una stirpe maledetta fin da principio.
Ragioni di questa moderazione
Non certo per timore di alcuno
lasciavi impunite le loro colpe.
[12]E chi potrebbe domandarti: «Che hai fatto?»,
o chi potrebbe opporsi a una tua sentenza?
Chi oserebbe accusarti
per l'eliminazione di genti da te create?
Chi si potrebbe costituire contro di te
come difensore di uomini ingiusti?
[13]Non c'è Dio fuori di te, che abbia cura di tutte le cose,
perché tu debba difenderti
dall'accusa di giudice ingiusto.
[14]Né un re né un tiranno potrebbe affrontarti
in difesa di quelli che hai punito.
[15]Essendo giusto, governi tutto con giustizia.
Condannare chi non merita il castigo
lo consideri incompatibile con la tua potenza.
[16]La tua forza infatti è principio di giustizia;
il tuo dominio universale ti rende indulgente con tutti.
[17]Mostri la forza se non si crede nella tua onnipotenza
e reprimi l'insolenza in coloro che la conoscono.
[18]Tu, padrone della forza, giudichi con mitezza;
ci governi con molta indulgenza,
perché il potere lo eserciti quando vuoi.
Lezioni divine per Israele
[19]Con tale modo di agire hai insegnato al tuo popolo
che il giusto deve amare gli uomini;
inoltre hai reso i tuoi figli pieni di dolce speranza
perché tu concedi dopo i peccati
la possibilità di pentirsi.
[20]Se gente nemica dei tuoi figli e degna di morte
tu hai punito con tanto riguardo e indulgenza,
concedendole tempo e modo
per ravvedersi dalla sua malvagità,
[21]con quanta attenzione hai castigato i tuoi figli,
con i cui padri concludesti, giurando,
alleanze di così buone promesse?
[22]Mentre dunque ci correggi,
tu colpisci i nostri nemici in svariatissimi modi,
perché nel giudicare riflettiamo sulla tua bontà
e speriamo nella misericordia, quando siamo giudicati.
Ancora gli Egiziani. La loro punizione è progressiva
[23]Perciò quanti vissero ingiustamente con stoltezza
tu li hai tormentati con i loro stessi abomini.
[24]Essi s'erano allontanati troppo sulla via dell'errore,
ritenendo dei i più abietti e i più ripugnanti animali,
ingannati come bambini senza ragione.
[25]Per questo, come a fanciulli irragionevoli,
hai mandato loro un castigo per derisione.
[26]Ma chi non si lascia correggere da castighi di derisione,
sperimenterà un giudizio degno di Dio.
[27]Infatti, soffrendo per questi animali, si sdegnavano,
perché puniti con gli stessi esseri che stimavano dei,
e capirono e riconobbero il vero Dio,
che prima non avevano voluto conoscere.
Per questo si abbattè su di loro il supremo dei castighi.
Sapienza - Capitolo 13
Processo all'idolatria. Divinizzazione della natura
[1]Davvero stolti per natura tutti gli uomini
che vivevano nell'ignoranza di Dio.
e dai beni visibili non riconobbero colui che è,
non riconobbero l'artefice, pur considerandone le opere.
[2]Ma o il fuoco o il vento o l'aria sottile
o la volta stellata o l'acqua impetuosa
o i luminari del cielo
considerarono come dei, reggitori del mondo.
[3]Se, stupiti per la loro bellezza, li hanno presi per dei,
pensino quanto è superiore il loro Signore,
perché li ha creati lo stesso autore della bellezza.
[4]Se sono colpiti dalla loro potenza e attività,
pensino da ciò
quanto è più potente colui che li ha formati.
[5]Difatti dalla grandezza e bellezza delle creature
per analogia si conosce l'
[6]Tuttavia per costoro leggero è il rimprovero,
perché essi forse s'ingannano
nella loro ricerca di Dio e nel volere trovarlo.
[7]Occupandosi delle sue opere, compiono indagini,
ma si lasciano sedurre dall'apparenza,
perché le cosa vedute sono tanto belle.
[8]Neppure costoro però sono scusabili,
[9]perché se tanto poterono sapere da scrutare l'universo,
come mai non ne hanno trovato più presto il padrone?
Il culto degli idoli
[10]Infelici sono coloro le cui speranze sono in cose morte
e che chiamarono dei i lavori di mani d'uomo,
oro e argento lavorati con arte,
e immagini di animali,
oppure una pietra inutile, opera di mano antica.
[11]Se insomma un abile legnaiuolo,
segato un albero maneggevole,
ne raschia con diligenza tutta la scorza
e, lavorando con abilità conveniente,
ne forma un utensile per gli usi della vita;
[12]raccolti poi gli avanzi del suo lavoro,
li consuma per prepararsi il cibo e si sazia.
[13]Quanto avanza ancora, buono proprio a nulla,
legno distorto e pieno di nodi,
lo prende e lo scolpisce per occupare il tempo libero;
senza impegno, per diletto, gli dà una forma,
lo fa simile a un'immagine umana
[14]oppure a quella di un vile animale.
Lo vernicia con minio, ne colora di rosso la superficie
e ricopre con la vernice ogni sua macchia;
[15]quindi, preparatagli una degna dimora,
lo pone sul muro, fissandolo con un chiodo.
[16]Provvede perché non cada,
ben sapendo che non è in grado di aiutarsi da sé;
esso infatti è solo un'immagine e ha bisogno di aiuto.
[17]Eppure quando prega per i suoi beni,
per le sue nozze e per i figli,
non si vergogna di parlare a quell'oggetto inanimato;
per la sua salute invoca un essere debole,
[18]per la sua vita prega un morto:
per un aiuto supplica un essere inetto,
per il suo viaggio chi non può neppure camminare;
[19]per acquisti, lavoro e successo negli affari,
chiede abilità ad uno che è il più inabile di mani.
Sapienza - Capitolo 14
[1]Anche chi si dispone a navigare e a solcare onde selvagge
implora un legno più fragile della barca che lo porta.
[2]Questa, infatti, fu inventata dal desiderio di guadagni
e fu costruita da una saggezza artigiana;
[3]ma la tua provvidenza, o Padre, la guida
perché tu hai predisposto una strada anche nel mare,
un sentiero sicuro anche fra le onde,
[4]mostrando che puoi salvare da tutto,
sì che uno possa imbarcarsi anche senza esperienza.
[5]Tu non vuoi che le opere della tua sapienza siano inutili;
per questo gli uomini affidano le loro vite
anche a un minuscolo legno
e, attraversando i flutti con una zattera, scampano.
[6]Anche in principio, mentre perivano giganti superbi,
la speranza del mondo, rifugiatasi in una barca,
lasciò al mondo la semenza di nuove generazioni,
grazie alla tua mano che la guidava.
[7]E' benedetto il legno con cui si compie un'opera giusta,
[8]ma maledetto l'idolo opera di mani e chi lo ha fatto;
questi perché lo ha lavorato,
quello perché, corruttibile, è detto dio.
[9]Perché sono ugualmente in odio a Dio
l'empio e la sua empietà;
[10]l'opera e l'artefice saranno ugualmente puniti.
[11]Perciò ci sarà un castigo anche per gli idoli dei pagani,
perché fra le creature di Dio son divenuti un abominio,
e scandalo per le anime degli uomini,
laccio per i piedi degli stolti.
Origine del culto idolatrico
[12]L'invenzione degli idoli fu l'inizio della prostituzione,
la loro scoperta portò la corruzione nella vita.
[13]Essi non esistevano al principio né mai esisteranno.
[14]Entrarono nel mondo per la vanità dell'uomo,
per questo è stata decretata per loro una rapida fine.
[15]Un padre, consumato da un lutto prematuro,
ordinò un'immagine di quel suo figlio così presto rapito,
e onorò come un dio chi poco prima era solo un defunto
ordinò ai suoi dipendenti riti misterici e di iniziazione.
[16]Poi l'empia usanza, rafforzatasi con il tempo,
fu osservata come una legge.
[17]Le statue si adoravano anche per ordine dei sovrani:
i sudditi, non potendo onorarli di persona a distanza,
riprodotte con arte le sembianze lontane,
fecero un'immagine visibile del re venerato,
per adulare con zelo l'assente, quasi fosse presente.
[18]All'estensione del culto
anche presso quanti non lo conoscevano,
spinse l'ambizione dell'artista.
[19]Questi infatti, desideroso di piacere al potente,
si sforzò con l'arte di renderne più bella l'immagine;
[20]il popolo, attratto dalla leggiadria dell'opera,
considerò oggetto di culto
colui che poco prima onorava come uomo.
[21]Ciò divenne un'insidia ai viventi,
perché gli uomini,
vittime della disgrazia o della tirannide,
imposero a pietre o a legni un nome incomunicabile.
Conseguenze del culto idolatrico
[22]Poi non bastò loro sbagliare circa la conoscenza di Dio;
essi, pur vivendo in una grande guerra d'ignoranza,
danno a sì grandi mali il nome di pace.
[23]Celebrando iniziazioni infanticide o misteri segreti,
o banchetti orgiastici di strani riti
[24]non conservano più pure né vita né nozze
e uno uccide l'altro a tradimento
o l'affligge con l'adulterio.
[25]Tutto è una grande confusione:
sangue e omicidio, furto e inganno,
corruzione, slealtà, tumulto, spergiuro;
[26]confusione dei buoni, ingratitudine per i favori,
corruzione di anime, perversione sessuale,
disordini matrimoniali, adulterio e dissolutezza.
[27]L'adorazione di idoli senza nome
è principio, causa e fine di ogni male.
[28]Gli idolatri infatti
o delirano nelle orge o sentenziano oracoli falsi
o vivono da iniqui o spergiurano con facilità.
[29]Ponendo fiducia in idoli inanimati
non si aspettano un castigo per avere giurato il falso.
[30]Ma, per l'uno e per l'altro motivo,
li raggiungerà la giustizia,
perché concepirono un'idea falsa di Dio,
rivolgendosi agli idoli,
e perché spergiurarono con frode,
disprezzando la santità.
[31]Infatti non la potenza di coloro per i quali si giura,
ma il castigo dovuto ai peccatori
persegue sempre la trasgressione degli ingiusti.
Sapienza - Capitolo 15
Israele non è idolatra
[1]Ma tu, nostro Dio, sei buono e fedele,
sei paziente e tutto governi secondo misericordia.
[2]Anche se pecchiamo, siamo tuoi,
conoscendo la tua potenza;
ma non peccheremo più, sapendo che ti apparteniamo.
[3]Conoscerti, infatti, è giustizia perfetta,
conoscere la tua potenza è radice di immortalità.
[4]Non ci indusse in errore
né l'invenzione umana di un'arte perversa,
né la sterile fatica dei pittori,
immagini deturpate di vari colori,
[5]la cui vista provoca negli stolti il desiderio,
l'anelito per una forma inanimata di un'immagine morta.
[6]Amanti del male e degni di simili speranze
sono coloro che fanno, desiderano e venerano gli idoli.
Follia dei fabbricanti di idoli
[7]Un vasaio, impastando con fatica la terra molle,
plasma per il nostro uso ogni sorta di vasi.
Ma con il medesimo fango modella
e i vasi che servono per usi decenti
e quelli per usi contrari, tutti allo stesso modo;
quale debba essere l'uso di ognuno di essi
lo stabilisce il vasaio.
[8]Quindi con odiosa fatica plasma
con il medesimo fango un dio vano,
egli che, nato da poco dalla terra,
tra poco ritornerà là da dove fu tratto,
quando gli sarà richiesto l'uso fatto dell'anima sua.
[9]Ma egli non si preoccupa di morire
né di avere una vita breve;
anzi gareggia con gli orafi e con gli argentieri,
imita i lavoratori del bronzo
e ritiene un vanto plasmare cose false.
[10]Cenere è il suo cuore,
la sua speranza più vile della terra,
la sua vita più spregevole del fango,
[11]perché disconosce il suo creatore,
colui che gli inspirò un'anima attiva
e gli infuse uno spirito vitale.
[12]Ma egli considera un trastullo la nostra vita,
l'esistenza un mercato lucroso.
Egli dice: «Da tutto, anche dal male,
si deve trarre profitto».
[13]Costui infatti più di tutti sa di peccare,
fabbricando di materia terrestre
fragili vasi e statue.
Follia degli Egiziani: la loro idolatria universale
[14]Ma sono tutti stoltissimi
e più miserabili di un'anima infantile
i nemici del tuo popolo, che lo hanno oppresso.
[15]Essi considerarono dei anche tutti gli idoli dei pagani,
i quali non hanno né l'uso degli occhi per vedere,
né narici per aspirare aria,
né orecchie per sentire,
né dita delle mani per palpare;
e i loro piedi sono incapaci di camminare.
[16]Un uomo li ha fatti,
li ha plasmati uno che ha avuto il respiro in prestito.
Ora nessun uomo può plasmare un dio a lui simile;
[17]essendo mortale, una cosa morta produce con empie mani.
Egli è sempre migliore degli oggetti che adora,
rispetto a essi possiede la vita, ma quelli giammai
[18]Venerano gli animali più ripugnanti,
che per stupidità
al paragone risultan peggiori degli altri;
[19]non sono tanto belli da invogliarsene,
come capita per l'aspetto di altri animali,
e non hanno avuto la lode e la benedizione di Dio.
Sapienza - Capitolo 16
Secondo contrappasso: le rane
[1]Per questo furon giustamente puniti con esseri simili
e tormentati da numerose bestiole.
[2]Invece di tale castigo, tu beneficasti il tuo popolo;
per appagarne il forte appetito gli preparasti
un cibo di gusto squisito, le quaglie.
[3]Gli egiziani infatti, sebbene bramosi di cibo,
disgustati dagli animali inviati contro di loro
perdettero anche il naturale appetito;
questi invece, dopo una breve privazione,
gustarono un cibo squisito.
[4]Era necessario che a quegli avversari
venisse addosso una carestia inevitabile
e che a questi si mostrasse soltanto
come erano tormentati i loro nemici.
Terzo contrappasso: cavallette e serpente di bronzo
[5]Quando infatti li assalì il terribile furore delle bestie
e perirono per i morsi di tortuosi serpenti,
la tua collera non durò sino alla fine.
[6]Per correzione furono spaventati per breve tempo,
avendo gia avuto un pegno di salvezza
a ricordare loro i decreti della tua legge.
[7]Infatti chi si volgeva a guardarlo
era salvato non da quel che vedeva,
ma solo da te, salvatore di tutti.
[8]Anche con ciò convincesti i nostri nemici
che tu sei colui che libera da ogni male.
[9]Gli egiziani infatti furono uccisi dai morsi
di cavallette e di mosche,
né si trovò un rimedio per la loro vita,
meritando di essere puniti con tali mezzi.
[10]Invece contro i tuoi figli
neppure i denti di serpenti velenosi prevalsero,
perché intervenne la tua misericordia a guarirli.
[11]Perché ricordassero le tue parole,
feriti dai morsi, erano subito guariti,
per timore che, caduti in un profondo oblio,
fossero esclusi dai tuoi benefici.
[12]Non li guarì né un'erba né un emolliente,
ma la tua parola, o Signore, la quale tutto risana.
[13]Tu infatti hai potere sulla vita e sulla morte;
conduci giù alle porte degli inferi e fai risalire.
[14]L'uomo può uccidere nella sua malvagità,
ma non far tornare uno spirito gia esalato,
né liberare un'anima gia accolta negli inferi.
Quarto contrappasso: la grandine e la manna
[15]E' impossibile sfuggire alla tua mano:
[16]gli empi, che rifiutavano di conoscerti,
furono colpiti con la forza del tuo braccio,
perseguitati da strane pioggie e da grandine,
da acquazzoni travolgenti, e divorati dal fuoco.
[17]E, cosa più strana, l'acqua che tutto spegne
ravvivava sempre più il fuoco:
l'universo si fa alleato dei giusti.
[18]Talvolta la fiamma si attenuava
per non bruciare gli animali inviati contro gli empi
e per far loro comprendere a tal vista
che erano incalzati dal giudizio di Dio.
[19]Altre volte anche in mezzo all'acqua
la fiamma bruciava oltre la potenza del fuoco
per distruggere i germogli di una terra iniqua.
[20]Invece sfamasti il tuo popolo con un cibo degli angeli,
dal cielo offristi loro un pane gia pronto senza fatica,
capace di procurare ogni delizia e soddisfare ogni gusto.
[21]Questo tuo alimento manifestava
la tua dolcezza verso i tuoi figli;
esso si adattava al gusto di chi l'inghiottiva
e si trasformava in ciò che ognuno desiderava.
[22]Neve e ghiaccio resistevano al fuoco senza sciogliersi,
perché riconoscessero che i frutti dei nemici
il fuoco distruggeva ardendo tra la grandine
e folgoreggiando tra le piogge.
[23]Al contrario, perché si nutrissero i giusti,
dimenticava perfino la propria virtù.
[24]La creazione infatti a te suo creatore obbedendo,
si irrigidisce per punire gli ingiusti,
ma s'addolcisce a favore di quanti confidano in te.
[25]Per questo anche allora, adattandosi a tutto,
serviva alla tua liberalità che tutti alimenta,
secondo il desiderio di chi era nel bisogno,
[26]perché i tuoi figli, che ami, o Signore, capissero
che non le diverse specie di frutti nutrono l'uomo,
ma la tua parola conserva coloro che credono in te.
[27]Ciò che infatti non era stato distrutto dal fuoco
si scioglieva appena scaldato da un breve raggio di sole,
[28]perché fosse noto che si deve prevenire il sole
per renderti grazie
e pregarti allo spuntar della luce,
[29]poiché la speranza dell'ingrato
si scioglierà come brina invernale
e si disperderà come un'acqua inutilizzabile.
Sapienza - Capitolo 17
Quinto contrappasso: tenebre e colonna di fuoco
[1]I tuoi giudizi sono grandi e difficili da spiegare,
per questo le anime grossolane furono tratte in errore.
[2]Gli iniqui credendo di dominare il popolo santo,
incatenati nelle tenebre e prigionieri di una lunga notte,
chiusi nelle case,
giacevano esclusi dalla provvidenza eterna.
[3]Credendo di restar nascosti con i loro peccati segreti,
sotto il velo opaco dell'oblio,
furono dispersi, colpiti da spavento terribile
e tutti agitati da fantasmi.
[4]Neppure il nascondiglio in cui si trovavano
li preservò dal timore,
ma suoni spaventosi rimbombavano intorno a loro,
fantasmi lugubri dai volti tristi apparivano.
[5]Nessun fuoco, per quanto intenso riusciva a far luce,
neppure le luci splendenti degli astri
riuscivano a rischiarare quella cupa notte.
[6]Appariva loro solo una massa di fuoco,
improvvisa, spaventosa;
atterriti da quella fugace visione,
credevano ancora peggiori le cose viste.
[7]Fallivano i ritrovati della magia,
e la loro baldanzosa pretesa di sapienza.
[8]Promettevano di cacciare timori e inquietudini
dall'anima malata,
e cadevano malati per uno spavento ridicolo.
[9]Anche se nulla di spaventoso li atterriva,
spaventati al passare delle bestiole
e ai sibili dei rettili,
morivano di tremore,
rifiutando persino di guardare l'aria,
a cui nessuno può sottrarsi.
[10]La malvagità condannata dalla propria testimonianza
è qualcosa di vile
e oppressa dalla coscienza presume sempre il peggio.
[11]Il timore infatti
non è altro che rinunzia agli aiuti della ragione;
[12]quanto meno nell'intimo ci si aspetta da essi,
tanto più grave si stima l'ignoranza
della causa che produce il tormento.
[13]Ma essi durante tale notte davvero impotente,
uscita dai recessi impenetrabili degli inferi senza potere,
intorpiditi da un medesimo sonno,
[14]ora erano agitati da fantasmi mostruosi,
ora paralizzati per l'abbattimento dell'anima;
poiché un terrore improvviso e inaspettato
si era riversato su di loro.
[15]Così chiunque, cadendo là dove si trovava,
era custodito chiuso in un carcere senza serrami,
[16]fosse un agricoltore o un pastore
o un operaio impegnato in lavori in luoghi solitari,
sorpreso cadeva sotto la necessità ineluttabile,
perché tutti eran legati dalla stessa catena di tenebre.
[17]Il sibilare del vento,
il canto melodioso di uccelli tra folti rami,
il mormorio di impetuosa acqua corrente,
il cupo fragore di rocce cadenti,
[18]la corsa invisibile di animali imbizzarriti,
le urla di crudelissime belve ruggenti,
l'eco ripercossa delle cavità dei monti,
tutto li paralizzava e li riempiva di terrore.
[19]Tutto il mondo era illuminato di luce splendente
ed ognuno era dedito ai suoi lavori senza impedimento.
[20]Soltanto su di essi si stendeva una notte profonda,
immagine della tenebra che li avrebbe avvolti;
ma erano a se stessi più gravosi della tenebra.
Sapienza - Capitolo 18
[1]Per i tuoi santi risplendeva una luce vivissima;
essi invece, sentendone le voci, senza vederne l'aspetto.
li proclamavan beati, chè non avevan come loro sofferto
[2]ed erano loro grati perché, offesi per primi,
non facevano loro del male
e imploravano perdono d'essere stati loro nemici.
[3]Invece delle tenebre desti loro una colonna di fuoco,
come guida in un viaggio sconosciuto
e come un sole innocuo per il glorioso emigrare.
[4]Eran degni di essere privati della luce
e di essere imprigionati nelle tenebre
quelli che avevano tenuto chiusi in carcere i tuoi figli,
per mezzo dei quali la luce incorruttibile della legge
doveva esser concessa al mondo.
Sesto contrappasso: notte di tragedia e di libertà
[5]Poiché essi avevan deciso di uccidere i neonati dei santi
- e un solo bambino fu esposto e salvato -
per castigo eliminasti una moltitudine di loro figli
e li facesti perire tutti insieme nell'acqua impetuosa.
[6]Quella notte fu preannunziata ai nostri padri,
perché sapendo a quali promesse avevano creduto,
stessero di buon animo.
[7]Il tuo popolo si attendeva
la salvezza dei giusti come lo sterminio dei nemici.
[8]Difatti come punisti gli avversari,
così ci rendesti gloriosi, chiamandoci a te.
[9]I figli santi dei giusti offrivano sacrifici in segreto
e si imposero, concordi, questa legge divina:
i santi avrebbero partecipato ugualmente
ai beni e ai pericoli,
intonando prima i canti di lode dei padri.
[10]Faceva eco il grido confuso dei nemici
e si diffondeva il lamento di quanti piangevano i figli.
[11]Con la stessa pena lo schiavo
era punito insieme con il padrone,
il popolano soffriva le stesse pene del re.
[12]Tutti insieme, nello stesso modo,
ebbero innumerevoli morti,
e i vivi non bastavano a seppellirli
perché in un istante perì la loro più nobile prole.
[13]Quelli rimasti increduli a tutto per via delle loro magie,
alla morte dei primogeniti confessarono
che questo popolo è figlio di Dio.
[14]Mentre un profondo silenzio avvolgeva tutte le cose,
e la notte era a metà del suo corso,
[15]la tua parola onnipotente dal cielo,
dal tuo trono regale, guerriero implacabile,
si lanciò in mezzo a quella terra di sterminio,
portando, come spada affilata, il tuo ordine inesorabile.
[16]Fermatasi, riempì tutto di morte;
toccava il cielo e camminava sulla terra.
[17]Allora improvvisi fantasmi di sogni terribili
li atterrivano;
timori impensabili piombarono su di loro.
[18]Cadendo mezzi morti qua e là,
ognuno mostrava la causa della morte.
[19]I loro sogni terrificanti li avevano preavvisati,
perché non morissero ignorando
il motivo delle loro sofferenze.
Minaccia di sterminio nel deserto
[20]La prova della morte colpì anche i giusti
e nel deserto ci fu strage di molti;
ma l'ira non durò a lungo,
[21]perché un uomo incensurabile si affrettò a difenderli:
prese le armi del suo ministero,
la preghiera e il sacrificio espiatorio dell'incenso;
si oppose alla collera e mise fine alla sciagura,
mostrando che era tuo servitore.
[22]Egli superò l'ira divina non con la forza del corpo,
né con l'efficacia delle armi;
ma con la parola placò colui che castigava,
ricordandogli i giuramenti e le alleanze dei padri.
[23]I morti eran caduti a mucchi gli uni sugli altri,
quando egli, ergendosi lì in mezzo, arrestò l'ira
e le tagliò la strada che conduceva verso i viventi.
[24]Sulla sua veste lunga fino ai piedi vi era tutto il mondo,
i nomi gloriosi dei padri intagliati
sui quattro ordini di pietre preziose
e la tua maestà sulla corona della sua testa.
[25]Di fronte a questo lo sterminatore indietreggiò,
ebbe paura,
poiché un solo saggio della collera bastava.
Sapienza - Capitolo 19
Settimo contrappasso: il Mar Rosso
[1]Sugli empi si riversò sino alla fine
uno sdegno implacabile,
perché Dio prevedeva anche il loro futuro,
[2]che cioè, dopo aver loro permesso di andarsene
e averli fatti in fretta partire,
cambiato proposito, li avrebbero inseguiti.
[3]Mentre infatti erano ancora occupati nei lutti
e piangevano sulle tombe dei morti,
presero un'altra decisione insensata,
e inseguirono come fuggitivi
coloro che gia avevan pregato di partire.
[4]Li spingeva a questo punto estremo un meritato destino,
che li gettò nell'oblio delle cose avvenute,
perché colmassero la punizione,
che ancora mancava ai loro tormenti,
[5]e mentre il tuo popolo intraprendeva un viaggio straordinario,
essi incorressero in una morte singolare.
[6]Tutta la creazione assumeva da capo,
nel suo genere, nuova forma,
obbedendo ai tuoi comandi,
perché i tuoi figli fossero preservati sani e salvi.
[7]Si vide la nube coprire d'ombra l'accampamento,
terra asciutta apparire dove prima c'era acqua,
una strada libera aprirsi nel Mar Rosso
e una verdeggiante pianura in luogo dei flutti violenti;
[8]per essa passò tutto il tuo popolo,
i protetti della tua mano,
spettatori di prodigi stupendi.
[9]Come cavalli alla pastura,
come agnelli esultanti,
cantavano inni a te, Signore, che li avevi liberati.
[10]Ricordavano ancora i fatti del loro esilio,
come la terra, invece di bestiame, produsse zanzare,
come il fiume, invece di pesci, riversò una massa di rane.
[11]Più tardi videro anche una nuova produzione di uccelli,
quando, spinti dall'appetito, chiesero cibi delicati;
[12]poiché, per appagarli, salirono dal mare le quaglie.
L'Egitto più colpevole di Sodoma
[13]Sui peccatori invece caddero i castighi
non senza segni premonitori di fulmini fragorosi;
essi soffrirono giustamente per la loro malvagità,
avendo nutrito un odio tanto profondo verso lo straniero.
[14]Altri non accolsero ospiti sconosciuti;
ma costoro ridussero schiavi ospiti benemeriti.
[15]Non solo: ci sarà per i primi un giudizio,
perché accolsero ostilmente dei forestieri;
[16]ma quelli, dopo averli festosamente accolti,
poi, quando gia partecipavano ai loro diritti
li oppressero con lavori durissimi.
[17]Furono perciò colpiti da cecità,
come lo furono i primi alla porta del giusto,
quando avvolti fra tenebre fitte
ognuno cercava l'ingresso della propria porta.
Una nuova armonia
[18]Difatti gli elementi scambiavano ordine fra loro,
come le note di un'arpa variano la specie del ritmo,
pur conservando sempre lo stesso tono.
E proprio questo si può dedurre
dalla attenta considerazione degli avvenimenti:
[19]animali terrestri divennero acquatici,
quelli che nuotavano passarono sulla terra.
[20]Il fuoco rafforzò nell'acqua la sua potenza
e l'acqua dimenticò la sua proprietà naturale di spegnere.
[21]Le fiamme non consumavano le carni
di animali gracili, che vi camminavano dentro,
né scioglievano quella specie di cibo celeste,
simile alla brina e così facile a fondersi.
Conclusione
[22]In tutti i modi, o Signore, hai magnificato
e reso glorioso il tuo popolo
e non l'hai trascurato
assistendolo in ogni tempo e in ogni luogo.
Siracide - Capitolo 1
I. RACCOLTA DI SENTENZE
L'origine della sapienza
[1]Ogni sapienza viene dal Signore
ed è sempre con lui.
[2]La sabbia del mare, le gocce della pioggia
e i giorni del mondo chi potrà contarli?
[3]L'altezza del cielo, l'estensione della terra,
la profondità dell'abisso chi potrà esplorarle?
[4]Prima di ogni cosa fu creata la sapienza
e la saggia prudenza è da sempre.
[5]A chi fu rivelata la radice della sapienza?
Chi conosce i suoi disegni?
[6]Uno solo è sapiente, molto terribile,
seduto sopra il trono.
[7]Il Signore ha creato la sapienza;
l'ha vista e l'ha misurata,
l'ha diffusa su tutte le sue opere,
[8]su ogni mortale, secondo la sua generosità,
la elargì a quanti lo amano.
Il timore di Dio
[9]Il timore del Signore è gloria e vanto,
gioia e corona di esultanza.
[10]Il timore del Signore allieta il cuore
e dà contentezza, gioia e lunga vita.
[11]Per chi teme il Signore andrà bene alla fine,
sarà benedetto nel giorno della sua morte.
[12]Principio della sapienza è temere il Signore;
essa fu creata con i fedeli nel seno materno.
[13]Tra gli uomini essa ha posto il nido, fondamento perenne;
resterà fedelmente con i loro discendenti.
[14]Pienezza della sapienza è temere il Signore;
essa inebria di frutti i propri devoti.
[15]Tutta la loro casa riempirà di cose desiderabili,
i magazzini dei suoi frutti.
[16]Corona della sapienza è il timore del Signore;
fa fiorire la pace e la salute.
[17]Dio ha visto e misurato la sapienza;
ha fatto piovere la scienza e il lume dell'intelligenza;
ha esaltato la gloria di quanti la possiedono.
[18]Radice della sapienza è temere il Signore;
i suoi rami sono lunga vita.
Pazienza e controllo di sé
[19]La collera ingiusta non si potrà giustificare,
poiché il traboccare della sua passione sarà la sua rovina.
[20]Il paziente sopporterà per qualche tempo;
alla fine sgorgherà la sua gioia;
[21]per qualche tempo terrà nascoste le parole
e le labbra di molti celebreranno la sua intelligenza.
Sapienza e rettitudine
[22]Fra i tesori della sapienza sono le massime istruttive,
ma per il peccatore la pietà è un abominio.
[23]Se desideri la sapienza, osserva i comandamenti;
allora il Signore te la concederà.
[24]Il timore del Signore è sapienza e istruzione,
si compiace della fiducia e della mansuetudine.
[25]Non essere disobbediente al timore del Signore
e non avvicinarti ad esso con doppiezza di cuore.
[26]Non essere finto davanti agli uomini
e controlla le tue parole.
[27]Non esaltarti per non cadere
e per non attirarti il disonore;
[28]il Signore svelerà i tuoi segreti
e ti umilierà davanti all'assemblea,
[29]perché non hai ricercato il timore del Signore
e il tuo cuore è pieno di inganno.
Siracide - Capitolo 2
Il timore di Dio nella prova
[1]Figlio, se ti presenti per servire il Signore,
prepàrati alla tentazione.
[2]Abbi un cuore retto e sii costante,
non ti smarrire nel tempo della seduzione.
[3]Stà unito a lui senza separartene,
perché tu sia esaltato nei tuoi ultimi giorni.
[4]Accetta quanto ti capita,
sii paziente nelle vicende dolorose,
[5]perché con il fuoco si prova l'oro,
e gli uomini ben accetti nel crogiuolo del dolore.
[6]Affidati a lui ed egli ti aiuterà;
segui la via diritta e spera in lui.
[7]Quanti temete il Signore, aspettate la sua misericordia;
non deviate per non cadere.
[8]Voi che temete il Signore, confidate in lui;
il vostro salario non verrà meno.
[9]Voi che temete il Signore, sperate i suoi benefici,
la felicità eterna e la misericordia.
[10]Considerate le generazioni passate e riflettete:
chi ha confidato nel Signore ed è rimasto deluso?
O chi ha perseverato nel suo timore e fu abbandonato?
O chi lo ha invocato ed è stato da lui trascurato?
[11]Perché il Signore è clemente e misericordioso,
rimette i peccati e salva al momento della tribolazione.
[12]Guai ai cuori pavidi e alle mani indolenti
e al peccatore che cammina su due strade!
[13]Guai al cuore indolente perché non ha fede;
per questo non sarà protetto.
[14]Guai a voi che avete perduto la pazienza;
che farete quando il Signore verrà a visitarvi?
[15]Coloro che temono il Signore non disobbediscono alle sue parole;
e coloro che lo amano seguono le sue vie.
[16]Coloro che temono il Signore cercano di piacergli;
e coloro che lo amano si saziano della legge.
[17]Coloro che temono il Signore tengono pronti i loro
cuori
e umiliano l'anima loro davanti a lui.
[18]Gettiamoci nelle braccia del Signore
e non nelle braccia degli uomini;
poiché, quale è la sua grandezza,
tale è anche la sua misericordia.
Siracide - Capitolo 3
Doveri verso i genitori
[1]Figli, ascoltatemi, sono vostro padre;
agite in modo da essere salvati.
[2]Il Signore vuole che il padre sia onorato dai figli,
ha stabilito il diritto della madre sulla prole.
[3]Chi onora il padre espia i peccati;
[4]chi riverisce la madre è come chi accumula tesori.
[5]Chi onora il padre avrà gioia dai propri figli
e sarà esaudito nel giorno della sua preghiera.
[6]Chi riverisce il padre vivrà a lungo;
chi obbedisce al Signore dà consolazione alla madre.
[7]Chi teme il Signore rispetta il padre
e serve come padroni i genitori.
[8]Onora tuo padre a fatti e a parole,
perché scenda su di te la sua benedizione.
[9]La benedizione del padre consolida le case dei figli,
la maledizione della madre ne scalza le fondamenta.
[10]Non vantarti del disonore di tuo padre,
perché il disonore del padre non è gloria per te;
[11]la gloria di un uomo dipende dall'onore del padre,
vergogna per i figli è una madre nel disonore.
[12]Figlio, soccorri tuo padre nella vecchiaia,
non contristarlo durante la sua vita.
[13]Anche se perdesse il senno, compatiscilo
e non disprezzarlo, mentre sei nel pieno vigore.
[14]Poiché la pietà verso il padre non sarà dimenticata,
ti sarà computata a sconto dei peccati.
[15]Nel giorno della tua tribolazione Dio si ricorderà di te;
come fa il calore sulla brina, si scioglieranno i tuoi peccati.
[16]Chi abbandona il padre è come un bestemmiatore,
chi insulta la madre è maledetto dal Signore.
L'umiltà
[17]Figlio, nella tua attività sii modesto,
sarai amato dall'uomo gradito a Dio.
[18]Quanto più sei grande, tanto più umìliati;
così troverai grazia davanti al Signore;
[19]perché grande è la potenza del Signore
[20]e dagli umili egli è glorificato.
[21]Non cercare le cose troppo difficili per te,
non indagare le cose per te troppo grandi.
[22]Bada a quello che ti è stato comandato,
poiché tu non devi occuparti delle cose misteriose.
[23]Non sforzarti in ciò che trascende le tue capacità,
poiché ti è stato mostrato
più di quanto comprende un'intelligenza umana.
[24]Molti ha fatto smarrire la loro presunzione,
una misera illusione ha fuorviato i loro pensieri.
L'orgoglio
[25]Un cuore ostinato alla fine cadrà nel male;
chi ama il pericolo in esso si perderà.
[26]Un cuore ostinato sarà oppresso da affanni,
il peccatore aggiungerà peccato a peccato.
[27]La sventura non guarisce il superbo,
perché la pianta del male si è radicata in lui.
[28]Una mente saggia medita le parabole,
un orecchio attento è quanto desidera il saggio.
Carità verso i poveri
[29]L'acqua spegne un fuoco acceso,
l'elemosina espia i peccati.
[30]Chi ricambia il bene provvede all'avvenire,
al momento della sua caduta troverà un sostegno.
Siracide - Capitolo 4
[1]Figlio, non rifiutare il sostentamento al povero,
non essere insensibile allo sguardo dei bisognosi.
[2]Non rattristare un affamato,
non esasperare un uomo gia in difficoltà.
[3]Non turbare un cuore esasperato,
non negare un dono al bisognoso.
[4]Non respingere la supplica di un povero,
non distogliere lo sguardo dall'indigente.
[5]Da chi ti chiede non distogliere lo sguardo,
non offrire a nessuno l'occasione di maledirti,
[6]perché se uno ti maledice con amarezza,
il suo creatore esaudirà la sua preghiera.
[7]Fatti amare dalla comunità, davanti a un grande abbassa il capo.
Porgi l'orecchio al povero
e rispondigli al saluto con affabilità.
[9]Strappa l'oppresso dal potere dell'oppressore,
non esser pusillanime quando giudichi.
[10]Sii come un padre per gli orfani
e come un marito per la loro madre
e sarai come un figlio dell'Altissimo,
ed egli ti amerà più di tua madre.
La sapienza educatrice
[11]La sapienza esalta i suoi figli
e si prende cura di quanti la cercano.
[12]Chi la ama ama la vita,
quanti la cercano solleciti saranno ricolmi di gioia.
[13]Chi la possiede erediterà la gloria,
qualunque cosa intraprenda, il Signore lo benedice.
[14]Coloro che la venerano rendono culto al Santo,
e il Signore ama coloro che la amano.
[15]Chi l'ascolta giudica con equità;
chi le presta attenzione vivrà tranquillo.
[16]Chi confida in lei la otterrà in eredità;
i suoi discendenti ne conserveranno il possesso.
[17]Dapprima lo condurrà per luoghi tortuosi,
gli incuterà timore e paura,
lo tormenterà con la sua disciplina,
finché possa fidarsi di lui,
e lo abbia provato con i suoi decreti;
[18]ma poi lo ricondurrà sulla retta via
e gli manifesterà i propri segreti.
[19]Se egli batte una falsa strada, lo lascerà andare
e l'abbandonerà in balìa del suo destino.
Pudore e rispetto umano
[20]Figlio, bada alle circostanze e guàrdati dal male
così non ti vergognerai di te stesso.
[21]C'è una vergogna che porta al peccato
e c'è una vergogna che è onore e grazia.
[22]Non usare riguardi a tuo danno
e non vergognarti a tua rovina.
[23]Non astenerti dal parlare nel momento opportuno,
non nascondere la tua sapienza.
[24]Difatti dalla parola si riconosce la sapienza
e l'istruzione dai detti della lingua.
[25]Non contraddire alla verità,
ma vergògnati della tua ignoranza.
[26]Non arrossire di confessare i tuoi peccati,
non opporti alla corrente di un fiume.
[27]Non sottometterti a un uomo stolto,
e non essere parziale a favore di un potente.
[28]Lotta sino alla morte per la verità
e il Signore Dio combatterà per te.
[29]Non essere arrogante nel tuo linguaggio,
fiacco e indolente invece nelle opere.
[30]Non essere come un leone in casa tua,
sospettoso con i tuoi dipendenti.
[31]La tua mano non sia tesa per prendere
e chiusa invece nel restituire.
Siracide - Capitolo 5
Ricchezza e presunzione
[1]Non confidare nelle tue ricchezze
e non dire: «Questo mi basta».
[2]Non seguire il tuo istinto e la tua forza,
assecondando le passioni del tuo cuore.
[3]Non dire: «Chi mi dominerà?»,
perché il Signore senza dubbio farà giustizia.
[4]Non dire: «Ho peccato, e che cosa mi è successo?»,
perché il Signore è paziente.
[5]Non esser troppo sicuro del perdono
tanto da aggiungere peccato a peccato.
[6]Non dire: «La sua misericordia è grande;
mi perdonerà i molti peccati»,
perché presso di lui ci sono misericordia e ira,
il suo sdegno si riverserà sui peccatori.
[7]Non aspettare a convertirti al Signore
e non rimandare di giorno in giorno,
poiché improvvisa scoppierà l'ira del Signore
e al tempo del castigo sarai annientato.
[8]Non confidare in ricchezze ingiuste,
perché non ti gioveranno nel giorno della sventura.
Fermezza e dominio di sé
[9]Non ventilare il grano a qualsiasi vento
e non camminare su qualsiasi sentiero.
[10]Sii costante nel tuo sentimento,
e unica sia la tua parola.
[11]Sii pronto nell'ascoltare,
lento nel proferire una risposta.
[12]Se conosci una cosa, rispondi al tuo prossimo;
altrimenti mettiti la mano sulla bocca.
[13]Nel parlare ci può essere onore o disonore;
la lingua dell'uomo è la sua rovina.
[14]Non meritare il titolo di calunniatore
e non tendere insidie con la lingua,
poiché la vergogna è per il ladro
e una condanna severa per l'uomo falso.
[15]Non far male né molto né poco,
e da amico non divenire nemico,
Siracide - Capitolo 6
[1]perché un cattivo nome si attira vergogna e disprezzo;
così accade al peccatore, falso nelle sue parole.
[2]Non ti abbandonare alla tua passione,
perché non ti strazi come un toro furioso;
[3]divorerà le tue foglie e tu perderai i tuoi frutti,
sì da renderti come un legno secco.
[4]Una passione malvagia rovina chi la possiede
e lo fa oggetto di scherno per i nemici.
L'amicizia
[5]Una bocca amabile moltiplica gli amici,
un linguaggio gentile attira i saluti.
[6]Siano in molti coloro che vivono in pace con te,
ma i tuoi consiglieri uno su mille.
[7]Se intendi farti un amico, mettilo alla prova;
e non fidarti subito di lui.
[8]C'è infatti chi è amico quando gli fa comodo,
ma non resiste nel giorno della tua sventura.
[9]C'è anche l'amico che si cambia in nemico
e scoprirà a tuo disonore i vostri litigi.
[10]C'è l'amico compagno a tavola,
ma non resiste nel giorno della tua sventura.
[11]Nella tua fortuna sarà come un altro te stesso,
e parlerà liberamente con i tuoi familiari.
[12]Ma se sarai umiliato, si ergerà contro di te
e dalla tua presenza si nasconderà.
[13]Tieniti lontano dai tuoi nemici,
e dai tuoi amici guàrdati.
[14]Un amico fedele è una protezione potente,
chi lo trova, trova un tesoro.
[15]Per un amico fedele, non c'è prezzo,
non c'è peso per il suo valore.
[16]Un amico fedele è un balsamo di vita,
lo troveranno quanti temono il Signore.
[17]Chi teme il Signore è costante nella sua amicizia,
perché come uno è, così sarà il suo amico.
La scuola della sapienza
[18]Figlio, sin dalla giovinezza medita la disciplina,
conseguirai la sapienza fino alla canizie.
[19]Accòstati ad essa come chi ara e chi semina
e attendi i suoi ottimi frutti;
poiché faticherai un pò per coltivarla,
ma presto mangerai dei suoi prodotti.
[20]Essa è davvero aspra per gli stolti,
l'uomo senza coraggio non ci resiste;
[21]per lui peserà come una pietra di prova,
non tarderà a gettarla via.
[22]La sapienza infatti è come dice il suo nome,
ma non a molti essa è chiara.
[23]Ascolta, figlio, e accetta il mio parere;
non rigettare il mio consiglio.
[24]Introduci i tuoi piedi nei suoi ceppi,
il collo nella sua catena.
[25]Piega la tua spalla e portala,
non disdegnare i suoi legami.
[26]Avvicìnati ad essa con tutta l'anima
e con tutta la tua forza resta nelle sue vie.
[27]Seguine le orme e cercala, ti si manifesterà;
e una volta raggiunta, non lasciarla.
[28]Alla fine troverai in lei il riposo,
ed essa ti si cambierà in gioia.
[29]I suoi ceppi saranno per te una protezione potente,
le sue catene una veste di gloria.
[30]Un ornamento d'oro ha su di sé,
i suoi legami sono fili di porpora violetta.
[31]Te ne rivestirai come di una veste di gloria,
te ne cingerai come di una corona magnifica.
[32]Se lo vuoi, figlio, diventerai saggio;
applicandoti totalmente, diventerai abile.
[33]Se ti è caro ascoltare, imparerai;
se porgerai l'orecchio, sarai saggio.
[34]Frequenta le riunioni degli anziani;
qualcuno è saggio? Unisciti a lui.
[35]Ascolta volentieri ogni parola divina
e le massime sagge non ti sfuggano.
[36]Se vedi una persona saggia, và presto da lei;
il tuo piede logori i gradini della sua porta.
[37]Rifletti sui precetti del Signore,
medita sempre sui suoi comandamenti;
egli renderà saldo il tuo cuore,
e il tuo desiderio di sapienza sarà soddisfatto.
Siracide - Capitolo 7
Consigli diversi
[1]Non fare il male, perché il male non ti prenda.
[2]Allontànati dall'iniquità ed essa si allontanerà da te.
[3]Figlio, non seminare nei solchi dell'ingiustizia
per non raccoglierne sette volte tanto.
[4]Non domandare al Signore il potere
né al re un posto di onore.
[5]Non farti giusto davanti al Signore
né saggio davanti al re.
[6]Non cercare di divenire giudice,
che poi ti manchi la forza di estirpare l'ingiustizia;
altrimenti temeresti alla presenza del potente
e getteresti una macchia sulla tua dirittura.
[7]Non offendere l'assemblea della città
e non degradarti in mezzo al popolo.
[8]Non ti impigliare due volte nel peccato,
perché neppure di uno resterai impunito.
[9]Non dire: «Egli guarderà all'abbondanza dei miei doni,
e quando farò l'offerta al Dio altissimo
egli l'accetterà».
[10]Non mancar di fiducia nella tua preghiera
e non trascurare di fare elemosina.
[11]Non deridere un uomo dall'animo amareggiato,
poiché c'è chi umilia e innalza.
[12]Non fabbricare menzogne contro tuo fratello
e neppure qualcosa di simile contro l'amico.
[13]Non volere in nessun modo ricorrere alla menzogna,
perché le sue conseguenze non sono buone.
[14]Non parlar troppo nell'assemblea degli anziani
e non ripetere le parole della tua preghiera.
[15]Non disprezzare il lavoro faticoso,
neppure l'agricoltura creata dall'Altissimo.
[16]Non unirti alla moltitudine dei peccatori,
ricòrdati che la collera divina non tarderà.
[17]Umilia profondamente la tua anima,
perché castigo dell'empio sono fuoco e vermi.
[18]Non cambiare un amico per interesse,
né un fratello fedele per l'oro di Ofir.
[19]Non disdegnare una sposa saggia e buona,
poiché la sua bontà val più dell'oro.
[20]Non maltrattare uno schiavo che lavora fedelmente
né un mercenario che dà tutto se stesso.
[21]Ami l'anima tua un servo saggio
e non ricusargli la libertà.
I figli
[22]Hai bestiame? Abbine cura;
se ti è utile, resti in tuo possesso.
[23]Hai figli? Educali e sottomettili fin dalla giovinezza.
[24]Hai figlie? Vigila sui loro corpi
e non mostrare loro un volto troppo indulgente.
[25]Accasa una figlia e avrai compiuto un grande affare;
ma sposala a un uomo assennato.
[26]Hai una moglie secondo il tuo cuore? Non ripudiarla;
ma di quella odiata non fidarti.
I genitori
[27]Onora tuo padre con tutto il cuore
e non dimenticare i dolori di tua madre.
[28]Ricorda che essi ti hanno generato;
che darai loro in cambio di quanto ti hanno dato?
I sacerdoti
[29]Temi con tutta l'anima il Signore
e riverisci i suoi sacerdoti.
[30]Ama con tutta la forza chi ti ha creato
e non trascurare i suoi ministri.
[31]Temi il Signore e onora il sacerdote,
consegna la sua parte, come ti è stato comandato:
primizie, sacrifici espiatori, offerta delle spalle,
vittima di santificazione e primizie delle cose sante.
I poveri e gli afflitti
[32]Al povero stendi la tua mano,
perché sia perfetta la tua benedizione.
[33]La tua generosità si estenda a ogni vivente
e al morto non negare la tua grazia.
[34]Non evitare coloro che piangono
e con gli afflitti mòstrati afflitto.
[35]Non indugiare a visitare un malato,
perché per questo sarai amato.
[36]In tutte le tue opere ricordati della tua fine
e non cadrai mai nel peccato.
Siracide - Capitolo 8
Prudenza e riflessione
[1]Non litigare con un uomo potente
per non cadere poi nelle sue mani.
[2]Non litigare con un uomo ricco,
perché egli non t'opponga il peso del suo danaro,
poiché l'oro ha corrotto molti
e ha fatto deviare il cuore dei re.
[3]Non litigare con un uomo linguacciuto
e non aggiungere legna sul suo fuoco.
[4]Non scherzare con l'ignorante,
perché non siano disprezzati i tuoi antenati.
[5]Non insultare un uomo convertito dal peccato,
ricòrdati che siamo tutti degni di pena.
[6]Non disprezzare un uomo quando è vecchio,
perché anche di noi alcuni invecchieranno.
[7]Non gioire per la morte di qualcuno;
ricòrdati che tutti moriremo.
La tradizione
[8]Non disdegnare i discorsi dei saggi,
medita piuttosto le loro massime,
perché da essi imparerai la dottrina
e potrai essere a servizio dei grandi.
[9]Non trascurare i discorsi dei vecchi,
perché anch'essi hanno imparato dai loro padri;
da essi imparerai l'accorgimento
e come rispondere a tempo opportuno.
La prudenza
[10]Non attizzare le braci del peccatore,
per non bruciare nel fuoco della sua fiamma.
[11]Non ritirarti dalla presenza del violento,
perché egli non ponga un agguato contro di te.
[12]Non imprestare a un uomo più forte di te;
quello che gli hai prestato, consideralo come perduto.
[13]Non garantire oltre la tua possibilità;
se hai garantito, preòccupati di soddisfare.
[14]Non muovere causa a un giudice,
perché giudicheranno in suo favore secondo il suo parere.
[15]Con un avventuriero non metterti in viaggio,
per paura che ti diventi insopportabile;
egli agirà secondo il suo capriccio
e andrai con lui in rovina per la sua insipienza.
[16]Non litigare con un irascibile
e non traversare con lui un luogo solitario,
perché ai suoi occhi il sangue è come nulla,
dove non c'è possibilità di aiuto ti assalirà.
[17]Non consigliarti con lo stolto,
perché non saprà mantenere un segreto.
[18]Davanti a uno straniero non fare nulla di riservato,
perché non sai che cosa ne seguirà.
[19]Con un uomo qualsiasi non aprire il tuo cuore
ed egli non abbia a portar via il tuo bene.
Siracide - Capitolo 9
Le donne
[1]Non essere geloso della sposa amata,
per non inculcarle malizia a tuo danno.
[2]Non dare l'anima tua alla tua donna,
sì che essa s'imponga sulla tua forza.
[3]Non incontrarti con una donna cortigiana,
che non abbia a cadere nei suoi lacci.
[4]Non frequentare una cantante,
per non esser preso dalle sue moine.
[5]Non fissare il tuo sguardo su una vergine,
per non essere coinvolto nei suoi castighi.
[6]Non dare l'anima tua alle prostitute,
per non perderci il patrimonio.
[7]Non curiosare nelle vie della città,
non aggirarti nei suoi luoghi solitari.
[8]Distogli l'occhio da una donna bella,
non fissare una bellezza che non ti appartiene.
Per la bellezza di una donna molti sono periti;
per essa l'amore brucia come fuoco.
[9]Non sederti mai accanto a una donna sposata,
non frequentarla per bere insieme con lei
perché il tuo cuore non si innamori di lei
e per la tua passione tu non scivoli nella rovina.
Rapporti con gli uomini
[10]Non abbandonare un vecchio amico,
perché quello recente non è uguale a lui.
Vino nuovo, amico nuovo;
quando sarà invecchiato, lo berrai con piacere.
[11]Non invidiare la gloria del peccatore,
perché non sai quale sarà la sua fine.
[12]Non compiacerti del benessere degli empi,
ricòrdati che non giungeranno agli inferi impuniti.
[13]Tieniti lontano dall'uomo che ha il potere di uccidere
e non sperimenterai il timore della morte.
Se l'avvicini, stà attento a non sbagliare
perché egli non ti tolga la vita;
sappi che cammini in mezzo ai lacci
e ti muovi sull'orlo delle mura cittadine.
[14]Rispondi come puoi al prossimo
e consìgliati con i saggi.
[15]Conversa con uomini assennati
e ogni tuo colloquio sia sulle leggi dell'Altissimo.
[16]Tuoi commensali siano gli uomini giusti,
il tuo vanto sia nel timore del Signore.
[17]Un lavoro per mano di esperti viene lodato,
ma il capo del popolo è saggio per il parlare.
[18]Un uomo linguacciuto è il terrore della sua città,
chi non sa controllar le parole sarà detestato.
Siracide - Capitolo 10
Il governo
[1]Un governatore saggio educa il suo popolo,
l'autorità di un uomo assennato sarà ben ordinata.
[2]Quale il governatore del popolo, tali i suoi ministri;
quale il capo di una città, tali tutti gli abitanti.
[3]Un re senza formazione rovinerà il suo popolo;
una città prospererà per il senno dei capi.
[4]Il governo del mondo è nelle mani del Signore;
egli vi susciterà al momento giusto l'uomo adatto.
[5]Il successo dell'uomo è nelle mani del Signore,
che investirà il magistrato della sua autorità.
Contro l'orgoglio
[6]Non crucciarti con il tuo prossimo per un torto qualsiasi;
non far nulla in preda all'ira.
[7]Odiosa al Signore e agli uomini è la superbia,
all'uno e agli altri è in abominio l'ingiustizia.
[8]L'impero passa da un popolo a un altro
a causa delle ingiustizie, delle violenze e delle ricchezze.
[9]Perché mai si insuperbisce chi è terra e cenere?
Anche da vivo le sue viscere sono ripugnanti.
[10]La malattia è lunga, il medico se la ride;
chi oggi è re, domani morirà.
[11]Quando l'uomo muore eredita insetti, belve e vermi.
[12]Principio della superbia umana è allontanarsi dal Signore,
tenere il proprio cuore lontano da chi l'ha creato.
[13]Principio della superbia infatti è il peccato;
chi vi si abbandona diffonde intorno a sé l'abominio.
Per questo il Signore rende incredibili i suoi castighi
e lo flagella sino a finirlo.
[14]Il Signore ha abbattuto il trono dei potenti,
al loro posto ha fatto sedere gli umili.
[15]Il Signore ha estirpato le radici delle nazioni,
al loro posto ha piantato gli umili.
[16]Il Signore ha sconvolto le regioni delle nazioni,
e le ha distrutte fin dalle fondamenta della terra.
[17]Le ha estirpate e annientate,
ha fatto scomparire dalla terra il loro ricordo.
[18]Non è fatta per gli uomini la superbia,
né per i nati di donna l'arroganza.
Gli uomini degni di onore
[19]Quale stirpe è onorata? La stirpe dell'uomo.
Quale stirpe è onorata?
Coloro che temono il Signore.
[20]Quale stirpe è ignobile? La stirpe dell'uomo.
Quale stirpe è ignobile?
Coloro che trasgrediscono i comandamenti.
[21]Tra i fratelli è onorato il loro capo,
ma coloro che temono il Signore lo sono ai suoi occhi.
[22]Uno ricco, onorato o povero,
ponga il proprio vanto nel timore del Signore.
[23]Non è giusto disprezzare un povero assennato
e non conviene esaltare un uomo peccatore.
[24]Il nobile, il giudice e il potente sono onorati;
ma nessuno di loro è più grande di chi teme il Signore.
[25]Uomini liberi serviranno un servo sapiente;
un uomo intelligente non mormora per questo.
Umiltà e verità
[26]Non fare il saccente nel compiere il tuo lavoro
e non gloriarti al momento del bisogno.
[27]Meglio uno che lavora e abbonda di tutto
che chi va in giro vantandosi e manca di cibo.
[28]Figlio, con modestia glorifica l'anima tua
e rendile onore secondo che merita.
[29]Chi darà ragione a uno che si dà torto da sé?
Chi stimerà uno che si disprezza?
[30]Un povero è onorato per la sua scienza,
un ricco è onorato per la sua ricchezza.
[31]Chi è onorato nella povertà,
quanto più lo sarà nella ricchezza?
Chi è disprezzato nella ricchezza,
quanto più lo sarà nella povertà?
Siracide - Capitolo 11
Non fidarsi delle apparenze
[1]La sapienza dell'umile gli farà tenere alta la testa,
gli permetterà di sedere tra i grandi.
[2]Non lodare un uomo per la sua bellezza
e non detestare un uomo per il suo aspetto.
[3]L'ape è piccola tra gli esseri alati,
ma il suo prodotto ha il primato fra i dolci sapori.
[4]Non ti vantare per le vesti che indossi
e non insuperbirti nel giorno della gloria,
poiché stupende sono le opere del Signore,
eppure sono nascoste agli uomini le opere sue.
[5]Molti sovrani sedettero sulla polvere
e uno sconosciuto cinse il loro diadema.
[6]Molti potenti furono umiliati profondamente;
uomini illustri furono consegnati in potere altrui.
Riflessione e lentezza
[7]Non biasimare prima di avere indagato,
prima rifletti e quindi condanna.
[8]Non rispondere prima di avere ascoltato,
in mezzo ai discorsi non intrometterti.
[9]Per una cosa di cui non hai bisogno non litigare,
non immischiarti nelle liti dei peccatori.
[10]Figlio, la tua attività non abbracci troppe cose;
se esageri, non sarai esente da colpa;
anche se corri, non arriverai e non riuscirai a scampare con
la fuga.
[11]C'è chi lavora, fatica e si affanna:
eppure resta tanto più indietro.
Fiducia in Dio solo
[12]C'è chi è debole e ha bisogno di soccorso,
chi è privo di beni e ricco di miseria:
eppure il Signore lo guarda con benevolenza,
lo solleva dalla sua bassezza
[13]e lo fa stare a testa alta, sì che molti ne sono stupiti.
[14]Bene e male, vita e morte,
povertà e ricchezza, tutto proviene dal Signore.
[15]Sapienza, senno e conoscenza della legge vengono dal Signore;
carità e rettitudine sono dono del Signore.
[16]Errore e tenebre sono per gli empi
e il male resta per i malvagi.
[17]Il dono del Signore è assicurato ai pii
e il suo favore li rende felici per sempre.
[18]C'è chi è ricco a forza di attenzione e di risparmio;
ed ecco la parte della sua ricompensa:
[19]mentre dice: «Ho trovato riposo; ora mi godrò i miei beni»,
non sa quanto tempo ancora trascorrerà;
lascerà tutto ad altri e morirà.
[20]Stà fermo al tuo impegno e fanne la tua vita,
invecchia compiendo il tuo lavoro.
[21]Non ammirare le opere del peccatore,
confida nel Signore e persevera nella fatica,
perché è facile per il Signore
arricchire un povero all'improvviso.
[22]La benedizione del Signore è la ricompensa del pio;
in un istante Dio farà sbocciare la sua benedizione.
[23]Non dire: «Di che cosa ho bisogno
e di quali beni disporrò d'ora innanzi?».
[24]Non dire: «Ho quanto mi occorre;
che cosa potrà ormai capitarmi di male?».
[25]Nel tempo della prosperità si dimentica la sventura;
nel tempo della sventura non si ricorda la prosperità.
[26]E' facile per il Signore nel giorno della morte
rendere all'uomo secondo la sua condotta.
[27]L'infelicità di un'ora fa dimenticare il benessere;
alla morte di un uomo si rivelano le sue opere.
[28]Prima della fine non chiamare nessuno beato;
un uomo si conosce veramente alla fine.
Diffidare del cattivo
[29]Non portare in casa qualsiasi persona,
perché sono molte le insidie del fraudolento.
[30]Una pernice da richiamo in gabbia, tale il cuore del superbo;
come una spia egli attende la tua caduta.
[31]Cambiando il bene in male tende insidie,
troverà difetti anche nelle cose migliori.
[32]Con una scintilla di fuoco si riempie il braciere,
il peccatore sta in agguato per spargere sangue.
[33]Guàrdati dal malvagio, poiché egli il male prepara,
che non contamini per sempre anche te.
[34]Ospita un estraneo, ti metterà sottosopra ogni cosa
e ti renderà estraneo ai tuoi.
Siracide - Capitolo 12
I benefici
[1]Se fai il bene, sappi a chi lo fai;
così avrai una ricompensa per i tuoi benefici.
[2]Fà il bene al pio e ne avrai il contraccambio,
se non da lui, certo dall'Altissimo.
[3]Nessun beneficio a chi si ostina nel male
né a chi rifiuta di fare l'elemosina.
[4]Dà al pio e non aiutare il peccatore.
[5]Benefica il misero e non dare all'empio,
impedisci che gli diano il pane e tu non dargliene,
perché egli non ne usi per dominarti;
difatti tu riceverai il male in doppia misura
per tutti i benefici che gli avrai fatto.
[6]Poiché anche l'Altissimo odia i peccatori
e farà giustizia degli empi.
[7]Dà al buono e non aiutare il peccatore.
Veri e falsi amici
[8]L'amico non si può riconoscere nella prosperità,
ma nell'avversità il nemico non si nasconderà.
[9]Quando uno prospera, i suoi nemici sono nel dolore;
ma quando uno è infelice, anche l'amico se ne separa.
[10]Non fidarti mai del tuo nemico,
poiché, come il metallo s'arrugginisce, così la sua malvagità.
[11]Anche se si abbassa e cammina curvo,
stà attento e guardati da lui;
compòrtati con lui come chi pulisce uno specchio
e ti accorgerai che la sua ruggine non resiste a lungo.
[12]Non metterlo al tuo fianco, perché non ti rovesci e si ponga al tuo
posto,
non farlo sedere alla tua destra,
perché non ricerchi la tua sedia, e alla fine tu conosca la verità delle mie
parole e senta rimorso per i miei detti.
[13]Chi avrà pietà di un incantatore morso da un serpente e di quanti si
avvicinano alle belve?
[14]Così capita a chi si associa a un peccatore
e s'imbratta dei suoi misfatti.
[15]Per un momento rimarrà con te, ma se cadi, egli non reggerà più.
[16]Il nemico ha il dolce sulle labbra,
ma in cuore medita di gettarti in una fossa.
Il nemico avrà lacrime agli occhi,
ma se troverà l'occasione, non si sazierà del tuo sangue.
[17]Se ti capiterà il male, egli sarà là per il primo
e, con il pretesto di aiutarti, ti prenderà per il tallone.
[18]Scuoterà il capo e batterà le mani,
poi bisbigliando a lungo cambierà faccia.
Siracide - Capitolo 13
Frequentare i propri uguali
[1]Chi maneggia la pece si sporca,
chi frequenta il superbo diviene simile a lui.
[2]Non portare un peso troppo grave,
non associarti ad uno più forte e più ricco di te.
Come una pentola di coccio farà società con una caldaia?
Questa l'urterà e quella andrà in frantumi.
[3]Il ricco commette ingiustizia e per di più grida forte,
il povero riceve ingiustizia e per di più deve scusarsi.
[4]Se puoi essergli utile, approfitterà di te;
se hai bisogno, ti abbandonerà.
[5]Se possiedi, vivrà con te;
ti spoglierà e non ne avrà alcuna pena.
[6]Ha bisogno di te? Ti imbroglierà, ti sorriderà
e ti darà una speranza, ti rivolgerà belle parole
e domanderà: «Di che cosa hai bisogno?».
[7]Ti farà arrossire con i suoi banchetti,
finché non ti avrà spremuto due o tre volte.
Alla fine ti deriderà; poi vedendoti ti eviterà
e scuoterà il capo davanti a te.
[8]Stà attento a non lasciarti imbrogliare
né umiliare per la tua stoltezza.
[9]Quando un potente ti chiama, allontànati;
egli ti chiamerà sempre di più.
[10]Non essere invadente per non essere respinto,
ma non allontanarti troppo per non essere dimenticato.
[11]Non credere di trattare alla pari con lui
e non fidarti delle sue molte parole;
[12]con la sua molta loquacità ti metterà alla prova
e quasi sorridendo ti esaminerà.
[13]Spietato chi non mantiene le parole,
non ti risparmierà maltrattamenti e catene.
[14]Guardati e stà attento, perché cammini insieme alla tua rovina.
[15]Ogni creatura vivente ama il suo simile,
ogni uomo il suo vicino.
[16]Ogni essere si accoppia secondo la sua specie;
l'uomo si associa a chi gli è simile.
[17]Che cosa vi può essere in comune tra il lupo e l'agnello?
Lo stesso accade fra il peccatore e il pio.
[18]Quale pace può esservi fra la iena e il cane?
Quale intesa tra il ricco e il povero?
[19]Sono preda dei leoni gli ònagri nel deserto;
così pascolo dei ricchi sono i poveri.
[20]La condizione umile è in abominio al superbo,
così il povero è in abominio al ricco.
[21]Se il ricco vacilla, è sostenuto dagli amici;
se il povero cade, anche dagli amici è respinto.
[22]Se cade il ricco, molti lo aiutano;
dice cose insulse? Eppure lo si felicita.
Se cade il povero, lo si rimprovera;
se dice cose assennate, non ci si bada.
[23]Parla il ricco, tutti tacciono
ed esaltano fino alle nuvole il suo discorso.
Parla il povero e dicono: «Chi è costui?».
Se inciampa, l'aiutano a cadere.
[24]La ricchezza è buona, se è senza peccato;
la povertà è cattiva a detta dell'empio.
[25]Il cuore dell'uomo cambia il suo volto
o in bene o in male.
[26]Indice di un cuore buono è una faccia gioiosa,
ma la scoperta di proverbi è un lavoro ben faticoso.
Siracide - Capitolo 14
La vera felicità
[1]Beato l'uomo che non ha peccato con le parole
e non è tormentato dal rimorso dei peccati.
[2]Beato chi non ha nulla da rimproverarsi
e chi non ha perduto la sua speranza.
Invidia e avarizia
[3]A un uomo gretto non conviene la ricchezza,
a che servono gli averi a un uomo avaro?
[4]Chi accumula a forza di privazioni accumula per altri,
con i suoi beni faran festa gli estranei.
[5]Chi è cattivo con se stesso con chi si mostrerà buono?
Non sa godere delle sue ricchezze.
[6]Nessuno è peggiore di chi tormenta se stesso;
questa è la ricompensa della sua malizia.
[7]Se fa il bene, lo fa per distrazione;
ma alla fine mostrerà la sua malizia.
[8]E' malvagio l'uomo dall'occhio invidioso;
volge altrove lo sguardo e disprezza la vita altrui.
[9]L'occhio dell'avaro non si accontenta di una parte,
l'insana cupidigia inaridisce l'anima sua.
[10]Un occhio cattivo è invidioso anche del pane
e sulla sua tavola esso manca.
[11]Figlio, per quanto ti è possibile, tràttati bene
e presenta al Signore le offerte dovute.
[12]Ricòrdati che la morte non tarderà
e il decreto degli inferi non t'è stato rivelato.
[13]Prima di morire fà del bene all'amico,
secondo le tue possibilità sii con lui generoso.
[14]Non privarti di un giorno felice;
non ti sfugga alcuna parte di un buon desiderio.
[15]Forse non lascerai a un altro le tue sostanze
e le tue fatiche per esser divise fra gli eredi?
[16]Regala e accetta regali, distrai l'anima tua,
perché negli inferi non c'è gioia da ricercare.
[17]Ogni corpo invecchia come un abito,
è una legge da sempre: «Certo si muore!».
[18]Come foglie verdi su un albero frondoso:
le une lascia cadere, altre ne fa spuntare,
lo stesso avviene per le generazioni di carne e di sangue:
le une muoiono, altre ne nascono.
[19]Ogni opera corruttibile scompare;
chi la compie se ne andrà con essa.
Felicità del saggio
[20]Beato l'uomo che medita sulla sapienza e ragiona con l'intelligenza,
[21]che considera nel cuore le sue vie:
ne penetrerà con la mente i segreti.
[22]La insegue come uno che segue una pista,
si apposta sui suoi sentieri.
[23]Egli spia alle sue finestre e starà ad ascoltare alla sua porta.
[24]Fa sosta vicino alla sua casa
e fisserà un chiodo nelle sue pareti;
[25]alzerà la propria tenda presso di essa
e si riparerà in un rifugio di benessere;
[26]metterà i propri figli sotto la sua protezione
e sotto i suoi rami soggiornerà;
[27]da essa sarà protetto contro il caldo,
egli abiterà all'ombra della sua gloria.
Siracide - Capitolo 15
[1]Così agirà chi teme il Signore;
chi è fedele alla legge otterrà anche la sapienza.
[2]Essa gli andrà incontro come una madre,
l'accoglierà come una vergine sposa;
[3]lo nutrirà con il pane dell'intelligenza,
e l'acqua della sapienza gli darà da bere.
[4]Egli si appoggerà su di lei e non vacillerà,
si affiderà a lei e non resterà confuso.
[5]Essa l'innalzerà sopra i suoi compagni
e gli farà aprir bocca in mezzo all'assemblea;
[6]egli troverà contentezza e una corona di gioia
e otterrà fama perenne.
[7]Gli insensati non conseguiranno mai la sapienza,
i peccatori non la contempleranno mai.
[8]Essa sta lontana dalla superbia,
i bugiardi non pensano ad essa.
[9]La sua lode non s'addice alla bocca del peccatore,
perché non gli è stata concessa dal Signore.
[10]La lode infatti va celebrata con sapienza;
è il Signore che la dirigerà.
La libertà umana
[11]Non dire: «Mi son ribellato per colpa del Signore»,
perché ciò che egli detesta, non devi farlo.
[12]Non dire: «Egli mi ha sviato»,
perché egli non ha bisogno di un peccatore.
[13]Il Signore odia ogni abominio,
esso non è voluto da chi teme Dio.
[14]Egli da principio creò l'uomo
e lo lasciò in balìa del suo proprio volere.
[15]Se vuoi, osserverai i comandamenti;
l'essere fedele dipenderà dal tuo buonvolere.
[16]Egli ti ha posto davanti il fuoco e l'acqua;
là dove vuoi stenderai la tua mano.
[17]Davanti agli uomini stanno la vita e la morte;
a ognuno sarà dato ciò che a lui piacerà.
[18]Grande infatti è la sapienza del Signore,
egli è onnipotente e vede tutto.
[19]I suoi occhi su coloro che lo temono,
egli conosce ogni azione degli uomini.
[20]Egli non ha comandato a nessuno di essere empio
e non ha dato a nessuno il permesso di peccare.
Siracide - Capitolo 16
Maledizione degli empi
[1]Non desiderare una moltitudine di figli buoni a nulla,
non gioire per figli empi.
[2]Se aumentano di numero non gioire,
se sono privi del timore del Signore.
[3]Non confidare su una loro vita lunga
e non fondarti sul loro numero,
poiché è preferibile uno a mille
e morir senza figli che averne degli empi.
[4]La città potrà ripopolarsi per opera di un solo assennato,
mentre la stirpe degli iniqui sarà distrutta.
[5]Il mio occhio ha visto molte simili cose;
il mio orecchio ne ha sentite ancora più gravi.
[6]Nell'assemblea dei peccatori un fuoco si accende,
contro un popolo ribelle è divampata l'ira.
[7]Dio non perdonò agli antichi giganti,
che si erano ribellati per la loro forza.
[8]Non risparmiò i concittadini di Lot,
che egli aveva in orrore per la loro superbia.
[9]Non ebbe pietà di nazioni di perdizione,
che si erano esaltate per i loro peccati.
[10]Così trattò i seicentomila uomini
che sono periti per l'ostinazione del loro cuore.
[11]Ci fosse un solo uomo di dura cervice,
sarebbe strano se restasse impunito,
[12]poiché misericordia e ira sono in Dio,
potente quando perdona e quando riversa l'ira.
[13]Tanto grande la sua misericordia,
quanto grande la sua severità;
egli giudicherà l'uomo secondo le sue opere.
[14]Non sfuggirà il peccatore con la sua rapina,
ma neppure la pazienza del pio sarà delusa.
[15]Egli farà posto a tutta la sua generosità;
ciascuno sarà trattato secondo le sue opere.
La ricompensa è certa
[16]Non dire: «Mi terrò celato al Signore!
Chi penserà a me lassù?
[17]Non sarò riconosciuto fra un popolo numeroso,
chi sarò io in mezzo a una creazione senza numero?».
[18]Ecco il cielo e il cielo dei cieli,
l'abisso e la terra sussultano quando egli appare.
[19]Anche i monti e le fondamenta della terra
si scuotono di spavento quando egli li guarda.
[20]Ma nessuno riflette su queste cose;
al suo modo di agire chi ci bada?
[21]Anche la bufera che nessuno contempla,
e la maggior parte delle sue opere, sono nel mistero.
[22]«Chi a Dio annunzierà le opere di giustizia?
Ovvero chi le attende? L'alleanza infatti è lontana».
[23]Tali cose pensa chi ha il cuore perverso;
lo stolto, appunto errando, pensa sciocchezze.
L'uomo nella creazione
[24]Ascoltami, figlio, e impara la scienza;
e sii attento nel tuo cuore alle mie parole.
[25]Manifesterò con esattezza la mia dottrina;
con cura annunzierò la scienza.
[26]Nella creazione del Signore le sue opere sono fin dal principio,
e dalla loro origine ne separò le parti.
[27]Egli ordinò per l'eternità le sue opere,
ne stabilì l'attività per le generazioni future.
Non hanno fame né si stancano,
eppure non interrompono il loro lavoro.
[28]Nessuna di loro urta la sua vicina,
mai disubbidiranno ad un suo comando.
[29]Dopo ciò il Signore riguardò sulla terra
e la riempì dei suoi doni.
[30]Ne ricoprì la superficie con ogni genere di viventi
e ad essa faranno ritorno.
Siracide - Capitolo 17
[1]Il Signore creò l'uomo dalla terra
e ad essa lo fa tornare di nuovo.
[2]Egli assegnò agli uomini giorni contati e un tempo fissato,
diede loro il dominio di quanto è sulla terra.
[3]Secondo la sua natura li rivestì di forza,
e a sua immagine li formò.
[4]Egli infuse in ogni essere vivente il timore dell'uomo,
perché l'uomo dominasse sulle bestie e sugli uccelli.
[5]Discernimento, lingua, occhi, orecchi e cuore
diede loro perché ragionassero.
[6]Li riempì di dottrina e d'intelligenza,
e indicò loro anche il bene e il male.
[7]Pose lo sguardo nei loro cuori
per mostrar loro la grandezza delle sue opere.
[8]Loderanno il suo santo nome
per narrare la grandezza delle sue opere.
[9]Inoltre pose davanti a loro la scienza
e diede loro in eredità la legge della vita.
[10]Stabilì con loro un'alleanza eterna
e fece loro conoscere i suoi decreti.
[11]I loro occhi contemplarono la grandezza della sua gloria,
i loro orecchi sentirono la magnificenza della sua voce.
[12]Disse loro: «Guardatevi da ogni ingiustizia!»
e diede a ciascuno precetti verso il prossimo.
Il giudice divino
[13]Le loro vie sono sempre davanti a lui,
non restano nascoste ai suoi occhi.
[14]Su ogni popolo mise un capo,
ma Israele è la porzione del Signore.
[15]Tutte le loro opere sono davanti a lui come il sole,
i suoi occhi osservano sempre la loro condotta.
[16]A lui non sono nascoste le loro ingiustizie,
tutti i loro peccati sono davanti al Signore.
[17]La beneficenza dell'uomo è per lui come un sigillo,
egli serberà la generosità come la propria pupilla.
[18]Alla fine si leverà e renderà loro la ricompensa,
riverserà su di loro il contraccambio.
[19]Ma a chi si pente egli offre il ritorno,
consola quanti vengono meno nella pazienza.
Invito alla penitenza
[20]Ritorna al Signore e cessa di peccare,
prega davanti a lui e cessa di offendere.
[21]Fà ritorno all'Altissimo e volta le spalle all'ingiustizia;
detesta interamente l'iniquità.
[22]Negli inferi infatti chi loderà l'Altissimo,
al posto dei viventi e di quanti gli rendono lode?
[23]Da un morto, che non è più, la riconoscenza si perde,
chi è vivo e sano loda il Signore.
[24]Quanto è grande la misericordia del Signore,
il suo perdono per quanti si convertono a lui!
[25]L'uomo non può avere tutto,
poiché un figlio dell'uomo non è immortale.
[26]Che c'è di più luminoso del sole? Anch'esso scompare.
Così carne e sangue pensano al male.
[27]Esso sorveglia le schiere dell'alto cielo,
ma gli uomini sono tutti terra e cenere.
Siracide - Capitolo 18
Grandezza di Dio
[1]Colui che vive per sempre ha creato l'intero universo.
[2]Il Signore soltanto è riconosciuto giusto.
[3]A nessuno è possibile svelare le sue opere
e chi può indagare le sue grandezze?
[4]La potenza della sua maestà chi potrà misurarla?
Chi riuscirà a narrare le sue misericordie?
[5]Non c'è nulla da togliere e nulla da aggiungere;
non è possibile indagare le meraviglie del Signore.
[6]Quando uno ha finito, allora comincia;
quando si ferma, allora rimane perplesso.
L'uomo è un nulla
[7]Che è l'uomo? E a che può servire?
Qual è il suo bene e qual è il suo male?
[8]Quanto al numero dei giorni dell'uomo,
cento anni sono gia molti.
[9]Come una goccia d'acqua nel mare e un grano di sabbia
così questi pochi anni in un giorno dell'eternità.
[10]Per questo il Signore è paziente con gli uomini
e riversa su di essi la sua misericordia.
[11]Vede e conosce che la loro sorte è misera,
per questo moltiplica il perdono.
[12]La misericordia dell'uomo riguarda il prossimo,
la misericordia del Signore ogni essere vivente.
[13]Egli rimprovera, corregge, ammaestra
e guida come un pastore il suo gregge.
[14]Ha pietà di quanti accettano la dottrina
e di quanti sono zelanti per le sue decisioni.
Il modo di dare
[15]Figlio, ai benefici non aggiungere il rimprovero,
e a ogni dono parole amare.
[16]La rugiada non mitiga forse il calore?
Così una parola è più pregiata del dono.
[17]Ecco, non vale una parola più di un ricco dono?
L'uomo caritatevole offre l'una e l'altro.
[18]Lo stolto rimprovera senza riguardo,
il dono dell'invidioso fa languire gli occhi.
Riflessione e previsione
[19]Prima di parlare, impara;
curati ancor prima di ammalarti.
[20]Prima del giudizio esamina te stesso,
così al momento del verdetto troverai perdono.
[21]Umìliati, prima di cadere malato,
e quando hai peccato, mostra il pentimento.
[22]Nulla ti impedisca di soddisfare a tempo un voto,
non aspettare fino alla morte per sdebitarti.
[23]Prima di fare un voto prepara te stesso,
non fare come un uomo che tenta il Signore.
[24]Pensa all'ira del giorno della morte,
al tempo della vendetta,
quando egli distoglierà lo sguardo da te.
[25]Pensa alla carestia nel tempo dell'abbondanza;
alla povertà e all'indigenza nei giorni di ricchezza.
[26]Dal mattino alla sera il tempo cambia;
e tutto è effimero davanti al Signore.
[27]Un uomo saggio è circospetto in ogni cosa;
nei giorni del peccato si astiene dalla colpa.
[28]Ogni uomo assennato conosce la sapienza
e a colui che l'ha trovata rende omaggio.
[29]Quelli istruiti nel parlare anch'essi diventano saggi,
fanno piovere massime eccellenti.
Dominio di sè
[30]Non seguire le passioni;
poni un freno ai tuoi desideri.
[31]Se ti concedi la soddisfazione della passione,
essa ti renderà oggetto di scherno ai tuoi nemici.
[32]Non godere una vita di piaceri,
sua conseguenza è una doppia povertà.
[33]Non impoverire scialacquando con denaro preso a prestito,
quando non hai nulla nella borsa.
Siracide - Capitolo 19
[1]Un operaio ubriacone non arricchirà;
chi disprezza il poco cadrà presto.
[2]Vino e donne traviano anche i saggi,
ancor più temerario è chi frequenta prostitute.
[3]Tarli e vermi lo erediteranno,
il temerario sarà eliminato.
Contro le chiacchiere
[4]Chi si fida con troppa facilità è di animo leggero,
chi pecca danneggia se stesso.
[5]Chi si compiace del male sarà condannato;
[6]chi odia la loquacità sfugge al male.
[7]Non riferire mai una diceria
e non ne avrai alcun danno;
[8]non parlarne né all'amico né al nemico,
e se puoi farlo senza colpa, non svelar nulla.
[9]Altrimenti chi ti ascolta diffiderà di te
e all'occasione ti avrà in odio.
[10]Hai udito una parola? Muoia con te!
Stà sicuro, non ti farà scoppiare.
[11]Per una parola lo stolto ha i dolori,
come la partoriente per un bambino.
[12]Una freccia confitta nella carne della coscia:
tale una parola in seno allo stolto.
Verificare le dicerie
[13]Interroga l'amico: forse non ha fatto nulla,
e se qualcosa ha fatto, perché non continui più.
[14]Interroga il prossimo: forse non ha detto nulla,
e se qualcosa ha detto, perché non lo ripeta.
[15]Interroga l'amico, perché spesso si tratta di calunnia;
non credere a ogni parola.
[16]C'è chi sdrucciola, ma non di proposito;
e chi non ha peccato con la sua lingua?
[17]Interroga il tuo prossimo, prima di minacciarlo;
fà intervenire la legge dell'Altissimo.
Vera e falsa sapienza
[18]Tutta la sapienza è timore di Dio
e in ogni sapienza è la pratica della legge.
[19]Non c'è sapienza nella conoscenza del male;
non è mai prudenza il consiglio dei peccatori.
[20]V'è un'abilità che è abominevole,
c'è uno stolto cui manca solo la saggezza.
[21]Meglio uno di scarsa intelligenza ma timorato,
che uno molto intelligente ma trasgressore della legge.
[22]Esiste un'abilità scaltra, ma ingiusta;
c'è chi intriga per prevalere in giudizio.
[23]C'è il malvagio curvo nella sua tristezza,
ma il suo intimo è pieno di inganno;
[24]abbassa il volto e finge di essere sordo,
ma, quando non è osservato, avrà il sopravvento.
[25]E se per mancanza di forza gli è impedito di peccare,
all'occasione propizia farà del male.
[26]Dall'aspetto si conosce l'uomo;
dal volto si conosce l'uomo di senno.
[27]Il vestito di un uomo, la bocca sorridente
e la sua andatura rivelano quello che è.
Siracide - Capitolo 20
Silenzio e parola
[1]C'è un rimprovero che è fuori tempo,
c'è chi tace ed è prudente.
[2]Quanto è meglio rimproverare che covare l'ira!
[3]Chi si confessa colpevole evita l'umiliazione.
[4]Un eunuco che vuol deflorare una ragazza,
così chi vuol rendere giustizia con la violenza.
[5]C'è chi tace ed è ritenuto saggio,
e c'è chi è odiato per la sua loquacità.
[6]C'è chi tace, perché non sa che cosa rispondere,
e c'è chi tace, perché conosce il momento propizio.
[7]L'uomo saggio sta zitto fino al momento opportuno,
il millantatore e lo stolto lo trascurano.
[8]Chi abbonda nel parlare si renderà abominevole;
chi vuole assolutamente imporsi sarà odiato.
Paradossi
[9]Nelle disgrazie può trovarsi la fortuna per un uomo,
mentre un profitto può essere una perdita.
[10]C'è una generosità, che non ti arreca vantaggi
e c'è chi dall'umiliazione alza la testa.
[12]C'è chi compra molte cose con poco,
e chi le paga sette volte il loro valore.
[13]Il saggio si rende amabile con le sue parole,
le cortesie degli stolti sono sciupate.
[14]Il dono di uno stolto non ti gioverà,
perché i suoi occhi bramano ricevere più di quanto ha dato.
[15]Egli darà poco, ma rinfaccerà molto;
aprirà la sua bocca come un banditore.
Oggi darà un prestito e domani richiederà; uomo odioso è costui.
[16]Lo stolto dice: «Non ho un amico,
non c'è gratitudine per i miei benefici.
[17]Quelli che mangiano il mio pane sono lingue cattive».
Quanto spesso e quanti si burleranno di lui!
Parole maldestre
[18]Meglio scivolare sul pavimento che con la lingua;
per questo la caduta dei cattivi giunge rapida.
[19]Un uomo senza grazia è un discorso inopportuno:
è sempre sulla bocca dei maleducati.
[20]Non si accetta una massima dalla bocca dello stolto,
perché non è mai detta a proposito.
[21]C'è chi è impedito di peccare dalla miseria
e durante il riposo non avrà rimorsi.
[22]C'è chi si rovina per rispetto umano
e si rovina per la faccia di uno stolto.
[23]C'è chi per rispetto umano fa promesse a un amico;
in tal modo se lo rende gratuitamente nemico.
La menzogna
[24]Brutta macchia nell'uomo la menzogna,
si trova sempre sulla bocca degli ignoranti.
[25]Meglio un ladro che un mentitore abituale,
ma tutti e due condivideranno la rovina.
[26]L'abitudine del bugiardo è un disonore,
la vergogna lo accompagnerà sempre.
Sulla sapienza
[27]Il saggio si fa onore con i discorsi,
l'uomo prudente piace ai grandi.
[28]Chi lavora la terra accrescerà il raccolto;
chi piace ai grandi si fa perdonare l'ingiustizia.
[29]Regali e doni accecano gli occhi dei saggi,
come bavaglio sulla bocca, soffocano i rimproveri.
[30]Sapienza nascosta e tesoro invisibile:
a che servono l'una e l'altro?
[31]Fa meglio chi nasconde la stoltezza
che colui che nasconde la sapienza.
Siracide - Capitolo 21
Peccati diversi
[1]Figlio, hai peccato? Non farlo più
e prega per le colpe passate.
[2]Come alla vista del serpente fuggi il peccato:
se ti avvicini, ti morderà.
Denti di leone sono i suoi denti,
capaci di distruggere vite umane.
[3]Ogni trasgressione è come spada a doppio taglio:
non c'è rimedio per la sua ferita.
[4]Spavento e violenza fanno svanire la ricchezza;
così la casa del superbo sarà devastata.
[5]La preghiera del povero va dalla sua bocca agli orecchi di Dio,
il giudizio di lui verrà a suo favore.
[6]Chi odia il rimprovero segue le orme del peccatore,
ma chi teme il Signore si convertirà di cuore.
[7]Da lontano si riconosce il linguacciuto,
ma l'assennato conosce il suo scivolare.
[8]Chi costruisce la sua casa con ricchezze altrui
è come chi ammucchia pietre per l'inverno.
[9]Mucchio di stoppa è una riunione di iniqui;
la loro fine è una fiammata di fuoco.
[10]La via dei peccatori è appianata e senza pietre;
ma al suo termine c'è il baratro degli inferi.
Il saggio e lo stolto
[11]Chi osserva la legge domina il suo istinto,
il risultato del timore del Signore è la sapienza.
[12]Non diventerà educato chi manca di capacità,
ma c'è anche una capacità che aumenta l'amarezza.
[13]La scienza del saggio cresce come una piena;
il suo consiglio è come una sorgente di vita.
[14]L'interno dello stolto è come un vaso rotto,
non potrà contenere alcuna scienza.
[15]Se un assennato ascolta un discorso intelligente,
l'approverà e lo completerà;
se l'ascolta un dissoluto, se ne dispiace
e lo getta via dietro la schiena.
[16]Il parlare dello stolto è come un fardello nel cammino,
ma sulle labbra dell'intelligente si trova la grazia.
[17]La parola del prudente è ricercata nell'assemblea;
si rifletterà seriamente sui suoi discorsi.
[18]Come casa in rovina, così la sapienza per lo stolto;
scienza dell'insensato i discorsi incomprensibili.
[19]Ceppi ai piedi è la disciplina per l'insensato
e come manette nella sua destra.
[20]Lo stolto alza la voce mentre ride;
ma l'uomo saggio sorride appena in silenzio.
[21]Ornamento d'oro è la disciplina per l'assennato;
è come un monile al braccio destro.
[22]Il piede dello stolto si precipita verso una casa;
l'uomo sperimentato si mostrerà rispettoso.
[23]Lo stolto spia dalla porta l'interno della casa;
l'uomo educato se ne starà fuori.
[24]E' cattiva educazione d'un uomo origliare alla porta;
l'uomo prudente ne resterebbe confuso.
[25]Le labbra degli stolti ripetono sciocchezze,
le parole dei prudenti sono pesate sulla bilancia.
[26]Sulla bocca degli stolti è il loro cuore,
i saggi invece hanno la bocca nel cuore.
[27]Quando un empio maledice l'avversario, maledice se stesso.
[28]Il maldicente danneggia se stesso
e sarà detestato dal suo ambiente.
Siracide - Capitolo 22
Il pigro
[1]Il pigro è simile a una pietra imbrattata,
ognuno fischia in suo disprezzo.
[2]Il pigro è simile a una palla di sterco,
chi la raccoglie scuote la mano.
I figli degeneri
[3]Vergogna per un padre avere un figlio maleducato,
se si tratta di una figlia, è la sua rovina.
[4]Una figlia prudente sarà un tesoro per il marito,
quella disonorevole un dolore per chi l'ha generata.
[5]La sfacciata disonora il padre e il marito,
e dall'uno e dall'altro sarà disprezzata.
[6]Come musica durante il lutto i discorsi fuori tempo,
ma frusta e correzione in ogni tempo sono saggezza.
Saggezza e follia
[7]Incolla cocci chi ammaestra uno stolto,
sveglia un dormiglione dal sonno profondo.
[8]Ragiona con un insonnolito chi ragiona con lo stolto;
alla fine egli dirà: «Che cosa c'è?».
[9]Piangi per un morto, poiché ha perduto la luce;
piangi per uno stolto, poiché ha perduto il senno.
[10]Piangi meno tristemente per un morto, chè ora riposa,
ma la vita dello stolto è peggiore della morte.
[11]Il lutto per un morto, sette giorni;
per uno stolto ed empio tutti i giorni della sua vita.
[12]Con un insensato non prolungare il discorso,
non frequentare l'insipiente;
[13]guàrdati da lui, per non avere noie
e per non contaminarti al suo contatto.
Allontànati da lui e troverai pace,
non sarai seccato dalla sua insipienza.
[14]Che c'è di più pesante del piombo?
E qual è il suo nome, se non «lo stolto»?
[15]Sabbia, sale, palla di ferro
sono più facili a portare che un insensato.
[16]Una travatura di legno ben connessa in una casa
non si scompagina in un terremoto,
così un cuore deciso dopo matura riflessione
non verrà meno al momento del pericolo.
[17]Un cuore basato su sagge riflessioni
è come un intonaco su un muro rifinito.
[18]Una palizzata posta su un'altura
di fronte al vento non resiste,
così un cuore meschino, basato sulle sue fantasie,
di fronte a qualsiasi timore non resiste.
L'amicizia
[19]Chi punge un occhio lo farà lacrimare;
chi punge un cuore ne scopre il sentimento.
[20]Chi scaglia pietre contro uccelli li mette in fuga,
chi offende un amico rompe l'amicizia.
[21]Se hai sguainato la spada contro un amico,
non disperare, può esserci un ritorno.
[22]Se hai aperto la bocca contro un amico,
non temere, può esserci riconciliazione,
tranne il caso di insulto e di arroganza,
di segreti svelati e di un colpo a tradimento;
in questi casi ogni amico scomparirà.
[23]Conquìstati la fiducia del prossimo nella sua povertà
per godere con lui nella sua prosperità.
Nel tempo della tribolazione restagli vicino,
per aver parte alla sua eredità.
[24]Prima del fuoco vapore e fumo nel camino,
così prima dello spargimento del sangue le ingiurie.
[25]Non mi vergognerò di proteggere un amico,
non mi nasconderò davanti a lui.
[26]Se mi succederà il male a causa sua,
chiunque lo venga a sapere si guarderà da lui.
Vigilanza
[27]Chi porrà una guardia sulla mia bocca,
sulle mie labbra un sigillo prudente,
perché io non cada per colpa loro
e la mia lingua non sia la mia rovina?
Siracide - Capitolo 23
[1]Signore, padre e padrone della mia vita,
non abbandonarmi al loro volere,
non lasciarmi cadere a causa loro.
[2]Chi applicherà la frusta ai miei pensieri,
al mio cuore la disciplina della sapienza?
Perché non siano risparmiati i miei errori
e i miei peccati non restino impuniti,
[3]perché non si moltiplichino i miei errori
e non aumentino di numero i miei peccati,
io non cada davanti ai miei avversari
e il nemico non gioisca sul mio conto.
[4]Signore, padre e Dio della mia vita,
non mettermi in balìa di sguardi sfrontati
[5]e allontana da me la concupiscenza.
[6]Sensualità e libidine non s'impadroniscano di me;
a desideri vergognosi non mi abbandonare.
I giuramenti
[7]Figli, ascoltate l'educazione della bocca,
chi l'osserva non si perderà.
[8]Il peccatore è vittima delle proprie labbra,
il maldicente e il superbo vi trovano inciampo.
[9]Non abituare la bocca al giuramento,
non abituarti a nominare il nome del Santo.
[10]Come uno schiavo interrogato di continuo
non sarà senza lividure,
così chi giura e ha sempre in bocca Dio
non sarà esente da peccato.
[11]Un uomo dai molti giuramenti si riempie di iniquità;
il flagello non si allontanerà dalla sua casa.
Se cade in fallo, il suo peccato è su di lui;
se non ne tiene conto, pecca due volte.
Se giura il falso non sarà giustificato,
la sua casa si riempirà di sventure.
Le parole impure
[12]C'è un modo di parlare che si può paragonare alla morte;
non si trovi nella discendenza di Giacobbe.
Dagli uomini pii tutto ciò sia respinto,
così non si rotoleranno nei peccati.
[13]La tua bocca non si abitui a volgarità grossolane,
in esse infatti c'è motivo di peccato.
[14]Ricorda tuo padre e tua madre, quando siedi tra i grandi,
non dimenticarli mai davanti a costoro,
e per abitudine non dire sciocchezze;
potresti desiderare di non essere nato
e maledire il giorno della tua nascita.
[15]Un uomo abituato a discorsi ingiuriosi
non si correggerà in tutta la sua vita.
[16]Due specie di colpe moltiplicano i peccati, la terza provoca l'ira:
[17]una passione ardente come fuoco acceso
non si calmerà finché non sarà consumata;
un uomo impudico nel suo corpo
non smetterà finché non lo divori il fuoco;
per l'uomo impuro ogni pane è appetitoso,
non si stancherà finché non muoia.
[18]L'uomo infedele al proprio letto
dice fra sé: «Chi mi vede?
Tenebra intorno a me e le mura mi nascondono;
nessuno mi vede, che devo temere?
Dei miei peccati non si ricorderà l'Altissimo».
[19]Il suo timore riguarda solo gli occhi degli uomini;
non sa che gli occhi del Signore
sono miriadi di volte più luminosi del sole;
essi vedono tutte le azioni degli uomini
e penetrano fin nei luoghi più segreti.
[20]Tutte le cose, prima che fossero create, gli erano note;
allo stesso modo anche dopo la creazione.
[21]Quest'uomo sarà punito nelle piazze della città,
sarà preso dove meno se l'aspetta.
La donna adultera
[22]Così della donna che abbandona suo marito,
e gli presenta eredi avuti da un estraneo.
[23]Prima di tutto ha disobbedito alle leggi dell'Altissimo,
in secondo luogo ha commesso un torto verso il marito,
in terzo luogo si è macchiata di adulterio
e ha introdotto in casa figli di un estraneo.
[24]Costei sarà trascinata davanti all'assemblea
e si procederà a un'inchiesta sui suoi figli.
[25]I suoi figli non avranno radici,
i suoi rami non porteranno frutto.
[26]Lascerà il suo ricordo in maledizione,
la sua infamia non sarà cancellata.
[27]I superstiti sapranno
che nulla è meglio del timore del Signore,
nulla più dolce dell'osservare i suoi comandamenti.
Siracide - Capitolo 24
Discorso della sapienza
[1]La sapienza loda se stessa,
si vanta in mezzo al suo popolo.
[2]Nell'assemblea dell'Altissimo apre la bocca,
si glorifica davanti alla sua potenza:
[3]«Io sono uscita dalla bocca dell'Altissimo
e ho ricoperto come nube la terra.
[4]Ho posto la mia dimora lassù,
il mio trono era su una colonna di nubi.
[5]Il giro del cielo da sola ho percorso,
ho passeggiato nelle profondità degli abissi.
[6]Sulle onde del mare e su tutta la terra,
su ogni popolo e nazione ho preso dominio.
[7]Fra tutti questi cercai un luogo di riposo,
in quale possedimento stabilirmi.
[8]Allora il creatore dell'universo mi diede un ordine,
il mio creatore mi fece posare la tenda
e mi disse: Fissa la tenda in Giacobbe
e prendi in eredità Israele.
[9]Prima dei secoli, fin dal principio, egli mi creò;
per tutta l'eternità non verrò meno.
[10]Ho officiato nella tenda santa davanti a lui,
e così mi sono stabilita in Sion.
[11]Nella città amata mi ha fatto abitare;
in Gerusalemme è il mio potere.
[12]Ho posto le radici in mezzo a un popolo glorioso,
nella porzione del Signore, sua eredità.
[13]Sono cresciuta come un cedro sul Libano,
come un cipresso sui monti dell'Ermon.
[14]Sono cresciuta come una palma in Engaddi,
come le piante di rose in Gerico,
come un ulivo maestoso nella pianura;
sono cresciuta come un platano.
[15]Come cinnamòmo e balsamo ho diffuso profumo;
come mirra scelta ho sparso buon odore;
come gàlbano, ònice e storàce,
come nuvola di incenso nella tenda.
[16]Come un terebinto ho esteso i rami
e i miei rami son rami di maestà e di bellezza.
[17]Io come una vite ho prodotto germogli graziosi
e i miei fiori, frutti di gloria e ricchezza.
[18]Avvicinatevi a me, voi che mi desiderate,
e saziatevi dei miei prodotti.
[19]Poiché il ricordo di me è più dolce del miele,
il possedermi è più dolce del favo di miele.
[20]Quanti si nutrono di me avranno ancora fame
e quanti bevono di me, avranno ancora sete.
[21]Chi mi obbedisce non si vergognerà,
chi compie le mie opere non peccherà».
La sapienza e la legge
[22]Tutto questo è il libro dell'alleanza del Dio altissimo,
la legge che ci ha imposto Mosè,
l'eredità delle assemblee di Giacobbe.
[23]Essa trabocca di sapienza come il Pison
e come il Tigri nella stagione dei frutti nuovi;
[24]fa traboccare l'intelligenza come l'Eufrate
e come il Giordano nei giorni della mietitura;
[25]espande la dottrina come il Nilo,
come il Ghicon nei giorni della vendemmia.
[26]Il primo non ne esaurisce la conoscenza
né l'ultimo la può pienamente indagare.
[27]Il suo pensiero infatti è più vasto del mare
e il suo consiglio più del grande abisso.
[28]Io sono come un canale derivante da un fiume
e come un corso d'acqua sono uscita verso un giardino.
[29]Ho detto: «Innaffierò il mio giardino
e irrigherò la mia aiuola».
Ed ecco il mio canale è diventato un fiume,
il mio fiume è diventato un mare.
[30]Farò ancora splendere la mia dottrina come l'aurora;
la farò brillare molto lontano.
[31]Riverserò ancora l'insegnamento come una profezia,
lo lascerò per le generazioni future.
[32]Vedete, non ho lavorato solo per me,
ma per quanti cercano la dottrina.
Siracide - Capitolo 25
Proverbi
[1]Di tre cose mi compiaccio e mi faccio bella,
di fronte al Signore e agli uomini:
concordia di fratelli, amicizia tra vicini,
moglie e marito che vivono in piena armonia.
[2]Tre tipi di persone io detesto,
la loro vita è per me un grande orrore:
un povero superbo, un ricco bugiardo,
un vecchio adultero privo di senno.
I vecchi
[3]Nella giovinezza non hai raccolto;
come potresti procurarti qualcosa nella vecchiaia?
[4]Come s'addice il giudicare ai capelli bianchi,
e agli anziani intendersi di consigli!
[5]Come s'addice la sapienza ai vecchi,
il discernimento e il consiglio alle persone eminenti!
[6]Corona dei vecchi è un'esperienza molteplice,
loro vanto il timore del Signore.
Proverbio numerico
[7]Nove situazioni io ritengo felici nel mio cuore,
la decima la dirò con le parole:
un uomo allietato dai figli,
chi vede da vivo la caduta dei suoi nemici;
[8]felice chi vive con una moglie assennata,
colui che non pecca con la sua lingua,
chi non deve servire a uno indegno di lui;
[9]fortunato chi ha trovato la prudenza,
chi si rivolge a orecchi attenti;
[10]quanto è grande chi ha trovato la sapienza,
ma nessuno supera chi teme il Signore.
[11]Il timore del Signore è più di ogni cosa;
chi lo possiede a chi potrà esser paragonato?
Le donne
[12]Qualunque ferita, ma non la ferita del cuore;
qualunque malvagità, ma non la malvagità di una donna;
[13]qualunque sventura, ma non la sventura
causata dagli avversari;
qualunque vendetta, ma non la vendetta dei nemici.
[14]Non c'è veleno peggiore del veleno di un serpente,
non c'è ira peggiore dell'ira di un nemico.
[15]Preferirei abitare con un leone e con un drago
piuttosto che abitare con una donna malvagia.
[16]La malvagità di una donna ne àltera l'aspetto,
ne rende il volto tetro come quello di un orso.
[17]Suo marito siede in mezzo ai suoi vicini
e ascoltandoli geme amaramente.
[18]Ogni malizia è nulla, di fronte alla malizia di una donna,
possa piombarle addosso la sorte del peccatore!
[19]Come una salita sabbiosa per i piedi di un vecchio,
tale la donna linguacciuta per un uomo pacifico.
[20]Non soccombere al fascino di una donna,
per una donna non ardere di passione.
[21]Motivo di sdegno, di rimprovero e di grande disprezzo
è una donna che mantiene il proprio marito.
[22]Animo abbattuto e volto triste
e ferita al cuore è una donna malvagia;
[23]mani inerti e ginocchia infiacchite,
tale colei che non rende felice il proprio marito.
[24]Dalla donna ha avuto inizio il peccato,
per causa sua tutti moriamo.
[25]Non dare all'acqua un'uscita
né libertà di parlare a una donna malvagia.
[26]Se non cammina al cenno della tua mano,
toglila dalla tua presenza.
Siracide - Capitolo 26
[1]Beato il marito di una donna virtuosa;
il numero dei suoi giorni sarà doppio.
[2]Una brava moglie è la gioia del marito,
questi trascorrerà gli anni in pace.
[3]Una donna virtuosa è una buona sorte,
viene assegnata a chi teme il Signore.
[4]Ricco o povero il cuore di lui ne gioisce,
in ogni tempo il suo volto appare sereno.
[5]Tre cose teme il mio cuore,
per la quarta sono spaventato:
una calunnia diffusa in città, un tumulto di popolo
e una falsa accusa: tutto questo è peggiore della morte;
[6]ma crepacuore e lutto è una donna gelosa di un'altra
e il flagello della sua lingua si lega con tutti.
[7]Giogo di buoi sconnesso è una donna malvagia,
colui che la domina è come chi acchiappa uno scorpione.
[8]Gran motivo di sdegno una donna ubriaca,
non riuscirà a nascondere la vergogna.
[9]La scostumatezza di una donna è nell'eccitazione degli sguardi,
si riconosce dalle sue occhiate.
[10]Fà buona guardia a una figlia libertina,
perché non ne approfitti, se trova indulgenza.
[11]Guàrdati dal seguire un occhio impudente,
non meravigliarti se ti spinge verso il male.
[12]Come un viandante assetato apre la bocca
e beve qualsiasi acqua a lui vicina,
così essa siede davanti a ogni palo
e apre a qualsiasi freccia la faretra.
[13]La grazia di una donna allieta il marito,
la sua scienza gli rinvigorisce le ossa.
[14]E' un dono del Signore una donna silenziosa,
non c'è compenso per una donna educata.
[15]Grazia su grazia è una donna pudica,
non si può valutare il peso di un'anima modesta.
[16]Il sole risplende sulle montagne del Signore,
la bellezza di una donna virtuosa adorna la sua casa.
[17]Lampada che arde sul candelabro santo,
così la bellezza del volto su giusta statura.
[18]Colonne d'oro su base d'argento,
tali sono gambe graziose su solidi piedi.
Cose tristi
[19]Due cose mi serrano il cuore, la terza mi provoca all'ira:
un guerriero che languisca nella miseria,
uomini saggi trattati con disprezzo,
chi passa dalla giustizia al peccato;
il Signore lo tiene pronto per la spada.
Il commercio
[20]A stento un commerciante sarà esente da colpe,
un rivenditore non sarà immune dal peccato.
Siracide - Capitolo 27
[1]Per amor del denaro molti peccano,
chi cerca di arricchire procede senza scrupoli.
[2]Fra le giunture delle pietre si conficca un piuolo,
tra la compra e la vendita si insinua il peccato.
[3]Se uno non si aggrappa in fretta al timor del Signore,
la sua casa andrà presto in rovina.
La parola
[4]Quando si agita un vaglio, restano i rifiuti;
così quando un uomo riflette, gli appaiono i suoi difetti.
[5]La fornace prova gli oggetti del vasaio,
la prova dell'uomo si ha nella sua conversazione.
[6]Il frutto dimostra come è coltivato l'albero,
così la parola rivela il sentimento dell'uomo.
[7]Non lodare un uomo prima che abbia parlato,
poiché questa è la prova degli uomini.
La giustizia
[8]Se cerchi la giustizia, la raggiungerai
e te ne rivestirai come di un manto di gloria.
[9]Gli uccelli sostano presso i loro simili,
la lealtà ritorna a quelli che la praticano.
[10]Il leone sta in agguato della preda,
così il peccato di coloro che praticano l'ingiustizia.
[11]Nel discorso del pio c'è sempre saggezza,
lo stolto muta come la luna.
[12]Tra gli insensati bada al tempo, tra i saggi fèrmati a lungo.
[13]Il discorso degli stolti è un orrore,
il loro riso fra i bagordi del peccato.
[14]Il linguaggio di chi giura spesso fa rizzare i capelli,
e le loro questioni fan turare gli orecchi.
[15]Uno spargimento di sangue è la rissa dei superbi,
le loro invettive sono un ascolto penoso.
I segreti
[16]Chi svela i segreti perde la fiducia
e non trova più un amico per il suo cuore.
[17]Ama l'amico e sii a lui fedele,
ma se hai svelato i suoi segreti, non seguirlo più,
[18]perché come chi ha perduto un defunto,
così tu hai perduto l'amicizia del tuo prossimo.
[19]Come un uccello, che ti sei fatto scappare di mano,
così hai lasciato andare il tuo amico e non lo riprenderai.
[20]Non seguirlo, perché ormai è lontano;
è fuggito come una gazzella dal laccio.
[21]Poiché una ferita si può fasciarla
e un'ingiuria si può riparare,
ma chi ha svelato segreti non ha più speranza.
Ipocrisia
[22]Chi ammicca con l'occhio trama il male,
e nessuno potrà distoglierlo.
[23]Davanti a te il suo parlare è tutto dolce,
ammira i tuoi discorsi,
ma alle tue spalle cambierà il suo parlare
e porrà inciampo alle tue parole.
[24]Io odio molte cose, ma nessuna quanto lui,
anche il Signore lo ha in odio.
[25]Chi scaglia un sasso in alto, se lo scaglia sulla testa,
e un colpo a tradimento ferisce chi lo vibra.
[26]Chi scava una fossa vi cadrà dentro,
chi tende un laccio vi resterà preso.
[27]Il male si riverserà su chi lo fa,
egli non saprà neppure da dove gli venga.
[28]Derisione e insulto per il superbo,
la vendetta, come un leone, lo attende al varco.
[29]Saran presi al laccio quanti gioiscono per la caduta dei pii,
il dolore li consumerà prima della loro morte.
Il rancore
[30]Anche il rancore e l'ira sono un abominio,
il peccatore li possiede.
Siracide - Capitolo 28
[1]Chi si vendica avrà la vendetta dal Signore
ed egli terrà sempre presenti i suoi peccati.
[2]Perdona l'offesa al tuo prossimo
e allora per la tua preghiera ti saranno rimessi i peccati.
[3]Se qualcuno conserva la collera verso un altro uomo,
come oserà chiedere la guarigione al Signore?
[4]Egli non ha misericordia per l'uomo suo simile,
e osa pregare per i suoi peccati?
[5]Egli, che è soltanto carne, conserva rancore;
chi perdonerà i suoi peccati?
[6]Ricòrdati della tua fine e smetti di odiare,
ricòrdati della corruzione e della morte
e resta fedele ai comandamenti.
[7]Ricòrdati dei comandamenti
e non aver rancore verso il prossimo,
dell'alleanza con l'Altissimo
e non far conto dell'offesa subìta.
Le liti
[8]Astieniti dalle risse e sarai lontano dal peccato,
perché un uomo passionale attizza una rissa.
[9]Un uomo peccatore semina discordia tra gli amici
e tra persone pacifiche diffonde calunnie.
[10]Secondo la materia del fuoco, esso s'infiamma,
una rissa divampa secondo la sua violenza;
il furore di un uomo è proporzionato alla sua forza,
la sua ira cresce in base alla sua ricchezza.
[11]Una lite concitata accende il fuoco,
una rissa violenta fa versare sangue.
[12]Se soffi su una scintilla, si accende;
se vi sputi sopra, si spegne;
eppure ambedue le cose escono dalla tua bocca.
La lingua
[13]Maledici il delatore e l'uomo di doppia lingua,
perché fa perire molti che vivono in pace.
[14]Una lingua malèdica ha sconvolto molti,
li ha scacciati di nazione in nazione;
ha demolito forti città e ha rovinato casati potenti.
[15]Una lingua malèdica ha fatto ripudiare donne eccellenti,
privandole del frutto delle loro fatiche.
[16]Chi le presta attenzione non trova pace,
dalla sua dimora scompare la serenità.
[17]Un colpo di frusta produce lividure,
ma un colpo di lingua rompe le ossa.
[18]Molti sono caduti a fil di spada,
ma non quanti sono periti per colpa della lingua.
[19]Beato chi se ne guarda, chi non è esposto al suo furore,
chi non ha trascinato il suo giogo
e non è stato legato con le sue catene.
[20]Il suo giogo è un giogo di ferro;
le sue catene catene di bronzo.
[21]Spaventosa è la morte che procura,
in confronto è preferibile la tomba.
[22]Essa non ha potere sugli uomini pii,
questi non bruceranno alla sua fiamma.
[23]Quanti abbandonano il Signore in essa cadranno,
fra costoro divamperà senza spegnersi.
Si avventerà contro di loro come un leone
e come una pantera ne farà scempio.
[24]Ecco, recingi pure la tua proprietà con siepe spinosa,
lega in un sacchetto l'argento e l'oro,
[25]ma controlla anche le tue parole pesandole
e chiudi con porte e catenaccio la bocca.
[26]Stà attento a non sbagliare a causa della lingua,
perché tu non cada davanti a chi ti insidia.
Siracide - Capitolo 29
Il prestito
[1]Chi pratica la misericordia concede prestiti al prossimo,
chi lo soccorre di propria mano osserva i comandamenti.
[2]Dà in prestito al prossimo nel tempo del bisogno,
e a tua volta restituisci al prossimo nel momento fissato.
[3]Mantieni la parola e sii leale con lui,
così troverai in ogni momento quanto ti occorre.
[4]Molti considerano il prestito come cosa trovata
e causano fastidi a coloro che li hanno aiutati.
[5]Prima di ricevere, ognuno bacia le mani del creditore,
parla con tono umile per ottenere gli averi dell'amico;
ma alla scadenza cerca di guadagnare tempo,
restituisce piagnistei e incolpa le circostanze.
[6]Se riesce a pagare il creditore riceverà appena la metà,
e dovrà considerarla come una cosa trovata.
In caso contrario, il creditore sarà frodato dei suoi averi
e avrà senza motivo un nuovo nemico;
maledizioni e ingiurie gli restituirà,
renderà insulti invece dell'onore dovuto.
[7]Molti perciò, per tale cattiveria, rifiutan di prestare:
hanno paura di perdere i beni senza ragione.
L'elemosina
[8]Tuttavia sii longanime con il misero,
e non fargli attender troppo l'elemosina.
[9]Per il comandamento soccorri il povero,
secondo la sua necessità non rimandarlo a mani vuote.
[10]Perdi pure denaro per un fratello e amico,
non si arrugginisca inutilmente sotto una pietra.
[11]Sfrutta le ricchezze secondo i comandi dell'Altissimo;
ti saranno più utili dell'oro.
[12]Rinserra l'elemosina nei tuoi scrigni
ed essa ti libererà da ogni disgrazia.
[13]Meglio di uno scudo resistente e di una lancia pesante,
combatterà per te di fronte al nemico.
Le cauzioni
[14]L'uomo buono garantisce per il prossimo,
chi ha perduto il pudore lo abbandona.
[15]Non dimenticare il favore di chi si è fatto garante,
poiché egli si è impegnato per te.
[16]Il peccatore dilapida i beni del suo garante,
l'ingrato di proposito abbandonerà chi l'ha salvato.
[17]La cauzione ha rovinato molta gente onesta,
li ha sballottati come onda del mare.
[18]Ha mandato in esilio uomini potenti,
costretti a errare fra genti straniere.
[19]Un peccatore che offre premurosamente garanzia
e ricerca guadagni, sarà coinvolto in processi.
[20]Aiuta il tuo prossimo secondo la tua possibilità
e bada a te stesso per non cadere.
L'ospitalità
[21]Indispensabili alla vita sono l'acqua, il pane, il vestito
e una casa che serva da riparo.
[22]E' meglio vivere da povero sotto un tetto di tavole,
che godere di cibi sontuosi in case altrui.
[23]Del poco come del molto sii contento,
così non udirai il disprezzo come straniero.
[24]Triste vita andare di casa in casa,
non potrai aprir bocca, dove sarai come straniero.
[25]Avrai ospiti, mescerai vino senza un grazie,
inoltre ascolterai cose amare:
[26]«Su, forestiero, apparecchia la tavola,
se hai qualche cosa sotto mano, dammi da mangiare».
[27]«Vattene, forestiero, cedi il posto a persona onorata;
mio fratello sarà mio ospite, ho bisogno della casa».
[28]Tali cose sono dure per un uomo che abbia intelligenza:
i rimproveri per l'ospitalità e gli insulti di un creditore.
Siracide - Capitolo 30
L'educazione
[1]Chi ama il proprio figlio usa spesso la frusta,
per gioire di lui alla fine.
[2]Chi corregge il proprio figlio ne trarrà vantaggio
e se ne potrà vantare con i suoi conoscenti.
[3]Chi ammaestra il proprio figlio renderà geloso il nemico,
mentre davanti agli amici potrà gioire.
[4]Muore il padre? E' come se non morisse,
perché lascia un suo simile dopo di sé.
[5]Durante la vita egli gioiva nel contemplarlo,
in punto di morte non prova dolore.
[6]Di fronte ai nemici lascia un vendicatore,
per gli amici uno che sa ricompensarli.
[7]Chi accarezza un figlio ne fascerà poi le ferite,
a ogni grido il suo cuore sarà sconvolto.
[8]Un cavallo non domato diventa restio,
un figlio lasciato a se stesso diventa sventato.
[9]Coccola il figlio ed egli ti incuterà spavento,
scherza con lui, ti procurerà dispiaceri.
[10]Non ridere con lui per non doverti con lui rattristare,
che non debba digrignare i denti alla fine.
[11]Non concedergli libertà in gioventù,
non prendere alla leggera i suoi difetti.
[12]Piegagli il collo in gioventù
e battigli le costole finché è fanciullo,
perché poi intestardito non ti disobbedisca
e tu ne abbia un profondo dolore.
[13]Educa tuo figlio e prenditi cura di lui,
così non dovrai affrontare la sua insolenza.
La salute
[14]Meglio un povero di aspetto sano e forte
che un ricco malato nel suo corpo.
[15]Salute e vigore valgono più di tutto l'oro,
un corpo robusto più di un'immensa fortuna.
[16]Non c'è ricchezza migliore della salute del corpo
e non c'è contentezza al di sopra della gioia del cuore.
[17]Meglio la morte che una vita amara,
il riposo eterno che una malattia cronica.
[18]Leccornie versate su una bocca chiusa
tali le offerte cibarie poste su una tomba.
[19]A che serve all'idolo l'offerta di frutti?
Esso non mangia né sente il profumo;
così è il perseguitato dal Signore.
[20]Osserva con gli occhi e sospira,
come un eunuco che abbraccia una vergine e sospira.
La gioia
[21]Non abbandonarti alla tristezza,
non tormentarti con i tuoi pensieri.
[22]La gioia del cuore è vita per l'uomo,
l'allegria di un uomo è lunga vita.
[23]Distrai la tua anima, consola il tuo cuore,
tieni lontana la malinconia.
La malinconia ha rovinato molti,
da essa non si ricava nulla di buono.
[24]Gelosia e ira accorciano i giorni,
la preoccupazione anticipa la vecchiaia.
[25]Un cuore sereno è anche felice davanti ai cibi,
quello che mangia egli gusta.
Siracide - Capitolo 31
Le ricchezze
[1]L'insonnia per la ricchezza logora il corpo,
l'affanno per essa distoglie il sonno.
[2]L'affanno della veglia tien lontano l'assopirsi,
come una grave malattia bandisce il sonno.
[3]Un ricco fatica nell'accumulare ricchezze
e se smette, si ingolfa nei piaceri.
[4]Un povero fatica nelle privazioni della vita
e se smette, cade nell'indigenza.
[5]Chi ama l'oro non sarà esente da colpa,
chi insegue il denaro per esso peccherà.
[6]Molti sono andati in rovina a causa dell'oro,
il loro disastro era davanti a loro.
[7]E' una trappola per quanti ne sono entusiasti,
ogni insensato vi resta preso.
[8]Beato il ricco, che si trova senza macchia
e che non corre dietro all'oro.
[9]Chi è costui? noi lo proclameremo beato:
difatti egli ha compiuto meraviglie in mezzo al suo popolo.
[10]Chi ha subìto la prova, risultando perfetto?
Sarà un titolo di gloria per lui.
Chi, potendo trasgredire, non ha trasgredito,
e potendo compiere il male, non lo ha fatto?
[11]Si consolideranno i suoi beni
e l'assemblea celebrerà le sue beneficenze.
I banchetti
[12]Hai davanti una tavola sontuosa?
Non spalancare verso di essa la tua bocca
e non dire: «Che abbondanza qua sopra».
[13]Ricòrdati che l'occhio cattivo è un male.
Che cosa è stato creato peggiore dell'occhio?
Per questo esso lacrima in ogni circostanza.
[14]Dove guarda l'ospite, non stendere la mano;
non intingere nel piatto insieme con lui.
[15]Giudica le esigenze del prossimo dalle tue;
e su ogni cosa rifletti.
[16]Mangia da uomo ciò che ti è posto innanzi;
non masticare con voracità per non renderti odioso.
[17]Sii il primo a smettere per educazione,
non essere ingordo per non incorrere nel disprezzo.
[18]Se siedi tra molti invitati,
non essere il primo a stendere la mano.
[19]Quanto poco è sufficiente per un uomo educato,
una volta a letto non si sente soffocato.
[20]Sonno salubre con uno stomaco ben regolato,
al mattino si alza e il suo spirito è libero.
Travaglio di insonnia, coliche e vomiti
accompagnano l'uomo ingordo.
[21]Se sei stato forzato a eccedere nei cibi,
àlzati, và a vomitare e sarai sollevato.
[22]Ascoltami, figlio, e non disprezzarmi,
alla fine troverai vere le mie parole.
In tutte le azioni sii moderato
e nessuna malattia ti coglierà.
[23]Molte labbra loderanno chi è splendido nei banchetti,
e vera è la testimonianza della sua munificenza.
[24]La città mormora di chi è tirchio nei banchetti;
ed esatta è la testimonianza della sua avarizia.
Il vino
[25]Non fare il forte con il vino,
perché ha mandato molti in rovina.
[26]La fornace prova il metallo nella tempera,
così il vino i cuori in una sfida di arroganti.
[27]Il vino è come la vita per gli uomini,
purché tu lo beva con misura.
Che vita è quella di chi non ha vino?
Questo fu creato per la gioia degli uomini.
[28]Allegria del cuore e gioia dell'anima
è il vino bevuto a tempo e a misura.
[29]Amarezza dell'anima è il vino bevuto in quantità,
con eccitazione e per sfida.
[30]L'ubriachezza accresce l'ira dello stolto a sua rovina,
ne diminuisce le forze e gli procura ferite.
[31]Durante un banchetto non rimproverare il vicino,
non deriderlo nella sua letizia.
Non dirgli parola di rimprovero
e non tormentarlo col chiedergli ciò che ti deve.
Siracide - Capitolo 32
I banchetti
[1]Ti hanno fatto capotavola? Non esaltarti;
comportati con gli altri come uno di loro.
Pensa a loro e poi mettiti a tavola;
[2]quando avrai assolto il tuo compito, accòmodati
per ricrearti con loro
e ricevere la corona per la tua cortesia.
[3]Parla, o anziano, ciò ti s'addice,
ma con discrezione e non disturbare la musica.
[4]Quando ascolti non effonderti in chiacchiere,
non fare fuori luogo il sapiente.
[5]Sigillo di rubino in un anello d'oro
è un concerto musicale in un banchetto.
[6]Sigillo di smeraldo in una guarnizione d'oro
è la melodia dei canti unita alla dolcezza del vino.
[7]Parla, giovinetto, se è necessario,
ma appena un paio di volte, se interrogato.
[8]Compendia il tuo discorso, molte cose in poche parole;
compòrtati come uno che sa ma che tace.
[9]Fra i grandi non crederti loro uguale,
se un altro parla, non ciarlare troppo.
[10]Prima del tuono viene la folgore,
la grazia precede l'uomo modesto.
[11]All'ora stabilita àlzati e non restare per ultimo,
corri a casa e non indugiare.
[12]Là divèrtiti e fà quello che desideri,
ma non peccare con un discorso arrogante.
[13]Per tutto ciò benedici chi ti ha creato,
chi ti colma dei suoi benefici.
Il timore di Dio
[14]Chi teme il Signore accetterà la correzione,
coloro che lo ricercano troveranno il suo favore.
[15]Chi indaga la legge ne sarà appagato,
ma l'ipocrita vi troverà motivo di scandalo.
[16]Quanti temono il Signore troveranno la giustizia,
le loro virtù brilleranno come luci.
[17]Un uomo peccatore schiva il rimprovero,
trova scuse secondo i suoi capricci.
[18]Un uomo assennato non trascura l'avvertimento,
quello empio e superbo non prova alcun timore.
[19]Non far nulla senza riflessione,
alla fine dell'azione non te ne pentirai.
[20]Non camminare in una via piena d'ostacoli,
per non inciampare contro i sassi.
[21]Non fidarti di una via senza inciampi,
[22]e guàrdati anche dai tuoi figli.
[23]In ogni azione abbi fiducia in te stesso,
poiché anche questo è osservare i comandamenti.
[24]Chi crede alla legge è attento ai comandamenti,
chi confida nel Signore non resterà deluso.
Siracide - Capitolo 33
[1]Chi teme il Signore non incorre in alcun male,
se subisce tentazioni, ne sarà liberato di nuovo.
[2]Un uomo saggio non detesta la legge,
ma l'ipocrita a suo riguardo è come una nave nella tempesta.
[3]L'uomo assennato ha fiducia nella legge,
la legge per lui è degna di fede come un oracolo.
[4]Prepàrati il discorso, così sarai ascoltato;
concatena il tuo sapere e poi rispondi.
[5]Ruota di carro il sentimento dello stolto,
il suo ragionamento è come l'asse che gira.
[6]Come uno stallone è un amico beffardo,
nitrisce sotto chiunque lo cavalca.
Condizioni disuguali
[7]Perché un giorno è più importante d'un altro?
Eppure la luce di ogni giorno dell'anno viene dal sole.
[8]Essi sono distinti secondo il pensiero del Signore
che ha variato le stagioni e le feste.
[9]Alcuni giorni li ha nobilitati e santificati,
altri li ha lasciati nel numero dei giorni ordinari.
[10]Anche gli uomini provengono tutti dalla polvere
e dalla terra fu creato Adamo.
[11]Ma il Signore li ha distinti nella sua grande sapienza,
ha assegnato loro diversi destini.
[12]Alcuni li ha benedetti ed esaltati, altri li ha santificati e avvicinati
a sé,
altri li ha maledetti e umiliati
e li ha scacciati dalle loro posizioni.
[13]Come l'argilla nelle mani del vasaio
che la forma a suo piacimento,
così gli uomini nelle mani di colui che li ha creati,
per retribuirli secondo la sua giustizia.
[14]Di fronte al male c'è il bene, di fronte alla morte, la vita;
così di fronte al pio il peccatore.
[15]Considera perciò tutte le opere dell'Altissimo;
due a due, una di fronte all'altra.
[16]Io mi sono dedicato per ultimo allo studio,
come un racimolatore dietro i vendemmiatori.
[17]Con la benedizione del Signore ho raggiunto lo scopo,
come un vendemmiatore ho riempito il tino.
[18]Badate che non ho faticato solo per me,
ma per quanti ricercano l'istruzione.
[19]Ascoltatemi, capi del popolo,
e voi che dirigete le assemblee, fate attenzione.
Indipendenza
[20]Al figlio e alla moglie, al fratello e all'amico
non dare un potere su di te finché sei in vita.
Non dare ad altri le tue ricchezze,
perché poi non ti penta e debba richiederle.
[21]Finché vivi e c'è respiro in te,
non abbandonarti in potere di nessuno.
[22]E' meglio che i figli ti preghino
che non rivolgerti tu alle loro mani.
[23]In tutte le azioni sii sempre superiore,
non permettere che si offuschi la tua fama.
[24]Quando finiranno i giorni della tua vita,
al momento della morte, assegna la tua eredità.
Gli schiavi
[25]Foraggio, bastone e pesi per l'asino;
pane, castigo e lavoro per lo schiavo.
[26]Fà lavorare il tuo servo, e potrai trovare riposo,
lasciagli libere le mani e cercherà la libertà.
[27]Giogo e redini piegano il collo;
per lo schiavo cattivo torture e castighi.
[28]Fallo lavorare perché non stia in ozio,
poiché l'ozio insegna molte cattiverie.
[29]Obbligalo al lavoro come gli conviene,
e se non obbedisce, stringi i suoi ceppi.
[30]Non esagerare con nessuno;
non fare nulla senza giustizia.
[31]Se hai uno schiavo, sia come te stesso,
poiché l'hai acquistato con il sangue.
[32]Se hai uno schiavo, trattalo come fratello,
perché ne avrai bisogno come di te stesso,
[33]Se tu lo maltratti ed egli fuggirà,
per quale strada andrai a ricercarlo?
Siracide - Capitolo 34
I sogni
[1]Speranze vane e fallaci sono proprie dell'uomo insensato,
i sogni danno le ali agli stolti.
[2]Come uno che afferra le ombre e insegue il vento,
così chi si appoggia ai sogni.
[3]Questo dopo quello: tale la visione di sogni,
di fronte a un volto l'immagine di un volto.
[4]Dall'impuro che cosa potrà uscire di puro?
E dal falso che cosa potrà uscire di vero?
[5]Oracoli, auspici e sogni sono cose vane,
come vaneggia la mente di una donna in doglie.
[6]Se non sono inviati dall'Altissimo in una sua visita,
non permettere che se ne occupi la tua mente.
[7]I sogni hanno indotto molti in errore,
hanno deviato quanti avevano in essi sperato.
[8]Senza menzogna si deve adempiere la legge,
la sapienza in bocca verace è perfezione.
I viaggi
[9]Chi ha viaggiato conosce molte cose,
chi ha molta esperienza parlerà con intelligenza.
[10]Chi non ha avuto delle prove, poco conosce;
chi ha viaggiato ha accresciuto l'accortezza.
[11]Ho visto molte cose nei miei viaggi;
il mio sapere è più che le mie parole.
[12]Spesso ho corso pericoli mortali;
ma sono stato salvato grazie alla mia esperienza.
[13]Lo spirito di coloro che temono il Signore vivrà,
perché la loro speranza è posta in colui che li salva.
[14]Chi teme il Signore non ha paura di nulla,
e non teme perché egli è la sua speranza.
[15]Beata l'anima di chi teme il Signore;
a chi si appoggia? Chi è il suo sostegno?
[16]Gli occhi del Signore sono su coloro che lo amano,
protezione potente e sostegno di forza,
riparo dal vento infuocato e riparo dal sole meridiano,
difesa contro gli ostacoli, soccorso nella caduta;
[17]solleva l'anima e illumina gli occhi,
concede sanità, vita e benedizione.
Sacrifici
[18]Sacrificare il frutto dell'ingiustizia è un'offerta da burla;
i doni dei malvagi non sono graditi.
[19]L'Altissimo non gradisce le offerte degli empi,
e per la moltitudine delle vittime non perdona i peccati.
[20]Sacrifica un figlio davanti al proprio padre
chi offre un sacrificio con i beni dei poveri.
[21]Il pane dei bisognosi è la vita dei poveri,
toglierlo a loro è commettere un assassinio.
[22]Uccide il prossimo chi gli toglie il nutrimento,
versa sangue chi rifiuta il salario all'operaio.
[23]Uno edifica, l'altro abbatte: che vantaggio se ne ricava oltre la
fatica?
Uno prega, l'altro maledice:
quale delle due voci ascolterà il Signore?
[25]Lavarsi dopo aver toccato un morto, poi toccarlo di nuovo:
quale utilità c'è in simile abluzione?
[26]Così l'uomo che digiuna per i suoi peccati
e poi va e li commette di nuovo.
Chi ascolterà la sua supplica?
Quale utilità c'è nella sua umiliazione?
Siracide - Capitolo 35
Legge e sacrifici
[1]Chi osserva la legge moltiplica le offerte;
chi adempie i comandamenti offre un sacrificio di comunione.
[2]Chi serba riconoscenza offre fior di farina,
chi pratica l'elemosina fa sacrifici di lode.
[3]Cosa gradita al Signore è astenersi dalla malvagità,
sacrificio espiatorio è astenersi dall'ingiustizia.
[4]Non presentarti a mani vuote davanti al Signore,
tutto questo è richiesto dai comandamenti.
[5]L'offerta del giusto arricchisce l'altare,
il suo profumo sale davanti all'Altissimo.
[6]Il sacrificio dell'uomo giusto è gradito,
il suo memoriale non sarà dimenticato.
[7]Glorifica il Signore con animo generoso,
non essere avaro nelle primizie che offri.
[8]In ogni offerta mostra lieto il tuo volto,
consacra con gioia la decima.
[9]Dà all'Altissimo in base al dono da lui ricevuto,
dà di buon animo secondo la tua possibilità,
[10]perché il Signore è uno che ripaga,
e sette volte ti restituirà.
La giustizia divina
[11]Non cercare di corromperlo con doni, non accetterà,
non confidare su una vittima ingiusta,
[12]perché il Signore è giudice
e non v'è presso di lui preferenza di persone.
[13]Non è parziale con nessuno contro il povero,
anzi ascolta proprio la preghiera dell'oppresso.
[14]Non trascura la supplica dell'orfano
né la vedova, quando si sfoga nel lamento.
[15]Le lacrime della vedova non scendono forse sulle sue guance
e il suo grido non si alza contro chi gliele fa versare?
[16]Chi venera Dio sarà accolto con benevolenza,
la sua preghiera giungerà fino alle nubi.
[17]La preghiera dell'umile penetra le nubi,
finché non sia arrivata, non si contenta;
[18]non desiste finché l'Altissimo non sia intervenuto,
rendendo soddisfazione ai giusti e ristabilendo l'equità.
[19]Il Signore non tarderà
e non si mostrerà indulgente sul loro conto,
[20]finché non abbia spezzato le reni agli spietati
e si sia vendicato delle nazioni;
[21]finché non abbia estirpato la moltitudine dei violenti
e frantumato lo scettro degli ingiusti;
[22]finché non abbia reso a ognuno secondo le sue azioni
e vagliato le opere degli uomini secondo le loro intenzioni;
[23]finché non abbia fatto giustizia al suo popolo
e non lo abbia allietato con la sua misericordia.
[24]Bella è la misericordia al tempo dell'afflizione,
come le nubi apportatrici di pioggia in tempo di siccità.
Siracide - Capitolo 36
Preghiera per la liberazione e la rinascita di Israele
[1]Abbi pietà di noi, Signore Dio di tutto, e guarda,
infondi il tuo timore su tutte le nazioni.
[2]Alza la tua mano sulle nazioni straniere,
perché vedano la tua potenza.
[3]Come ai loro occhi ti sei mostrato santo in mezzo a noi,
così ai nostri occhi mòstrati grande fra di loro.
[4]Ti riconoscano, come noi abbiamo riconosciuto
che non c'è un Dio fuori di te, Signore.
[5]Rinnova i segni e compi altri prodigi,
glorifica la tua mano e il tuo braccio destro.
[6]Risveglia lo sdegno e riversa l'ira,
distruggi l'avversario e abbatti il nemico.
[7]Affretta il tempo e ricòrdati del giuramento;
si narrino le tue meraviglie.
[8]Sia consumato dall'ira del fuoco chi cerca scampo;
gli avversari del tuo popolo vadano in perdizione.
[9]Schiaccia le teste dei capi nemici
che dicono: «Non c'è nessuno fuori di noi».
[10]Raduna tutte le tribù di Giacobbe,
rendi loro il possesso come era al principio.
[11]Abbi pietà, Signore, del popolo chiamato con il tuo nome,
di Israele che hai trattato come un primogenito.
[12]Abbi pietà della tua città santa, di Gerusalemme tua stabile dimora.
[13Riempi Sion della tua maestà
il tuo popolo della tua gloria.
[14]Rendi testimonianza alle creature che sono tue fin dal principio,
adempi le profezie fatte nel tuo nome.
[15]Ricompensa coloro che sperano in te,
i tuoi profeti siano degni di fede.
[16]Ascolta, Signore, la preghiera dei tuoi servi,
secondo la benedizione di Aronne sul tuo popolo.
[17]Sappiano quanti abitano sulla terra
che tu sei il Signore, il Dio dei secoli.
Discernimento
[18]Il ventre consuma ogni cibo, eppure un cibo è preferibile a un altro.
[19]Il palato distingue al gusto la selvaggina,
così una mente assennata distingue i discorsi bugiardi.
[20]Un cuore perverso causerà dolore,
un uomo dalla molta esperienza saprà ripagarlo.
Scelta di una donna
[21]Una donna accetterà qualsiasi marito,
ma una giovane è migliore di un'altra.
[22]La bellezza di una donna allieta il volto;
e sorpassa ogni desiderio dell'uomo;
[23]se vi è poi sulla sua lingua bontà e dolcezza,
suo marito non è più uno dei comuni mortali.
[24]Chi si procura una sposa, possiede il primo dei beni,
un aiuto adatto a lui e una colonna d'appoggio.
[25]Dove non esiste siepe, la proprietà è saccheggiata,
ove non c'è moglie, l'uomo geme randagio.
[26]Chi si fida di un ladro armato che corre di città in città?
[27]Così dell'uomo che non ha un nido
e che si corica là dove lo coglie la notte.
Siracide - Capitolo 37
Falsi amici
[1]Ogni amico dice: «Anch'io ti sono amico»,
ma esiste l'amico che lo è solo di nome.
[2]Non è forse un dolore mortale
un compagno e un amico trasformatosi in nemico?
[3]O inclinazione malvagia, da dove sei balzata,
per ricoprire la terra con la tua malizia?
[4]Il compagno si rallegra con l'amico nella felicità,
ma al momento della disgrazia gli sarà ostile.
[5]Il compagno soffre con l'amico per ragioni di stomaco,
ma di fronte al conflitto prenderà lo scudo.
[6]Non ti dimenticare dell'amico dell'anima tua,
non scordarti di lui nella tua prosperità.
I consiglieri
[7]Ogni consigliere suggerisce consigli,
ma c'è chi consiglia a proprio vantaggio.
[8]Guàrdati da un consigliere,
infòrmati quali siano le sue necessità
- egli nel consigliare penserà al suo interesse -
perché non getti la sorte su di te
[9]e dica: «La tua via è buona»,
poi si terrà in disparte per vedere quanto ti accadrà.
[10]Non consigliarti con chi ti guarda di sbieco,
nascondi la tua intenzione a quanti ti invidiano.
[11]Non consigliarti con una donna sulla sua rivale,
con un pauroso sulla guerra,
con un mercante sul commercio,
con un compratore sulla vendita,
con un invidioso sulla riconoscenza,
con uno spietato sulla bontà di cuore,
con un pigro su un'iniziativa qualsiasi,
con un mercenario annuale sul raccolto,
con uno schiavo pigro su un gran lavoro;
non dipendere da costoro per nessun consiglio.
[12]Invece frequenta spesso un uomo pio,
che tu conosci come osservante dei comandamenti
e la cui anima è come la tua anima;
se tu inciampi, saprà compatirti.
[13]Segui il consiglio del tuo cuore,
perché nessuno ti sarà più fedele di lui.
[14]La coscienza di un uomo talvolta suole avvertire
meglio di sette sentinelle collocate in alto per spiare.
[15]Al di sopra di tutto questo prega l'Altissimo
perché guidi la tua condotta secondo verità.
Vera e falsa sapienza
[16]Principio di ogni opera è la ragione,
prima di ogni azione è bene riflettere.
[17]Radice dei pensieri è il cuore,
queste quattro parti ne derivano:
[18]bene e male, vita e morte,
ma su tutto domina sempre la lingua.
[19]C'è l'uomo esperto maestro di molti,
ma inutile per se stesso.
[20]C'è chi posa a saggio nei discorsi ed è odioso,
a costui mancherà ogni nutrimento;
[21]non gli è stato concesso il favore del Signore,
poiché è privo di ogni sapienza.
[22]C'è chi è saggio solo per se stesso,
i frutti della sua scienza sono sicuri.
[23]Un uomo saggio istruisce il suo popolo,
dei frutti della sua intelligenza ci si può fidare.
[24]Un uomo saggio è colmato di benedizioni,
quanti lo vedono lo proclamano beato.
[25]La vita dell'uomo ha i giorni contati;
ma i giorni di Israele sono senza numero.
[26]Il saggio otterrà fiducia tra il suo popolo,
il suo nome vivrà per sempre.
La temperanza
[27]Figlio, nella tua vita prova te stesso,
vedi quanto ti nuoce e non concedertelo.
[28]Difatti non tutto conviene a tutti
e non tutti approvano ogni cosa.
[29]Non essere ingordo per qualsiasi ghiottoneria,
non ti gettare sulle vivande,
[30]perchè l'abuso dei cibi causa malattie, l'ingordigia provoca coliche.
[31]Molti sono morti per ingordigia,
chi si controlla vivrà a lungo.
Siracide - Capitolo 38
Medicina e malattia
[1]Onora il medico come si deve secondo il bisogno,
anch'egli è stato creato dal Signore.
[2]Dall'Altissimo viene la guarigione,
anche dal re egli riceve doni.
[3]La scienza del medico lo fa procedere a testa alta,
egli è ammirato anche tra i grandi.
[4]Il Signore ha creato medicamenti dalla terra,
l'uomo assennato non li disprezza.
[5]L'acqua non fu forse resa dolce per mezzo di un legno,
per rendere evidente la potenza di lui?
[6]Dio ha dato agli uomini la scienza
perché potessero gloriarsi delle sue meraviglie.
[7]Con esse il medico cura ed elimina il dolore
e il farmacista prepara le miscele.
[8]Non verranno meno le sue opere!
Da lui proviene il benessere sulla terra.
[9]Figlio, non avvilirti nella malattia,
ma prega il Signore ed egli ti guarirà.
[10]Purìficati, lavati le mani;
monda il cuore da ogni peccato.
[11]Offri incenso e un memoriale di fior di farina
e sacrifici pingui secondo le tue possibilità.
[12]Fà poi passare il medico
- il Signore ha creato anche lui -
non stia lontano da te, poiché ne hai bisogno.
[13]Ci sono casi in cui il successo è nelle loro mani.
[14]Anch'essi pregano il Signore
perché li guidi felicemente ad alleviare la malattia
e a risanarla, perché il malato ritorni alla vita.
[15]Chi pecca contro il proprio creatore
cada nelle mani del medico.
Il lutto
[16]Figlio, versa lacrime sul morto,
e come uno che soffre crudelmente inizia il lamento;
poi seppelliscine il corpo secondo il suo rito
e non trascurare la sua tomba.
[17]Piangi amaramente e alza il tuo lamento,
il lutto sia proporzionato alla sua dignità,
un giorno o due, per prevenire le dicerie,
quindi consòlati del tuo dolore.
[18]Difatti il dolore precede la morte,
il dolore del cuore logora la forza.
[19]In una disgrazia resta a lungo il dolore,
una vita di miseria è dura al cuore.
[20]Non abbandonare il tuo cuore al dolore;
scaccialo pensando alla tua fine.
[21]Non dimenticare: non ci sarà infatti ritorno;
al morto non gioverai e farai del male a te stesso.
[22]Ricòrdati della mia sorte che sarà anche la tua:
«Ieri a me e oggi a te».
[23]Nel riposo del morto lascia riposare anche il suo
ricordo;
consòlati di lui, ora che il suo spirito è partito.
Lavori manuali
[24]La sapienza dello scriba si deve alle sue ore di
quiete;
chi ha poca attività diventerà saggio.
[25]Come potrà divenir saggio chi maneggia l'aratro
e si vanta di brandire un pungolo?
Spinge innanzi i buoi e si occupa del loro lavoro
e parla solo di vitelli?
[26]Pone la sua mente a tracciare solchi,
non dorme per dare il foraggio alle giovenche.
[27]Così ogni artigiano e ogni artista
che passa la notte come il giorno:
quelli che incidono incisioni per sigilli
e con pazienza cercano di variare l'intaglio;
pongono mente a ritrarre bene il disegno
e stanno svegli per terminare il lavoro.
[28]Così il fabbro siede davanti all'incudine
ed è intento ai lavori del ferro:
la vampa del fuoco gli strugge le carni,
e col calore del fornello deve lottare;
il rumore del martello gli assorda gli orecchi,
i suoi occhi sono fissi al modello dell'oggetto,
è tutto preoccupato per finire il suo lavoro,
sta sveglio per rifinirlo alla perfezione.
[29]Così il vasaio seduto al suo lavoro
gira con i piedi la ruota,
è sempre in ansia per il suo lavoro;
tutti i suoi gesti sono calcolati.
[30]Con il braccio imprime una forma all'argilla,
mentre con i piedi ne piega la resistenza;
è preoccupato per una verniciatura perfetta,
sta sveglio per pulire il fornello.
[31]Tutti costoro hanno fiducia nelle proprie mani;
ognuno è esperto nel proprio mestiere.
[32]Senza di loro sarebbe impossibile costruire una città;
gli uomini non potrebbero né abitarvi né circolare.
[33]Ma essi non sono ricercati nel consiglio del popolo,
nell'assemblea non hanno un posto speciale,
non siedono sul seggio del giudice,
non conoscono le disposizioni del giudizio.
[34]Non fanno brillare né l'istruzione né il diritto,
non compaiono tra gli autori di proverbi;
ma sostengono le cose materiali,
e la loro preghiera riguarda i lavori del mestiere.
Siracide - Capitolo 39
Lo scriba
[1]Differente è il caso di chi si applica
e medita la legge dell'Altissimo.
Egli indaga la sapienza di tutti gli antichi,
si dedica allo studio delle profezie.
[2]Conserva i detti degli uomini famosi,
penetra le sottigliezze delle parabole,
[3]indaga il senso recondito dei proverbi
e s'occupa degli enigmi delle parabole.
[4]Svolge il suo compito fra i grandi,
è presente alle riunioni dei capi,
viaggia fra genti straniere,
investigando il bene e il male in mezzo agli uomini.
[5]Di buon mattino rivolge il cuore
al Signore, che lo ha creato, prega davanti all'Altissimo,
apre la bocca alla preghiera, implora per i suoi peccati.
[6]Se questa è la volontà del Signore grande,
egli sarà ricolmato di spirito di intelligenza,
come pioggia effonderà parole di sapienza,
nella preghiera renderà lode al Signore.
[7]Egli dirigerà il suo consiglio e la sua scienza,
mediterà sui misteri di Dio.
[8]Farà brillare la dottrina del suo insegnamento,
si vanterà della legge dell'alleanza del Signore.
[9]Molti loderanno la sua intelligenza,
egli non sarà mai dimenticato,
non scomparirà il suo ricordo,
il suo nome vivrà di generazione in generazione.
[10]I popoli parleranno della sua sapienza,
l'assemblea proclamerà le sue lodi.
[11]Finché vive, lascerà un nome più noto di mille,
quando muore, avrà gia fatto abbastanza per sé.
Invito a lodare Dio
[12]Esporrò ancora le mie riflessioni,
ne sono pieno come la luna a metà mese.
[13]Ascoltatemi, figli santi, e crescete
come una pianta di rose su un torrente.
[14]Come incenso spandete un buon profumo,
fate fiorire fiori come il giglio,
spargete profumo e intonate un canto di lode;
benedite il Signore per tutte le opere sue.
[15]Magnificate il suo nome;
proclamate le sue lodi
con i vostri canti e le vostre cetre;
così direte nella vostra lode:
[16]«Quanto sono magnifiche tutte le opere del Signore!
Ogni sua disposizione avrà luogo a suo tempo!».
Non c'è da dire: «Che è questo? Perché quello?».
Tutte le cose saranno indagate a suo tempo.
[17]Alla sua parola l'acqua si ferma come un cumulo,
a un suo detto si aprono i serbatoi delle acque.
[18]A un suo comando si realizza quanto egli vuole;
nessuno può ostacolare il suo aiuto.
[19]Ogni azione umana è davanti a lui,
non è possibile nascondersi ai suoi occhi.
[20]Il suo sguardo passa da un'eternità all'altra,
nulla è straordinario davanti a lui.
[21]Non c'è da dire: «Che è questo? Perché quello?»
poiché tutte le cose sono state create per un fine.
[22]La sua benedizione si diffonde come un fiume
e irriga come un'inondazione la terra.
[23]Così le genti sperimenteranno la sua ira,
come trasformò le acque in deserto salato.
[24]Le sue vie sono diritte per i santi,
ma per gli empi piene di inciampi.
[25]I beni per i buoni furon creati sin da principio,
ma anche i mali per i peccatori.
[26]Le cose di prima necessità per la vita dell'uomo sono:
acqua, fuoco, ferro, sale,
farina di frumento, latte, miele,
succo di uva, olio e vestito.
[27]Tutte queste cose per i pii sono beni,
ma per i peccatori diventano mali.
[28]Ci sono venti creati per castigo,
e nella loro furia rafforzano i loro flagelli;
quando verrà la fine, scateneranno violenza,
e placheranno lo sdegno del loro creatore.
[29]Fuoco, grandine, fame e morte
son tutte cose create per il castigo.
[30]Denti delle fiere, scorpioni e vipere,
e spade vendicatrici sono per la rovina degli empi.
[31]Esulteranno al comando divino;
sono pronte sulla terra per tutti i bisogni.
A tempo opportuno non trasgrediranno la parola.
[32]Per questo ero convinto fin dal principio,
vi ho riflettuto e l'ho messo per iscritto:
[33]«Tutte le opere del Signore sono buone;
egli provvederà tutto a suo tempo».
[34]Non c'è da dire: «Questo è peggiore di quello»,
a suo tempo ogni cosa sarà riconosciuta buona.
[35]Ora cantate inni con tutto il cuore e con la bocca
e benedite il nome del Signore.
Siracide - Capitolo 40
Miseria dell'uomo
[1]Una sorte penosa è disposta per ogni uomo,
un giogo pesante grava sui figli di Adamo,
dal giorno della loro nascita dal grembo materno
al giorno del loro ritorno alla madre comune.
[2]Materia alle loro riflessioni e ansietà per il loro cuore
offrono il pensiero di ciò che li attende e il giorno della fine.
[3]Da chi siede su un trono glorioso
fino al misero che giace sulla terra e sulla cenere;
[4]da chi indossa porpora e corona
fino a chi è ricoperto di panno grossolano,
non c'è che sdegno, invidia, spavento, agitazione,
paura della morte, contese e liti.
[5]Durante il riposo nel letto il sogno notturno turba le sue cognizioni.
[6]Per un poco, un istante, riposa;
quindi nel sonno, come in un giorno di guardia,
è sconvolto dai fantasmi del suo cuore,
come chi è scampato da una battaglia.
[7]Mentre sta per mettersi in salvo si sveglia,
meravigliandosi dell'irreale timore.
[8]E' sorte di ogni essere vivente, dall'uomo alla bestia,
ma per i peccatori sette volte tanto:
[9]morte, sangue, contese, spada,
disgrazie, fame, calamità, flagelli.
[10]Questi mali sono stati creati per i malvagi,
per loro causa si ebbe anche il diluvio.
[11]Quanto è dalla terra alla terra ritorna;
quanto è dalle acque rifluisce nel mare.
Massime diverse
[12]Ogni regalo per corrompere e l'ingiustizia spariranno,
mentre la lealtà resterà sempre.
[13]Le ricchezze degli ingiusti si seccheranno come un torrente,
come un grande tuono rimbomba via durante la pioggia.
[14]Come l'ingiusto aprendo le mani si rallegrerà,
così i trasgressori cadranno in rovina.
[15]La stirpe degli empi non aumenterà i suoi rami,
le radici impure saranno sopra una pietra dura.
[16]Il giunco su ogni corso d'acqua e sugli argini di un fiume
sarà tagliato prima di ogni altra erba.
[17]La bontà è come un giardino di benedizioni,
la misericordia dura sempre.
[18]La vita di chi basta a se stesso e del lavoratore sarà dolce,
ma più ancora lo sarà per chi trova un tesoro.
[19]I figli e la fondazione di una città assicurano un
nome,
ma più ancora sarà stimata una donna senza macchia.
[20]Vino e musica rallegrano il cuore,
ma più ancora lo rallegra l'amore della sapienza.
[21]Il flauto e l'arpa rendono piacevole il canto,
ma più ancora di essi una voce soave.
[22]L'occhio desidera grazia e bellezza,
ma più ancora di esse il verde dei campi.
[23]Il compagno e l'amico si incontrano a tempo opportuno,
ma più ancora di essi moglie e marito.
[24]I fratelli e un aiuto servono nell'afflizione,
ma più ancora salverà la carità.
[25]Oro e argento rendono sicuro il piede,
ma ancora di più si apprezza un consiglio.
[26]Ricchezze e potenza sollevano il cuore,
ma più ancora di esse il timore del Signore.
Con il timore del Signore non manca nulla;
con esso non c'è bisogno di cercare aiuto.
[27]Il timore del Signore è come un giardino di benedizioni;
la sua protezione vale più di qualsiasi altra gloria.
Mendicità
[28]Figlio, non vivere da mendicante.
E' meglio morire che mendicare.
[29]Un uomo che guarda alla tavola altrui
ha una vita che non si può chiamar tale.
Si contaminerà con cibi stranieri;
l'uomo sapiente ed educato se ne guarderà.
[30]Nella bocca sarà dolce il mendicare per un impudente,
ma nel suo ventre brucerà come fuoco.
Siracide - Capitolo 41
La morte
[1]O morte, come è amaro il tuo pensiero
per l'uomo che vive sereno nella sua agiatezza,
per l'uomo senza assilli e fortunato in tutto,
ancora in grado di gustare il cibo!
[2]O morte, è gradita la tua sentenza
all'uomo indigente e privo di forze,
vecchio decrepito e preoccupato di tutto,
al ribelle che ha perduto la pazienza!
[3]Non temere la sentenza della morte,
ricòrdati dei tuoi predecessori e successori.
[4]Questo è il decreto del Signore per ogni uomo;
perché ribellarsi al volere dell'Altissimo?
Siano dieci, cento, mille anni;
negli inferi non ci sono recriminazioni sulla vita.
Destino degli empi
[5]Figli abominevoli sono i figli dei peccatori,
una stirpe empia è nella dimora dei malvagi.
[6]L'eredità dei figli dei peccatori andrà in rovina,
con la loro discendenza continuerà il disonore.
[7]Contro un padre empio imprecano i figli,
perché sono disprezzati a causa sua.
[8]Guai a voi, uomini empi,
che avete abbandonato la legge di Dio altissimo!
[9]Quando nascete, nascete per la maledizione;
quando morite, erediterete la maledizione.
[10]Quanto è dalla terra ritornerà alla terra,
così gli empi dalla maledizione alla distruzione.
[11]Il lutto degli uomini riguarda i loro cadaveri,
il nome non buono dei peccatori sarà cancellato.
[12]Abbi cura del nome, perché esso ti resterà
più di mille grandi tesori d'oro.
[13]I giorni di una vita felice sono contati,
ma un buon nome dura sempre.
La vergogna
[14]Figli, custodite l'istruzione in pace;
ma sapienza nascosta e tesoro invisibile,
l'una e l'altro a che servono?
[15]Meglio chi nasconde la sua stoltezza
di chi nasconde la sua sapienza.
[16]Pertanto provate vergogna in vista della mia parola,
perché non è bene arrossire per qualsiasi vergogna;
non tutti stimano secondo verità tutte le cose.
[17]Vergognatevi della prostituzione davanti al padre e alla madre
della menzogna davanti a un capo e a un potente,
[18]del delitto davanti a un giudice e a un magistrato,
dell'empietà davanti all'assemblea del popolo,
[19]della slealtà davanti al compagno e all'amico,
del furto nell'ambiente in cui ti trovi,
[20]di venir meno al giuramento e all'alleanza,
di piegare i gomiti sul pane,
[21]del disprezzo di ciò che prendi o che ti è dato,
di non rispondere a quanti salutano,
[22]dello sguardo su una donna scostumata,
del rifiuto fatto a un parente,
[23]dell'appropriazione di eredità o donazione,
del desiderio per una donna sposata,
[24]della relazione con la sua schiava,
- non accostarti al suo letto -
[25]delle parole ingiuriose davanti agli amici
- dopo aver donato, non offendere -
[26]della ripetizione di quanto hai udito
e della rivelazione di notizie segrete.
[27]Allora sarai veramente pudico
e troverai grazia presso chiunque.
Siracide - Capitolo 42
[1]Non ti vergognare delle cose seguenti
e non peccare per rispetto umano:
[2]della legge dell'Altissimo né dell'alleanza,
della sentenza per assolvere l'empio,
[3]dei conti con il socio e con i compagni di viaggio,
del dono di un'eredità agli amici,
[4]dell'esattezza della bilancia e dei pesi,
dell'acquisto di molte o poche cose,
[5]della contrattazione sul prezzo con i commercianti,
della frequente correzione dei figli
e del far sanguinare i fianchi di uno schiavo pigro.
[6]Con una moglie malvagia è opportuno il sigillo,
dove ci sono troppe mani usa la chiave.
[7]Qualunque cosa depositi, contala e pesala;
il dare e l'avere sia tutto per iscritto.
[8]Non vergognarti di correggere l'insensato e lo stolto
e il vecchio decrepito che disputa con i giovani;
sarai così veramente assennato
e approvato da ogni vivente.
Affanni di un padre per sua figlia
[9]Una figlia è per il padre un'inquietudine segreta,
la preoccupazione per lei allontana il sonno:
nella sua giovinezza, perché non sfiorisca,
una volta accasata, perché non sia ripudiata.
[10]Finché è ragazza, si teme che sia sedotta
e che resti incinta nella casa paterna;
quando è con un marito, che cada in colpa,
quando è accasata, che sia sterile.
[11]Su una figlia indocile rafforza la vigilanza,
perché non ti renda scherno dei nemici,
oggetto di chiacchiere in città e favola della gente,
sì da farti vergognare davanti a tutti.
Le donne
[12]Non mostri la sua bellezza a qualsiasi uomo,
non segga a ciarlare insieme con le altre donne,
[13]perché dagli abiti esce fuori la tignola
e dalla donna malizia di donna.
[14]Meglio la cattiveria di un uomo che la bontà di una donna,
una donna che porta vergogna fino allo scherno.
II. LA GLORIA DI DIO
1. NELLA NATURA
[15]Ricorderò ora le opere del Signore
e descriverò quanto ho visto.
Con le parole del Signore sono state create le sue opere.
[16]Il sole con il suo splendore illumina tutto,
della gloria del Signore è piena la sua opera.
[17]Neppure i santi del Signore sono in grado
di narrare tutte le sue meraviglie,
ciò che il Signore onnipotente ha stabilito
perché l'universo stesse saldo a sua gloria.
[18]Egli scruta l'abisso e il cuore
e penetra tutti i loro segreti.
L'Altissimo conosce tutta la scienza
e osserva i segni dei tempi,
[19]annunziando le cose passate e future
e svelando le tracce di quelle nascoste.
[20]Nessun pensiero gli sfugge,
neppure una parola gli è nascosta.
[21]Ha ordinato le meraviglie della sua sapienza,
poiché egli è da sempre e per sempre.
Nulla può essergli aggiunto e nulla tolto,
non ha bisogno di alcun consigliere.
[22]Quanto sono amabili tutte le sue opere!
E appena una scintilla se ne può osservare.
[23]Tutte queste cose vivono e resteranno per sempre
in tutte le circostanze e tutte gli obbediscono.
[24]Tutte sono a coppia, una di fronte all'altra,
egli non ha fatto nulla di incompleto.
[25]L'una conferma i meriti dell'altra,
chi si sazierà nel contemplare la sua gloria?
Siracide - Capitolo 43
Il sole
[1]Orgoglio dei cieli è il limpido firmamento,
spettacolo celeste in una visione di gloria!
[2]Il sole mentre appare nel suo sorgere proclama:
«Che meraviglia è l'opera dell'Altissimo!».
[3]A mezzogiorno dissecca la terra,
e di fronte al suo calore chi può resistere?
[4]Si soffia nella fornace per ottenere calore,
il sole brucia i monti tre volte tanto;
emettendo vampe di fuoco,
facendo brillare i suoi raggi, abbaglia gli occhi.
[5]Grande è il Signore che l'ha creato
e con la parola ne affretta il rapido corso.
La luna
[6]Anche la luna sempre puntuale nelle sue fasi
regola i mesi e determina il tempo.
[7]Dalla luna dipende l'indicazione delle feste,
luminare che decresce fino alla sua scomparsa.
[8]Da essa il mese prende nome,
mirabilmente crescendo secondo le fasi.
E' un'insegna per le milizie nell'alto
splendendo nel firmamento del cielo.
Le stelle
[9]Bellezza del cielo la gloria degli astri,
ornamento splendente nelle altezze del Signore.
[10]Si comportano secondo gli ordini del Santo,
non si stancano al loro posto di sentinelle.
L'arcobaleno
[11]Osserva l'arcobaleno e benedici colui che l'ha fatto,
è bellissimo nel suo splendore.
[12]Avvolge il cielo con un cerchio di gloria,
l'hanno teso le mani dell'Altissimo.
Le meraviglie della natura
[13]Con un comando invia la neve,
fa guizzare i fulmini del suo giudizio.
[14]Così si aprono i depositi
e le nubi volano via come uccelli.
[15]Con potenza condensa le nubi,
che si polverizzano in chicchi di grandine.
[16a]Al suo apparire sussultano i monti;
[17a]il rumore del suo tuono fa tremare la terra.
[16b]Secondo il suo volere soffia lo scirocco,
[17b]così anche l'uragano del nord e il turbine di vento.
[18]Fa scendere la neve come uccelli che si posano,
come cavallette che si posano è la sua discesa;
l'occhio ammira la bellezza del suo candore
e il cuore stupisce nel vederla fioccare.
[19]Riversa sulla terra la brina come il sale,
che gelandosi forma come tante punte di spine.
[20]Soffia la gelida tramontana,
sull'acqua si condensa il ghiaccio;
esso si posa sull'intera massa d'acqua,
che si riveste come di corazza.
[21]Inaridisce i monti e brucia il deserto;
divora l'erba come un fuoco.
[22]Il rimedio di tutto, un annuvolamento improvviso,
l'arrivo della rugiada ristora dal caldo.
[23]Dio con la sua parola ha domato l'abisso
e vi ha piantato isole.
[24]I naviganti parlano dei pericoli del mare,
a sentirli con i nostri orecchi restiamo stupiti;
[25]là ci sono anche cose singolari e stupende,
esseri viventi di ogni specie e mostri marini.
[26]Per lui il messaggero cammina facilmente,
tutto procede secondo la sua parola.
[27]Potremmo dir molte cose e mai finiremmo;
ma per concludere: «Egli è tutto!».
[28]Come potremmo avere la forza per lodarlo?
Egli, il Grande, al di sopra di tutte le sue opere.
[29]Il Signore è terribile e molto grande,
e meravigliosa è la sua potenza.
[30]Nel glorificare il Signore esaltatelo
quanto potete, perché ancora più alto sarà.
Nell'innalzarlo moltiplicate la vostra forza,
non stancatevi, perché mai finirete.
[31]Chi lo ha contemplato e lo descriverà?
Chi può magnificarlo come egli è?
[32]Ci sono molte cose nascoste più grandi di queste;
noi contempliamo solo poche delle sue opere.
[33]Il Signore infatti ha creato ogni cosa,
ha dato la sapienza ai pii.
Siracide - Capitolo 44
2. NELLA STORIA
L'elogio degli antenati
[1]Facciamo dunque l'elogio degli uomini illustri,
dei nostri antenati per generazione.
[2]Il Signore ha profuso in essi la gloria,
la sua grandezza è apparsa sin dall'inizio dei secoli.
[3]Signori nei loro regni, uomini rinomati per la loro potenza;
consiglieri per la loro intelligenza
e annunziatori nelle profezie.
[4]Capi del popolo con le loro decisioni
e con l'intelligenza della sapienza popolare;
saggi discorsi erano nel loro insegnamento.
[5]Inventori di melodie musicali
e compositori di canti poetici.
[6]Uomini ricchi dotati di forza,
vissuti in pace nelle loro dimore.
[7]Tutti costoro furono onorati dai contemporanei,
furono un vanto ai loro tempi.
[8]Di loro alcuni lasciarono un nome,
che ancora è ricordato con lode.
[9]Di altri non sussiste memoria;
svanirono come se non fossero esistiti;
furono come se non fossero mai stati,
loro e i loro figli dopo di essi.
[10]Invece questi furono uomini virtuosi,
i cui meriti non furono dimenticati.
[11]Nella loro discendenza dimora
una preziosa eredità, i loro nipoti.
[12]La loro discendenza resta fedele alle promesse
e i loro figli in grazia dei padri.
[13]Per sempre ne rimarrà la discendenza
e la loro gloria non sarà offuscata.
[14]I loro corpi furono sepolti in pace,
ma il loro nome vive per sempre.
[15]I popoli parlano della loro sapienza,
l'assemblea ne proclama le lodi.
Enoch
[16]Enoch piacque al Signore e fu rapito,
esempio istruttivo per tutte le generazioni.
Noè
[17]Noè fu trovato perfetto e giusto,
al tempo dell'ira fu riconciliazione;
per suo mezzo un resto sopravvisse sulla terra,
quando avvenne il diluvio.
[18]Alleanze eterne furono stabilite con lui,
perché non fosse distrutto ogni vivente con il diluvio.
Abramo
[19]Abramo fu grande antenato di molti popoli,
nessuno ci fu simile a lui nella gloria.
[20]Egli custodì la legge dell'Altissimo,
con lui entrò in alleanza.
Stabilì questa alleanza nella propria carne
e nella prova fu trovato fedele.
[21]Per questo Dio gli promise con giuramento
di benedire i popoli nella sua discendenza,
di moltiplicarlo come la polvere della terra,
di innalzare la sua discendenza come gli astri
e di dar loro un'eredità da uno all'altro mare,
dal fiume fino all'estremità della terra.
Isacco e Giacobbe
[22]Anche a Isacco fu fatta la stessa promessa
a causa di Abramo suo padre.
[23]Dio fece posare sulla testa di Giacobbe
la benedizione di tutti gli uomini e l'alleanza;
lo confermò nelle sue benedizioni,
a lui diede il paese in eredità e lo divise in varie parti,
assegnandole alle dodici tribù.
Siracide - Capitolo 45
Mosè
[1]Da lui fece sorgere un uomo di pietà,
che riscosse una stima universale
e fu amato da Dio e dagli uomini:
Mosè, il cui ricordo è benedizione.
[2]Lo rese glorioso come i santi
e lo rese grande a timore dei nemici.
[3]Per la sua parola fece cessare i prodigi
e lo glorificò davanti ai re;
gli diede autorità sul suo popolo
e gli mostrò una parte della sua gloria.
[4]Lo santificò nella fedeltà e nella mansuetudine;
lo scelse fra tutti i viventi.
[5]Gli fece udire la sua voce;
lo introdusse nella nube oscura
e gli diede a faccia a faccia i comandamenti,
legge di vita e di intelligenza,
perché spiegasse a Giacobbe la sua alleanza,
i suoi decreti a Israele.
Aronne
[6]Egli innalzò Aronne, santo come lui,
suo fratello, della tribù di Levi.
[7]Stabilì con lui un'alleanza perenne
e gli diede il sacerdozio tra il popolo.
Lo onorò con splendidi ornamenti
e gli fece indossare una veste di gloria.
[8]Lo rivestì con tutta la magnificenza,
lo adornò con paramenti maestosi:
calzoni, tunica e manto.
[9]All'orlo della sua veste pose melagrane,
e numerosi campanelli d'oro all'intorno,
che suonassero al muovere dei suoi passi,
diffondendo il tintinnio nel tempio,
come richiamo per i figli del suo popolo.
[10]L'ornò con una veste sacra, d'oro,
violetto e porpora, capolavoro di ricamo;
con il pettorale del giudizio, con i segni della verità,
e con tessuto di lino scarlatto, capolavoro di artista;
[11]con pietre preziose, incise come sigilli,
su castoni d'oro, capolavoro di intagliatore,
quale memoriale con le parole incise
secondo il numero delle tribù di Israele.
[12]Sopra il turbante gli pose una corona d'oro
con incisa l'iscrizione sacra,
insegna d'onore, lavoro stupendo,
ornamento delizioso per gli occhi.
[13]Prima di lui non si erano viste cose simili,
mai un estraneo le ha indossate;
esse sono riservate solo ai suoi figli
e ai suoi discendenti per sempre.
[14]I suoi sacrifici vengono tutti bruciati,
due volte al giorno, senza interruzione.
[15]Mosè lo consacrò e l'unse con l'olio santo.
Costituì un'alleanza perenne per lui
e per i suoi discendenti, finché dura il cielo:
quella di presiedere al culto ed esercitare il sacerdozio
e benedire il popolo nel nome del Signore.
[16]Il Signore lo scelse tra tutti i viventi
perché gli offrisse sacrifici,
incenso e profumo come memoriale
e perché compisse l'espiazione per il suo popolo.
[17]Gli affidò i suoi comandamenti,
il potere sulle prescrizioni del diritto,
perché insegnasse a Giacobbe i decreti
e illuminasse Israele nella sua legge.
[18]Contro di lui insorsero uomini estranei
e furono gelosi di lui nel deserto;
erano gli uomini di Datan e di Abiron
e quelli della banda di Core, furiosi e violenti.
[19]Il Signore vide e se ne indignò;
essi finirono annientati nella furia della sua ira.
Egli compì prodigi a loro danno
per distruggerli con il fuoco della sua fiamma.
[20]E aumentò la gloria di Aronne,
gli assegnò un patrimonio, gli riservò le primizie dei frutti,
dandogli innanzi tutto pane in abbondanza.
[21]Si nutrono infatti delle vittime offerte al Signore
che egli ha assegnato ad Aronne e ai suoi discendenti.
[22]Tuttavia non ha un patrimonio nel paese del popolo,
non c'è porzione per lui in mezzo al popolo,
perché il Signore è la sua parte e la sua eredità.
Pincas
[23]Pincas, figlio di Eleazaro, fu il terzo nella gloria
per il suo zelo nel timore del Signore
per la sua fermezza quando il popolo si ribellò,
egli infatti intervenne con generoso coraggio
e placò Dio in favore di Israele.
[24]Per questo fu stabilita con lui un'alleanza di pace,
perché presiedesse al santuario e al popolo;
così a lui e alla sua discendenza fu riservata
la dignità del sacerdozio per sempre.
[25]Ci fu anche un'alleanza con Davide,
figlio di Iesse, della tribù di Giuda;
la successione reale dal padre a uno solo dei figli,
la successione di Aronne, a tutta la sua discendenza.
[26]Vi infonda Dio sapienza nel cuore
per governare il popolo con giustizia,
perché non scompaiano le virtù dei padri
e la loro gloria nelle varie generazioni.
Siracide - Capitolo 46
Giosuè
[1]Valoroso in guerra Giosuè figlio di Nun,
successore di Mosè nell'ufficio profetico;
egli, secondo il significato del suo nome,
fu grande per la salvezza degli eletti di Dio,
compiendo la vendetta contro i nemici insorti,
per assegnare il possesso a Israele.
[2]Come era glorioso quando alzava le braccia
e brandiva la spada contro le città!
[3]Chi prima di lui era stato così saldo?
Egli guidava le guerre del Signore.
[4]Al suo comando non si arrestò forse il sole
e un giorno divenne lungo come due?
[5]Egli invocò l'Altissimo sovrano,
mentre i nemici lo premevano da ogni parte;
lo esaudì il Signore onnipotente
scagliando chicchi di grandine di grande potenza.
[6]Egli piombò sul popolo nemico
e nella discesa distrusse gli avversari,
perché le genti conoscessero la sua forza
e che il loro avversario era il Signore.
Caleb
[7]Rimase infatti fedele all'Onnipotente
e al tempo di Mosè compì un'azione virtuosa
con Caleb, figlio di Iefunne,
opponendosi all'assemblea,
impedendo che il popolo peccasse
e dominando le maligne mormorazioni.
[8]Questi due soli si salvarono
fra i seicentomila fanti,
per introdurre Israele nella sua eredità,
nella terra in cui scorrono latte e miele.
[9]Il Signore concesse a Caleb una forza
che l'assistette sino alla vecchiaia,
perché raggiungesse le alture del paese,
che la sua discendenza potè conservare in eredità,
[10]sì che tutti gli Israeliti sapessero
che è bene seguire il Signore.
I Giudici
[11]Quanto ai Giudici, ciascuno con il suo nome,
coloro il cui cuore non commise infedeltà
né si allontanarono dal Signore,
sia il loro ricordo in benedizione!
[12]Le loro ossa rifioriscano dalle tombe
e il loro nome si perpetui sui figli,
poiché essi sono gia glorificati.
Samuele
[13]Samuele, amato dal suo Signore,
di cui fu profeta, istituì la monarchia
e consacrò i principi del suo popolo.
[14]Secondo la legge del Signore governò la comunità
e il Signore volse lo sguardo benevolo su Giacobbe.
[15]Per la sua fedeltà si dimostrò profeta,
con le parole fu riconosciuto veggente verace.
[16]Egli invocò il Signore onnipotente,
quando i nemici lo premevano all'intorno,
con l'offerta di un agnello da latte.
[17]Il Signore tuonò dal cielo;
con grande fragore fece udire la voce,
[18]sterminò i capi dei nemici
e tutti i principi dei Filistei.
[19]Prima dell'ora del suo eterno sonno,
così attestò davanti al Signore e al suo Messia:
«Denari e neanche dei sandali,
da alcun vivente ho accettato» e nessuno potè contraddirlo.
[20]Perfino dopo la sua morte profetizzò,
predicendo al re la sua fine;
anche dal sepolcro levò ancora la voce
per allontanare in una profezia l'iniquità dal popolo.
Siracide - Capitolo 47
Natan
[1]Dopo di questi sorse Natan,
per profetizzare al tempo di Davide.
Davide
[2]Come il grasso si preleva nel sacrificio pacifico,
così Davide dagli Israeliti.
[3]Egli scherzò con leoni quasi fossero capretti,
con gli orsi quasi fossero agnelli.
[4]Nella giovinezza non ha forse ucciso il gigante
e cancellata l'ignominia dal popolo,
scagliando con la fionda la pietra,
che abbattè la tracotanza di Golia?
[5]Poiché aveva invocato il Signore altissimo,
egli concesse alla sua destra la forza
di eliminare un potente guerriero
e riaffermare la potenza del suo popolo.
[6]Così l'esaltarono per i suoi diecimila,
lo lodarono nei canti del Signore
e gli offrirono un diadema di gloria.
[7]Egli infatti sterminò i nemici all'intorno
e annientò i Filistei, suoi avversari;
distrusse la loro potenza fino ad oggi.
[8]In ogni sua opera glorificò
il Santo altissimo con parole di lode;
cantò inni a lui con tutto il cuore
e amò colui che l'aveva creato.
[9]Introdusse musicanti davanti all'altare;
raddolcendo i canti con i loro suoni;
[10]conferì splendore alle feste,
abbellì le solennità fino alla perfezione,
facendo lodare il nome santo di Dio
ed echeggiare fin dal mattino il santuario.
[11]Il Signore gli perdonò i suoi peccati,
innalzò la sua potenza per sempre,
gli concesse un'alleanza regale
e un trono di gloria in Israele.
Salomone
[12]Dopo di lui sorse un figlio saggio,
che, in grazia sua, ebbe un vasto regno.
[13]Salomone regnò in tempo di pace,
Dio dispose che tutto fosse tranquillo all'intorno
perché costruisse una casa al suo nome
e preparasse un santuario perenne.
[14]Come fosti saggio nella giovinezza,
versando copiosa intelligenza come acqua d'un fiume!
[15]La tua scienza ricoprì la terra,
riempiendola di sentenze difficili.
[16]Il tuo nome giunse fino alle isole lontane;
fosti amato nella tua pace.
[17]Per i tuoi canti, i tuoi proverbi, le tue massime
e per le tue risposte ti ammirarono i popoli.
[18]Nel nome del Signore Dio,
che è chiamato Dio di Israele,
accumulasti l'oro quasi fosse stagno,
come il piombo rendesti abbondante l'argento.
[19]Ma accostasti i tuoi fianchi alle donne,
e ne fosti dominato nel corpo.
[20]Così deturpasti la tua gloria e profanasti la tua discendenza,
sì da attirare l'ira divina sui tuoi figli
e sofferenze con la tua follia.
[21]Il regno fu diviso in due
e in Efraim si instaurò un potere ribelle.
[22]Ma il Signore non rinnegherà la sua misericordia
e non permetterà che venga meno alcuna delle sue parole.
Non farà perire la posterità del suo eletto
né distruggerà la stirpe di colui che lo amò.
Concesse un resto a Giacobbe
e a Davide un germoglio nato dalla sua stirpe.
Roboamo
[23]Salomone andò a riposare con i suoi padri,
lasciando dopo di sé un discendente,
stoltezza del popolo e privo di senno,
Roboàmo, che si alienò il popolo con i suoi consigli.
Geroboamo
[24]Geroboàmo figlio di Nabàt fece peccare Israele
e aprì a Efraim la via del peccato;
le loro colpe si moltiplicarono assai,
sì da farli esiliare dal proprio paese.
[25]Essi commisero ogni genere di malvagità
finché non giunse su di loro la vendetta.
Siracide - Capitolo 48
Elia
[1]Allora sorse Elia profeta, simile al fuoco;
la sua parola bruciava come fiaccola.
[2]Egli fece venire su di loro la carestia
e con zelo li ridusse a pochi.
[3]Per comando del Signore chiuse il cielo,
fece scendere così tre volte il fuoco.
[4]Come ti rendesti famoso, Elia, con i prodigi!
E chi può vantarsi di esserti uguale?
[5]Risvegliasti un defunto dalla morte
e dagli inferi, per comando dell'Altissimo;
[6]tu che spingesti re alla rovina,
uomini gloriosi dal loro letto.
[7]Sentisti sul Sinai rimproveri,
sull'Oreb sentenze di vendetta.
[8]Ungesti re come vindici
e profeti come tuoi successori.
[9]Fosti assunto in un turbine di fuoco
su un carro di cavalli di fuoco,
[10]designato a rimproverare i tempi futuri
per placare l'ira prima che divampi,
per ricondurre il cuore dei padri verso i figli
e ristabilire le tribù di Giacobbe.
[11]Beati coloro che ti videro
e che si sono addormentati nell'amore!
Perché anche noi vivremo certamente.
Eliseo
[12]Appena Elia fu avvolto dal turbine,
Eliseo fu pieno del suo spirito;
durante la sua vita non tremò davanti ai potenti
e nessuno riuscì a dominarlo.
[13]Nulla fu troppo grande per lui; nel sepolcro il suo corpo profetizzò.
[14]Nella sua vita compì prodigi
e dopo la morte meravigliose furono le sue opere.
Infedeltà e castigo
[15]Con tutto ciò il popolo non si convertì
e non rinnegò i suoi peccati,
finché non fu deportato dal proprio paese
e disperso su tutta la terra.
[16]Rimase soltanto un popolo poco numeroso
con un principe della casa di Davide.
Alcuni di costoro fecero ciò che è gradito a Dio,
ma altri moltiplicarono i peccati.
Ezechia
[17]Ezechia fortificò la sua città
e condusse l'acqua nel suo interno;
scavò con il ferro un canale nella roccia
e costruì cisterne per l'acqua.
[18]Nei suoi giorni Sennàcherib fece una spedizione
e mandò il gran coppiere;
egli alzò la mano contro Sion
e si vantò spavaldamente con superbia.
[19]Allora si agitarono loro il cuore e le mani,
soffrirono come le partorienti.
[20]Invocarono il Signore misericordioso,
stendendo le mani verso di lui.
Il Santo li ascoltò subito dal cielo
e li liberò per mezzo di Isaia.
[21]Egli colpì l'accampamento degli Assiri,
e il suo angelo li sterminò,
Isaia
[22]perché Ezechia aveva fatto quanto è gradito al Signore,
e seguito con fermezza le vie di Davide suo antenato,
come gli additava il profeta Isaia,
grande e verace nella visione.
[23]Nei suoi giorni retrocedette il sole,
egli prolungò la vita del re.
[24]Con grande ispirazione vide gli ultimi tempi,
e consolò gli afflitti di Sion.
[25]Egli manifestò il futuro sino alla fine dei tempi,
le cose nascoste prima che avvenissero.
Siracide - Capitolo 49
Giosia
[1]Il ricordo di Giosia è una mistura di incenso,
preparata dall'arte del profumiere.
In ognibocca è dolce come il miele,
come musica in un banchetto.
[2]Egli si dedicò alla riforma del popolo
e sradicò i segni abominevoli dell'empietà.
[3]Diresse il suo cuore verso il Signore,
in un'epoca di iniqui riaffermò la pietà.
Ultimi re e ultimi profeti
[4]Se si eccettuano Davide, Ezechia e Giosia,
tutti commisero peccati;
poiché avevano abbandonato la legge dell'Altissimo,
i re di Giuda scomparvero.
[5]Lasciarono infatti la loro potenza ad altri,
la loro gloria a una nazione straniera.
[6]I nemici incendiarono l'eletta città del santuario,
resero deserte le sue strade,
[7]secondo la parola di Geremia, che essi maltrattarono
benché fosse stato consacrato profeta nel seno materno,
per estirpare, distruggere e mandare in rovina,
ma anche per costruire e piantare.
[8]Ezechiele contemplò una visione di gloria,
che Dio gli mostrò sul carro dei cherubini.
[9]Si ricordò dei nemici nel vaticinio dell'uragano,
beneficò quanti camminavano nella retta via.
[10]Le ossa dei dodici profeti rifioriscano dalle loro tombe,
poiché essi consolarono Giacobbe,
lo riscattarono con una speranza fiduciosa.
Zorobabele e Giosuè
[11]Come elogiare Zorobabele?
Egli è come un sigillo nella mano destra.
[12]Così anche Giosuè figlio di Iozedèk;
essi nei loro giorni riedificarono il tempio
ed elevarono al Signore un tempio santo,
destinato a una gloria eterna.
Neemia
[13]Anche la memoria di Neemia durerà a lungo;
egli rialzò le nostre mura demolite
e vi pose porte e sbarre; fece risorgere le nostre case.
Ricapitolazione
[14]Nessuno fu creato sulla terra eguale a Enoch;
difatti egli fu rapito dalla terra.
[15]Non nacque un altro uomo come Giuseppe,
capo dei fratelli, sostegno del popolo;
perfino le sue ossa furono onorate.
[16]Sem e Set furono glorificati fra gli uomini,
ma superiore a ogni creatura vivente è Adamo.
Siracide - Capitolo 50
Il sacerdote Simone
[1]Simone, figlio di Onia, sommo sacerdote,
nella sua vita riparò il tempio,
e nei suoi giorni fortificò il santuario.
[2]Da lui furon poste le fondamenta del doppio rialzo,
l'alto contrafforte della cinta del tempio.
[3]Ai suoi tempi fu scavato il deposito per le acque,
un serbatoio ampio come il mare.
[4]Premuroso di impedire la caduta del suo popolo,
fortificò la città contro un assedio.
[5]Come era stupendo quando si aggirava fra il popolo,
quando usciva dal santuario dietro il velo.
[6]Come un astro mattutino fra le nubi,
come la luna nei giorni in cui è piena,
[7]come il sole sfolgorante sul tempio dell'Altissimo,
come l'arcobaleno splendente fra nubi di gloria,
[8]come il fiore delle rose nella stagione di primavera,
come un giglio lungo un corso d'acqua,
come un germoglio d'albero d'incenso nella stagione estiva
[9]come fuoco e incenso su un braciere,
come un vaso d'oro massiccio,
ornato con ogni specie di pietre preziose,
[10]come un ulivo verdeggiante pieno di frutti,
e come un cipresso svettante tra le nuvole.
[11]Quando indossava i paramenti solenni,
quando si rivestiva con gli ornamenti più belli,
salendo i gradini del santo altare dei sacrifici,
riempiva di gloria l'intero santuario.
[12]Quando riceveva le parti delle vittime
dalle mani dei sacerdoti,
mentre stava presso il braciere dell'altare,
circondato dalla corona dei fratelli
come fronde di cedri nel Libano,
e lo circondavano come fusti di palme,
[13]mentre tutti i figli di Aronne nella loro gloria,
con le offerte del Signore nelle mani,
stavano davanti a tutta l'assemblea di Israele,
[14]egli compiva il rito liturgico sugli altari,
preparando l'offerta all'Altissimo onnipotente.
[15]Egli stendeva la mano sulla coppa
e versava succo di uva,
lo spargeva alle basi dell'altare
come profumo soave all'Altissimo, re di tutte le cose.
[16]Allora i figli di Aronne alzavano la voce,
suonavano le trombe di metallo lavorato
e facevano udire un suono potente
come richiamo davanti all'Altissimo.
[17]E subito tutto il popolo insieme
si prostrava con la faccia a terra,
per adorare il Signore, Dio onnipotente e altissimo.
[18]I cantori intonavano canti di lodi,
il loro canto era addolcito da una musica melodiosa.
[19]Il popolo supplicava il Signore altissimo
in preghiera davanti al Misericordioso,
finché fosse compiuto il servizio del Signore
e terminasse la funzione liturgica.
[20]Allora, scendendo, egli alzava le mani
su tutta l'assemblea dei figli di Israele
per dare con le sue labbra la benedizione del Signore,
gloriandosi del nome di lui.
[21]Tutti si prostravano di nuovo
per ricevere la benedizione dell'Altissimo.
Esortazione
[22]Ora benedite il Dio dell'universo,
che compie in ogni luogo grandi cose,
che ha esaltato i nostri giorni fino dalla nascita,
che ha agito con noi secondo la sua misericordia.
[23]Ci conceda la gioia del cuore e ci sia pace nei nostri giorni
in Israele, per tutti i giorni futuri.
[24]La sua misericordia resti fedelmente con noi
e ci riscatti nei nostri giorni.
Proverbio numerico
[25]Contro due popoli sono irritato,
il terzo non è neppure un popolo:
[26]quanti abitano sul monte Seir e i Filistei
e lo stolto popolo che abita in Sichem.
Conclusione
[27]Una dottrina di sapienza e di scienza
ha condensato in questo libro
Gesù figlio di Sirach, figlio di Eleàzaro, di Gerusalemme,
che ha riversato come pioggia la sapienza dal cuore.
[28]Beato chi mediterà queste cose;
le fissi bene nel cuore e diventerà saggio;
[29]se le metterà in pratica, sarà forte in tutto,
perché la luce del Signore è la sua strada.
Siracide - Capitolo 51
Inno di ringraziamento
[1]Ti glorificherò, Signore mio re,
ti loderò, Dio mio salvatore;
glorificherò il tuo nome,
[2]perché fosti mio protettore e mio aiuto
e hai liberato il mio corpo dalla perdizione,
dal laccio di una lingua calunniatrice,
dalle labbra che proferiscono menzogne;
di fronte a quanti mi circondavano
sei stato il mio aiuto e mi hai liberato,
[3]secondo la tua grande misericordia e per il tuo nome,
dai morsi di chi stava per divorarmi,
dalla mano di quanti insidiavano alla mia vita,
dalle molte tribolazioni di cui soffrivo,
[4]dal soffocamento di una fiamma avvolgente,
e dal fuoco che non avevo acceso,
[5]dal profondo seno degli inferi,
dalla lingua impura e dalla parola falsa.
[6]Una calunnia di lingua ingiusta era giunta al re.
La mia anima era vicina alla morte,
la mia vita era alle porte degli inferi.
[7]Mi assalivano dovunque e nessuno mi aiutava;
mi rivolsi per soccorso agli uomini, ma invano.
[8]Allora mi ricordai delle tue misericordie, Signore,
e delle tue opere che sono da sempre,
perché tu liberi quanti sperano in te,
li salvi dalla mano dei nemici.
[9]Ed innalzi dalla terra la mia supplica;
pregai per la liberazione dalla morte.
[10]Esclamai: «Signore, mio padre tu sei
e campione della mia salvezza,
non mi abbandonare nei giorni dell'angoscia,
nel tempo dello sconforto e della desolazione.
Io loderò sempre il tuo nome;
canterò inni a te con riconoscenza».
[11]La mia supplica fu esaudita;
tu mi salvasti infatti dalla rovina
e mi strappasti da una cattiva situazione.
[12]Per questo ti ringrazierò e ti loderò,
benedirò il nome del Signore.
Poema sulla ricerca della sapienza
[13]Quando ero ancora giovane, prima di viaggiare,
ricercai assiduamente la sapienza nella preghiera.
[14]Davanti al santuario pregando la domandavo,
e sino alla fine la ricercherò.
[15]Del suo fiorire, come uva vicina a maturare,
il mio cuore si rallegrò.
Il mio piede si incamminò per la via retta;
dalla giovinezza ho seguito le sue orme.
[16]Chinai un poco l'orecchio per riceverla;
vi trovai un insegnamento abbondante.
[17]Con essa feci progresso;
renderò gloria a chi mi ha concesso la sapienza.
[18]Sì, ho deciso di metterla in pratica;
sono stato zelante nel bene, non resterò confuso.
[19]La mia anima si è allenata in essa;
fui diligente nel praticare la legge.
Ho steso le mani verso l'alto;
ho deplorato che la si ignori.
[20]A lei rivolsi il mio desiderio,
e la trovai nella purezza.
In essa acquistai senno fin da principio;
per questo non la abbandonerò.
[21]Le mie viscere si commossero nel ricercarla;
per questo ottenni il suo prezioso acquisto.
[22]Il Signore mi ha dato in ricompensa una lingua,
con cui lo loderò.
[23]Avvicinatevi, voi che siete senza istruzione,
prendete dimora nella mia scuola.
[24]Fino a quando volete rimanerne privi,
mentre la vostra anima ne è tanto assetata?
[25]Ho aperto la bocca e ho parlato:
«Acquistatela senza denaro.
[26]Sottoponete il collo al suo giogo,
accogliete l'istruzione.
Essa è vicina e si può trovare.
[27]Vedete con gli occhi che poco mi faticai,
e vi trovai per me una grande pace.
[28]Acquistate anche l'istruzione con molto denaro;
con essa otterrete molto oro.
[29]Si diletti l'anima vostra della misericordia del Signore;
non vogliate vergognarvi di lodarlo.
[30]Compite la vostra opera prima del tempo
ed egli a suo tempo vi ricompenserà».

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