Esistono tantissime associazioni di farmaci notevolmente pericolose, il consiglio è quello di evitare assolutamente l'assunzione di qualsiasi medicinale senza previa consultazione del medico, al quale devono sempre essere comunicati tutti gli eventuali farmaci in uso ed anche le cure alternative casomai in atto, e quello di, in ogni caso, leggere con estrema attenzione il foglietto illustrativo che accompagna tutti i medicinali. Esempi delle più diffuse e probabili combinazioni pericolose: - antinfiammatori + anticoagulanti (gli antinfiammatori non steroidi non vanno mai combinati con gli anticoagulanti orali, prescritti per rendere il sangue più fluido, in quanto in virtù dell'effetto di anticoagulazione che anch'essi detengono, si otterrebbe un'azione, in tal senso, troppo potenziata, con gravi rischi di emorragie); - antinfiammatori + medicinali contro l'ipertensione (questa associazione è controindicata, perché gli antinfiammatori possono vanificare l'azione degli ipotensivi, con pericoli di impennate di pressione nonostante le cure farmacologiche); - medicinali contro l'ipertensione + alcol (occorre evitare l'assunzione di alcol quando si fa uso di farmaci ipotensivi, per evitare i rischi connessi a probabili eccessivi abbassamenti della pressione); - medicinali contro l'ipertensione + resine (le resine, utilizzate per combattere il colesterolo, impediscono l'assorbimento dei grassi a livello intestinale, ma possono limitare fortemente anche il passaggio nel sangue degli ipotensivi, limitandone in modo importante l'efficacia); - psicofarmaci + alcol (combinazione notevolmente pericolosa in quanto l'alcol potenzia gli effetti degli psicofarmaci, con probabile eccessivo rallentamento delle funzioni del sistema nervoso centrale, con tutti i rischi annessi); - antibiotici + antiacidi (l'assunzione di antiacidi, usati per combattere l'acidità di stomaco, può annullare gli effetti degli antibiotici, che, difatti, vengono assorbiti al meglio solo se nello stomaco c'è un ambiente acido); - viagra + nitrati (associazione pericolosissima, si sono verificati casi di morte in soggetti che, in cura con nitrati, farmaci spesso utilizzati da chi soffre di problemi cardiaci, hanno fatto uso di viagra, tale combinazione, infatti, provoca un fortissimo effetto ipotensivo). ATP (ADENOSINTRIFOSFATO) I muscoli traggono principalmente la loro energia da una sostanza: l'adenosintrifosfato (ATP). Di ATP nei muscoli ve n'è una certa quantità, ma non sarebbe sufficiente nemmeno per compiere un lavoro muscolare intenso di oltre 30 secondi. Fortunatamente l'ATP si può ricostituire sfruttando proprio quei frammenti (ADP o adenosindifosfato e fosfato) rimasti dopo la reazione che libera energia, infatti, ADP e fosfato rilegandosi possono formare nuovo ATP (ricarica dell'ATP). Quindi avremo una prima reazione con rilascio di energia: ATP = ADP + FOSFATO + ENERGIA e una reazione di ricarica: ADP + FOSFATO + ENERGIA = ATP. L'energia di ricarica può avere due diverse origini: -può derivare da un meccanismo aerobico od ossidativo, in cui c'è una combustione di zuccheri e grassi in presenza di ossigeno (come prodotti finali, oltre all'energia di ricarica, si hanno anidride carbonica ed acqua, è più redditizio perché non vi è formazione di scorie, con la respirazione polmonare l'anidride carbonica può essere facilmente eliminata dal sangue); -può derivare dagli zuccheri senza la presenza di ossigeno (meccanismo anaerobico, è meno redditizio perché con l'utilizzo della stessa quantità di zuccheri si ottiene molto ATP in meno rispetto alla ricarica aerobica e perché vi è formazione e accumulo di acido lattico, fattore che limita la prestazione). Il fosfato di ricarica deriva dal creatinfosfato (creatina + fosfato). Vedi METABOLISMO. BENESSERE E FAMIGLIA COME INSEGNARE L'AUTOCONTROLLO AI NOSTRI FIGLI Insegnare ai propri figli il controllo di sé fa parte dei compiti fondamentali di ogni genitore. Aiutare i propri figli a raggiungere l'autocontrollo significa renderli capaci di poter "scegliere" come comportarsi nelle varie circostanze anziché divenire preda dei propri impulsi ed emozioni. Un bambino (e un adulto) dotato di autocontrollo è in grado, in una situazione che suscita in lui forti emozioni, di fermarsi e di valutare le conseguenze dei comportamenti che vorrebbe mettere in atto in quel momento; dopodiché deciderà come agire. E' evidente come questa capacità costituisca una risorsa fondamentale nella vita di ogni persona. Innanzitutto evita di "mettersi nei guai" ogni qual volta ci sentiamo arrabbiati per qualcosa - pensiamo a quante volte avremmo dovuto pagare delle gravi conseguenze se avessimo agito seguendo soltanto l'impulso del momento - e poi semplicemente ci permette di convivere in maniera serena con altre persone, di stabilire e mantenere dei legami, che altrimenti potrebbero andare distrutti ogni qualvolta qualcosa nella relazione ci arreca disturbo. E' stato inoltre visto che i bambini con scarse capacità di autocontrollo, da adolescenti finiscono con il cedere facilmente alle pressioni del gruppo dei pari e possono facilmente indulgere in comportamenti antisociali o assunzione di alcol e droghe. Ovviamente, il primo modo in cui possiamo insegnare l'autocontrollo ai nostri figli è con l'esempio. Se noi stessi saremo in grado di non dare in escandescenze anche nelle situazioni più difficili, riuscire a fare una pausa, e soffermarci sulle conseguenze di nostri eventuali comportamenti, metà del lavoro è fatto. E' fondamentale resistere alla tentazione di urlare e di perdere il controllo a nostra volta quando nostro figlio è in preda all'irritazione. Il modo migliore per gestire nell'immediato una crisi di rabbia è ignorarla: spesso molti dei comportamenti che mettiamo in atto per tentare di calmare il bambino (minacce, blandizie, etc.) non fanno altro che fungere da "rinforzo", aumentando la probabilità che tale comportamento si ripresenti in futuro. Ma è anche necessario aiutare in maniera attiva i nostri figli a controllare il proprio comportamento, tenendo conto della loro età e delle loro capacità emotive e cognitive. Ecco alcuni suggerimenti su come aiutare i nostri figli a seconda dell'età in cui si trovano. Ovviamente il riferimento all'età è del tutto indicativo. Se è vero che la maggior parte dei bambini raggiunge determinate capacità ad una certa età, è pur vero che ci sono dei bambini che possono avere dei tempi diversi, che possono essere in grado di raggiungere un determinato livello di autocontrollo un po' prima o un po' dopo la maggior parte dei bambini. Quindi atteniamoci pure a queste indicazioni, ma ricordiamoci che ogni bambino e unico, cerchiamo di conoscerlo e semplicemente di 'osservare' le sue reazioni ai nostri comportamenti. Detto questo, ecco come possiamo comportarci a seconda dell'età del bambino/ragazzo: - Fino a 2 anni. I bambini molto piccoli sperimentano frequentemente delle frustrazioni dovute alla discrepanza tra ciò che vorrebbero fare e ciò che effettivamente sono in grado di fare. Per questo motivo spesso appariranno irritati e potranno avere delle manifestazioni di rabbia (piangere, urlare, battere la testa, lanciare via qualcosa che hanno nelle mani). Con i più piccoli è opportuno usare la distrazione. E' esperienza comune che un bambino piccolo smette facilmente di piangere o di mostrare un comportamento irritato se gli si propone qualche stimolo piacevole che attiri la sua attenzione (un suono, un oggetto di suo gradimento, un giochino da fare insieme). Man mano che il bambino si avvicina al compimento del secondo anno di età è opportuno utilizzare dei brevi "time-out": si invita il bambino a trascorrere pochi minuti in un'area a ciò designata (può essere una sedia della cucina, un angolo della casa, il suo lettino, etc.) finché non si sia calmato. In questo modo gli si insegna che gli scoppi d'ira hanno delle conseguenze e che è meglio trascorrere del tempo da soli quando ci si sente particolarmente frustrati o irritati. - Dai 3 ai 5 anni. In questo periodo si può continuare ad usare il metodo del "time out" , allungando i tempi a seconda dell'età del bambino (senza superare i 5 minuti), per dargli la possibilità di calmarsi. Per molti bambini è meglio interrompere il "time-out" non appena sia passato lo stato di irritazione, anziché rispettare dei tempi definiti: questo può essere un metodo molto efficace per rinforzare il raggiungimento dell'autocontrollo. A quest'età si può anche cominciare a chiedere verbalmente ai bambini di non perdere il controllo di sé in situazioni frustranti o difficili. - Dai 6 ai 9 anni. A 6 anni di solito i bambini cominciano a frequentare la scuola elementare. Le regole che si incontrano alla scuola elementare in genere sono più severe di quelle della scuola materna e ben presto il bambino è in grado di rendersi conto delle conseguenze di determinati comportamenti. A questa età i bambini cominciano anche a rendersi conto che sono effettivamente in grado di controllare il proprio comportamento ed effettuare delle scelte. E' questo il momento di insegnare delle strategie per poterlo fare nelle maniera più efficace. Ad esempio si può aiutare il bambino a fermarsi e pensare prima di agire, insegnandogli a visualizzare un segnale di stop o una luce rossa. O ancora si possono esaminare, insieme a lui, differenti modi di rispondere a determinate situazioni, valutandone le possibili conseguenze, sia negative che positive. Possiamo inoltre insegnargli a rilassarsi quando si trova in situazioni stressanti e che potrebbero portare ad una perdita di controllo. Suggeriamo al bambino di fare dei respiri profondi o di allontanarsi fisicamente da situazioni che ritene pericolose o particolarmente in grado di suscitare la sua emotività. Qualche bambino riesce a calmarsi dedicandosi a qualche attività piacevole che riesca ad allontanare temporaneamente i suoi pensieri da ciò che lo sta turbando. - Dai 10 ai 12 anni. I ragazzi di questa età sono ormai capaci di analizzare il modo in cui pensano. E' importante incoraggiare i ragazzi a parlare delle situazioni in cui tendono a perdere il controllo e analizzare insieme tali situazioni. Spesso le situazioni che fanno tanto irritare i ragazzi di questa età non sono così drammatiche come a loro sembra quando si verificano. Se li si aiuta a riflettere su quanto accaduto, sarà più facile per loro trovare una soluzione diversa quando vi incorreranno di nuovo. - Dai 13 ai 15 anni. A questa età i ragazzi saranno capaci di controllare la maggior parte delle loro azioni. Comunque è importante ricordare che gli adolescenti non sono particolarmente capaci di valutare le conseguenze a lungo termine del proprio comportamento. E' importante incoraggiare i ragazzi a sviluppare le capacità di visualizzazione e di rilassamento per far fronte alle situazioni stressanti. Incoraggiate i vostri figli ad esprimere i propri pensieri e sentimenti quando si creano delle situazioni di tensione, invece di perdere il controllo, andar via sbattendo la porta o urlare. Potrebbe essere necessario adottare delle 'sanzioni disciplinari' (ad esempio privando il ragazzo di alcuni privilegi) per rinforzare il messaggio che è necessario raggiungere la capacità di auto-controllo. Può capitare che nonostante in nostri tentativi di aiutarlo, nostro figlio perda occasionalmente il controllo o abbia degli scoppi di rabbia in situazioni in cui non ce lo aspetteremmo. Ciò non deve destare preoccupazioni. Soprattutto i bambini più piccoli hanno difficoltà a controllare il proprio comportamento quando sono stanchi, affamati o non si sentono molto bene fisicamente. Tuttavia se nostro figlio tende ad essere spesso polemico, notiamo che mette in atto frequentemente dei comportamenti antisociali o impulsivi, o se gli scoppi d'ira si presentano regolarmente e tendono a durare più di 10 minuti, è probabile che il nostro aiuto non sia sufficiente per aiutarlo a raggiungere l'auto-controllo. Non esitiamo a parlarne con il suo medico curante: sarà lui stesso a suggerirci ulteriori approfondimenti ed eventualmente dei colloqui con altri professionisti, se lo ritiene necessario. Se nostro figlio è in età scolare, è importante parlarne con il suo medico se oltre a frequenti scoppi d'ira notiamo: · Irrequietezza · Impulsività · Atteggiamento provocatorio · Difficoltà di concentrazione · Scarsa autostima · Peggioramento del rendimento scolastico Può essere anche utile avere un colloquio con gli insegnanti per capire se possa esserci qualcosa inerente la vita scolastica che provochi turbamento al bambino. Con i bambini in età prescolare è invece importante notare segnali quali: · Accessi di rabbia di una certa importanza · Difficoltà a consolarlo quando è irritato · Eccessivi comportamenti auto-consolatori (dondolarsi, succhiare il pollice) Cerchiamo prima di tutto di capire cosa il bambino cerca di comunicarci con questi comportamenti (Ci sono stati dei cambiamenti che possono averlo turbato? E' nato un fratellino? Ci sono delle difficoltà in famiglia? Stiamo attraversando un periodo particolarmente stressante?). Ricordiamoci che fino a che i bambini non hanno acquisito una completa padronanza del linguaggio manifestano i loro stati d'animo e il loro disagio soprattutto attraverso il comportamento. Infine, se tali segnali persistono, non esitiamo a consultare il suo pediatra o un altro professionista che possa aiutarci. vedi: come mantenere il benessere in famiglia Dott. Luigi Mastronardi (psicologo e psicoterapeuta; docente nel Corso di Perfezionamento in Psicoimmunologia nella Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università "La Sapienza" di Roma) AUTOMASSAGGIO Il massaggio stimola la circolazione, distende i muscoli contratti e riduce il dolore, (infatti istintivamente si tende a massaggiare le zone dolorose o tese per stimolarne la circolazione). L'automassaggio può essere praticato o a mani nude, o con gli appositi guanti, oppure con l'impiego della spazzola di crine; l'eventuale utilizzo di oli o lozioni ne migliora l'efficacia. La pratica regolare favorisce il benessere perché permette di ritonificare i tessuti connettivi e ripristina l'armonia del sistema nervoso. Un massaggio lento distende i tessuti e ne favorisce il drenaggio, mentre un movimento veloce rivitalizza l'organismo, cancellando la fatica. Il massaggio dura circa venti minuti ed inizia sempre con un lavaggio dolce della pelle, è importante mantenere una posizione rilassata, stando, per esempio, seduti su una sedia con schienale e appoggio per la nuca. Praticatelo la mattina, in un luogo ben aerato, cominciando dalle gambe e risalendo con movimenti circolari verso il cuore. Massaggiate i muscoli come se li doveste impastare, meglio se con l'uso di oli o creme. Colpite la pelle con il palmo della mano per migliorare la circolazione, sciogliere i muscoli e allentare la tensione. Concludete sempre ogni massaggio con dei movimenti delle dita verso l'esterno, sentirete la pelle distesa e rinfrescata. Non massaggiate intensamente le zone più delicate e la pelle arrossata, insistete invece sulle parti più chiare, sempre con movimenti verso l'esterno. Evitate di massaggiare le prominenze ossee, ovvero le ossa che si sentono e si vedono affiorare sotto la pelle, come la rotula, i malleoli, la cresta tibiale e l'ocreano (la punta del gomito); una forte pressione in questi punti potrebbe infiammare il periostio (membrana molto sottile che ricopre le ossa). Anche le pieghe non devono essere assolutamente lavorate, perché in questi punti, i grossi vasi venosi e linfatici scorrono appena sotto la pelle (l'inguine, le parti posteriori di gomiti e ginocchia, le ascelle e le pieghe dei glutei). Praticare il massaggio dell'addome solo se veramente esperti; il consiglio è quello di limitarsi ad automassaggiare le grandi masse muscolari (cosce, glutei, polpacci, braccia). Massaggio Ayurvedico Ayurveda significa "Scienza della vita". La medicina ayurvedica, nata in India circa 3000 anni fa, si basa su una concezione "olistica" dell'uomo, che considera il corpo inscindibile dalla mente. Buone abitudini di vita, un'alimentazione sana ed il massaggio (visto come una sorta di "chirurgia" esercitata con le mani) sono ritenute fondamentali per la prevenzione delle malattie. Il massaggio ayurvedico ha, quindi, antichissime origini indiane, le sue regole si trovano negli antichi testi che costituiscono la base della medicina ayurvedica: la Sushruta e la Charaka Samhita. Il suo scopo principale è quello di ripristinare l'equilibrio dell'organismo e di mantene­re la salute fisica e mentale, è considerato un ottimo strumento per combattere lo stress ed un valido aiuto per la cura delle malattie, preserva le aree vitali del corpo (chiamate MARMA), mantenendole in ottime condizioni ed ha effetti di potenziamento sulle difese naturali. Si può tranquillamente affermare che il massaggio ayurvedico rappresenta un sup­porto ideale da associare ad altri generi di cure di tipo alternativo o tradizionale. Prima di una seduta è importante informare il massaggiatore delle proprie condizioni fisiche, è bene metterlo al corrente, per esempio, se si soffre di qualche disturbo cronico, se si è subito un intervento di recente, se negli ultimi tempi si è stati sottoposti ad ingessature. In generale, qualsiasi dettaglio, che influenzi il proprio stato di salute, può essergli di aiuto: per la personalizzazione del trattamento, per indicargli le zone che hanno un bisogno maggiore e affinché prenda tutte le accortezze necessarie al caso specifico. La riuscita della seduta, che ha una durata di circa 60/80 minuti, è, sicuramente, favorita anche dalle condizioni e dall'ambiente in cui si opera. Per favo­rire la distensione ed il rilassamento, indispensabili per lavorare sul corpo, non potranno mancare, durante un trattamento: · un ambiente calmo e tranquillo, adeguatamente riscaldato ed illuminato da una luce tenue; · la diffusione di incensi ed essenze profumate; · musiche rilassanti e mantra indiani (sono parole antiche considerate sacre, esse corrispondono a suo­ni che producono effetti distensivi sulla mente). Il massaggio ayurvedico si avvale anche della "riflesso­logia plantare", secondo questa tecnica, ogni punto della pianta del piede è collegato, tramite una terminazione nervosa, agli organi del corpo umano. Maneggiando in modo adeguato i punti esatti della pianta del piede si ottiene, di riflesso, un massaggio della zona corri­spondente del corpo, permettendo l'intervento anche su aree non raggiungi­bili manualmente, come per esempio gli organi inter­ni. Elenchiamo di seguito le più importanti proprietà di questa antichissima arte di massaggio: · attivazione della circolazione sanguigna e linfati­ca, con un più facile nutrimento di tutti i tessuti; · azione benefica sulla colonna vertebrale; · effetti tonici sui muscoli; · conseguenze positive sullo stato psicologico della persona; · riequilibrio dei livelli ormonali; · miglioramento dell'interscambio dei fluidi corporei con una più semplice eliminazione delle tossine; · concreta azione sul sistema nervoso (è in grado di calmare o stimolare i nervi attraverso l'uso di tecniche diverse, è ottimo, quindi, per tutti i disturbi legati a tensione, ansia e nervosismo); · azioni positive su insonnia, emicrania, stanchezza e digestione; · efficace nelle slogature, contratture, distorsioni, tendiniti, stiramenti muscolari, edemi degli arti e crampi; · effetti benefici per le donne in gravidanza (aiuta per il mal di schiena e per la circolazione). Il massaggio ayurvedico è controindicato quando un dolore o un'infiammazione è in fase acuta (in caso di strappi o distorsioni importanti si deve aspettare da ventiquattro a quarantotto ore prima di massaggiare la zona traumatizzata, per lasciare all'infiammazione il tempo di ridursi). Se si soffre di ipertensione o problemi di cuore il massaggio potrebbe essere indicato, ma è meglio prima consultare il medico; lo stesso vale in caso di flebiti o problemi circolatori particolarmente seri. Le ferite aperte non vanno mai massaggiate, evitare il massaggio anche se si soffre di micosi o di altre malattie cutanee infettive per eludere i rischi di contagio ad altre persone. In ogni caso, la regola fondamentale da tener presente è questa: se si soffre di disturbi particolari e non si è sicuri del beneficio del massaggio, chiedere il parere del proprio medico o di un massaggiatore professionista. Un bagno tonico contro la spossatezza Preparare un sacchetto profumato da immergere nell'acqua bollente della vasca da bagno con 10 grammi di chiodi di garofano, 10 grammi di foglie di salvia, 10 grammi di foglie di rosmarino e 10 grammi di corteccia di cannella. Attendere 10 minuti e, dopo aver portato l'acqua alla giusta temperatura, rimanere nella vasca per almeno 15 minuti. un bagno anti Cellulite Per combattere la cellulite ed eliminare un po' di tossine, consigliamo un bagno salato, da fare un paio di volte la settimana. Versiamo in un contenitore di vetro, mescolando il tutto con cura, del sale marino integrale, 10 gocce di olio essenziale di cipresso, 10 di limone e 10 di geranio. Chiudiamo e lasciamo a riposo per qualche giorno. Dopo aver eseguito un bel massaggio su tutto il corpo con un guanto di crine, seguito da una doccia tiepida, immergiamoci per circa 20 minuti in un bagno, in cui precedentemente avevamo versato due manciate di sale addizionato con gli oli essenziali. Il tutto risulterà molto utile per eliminare i liquidi in eccesso, come disintossicante e per le contratture muscolari. Bardana sezione erboristeria: bardana, utilissima contro l'acne e le malattie della pelle in generale - sezione erboristeria: bardana, utilissima contro l'acne e le malattie della pelle in generale - sezione erboristeria: bardana, utilissima contro l'acne e le malattie della pelle in generale - sezione erboristeria: bardana, utilissima contro l'acne e le malattie della pelle in generale - sezione erboristeria: bardana, utilissima contro l'acne e le malattie della pelle in generale La bardana, pianta erbacea biennale alta fino a 150/200 centimetri, possiede una radice allungata, ricca di polieni e di acidi alcolici, con spiccate proprietà terapeutiche; è diffusa in tutta Europa ed in Asia Occidentale e Settentrionale, in Italia si rinviene: ai margini dei sentieri e dei campi, fra le macerie, nei boschi radi e nei pressi delle sponde, fino ai 1800 metri di altitudine. La bardana (grazie alle proprietà astringenti, antisettiche, antiforuncolose e antiseborroiche) ha effetti coadiuvanti nella cura di: -acne giovanile; -seborrea del viso e del cuoio capelluto; -psoriasi; -malattie della pelle in generale. La bardana svolge anche azioni diuretiche e depurative. Un decotto contro l'acne: bollire 25 grammi di radici in 500 ml di acqua per 20 minuti, berne 3 tazze nell'arco della giornata, lontano dai pasti. Applicazioni per gli eczemi: bollire 20 grammi di radici in 200 ml di acqua per 10 minuti, dopo aver filtrato, effettuare lavaggi e applicazioni sulle parti interessate per circa 30 minuti. VEDI ANCHE: ERBORISTERIA RIMEDI NATURALI OMEOPATIA FITOTERAPIA FIORI DI BACK Basket COLLEGAMENTI AI MIGLIORI SITI SUL BASKET: Il sito ufficiale della Lega Basket Il grande sito dell'NBA Presentazione dei giocatori NBA BENESSERE E FAMIGLIA COME MANTENERE IL BENESSERE IN FAMIGLIA La famiglia è più di un gruppo di individui che vivono insieme. E' un entità complessa che ha un ruolo fondamentale nella promozione del benessere di coloro che vi appartengono. I bambini in particolare tendono ad idealizzare la propria famiglia e a pensare ad essa come a qualcosa di speciale e di insostituibile. Ma anche gli adulti hanno bisogno, per il proprio benessere di pensare alla propria famiglia come un posto in cui sono considerati "speciali" e sono incoraggiati a perseguire le proprie aspirazioni. Ciò non significa che una famiglia sana e promotrice di benessere per i suoi membri sia esente da conflitti. Al contrario, i conflitti sono fondamentali per permettere ai diversi membri di esprimere il proprio modo di essere e di pensare, i propri sentimenti, la propria individualità. E' fondamentale però, riuscire a gestire il conflitto, affinché esso possa diventare fonte di crescita per ogni membro della famiglia. I conflitti ignorati o gestiti male a lungo andare possono portare a situazioni di sofferenza intollerabili, nonché alla distruzione della famiglia stessa. E' necessario innanzitutto riconoscere la presenza di conflitti. Alcune famiglie possono semplicemente negare la presenza di conflitti e "convincersi" che vada tutto bene, creando di fatto la tipica situazione del "fuoco che cova sotto la cenere": le conseguenze del conflitto prima o poi si manifesteranno in maniera violenta e apparentemente inaspettata. E' importante poi voler comprendere, in maniera sincera, quali siano i veri desideri, opinioni e stati d'animo di ogni membro della famiglia. E' fondamentale che, nonostante la presenza di conflitti, ogni membro della famiglia possa sentire di poter esprimere se stesso liberamente, di condividere con gli altri le proprie emozioni, di poter manifestare le proprie opinioni sapendo di essere ascoltato e compreso. In ogni famiglia esistono alleanze, coalizioni e rivalità. Ma in una famiglia "sana" queste coalizioni non sono rigidamente stabilite, esse tendono a cambiare a seconda delle situazioni, e non compromettono il buon funzionamento della famiglia stessa. Invece, alleanze stabili e durature sono fonte di malessere, a volte anche grave per i diversi membri della famiglia. E' bene prima di tutto riconoscere la presenza di alleanze e coalizioni che, ripetiamo, sono del tutto normali in una famiglia che funziona bene, e chiedersi: - "C'è un membro della mia famiglia con il quale sono più spesso in accordo (o in disaccordo?). Cioè, tendo ad allearmi con maggior frequenza con uno dei membri della mia famiglia?" - "Quando i miei figli litigano, tendo generalmente a prendere la parti di uno di essi a discapito dell'altro o degli altri? - "C'è una persona della mia famiglia con la quale trascorro la maggior parte del mio tempo libero?" - "C'è qualche membro della mia famiglia che mi fa arrabbiare più degli altri o che più frequentemente si arrabbia con me?". Ma il benessere di una famiglia non si misura solo dal modo in cui vengono gestiti i conflitti e le alleanze. Altre domande che è importante porsi sono: - Ci sono allegria e momenti di divertimento all'interno della famiglia? Gli impegni quotidiani sono tanti, e l'organizzazione di una famiglia richiede fatica e impegno. A volte gli imprevisti mettono a dura prova la pazienza e la capacità di resistenza di ognuno, soprattutto dei genitori, su cui grava la maggior parte della responsabilità del buon andamento familiare. Ma non rendiamo la nostra famiglia un luogo triste, pregno di impegni e di doveri, ciò non farebbe altro che appesantire la già dura routine quotidiana. Cogliamo ogni occasione per scherzare, per "sdrammatizzare", quando possibile. Facciamo in modo di pensare alla nostra famiglia come ad un posto in cui poter sorridere e far sorridere dopo una dura giornata di lavoro. Prendiamoci dei momenti belli, appena possibile: un pic-nic in un prato (anche vicino casa), una passeggiata fuori porta, una sorpresa per i figli o per il coniuge, una torta in un momento inaspettato. - Esistono ruoli e regole chiaramente stabiliti e accettati, che siano comunque flessibili, in maniera da adattarsi ad eventuali imprevisti o cambiamenti all'interno della famiglia? Avere dei ruoli e dei compiti ben stabiliti aiuta all'interno della famiglia: ognuno sa cosa aspettarsi e da chi. L'importante è che tali ruoli siano espliciti e condivisi da ogni membro. Ovviamente, la situazione familiare può modificarsi da un momento all'altro, in maniera provvisoria o permanente (un membro della famiglia può essere temporaneamente impossibilitato a svolgere il suo ruolo per malattia o per un trasferimento temporaneo in un'altra città; oppure una persona che prima aveva molto tempo libero, può cominciare a lavorare). In questo caso è fondamentale la flessibilità: i ruoli e le regole possono essere rivisti per permettere a tutti i membri della famiglia di adattarsi al meglio alla nuova situazione. - Sono presenti aspettative ragionevoli, realistiche e condivise su ogni membro della famigli? E' importante che ogni membro della famiglia sappia cosa ci sia aspetta da lui e condivida tali aspettative. Ed è anche importante che riconosca che tali aspettative nei suoi confronti siano adeguate: sia la percezione di una sottostima che di una sovrastima delle proprie capacità può creare grossa sofferenza in un membro della famiglia ed essere fonte di conflitto spesso latente. In particolare le conoscenze, le abilità e la consapevolezza di sé dei bambini sono in continua evoluzione. E' importante che i genitori prestino attenzione a questi cambiamenti e adeguino le loro aspettative ad essi. Ma è anche importante che i genitori comprendano e facciano comprendere a i propri figli che non sono dei "supereroi": sono delle persone che hanno dei limiti che cercano di fare il meglio che possono. - Ogni membro della famiglia sente di poter raggiungere la maggior parte dei suoi obiettivi personali e che i suoi bisogni sono soddisfatti? La famiglia è importante, ma lo è anche e soprattutto ogni membro che la compone. Situazioni in cui uno dei familiari sente che si sta "sacrificando per la famiglia", che non raggiunge i suoi obiettivi personali per permettere agli altri di farlo sono molto pericolose, perché fonte di rancori e di rabbie, che se non espressi apertamente finiranno per minare le fondamenta della famiglia stessa; alla prima occasione il malcontento e la delusione verranno fuori sotto forma di ricatto ("io che faccio tanto per te, per voi.), di recriminazione, di boicottaggio. Intendiamoci, ci possono essere situazioni in cui un membro della famiglia decide di rinunciare temporaneamente ai suoi obiettivi personali per dedicare tempo ed energie agli altri membri (può succedere che una madre rinunci temporaneamente ai suoi obiettivi professionali per accudire i bambini piccoli). E' importante però che si tratti di una vera 'decisione', che sia esplicitata, condivisa con gli altri membri della famiglia, e soprattutto che la persona stessa che prende la decisione e gli altri membri riconoscano i vantaggi personali che possono trarre da una decisione del genere (la madre, ad es. potrebbe sentirsi emotivamente gratificata dall'avere più tempo a disposizione da trascorrere con i propri figli; gli altri membri della famiglia potrebbero essere contenti che ci sia qualcuno che si occupi a tempo pieno della casa e dei figli, pur in presenza di un minor introito economico). - La famiglia riesce ad affrontare evoluzioni e cambiamenti senza creare scontento nei diversi appartenenti? Le famiglie cambiano, per forza di cose. I figli crescono, i genitori 'maturano'. Le richieste poste da e a ogni membro della famiglia sono destinate a modificarsi. La società stessa in continua evoluzione richiede dei cambiamenti all'interno delle famiglie. Importante è che tutto questo avvenga sempre nel rispetto reciproco e soprattutto permettendo ad ognuno di esprimere il proprio malcontento sapendo di poter contare sulla volontà comune di trovare una soluzione che sia più soddisfacente per tutti. - Riusciamo a comunicare in maniera soddisfacente? Una comunicazione efficace è fondamentale perché i membri della famiglia possano sentirsi amati e compresi; possano sentire di poter contare gli uni su gli altri e poter raccontare cosa sta loro succedendo. Per comunicare bene è importante prima di tutto renderci disponibili e sapere di poter contare sulla disponibilità degli altri membri della famiglia. Essere disponibili significa predisporsi a dedicare del tempo e a mettersi in uno stato d'animo adatto all'ascolto degli altri e alla esplicitazione dei propri pensieri e sentimenti. Facciamo di tutto per ritagliarci uno spazio per parlare con i nostri cari: tutto ciò che non è assolutamente indispensabile per il buon andamento della famiglia si farà dopo, se sarà possibile. Aspettiamo che gli altri abbiano espresso le proprie idee e i propri sentimenti prima di parlare a nostra volta, cerchiamo di capire quali siano i veri sentimenti che stanno dietro le parole e, soprattutto, ascoltiamo anche se non siamo d'accordo. Mostriamo empatia e chiediamo all'altro se abbiamo compreso davvero quanto sta provando. Se desideriamo qualcosa da un membro della famiglia, esprimiamo in maniera chiara i nostri desideri e i nostri bisogni, non pretendiamo che li "intuiscano" o che sappiano "leggere dietro le parole". Chiediamo agli altri di fare altrettanto con noi. vedi: benessere e famiglia "insegnare l'autocontrollo ai figli" Dott. Luigi Mastronardi psicologo e psicoterapeuta; docente nel Corso di Perfezionamento in Psicoimmunologia nella Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università "La Sapienza" di Roma BENESSERE E FAMIGLIA Dott. Luigi Mastronardi (psicologo e psicoterapeuta; docente nel Corso di Perfezionamento in Psicoimmunologia nella Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università "La Sapienza" di Roma) vedi: benessere e famiglia "insegnare l'autocontrollo ai figli" come mantenere il benessere in famiglia come migliorare il rapporto di coppia costruire il benessere dei propri figli Betulla betulla: anti cellulite, depurativa, drenante - betulla: anti cellulite, depurativa, drenante - betulla: anti cellulite, depurativa, drenante - betulla: anti cellulite, depurativa, drenante - betulla: anti cellulite, depurativa, drenante - betulla: anti cellulite, depurativa, drenante - betulla: anti cellulite, depurativa, drenante Le foglie di betulla, grazie al loro contenuto in flavonoidi con proprietà diuretiche e depurative, sono utilizzate in erboristeria come coadiuvanti nella cura della ritenzione idrica, della cellulite, dell'ipertensione, dei calcoli renali e dell'iperuricemia. vedi anche: ERBORISTERIA RIMEDI NATURALI OMEOPATIA FITOTERAPIA FIORI DI BACK L'ACQUA LE ACQUE MINERALI IL LATTE IL CAFFE' IL TE' IL LATTE DI SOIA allenare i Bicipiti vedi immagine di anatomia umana articolo di prossima pubblicazione il calcolo dei tuoi Bioritmi inserire anno, mese e giorno di nascita: il programma visualizzerà le curve dei vostri bioritmi (fisico, emotivo ed intellettuale) per le prossime settimane. il Caffè Una tazzina di caffè apporta 2 calorie se amaro, 10 calorie se amaro macchiato con 10 grammi di latte e 15 - 20 calorie per ogni cucchiaino di Zucchero aggiunto. Mediamente si può calcolare che una tazzina di caffè all'italiana contenga 80 milligrammi di caffeina. La caffeina (come la teofilina del tè e la teobromina del cacao) è una sostanza definita metilxantina, che stimola il sistema nervoso centrale (maggiore attenzione e aggressività) e la contrazione del muscolo cardiaco (frequenza e gittata), in pratica accelera il ritmo del cuore e innalza la quantità di sangue pompato nello stesso tempo. Permette una respirazione più ampia, agendo sulla muscolatura liscia dei bronchi; consente di avere a disposizione maggior Energia durante uno sforzo, favorendo l'utilizzo dei grassi. L'insieme di queste caratteristiche (miglioranti per le performance atletiche, specialmente negli sports di durata) ha determinato che la caffeina fosse inserita tra le sostanze doppanti (il CIO, comitato olimpico internazionale, considera positivo il test della caffeina con una concentrazione superiore ai 12 milligrammi per litro, questo non avviene assumendo due o tre tazzine di caffè in un giorno, ma perlomeno duplicando o triplicando le dosi). Il caffè riduce gli stati di sonnolenza, ma può provocare anche un ritardo nella comparsa del sonno, soprattutto nei soggetti poco abituati ad assumerlo; forti dosi possono causare ansietà, nervosismo e difficoltà nel recupero. Gli ipertesi non possono ingerirne più di una tazzina al giorno. Per eliminare l'effetto stimolante della caffeina non serve gustare il caffè lungo anziché ristretto, infatti, tranne che non sia stato preparato ristretto e poi allungato con sola acqua calda, il caffè lungo ha una maggior concentrazione di caffeina. L'espresso del bar, per effetto della più rapida preparazione (il tempo di contatto acqua-caffè è di soli 15-25 secondi), rispetto al caffè preparato a casa con la moka (tempi di contatto superiori ai tre minuti) contiene meno caffeina. L'unico tipo di caffè che non contiene caffeina è il decaffeinato, per essere considerato tale deve contenerne meno dello 0,1% se tostato e meno dello 0,3% se solubile, con riferimento alla sostanza secca. Il caffè che si beve in Italia deriva da una tostatura molto spinta (220-240 gradi per 12-20 minuti), mentre, ad esempio, nei Paesi del Nord Europa la tostatura raggiunge solamente i 200 gradi per 5-6 minuti; nel caffè espresso la temperatura dell'acqua raggiunge 90-94 gradi per pochi secondi contro i 100 gradi per alcuni minuti del caffè bollito. Il calcolo della percentuale di grasso nella donna Per effettuare il calcolo occorre premunirsi di un metro da sarto e di una bilancia. Misuratevi: - le anche (nel punto più largo, mantenere il metro orizzontale, senza comprimere la pelle e i tessuti sottostanti); - la vita (all'altezza dell'ombellico); - la statura. Associando ad ogni misura il rispettivo coefficiente, con l'utilizzo della TABELLA DELLE COSTANTI, calcolare la propria percentuale di grasso sommando i coefficienti relativi alla circonferenza delle anche e dell'addome e sottraendo quello relativo alla statura. Per esempio, una donna alta metri 1,60 con una circonferenza delle anche di 90,1 cm e dell'addome di 63,5 cm, ha una percentuale di grasso del 20,19%: coefficiente relativo alla circonferenza delle anche40,81 + coefficiente relativo alla circonferenza dell'addome17,78 - coefficiente relativo alla statura38,40 = % di massa grassa20,19 vedi: allenare gambe e glutei il calcolo della % di massa grassa per l'uomo Per eseguire il calcolo occorre un metro da sarto e una bilancia. Misuratevi la circonferenza della vita all'altezza dell'ombellico e quella del polso della mano dominante. Utilizzando l'apposita TABELLA, ricaverete la vostra percentuale di massa grassa in corrispondenza dell'intersezione tra la riga relativa al vostro peso e la colonna relativa alla differenza tra la misura della circonferenza della vita e quella del polso. Per esempio: un uomo dal peso di kg 86,2 con una circonferenza vita di 93 cm e un polso di 19,3 cm, avrà una percentuale di massa grassa del 18%. CALCOLI RENALI I calcoli sono aggregazioni di sali minerali che si formano soprattutto nelle cavità organiche o nei dotti ghiandolari, non provocano alcun disturbo fino a quando non si spostano dal luogo di formazione od assumono dimensioni tali da ostacolare le funzioni organiche o da comprimere i tessuti circostanti. I calcoli localizzati nel tratto urinario, comprendente reni, vescica e dotti urinari, sono detti calcoli renali. In base alle dimensioni e alla posizione degli stessi, si possono avere parecchi sintomi (del tipo: fortissimi dolori improvvisi che possono irradiarsi dalla schiena fino all'addome, ai genitali e alla parte interna delle cosce, gonfiori addominali, vomito e nausea, brividi e febbre, sangue nelle urine), oppure nessuno (condizione "silenziosa"). I calcoli si formano dalla precipitazione di una serie di soluzioni di sali minerali nell'urina. Quelli con alta percentuale di calcio possono essere riconducibili ad un'eccessiva secrezione nell'organismo di ormone paratiroide. Le cause più comuni sono da ricercare: nell'abuso di alcol, di caffè, di bevande gassate; in una dieta con troppe proteine oppure molto ricca di carboidrati raffinati; nell'insufficienza di acqua e di magnesio. I calcoli possono avere anche un'influenza genetica: se uno dei genitori ne è soggetto, cresce la probabilità che lo possa essere anche il figlio. I calcoli hanno la caratteristica di potersi ripresentare nel tempo: circa il 60 per cento di coloro che ne vengono colpiti, lo risaranno entro i sette anni successivi (le ricerche hanno dimostrato che spesso le bevande gassate contenenti acido fosforico favoriscono il ripetersi di tale situazione). La stagione estiva è sicuramente quella più a rischio, infatti, con l'aumento della sudorazione, cresce la possibilità di trovarsi in uno stato di leggera disidratazione cronica, che è la causa primaria della concentrazione dell'urina, che a sua volta conduce ai calcoli. In caso di calcoli renali è opportuno, ovviamente, ricorrere al medico. In ogni caso sarà utile: -aumentare il consumo di liquidi (vedi Acque Oligominerali); -diminuire il consumo di zuccheri, caffè, latticini, cioccolato, pepe e proteine in generale; -ricorrere ad una moderata integrazione di: Magnesio, vitamina B6, vitamina A, vitamina C e lisina; -assumere frutta alcalinizzante (vedi elenco alimenti alcalinizzanti nell'articolo sull'alimentazione di recupero). I prodotti naturali più efficaci per prevenire e contrastare i calcoli sono: la betulla, il tarassaco, l'ananas e l'ortosifon. vedi: RIMEDI NATURALI CALCIO i siti delle squadre di serie A ATALANTA BOLOGNA BRESCIA CHIEVO VERONA COMO EMPOLI INTERNAZIONALE JUVENTUS LAZIO MILAN MODENA PARMA PERUGIA PIACENZA REGGINA ROMA TORINO UDINESE massa magra e massa grassa: come calcolare le proprie pecentuali Le definizioni di massa magra e massa grassa Come calcolare la percentuale di grasso corporeo nella donna Come calcolare la percentuale di grasso corporeo nell'uomo Calendula calendula: regolazione ciclo mestruale, contro piaghe e eritemi - calendula: regolazione ciclo mestruale, contro piaghe e eritemi - calendula: regolazione ciclo mestruale, contro piaghe e eritemi - calendula: regolazione ciclo mestruale, contro piaghe e eritemi - calendula: regolazione ciclo mestruale, contro piaghe e eritemi - calendula: regolazione ciclo mestruale, contro piaghe e eritemi La principale virtù della Calendula, della quale si usano le sommità fiorite e le foglie, è il grande potere antinfiammatorio e cicatrizzante, sia per uso esterno che per uso interno. Nell'uso esterno, i fiori di Calendula sono preferibili a molti preparati farmaceutici perché privi di controindicazioni. Le applicazioni più importanti sono: per la regolazione del ciclo mestruale (mettere 1 cucchiaio di fiori in infusione per 10 minuti in una tazza d'acqua bollente, berne 2 tazze al giorno a digiuno, una appena svegli e una prima di coricarsi, per tutti i 20 giorni che precedono il ciclo), contro coliti e ulcere gastriche, per rimarginare ferite e piaghe, contro eritemi, irritazioni, ustioni, punture d'insetti e geloni. E' utilizzata, con ottimi risultati, anche per attenuare gli arrossamenti delle pelle dei neonati, in quanto appunto non ha nessun effetto collaterale e nessuna controindicazione. VEDI ANCHE: ERBORISTERIA RIMEDI NATURALI OMEOPATIA FITOTERAPIA Calli e Duroni salute: calli e duroni - salute: calli e duroni I calli sono rilevatezze giallastre, caratterizzate da un notevole ispessimento dello strato corneo della pelle (ultimo strato dell'epidermide, si differenzia perché è formato da cellule pavimentose stratificate, morte e prive di nucleo, ha funzioni protettive). Si localizzano su mani e piedi; sono proprio quest'ultimi a creare i problemi maggiori. Le possibili cause sono da ricercare in calzature non idonee o in pressioni eccessive, concentrate in particolari punti del piede, dovute a posture non proprio corrette. I calli più duri fanno la loro comparsa soprattutto sulle dita, mentre, calli più morbidi, compaiono tra un dito e l'altro. I calli possono provocare dolore anche autonomamente. La prevenzione è la cura migliore, che si espleta soprattutto con l'utilizzo di calzature consone. Gli specialisti da consultare sono il Podologo (chirurgo ortopedico del piede), il chiropratico (studia le posture) e l'osteopata (esperto nei problemi all'apparato scheletrico). Elementi nutritivi utili contro i calli sono: la vitamina A, la vitamina E e gli acidi grassi essenziali. Rimedi naturali possono essere: l'applicazione di un gel di aloe vera, lo sfregamento con succo di limone fresco o con olio di ricino, un unguento di petali di calendula (applicare 2 o 3 volte al giorno) e una particolare crema naturale. Caloria Per Caloria o Chilocaloria si intende l'energia termica necessaria per alzare di 1 grado la temperatura di 1kg di acqua distillata, portandola da 14,5 a 15,5 gradi. Capacità Vitale Per capacità vitale (CV) si intende la quantità di gas che viene espirata dai polmoni dopo un'inspirazione massimale. E' data dalla somma tra: - il Volume Corrente (VC), ossia il volume di gas inspirato ed espirato con ogni singolo atto respiratorio, - il Volume di Riserva Inspiratoria (VRI), cioè, la massima quantità di gas inspirata ancora dopo un'inspirazione normale, - il Volume di Riserva Espiratoria (VRE), che è la massima quantità di gas che può essere ancora espirato dopo un'espirazione normale. vedi: la respirazione Come scurire naturalmente i capelli bianchi foglie di noce, un rimedio naturale per scurire i capelli bianchi - foglie di noce, un rimedio naturale per scurire i capelli bianchi - foglie di noce, un rimedio naturale per scurire i capelli bianchi - foglie di noce, un rimedio naturale per scurire i capelli bianchi - foglie di noce, un rimedio naturale per scurire i capelli bianchi - foglie di noce, un rimedio naturale per scurire i capelli bianchi - foglie di noce, un rimedio naturale per scurire i capelli bianchi - foglie di noce, un rimedio naturale per scurire i capelli bianchi - foglie di noce, un rimedio naturale per scurire i capelli bianchi - foglie di noce, un rimedio naturale per scurire i capelli bianchi - foglie di noce, un rimedio naturale per scurire i capelli bianchi - foglie di noce, un rimedio naturale per scurire i capelli bianchi - Fare bollire 80-100 grammi di foglie di noce in un litro di acqua per 5 minuti; quindi colare e usare per sciacquare i capelli 2 volte al giorno. Altrimenti, si può miscelare 20 grammi di estratto acquoso di noce con mezzo litro di acqua e usare la preparazione ottenuta per lavare i capelli I carboidrati I carboidrati sono sostanze composte da Carbonio, Idrogeno e Ossigeno con un particolare rapporto di 2:1 (come le molecole dell'acqua) tra Idrogeno e Ossigeno. Si possono catalogare in base alla loro complessità chimica nel modo seguente: CARBOIDRATI O GLICIDI monosaccarididisaccaridipolisaccaridi Glucosio o destrosio Fruttosio GalattosioSaccarosio Maltosio LattosioAmido Glicogeno I di- e polisaccaridi (zuccheri complessi) per poter essere assimilati ed utilizzati devono essere scissi fino a monosaccaridi (zuccheri semplici). I glicidi sono la principale fonte di energia dell'uomo e nell'organismo si trovano immagazzinati: nei muscoli scheletrici, nel fegato e nel cuore sotto forma di Glicogeno (associazione di più molecole di glucosio); nel sangue e nei liquidi extracellulari sotto forma di Glucosio. I carboidrati nella dieta devono essere presenti in ragione del 50-60% delle calorie assunte; forniscono 4,0 calorie per ogni grammo ingerito. Sono ricchi di glicidi: il pane, la pasta alimentare, la farina, il miele, la frutta dolce, le patate, i legumi, la frutta secca. Lo zucchero usato normalmente per dolcificare (saccarosio), altamente calorico e privo di vitamina B (necessaria per una corretta utilizzazione dei glicidi), quando viene ingerito provoca una IPOGLICEMIA REATTIVA, ovvero un innalzamento immediato dei valori glicemici del sangue con reazione neutralizzante di risposta da parte dell'insulina che appunto in tale situazione viene prodotta in quantità più elevate. Pertanto si passa in tempo breve ad una situazione opposta di abbassamento dei valori glicemici, fino ad una ipoglicemia vera e propria. Assumendo zuccheri semplici come fruttosio o levulosio durante un'attivita' atletica non vi e' rilascio di insulina (il corpo durante l'esercizio fisico rilascia sostanze che inibiscono la produzione di insulina). Per indice glicemico si intende la capacità per gli alimenti di provocare un aumento della glicemia dopo l'assunzione. ALIMENTO INDICE Glicemico ZUCCHERO 138 PATATE ARROSTO 135 MIELE 127 PANE BIANCO 100 SACCARINA 86 RISO 83 PATATE LESSATE 80 BANANE 80 PASTA ALIMENTARE 66 PERA 47 FRUTTOSIO 30 CARNITINA carnitina: utile nelle miocardiopatie, ma anche per un miglior utilizzo dell'energia dei grassi - carnitina: utile nelle miocardiopatie, ma anche per un miglior utilizzo dell'energia dei grassi - carnitina: utile nelle miocardiopatie, ma anche per un miglior utilizzo dell'energia dei grassi - carnitina: utile nelle miocardiopatie, ma anche per un miglior utilizzo dell'energia dei grassi - carnitina: utile nelle miocardiopatie, ma anche per un miglior utilizzo dell'energia dei grassi - carnitina: utile nelle miocardiopatie, ma anche per un miglior utilizzo dell'energia dei grassi - carnitina: utile nelle miocardiopatie, ma anche per un miglior utilizzo dell'energia dei grassi - carnitina: utile nelle miocardiopatie, ma anche per un miglior utilizzo dell'energia dei grassi - carnitina: utile nelle miocardiopatie, ma anche per un miglior utilizzo dell'energia dei grassi - carnitina: utile nelle miocardiopatie, ma anche per un miglior utilizzo dell'energia dei grassi - carnitina: utile nelle miocardiopatie, ma anche per un miglior utilizzo dell'energia dei grassi - carnitina: utile nelle miocardiopatie, ma anche per un miglior utilizzo dell'energia dei grassi - La carnitina è un costituente naturale delle cellule, nelle quali svolge un ruolo fondamentale nella utilizzazione dei grassi. E' l'unica sostanza vettrice utilizzabile dagli acidi grassi per attraversare la membrana mitocondriale ed essere avviati verso l'ossidazione. L'ossidazione degli acidi grassi riduce l'utilizzazione periferica del glucosio, aumentando di conseguenza la disponibilità energetica della cellula. La carnitina viene utilizzata come: coadiuvante nella cura di alcune forme di miocardiopatie (in quanto stimola la contrattilità delle fibre miocardiche) e come ricostituente (permettendo un miglior utilizzo energetico degli acidi grassi, aumenta la resistenza alla fatica e può essere di aiuto per intaccare le riserve di grassi negli sforzi aerobici). E' presente in buone quantità nella carne rossa, un' integrazione (previo consulto medico) può essere utile in caso di dieta o di attività fisica intensissima. Cellulite, cellulite e ancora cellulite: il vero grande tormento per la maggior parte delle donne è sempre la cellulite Combattere la cellulite che cos'è la cellulite?, come prevenire e curare la cellulite?, esistono davvero cure miracolose anti cellulite? La cellulite è il tormento di tantissime donne. Se ne parla tantissimo, con opinioni spesso contrastanti (per esempio: c'è chi afferma che è solo un problema di grasso in eccesso e chi invece la considera una vera e propria patologia), esiste un notevole business che ruota intorno a cure miracolose, a tecniche particolari e a intrugli magici. È nostra intenzione cercare di fare un po' di chiarezza. Innanzi tutto non sembra molto convincente la teoria che la cellulite sia dovuta solo al grasso in eccesso, poiché esistono molte donne magre con tale problema, anche se non si può negare che la donna, anche se magra, tende per questioni ormonali ad accumulare subito le eventuali calorie in esuberanza come depositi di grasso nei glutei e nelle cosce. Le cause che possono portare alla formazione della cellulite sono molteplici (spesso concorrono insieme a renderla difficile da risolvere): -cattive abitudini alimentari (diete ipercaloriche, troppi grassi, eccesso di sodio, pasti sregolati, poca frutta e verdura fresca), -mancanza di esercizio (pochi muscoli coincidono con un metabolismo molto lento e con poca tonicità), -sbalzi del peso corporeo (l'effetto yo yo dovuto a diete squinternate fai da te), -cattiva circolazione (microcircolazione capillare insufficiente), -drenaggio linfatico inefficace (scarsi ricambi nutritivi e di ossigeno, difficoltà ad eliminare le tossine e a ridurre gli edemi), -deposito di grasso in eccesso, -ritenzione idrica, -predisposizione genetica familiare, -sovrappeso adolescenziale, -pelle poco elastica o comunque poco sana, -stress (condiziona le ghiandole surrenali e la pelle, oltre che a poter indurre ad eccedere col cibo). Quali possono essere i rimedi? Prima di tutto cercare di migliorare la salute della pelle, se non altro perché in una pelle più elastica la cellulite è sicuramente meno evidente, quindi: eliminare o perlomeno limitare fumo ed alcool, contenere l'assunzione dei lipidi (soprattutto quelli saturi di origine animale), bere molta acqua povera di sodio, ingerire molta verdura e frutta fresca (preferendo le più ricche di acqua e di antiossidanti, ovvero di vitamine A, C, ed E , di zinco e selenio), massaggiarsi per migliorare la circolazione e il drenaggio linfatico, limitare lo stress. La strategia anticellulite deve basarsi su quattro fronti fondamentali: dieta, esercizi, massaggi ed integrazione naturale. La dieta da sola non è sufficiente, un regime dietetico di drastica riduzione calorica provoca un afflosciamento generale e una riduzione della massa magra, è consigliabile consumare sei pasti al giorno con proteine di qualità, carboidrati complessi, verdure amare (come: tarassaco, cicoria, carciofo) con effetti disintossicanti, drenanti e di riequilibrio del metabolismo dei grassi, ortaggi e frutta fresca (privilegiando per esempio: lattuga, zucchine, cetrioli, cocomeri, pompelmi, ciliegie, fragole, che sono ricchi di acqua e antiossidanti), bere molta acqua controllando il contenuto in sodio. L'esercizio fisico è di grande aiuto, si migliora il tono muscolare, si potenzia la circolazione e si incrementa la massa magra (il tessuto muscolare è quello metabolicamente più attivo, avere un metabolismo di base più veloce significa bruciare anche a riposo). L'ideale è alternare esercizi con i pesi, tipo gli affondi e lo squat, con ginnastica o cardiofitness (spinning o stepper). Il massaggio, in un serio programma contro la cellulite, ha un ruolo importante, perché può migliorare la microcircolazione capillare e il drenaggio linfatico. La linfa è un fluido ricco di proteine, che fornisce ossigeno e sostanze nutritive alle cellule, un ristagno, o una linfa particolarmente lenta, causa difficoltà nella produzione di collagene ed elastina, componenti fondamentali del tessuto connettivo, e formazione di edemi. Una microcircolazione scarsa equivale ad uno scarso afflusso di sangue, che comporta problemi di scarso nutrimento, di ossigeno insufficiente e di difficoltà nell'eliminare le tossine, con ristagno di sostanze sgradite. Ulteriori nuove tecniche anticellulite sono rappresentate dall'ozonoterapia e dall'impiego dell'elettrostimolatore. I prodotti naturali, che ci possono venire in aiuto per contrastare la cellulite, si possono distinguere in base al tipo di azione a cui ottemperano: -azione lipolitica: tè, tè verde, caffè, guaranà, alga kelp; -azione drenante: ananas, betulla, tarassaco, papaia, pilosella; -azione sulla microcircolazione: centella, vite, ippocastano, meliloto. vedi nella sezione risposte: La cellulite visita la nostra sezione dedicata al benessere vedi un bagno contro la cellulite vedi: gli oli essenziali che curano la cellulite Centella centella asiatica, ottima nella cura della cellulite - centella asiatica, ottima nella cura della cellulite - centella asiatica, ottima nella cura della cellulite - centella asiatica, ottima nella cura della cellulite - centella asiatica, ottima nella cura della cellulite - centella asiatica, ottima nella cura della cellulite - centella asiatica, ottima nella cura della cellulite - centella asiatica, ottima nella cura della cellulite - centella asiatica, ottima nella cura della cellulite - centella asiatica, ottima nella cura della cellulite - centella asiatica, ottima nella cura della cellulite - centella asiatica, ottima nella cura della cellulite - Dalle foglie e dalle sommità fiorite della centella asiatica, pianta originaria dei paesi caldi (hydrocotyle asiatica), gli erboristi ricavano un prodotto, che per le spiccate proprietà di protezione dei capillari, risulta molto utile in tutte la patologie della circolazione sanguigna, nella cura della cellulite e delle emorroidi. Vedi anche: ERBORISTERIA RIMEDI NATURALI OMEOPATIA FITOTERAPIA IL "CENTRO DEL BENESSERE" Purtroppo il ritmo frenetico che la vita ci impone oggi, minaccia il nostro equilibrio e la nostra armonia, riducendo drasticamente i momenti di relax. Ma fortunatamente la nostra attenzione si volge sempre di più verso una migliore qualità della vita. E per dare una risposta a queste esigenze crescono sempre più "Centri del Benessere". Luoghi ideati per chi sente la necessità di dedicare il proprio tempo libero alla cura del proprio benessere. I nostri progenitori, gli antichi Romani, edificarono le prime Terme, sfruttando e beneficiando dell'enorme patrimonio idrico di cui disponiamo ancora tutt'ora! Erano un luogo di ritrovo sociale e ubi thermae ibi salus. E anche i Greci, ai tempi di Ippocrate, padre della Medicina riconoscevano all'acqua proprietà terapeutiche. Ancora oggi le acque termali esercitano su di noi un certo fascino! Cos'è l'Acqua per noi? Senza dubbio ci lega ad essa un legame molto profondo che ci riporta indietro nel tempo: alle origini della vita terrestre e al grembo materno. Il cercare l'acqua assume così una forte valenza simbolica nel nostro vissuto: è come tornare alle proprie origini. L'immergersi in una vasca d'acqua richiama alla gravidanza e alla nascita, quando la mamma ci accudiva e proteggeva. Entrando in acqua ci immergiamo in una dimensione diversa, in una sorta di grande abbraccio che ci avvolge e al quale ci affidiamo. Secondo gli psicoanalisti l'acqua simboleggia in primo luogo l'inconscio: "come il mondo è emerso dall'abisso delle acque così la vita cosciente del bambino è uscita dalle acque materne (liquido amniotico)." Il rapporto curativo, dunque protettivo all'interno delle vasche o in appositi luoghi terapeutici, con l'acqua può essere visto come quel complesso rapporto tra l'Io e l'inconscio. Può, quindi, essere la ricerca di se stesso, delle proprie origini e della sua più profonda identità che spinge l'uomo alla ricerca della comune acqua come mezzo privilegiato per curarsi, secondo modalità naturali, dalle affezioni organiche ai disturbi comportamentali. Tuttavia, anche solo guardando la tendenza turistica ad avvicinarsi e frequentare sempre più assiduamente questi centri, emerge la consapevolezza dell'efficacia terapeutica delle acque termali, per eliminare o ridurre danni alla propria salute. Indipendentemente dalle potenzialità intrinseche dell'acqua è la persona stessa che ne usufruisce dandole un senso, scientifico o affettivo che sia. Così, come per ogni tipo di terapia è necessario che il paziente sia convinto di ciò che fa, affinché tale terapia possa operare nel migliore dei modi. Ormai si sta diffondendo e acquisendo una certa consapevolezza che conditio sine qua non di un vero benessere è il giusto equilibrio tra corpo e mente: frutto di conoscenza di sé, delle proprie risorse e potenzialità e di cura del proprio corpo attraverso lo sport, la sana alimentazione. Negli attuali centri del benessere oltre alle più classiche terapie e trattamenti, ritroviamo l'esperienza di operatori specializzati in approcci olistici, rivolti al raggiungimento di un equilibrio psicofisico dei pazienti. Le persone vanno alle terme per una "purificazione" personale; tale purificazione sarebbe poco efficace se non comprendesse anche l'aspetto cognitivo-mentale e comportamentale, più specificatamente di competenza psicologica. Perché non inserire in questi centri, accanto ai medici, uno Psicologo del Benessere? La miglior acqua minerale, e i migliore psicofarmaci, pur con le loro specifiche e riconosciute proprietà terapeutiche, non insegnano nulla a chi non sa come affrontare problemi e difficoltà; non modifica i pensieri disfunzionali che fanno star male! Il compito dello Psicologo del Benessere sarà quello di sviluppare le risorse psicologiche e le caratteristiche personali del paziente, migliorandone così la qualità della vita. Farà acquisire nuove strategie comportamentali, insegnando tecniche e strategie psichiche e autoterapiche, tecniche di rilassamento, che potranno poi essere utilizzate nella pratica quotidiana. La meta generale è aiutare l'individuo a vedere in se stesso, e promuovere uno stato psichico di soddisfazione e realizzazione. Per iniziare basta avere un atteggiamento più attento verso se stessi: l'individuo in tal modo diviene "protagonista di se stesso". Lo Psicologo in questi centri offrirà un intervento di counseling, cioè una serie di colloqui di assistenza psicologica, le cui tecniche mireranno a focalizzare i punti problematici e a potenziare quei comportamenti funzionali al benessere del soggetto, promuovendone l'applicazione effettiva allo star bene. Ovviamente, nel caso in cui venga diagnosticato un conflitto di maggior portata, il paziente sarà indirizzato ad una terapia più adeguata. I moderni centri termali hanno così un'immagine nuova: sono centri capaci di unire salute psico-fisica, bellezza, divertimento, sport e relax. Il paziente potrà svolgere pratiche sportive, trattamenti estetici (massaggi, lifting, peeling, inalazioni, bendaggi, saune bagni turchi), tecniche rivolte ad un benessere psicofisico esercitato dal potere dell'acqua (balneoterapia, talassoterapia, fangoterapia, rebirthing): tanti nuovi servizi, dinamici e completi, di trattamenti personalizzati di prevenzione, cura e miglioramento psicofisico. Concediamoci qualche pausa di riflessione! Ognuno di noi dovrebbe auspicare ad una vita in armonia con se stessi e con gli altri. In questa direzione la Psicologia del Benessere rappresenta quella branca della psicologia che pienamente si prefigge la realizzazione di questo tipo di "stare bene", partendo, ovviamente, da una spinta motivazionale soggettiva! Dott. Luigi Mastronardi (psicologo e psicoterapeuta; docente nel Corso di Perfezionamento in Psicoimmunologia nella Facoltà di Medicina e Chirurgia dell'Università "La Sapienza" di Roma) Chitosano chitosano, ottimo per colesterolo e trigliceridi - chitosano, ottimo per colesterolo e trigliceridi - chitosano, ottimo per colesterolo e trigliceridi - chitosano, ottimo per colesterolo e trigliceridi - chitosano, ottimo per colesterolo e trigliceridi - chitosano, ottimo per colesterolo e trigliceridi - chitosano, ottimo per colesterolo e trigliceridi - chitosano, ottimo per colesterolo e trigliceridi - chitosano, ottimo per colesterolo e trigliceridi - chitosano, ottimo per colesterolo e trigliceridi - chitosano, ottimo per colesterolo e trigliceridi - chitosano, ottimo per colesterolo e trigliceridi - chitosano, ottimo per colesterolo e trigliceridi - chitosano, ottimo per colesterolo e trigliceridi - chitosano, ottimo per colesterolo e trigliceridi - chitosano, ottimo per colesterolo e trigliceridi - chitosano, ottimo per colesterolo e trigliceridi - chitosano, ottimo per colesterolo e trigliceridi - chitosano, ottimo per colesterolo e trigliceridi - chitosano, ottimo per colesterolo e trigliceridi - chitosano, ottimo per colesterolo e trigliceridi - chitosano, ottimo per colesterolo e trigliceridi - E' un derivato della chitina (la chitina costituisce il guscio dei crostacei), svolge un'azione di inibizione a livello intestinale sull'assorbimento dei grassi e del colesterolo. Agisce intrappolando queste sostanze, impedendone l'attacco da parte degli enzimi digestivi. In pratica limita l'assimilazione dei grassi, stimolandone l'evacuazione con le feci. E' bene accompagnare l'assunzione di questa fibra con molta acqua, perché idratandosi si gonfia, distendendo le pareti intestinali, facilitando la defecazione. Se ne consiglia l'assunzione prima dei pasti, come coadiuvante: contro gli alti livelli di colesterolo e trigliceridi nel sangue, contro la stitichezza e nelle cure dimagranti. Federazione Italiana Ciclismo Commenti e informazioni dalla Gazzetta dello Sport Circuit Training Tipo di lavoro in circuito, utile soprattutto per la forza; in base al carico utilizzato e ai tempi di recupero avremo un lavoro allenante: per la forza pura, per la forza veloce oppure per la forza resistente. Vengono stabilite delle stazioni, di solito da 6 a 12, in cui viene svolto un esercizio. Si esegue una sola serie per esercizio e quindi per stazione, fino al completamento del circuito, che viene percorso fino a 4 volte. Il recupero fra le serie varia dai 15 ai 60 secondi. il mare in codice codici mari e oceani sulle etichette del pesce 21 atlantico nord occidentale 27 atlantico nord orientale 27IIId mar baltico 31 atlantico centro occidentale 34 atlantico centro orientale 41 atlantico sud orientale 37.1 - 37.2 - 37.3 mar mediterraneo 37.4 mar nero 51 - 57oceano indiano 61 - 67 - 71 - 77- 81 - 87 oceano pacifico 48 - 58 - 88 antartico Coenzima Con il termine coenzima (o cofattore enzimatico) si intende la sostanza che costituisce la porzione non proteica dell'enzima. L'unione tra le due parti è condizione indispensabile affinché un enzima possa svolgere la propria attività di catalizzatore. I coenzimi intervengono nei processi enzimatici in svariati modi: - possono distaccarsi dalla parte proteica ed essere trasferiti al substrato, con cui sono in grado di reagire in molteplici maniere; - possono cedere al substrato solo un frammento della propria struttura; - possono conservare la propria integrità limitandosi a favorire il trasferimento di gruppi chimici, di ioni o di cariche elettriche da un composto donatore al substrato accettore. vedi: il Metabolismo Combinazioni Alimentari l'importanza delle corrette combinazioni o associazioni alimentari - l'importanza delle corrette combinazioni o associazioni alimentari - l'importanza delle corrette combinazioni o associazioni alimentari - l'importanza delle corrette combinazioni o associazioni alimentari - l'importanza delle corrette combinazioni o associazioni alimentari - l'importanza delle corrette combinazioni o associazioni alimentari - l'importanza delle corrette combinazioni o associazioni alimentari - l'importanza delle corrette combinazioni o associazioni alimentari - l'importanza delle corrette combinazioni o associazioni alimentari - l'importanza delle corrette combinazioni o associazioni alimentari - l'importanza delle corrette combinazioni o associazioni alimentari - l'importanza delle corrette combinazioni o associazioni alimentari - l'importanza delle corrette combinazioni o associazioni alimentari - l'importanza delle corrette combinazioni o associazioni alimentari - l'importanza delle corrette combinazioni o associazioni alimentari - Per la soluzione di tantissime questioni relative all'apparato digerente (gonfiori addominali, stitichezza, bruciori di stomaco, emorroidi e difficoltà digestive) occorre tener conto della compatibilità fra gli alimenti e delle associazioni non adatte, ovvero dei problemi delle combinazioni alimentari. Non tutti gli alimenti sono digeriti negli stessi tempi e con le medesime modalità. La digestione è resa possibile dagli enzimi (presenti nella bocca, nello stomaco e nell'intestino), che sono specifici, cioè ognuno serve ad una particolare reazione chimica diversa (le amilasi per gli amidi, le proteasi per le proteine, le lipasi per i grassi). Particolare importanza assume anche il grado di acidità dell'ambiente dove gli enzimi agiscono, infatti, alcuni lavorano meglio in ambiente alcalino (per esempio la Ptialina, enzima salivare), altri in un ambiente acido (per esempio la Pepsina, enzima preposto alla digestione delle proteine). La digestione dei cibi amidacei (come ad esempio i cereali, ricchi di carboidrati complessi) inizia in bocca, dove una corretta masticazione rende possibile la trasformazione dell'amido in composti zuccherini più semplici, grazie all'intervento della Ptialina. Quando questo boccone sarà deglutito, lo stomaco inizierà a produrre un succo gastrico debolmente acido, in modo che la ptialina (attiva solo in ambiente alcalino e resa inattiva dall'acidità) possa continuare ancora il suo lavoro almeno per altre due ore, solo a questo punto il succo gastrico diventerà acido per permettere la digestione della componente proteica di cereali. La digestione dei cibi proteici (carne, formaggi, uova, pesce) avviene con altre modalità ed in ambiente diverso. Durante la masticazione, che dovrà essere ugualmente accurata, non vi è alcun inizio dei processi digestivi, ma sarà solo nello stomaco che un enzima specifico, il pepsinogeno, sarà reso attivo dall'acido cloridrico del succo gastrico e diventerà pepsina, in grado di iniziare la digestione proteica. Mangiando quindi assieme, per esempio pasta e carne, sia ha una secrezione precoce di succo gastrico fortemente acido, che renderà impossibile l'attività della ptialina e di conseguenza estremamente difficoltosa la digestione dei carboidrati. Anche combinazioni di diversi cibi proteici possono creare problemi. Il nostro stomaco è in grado di produrre succhi gastrici in tempi distinti e con composizioni difformi, in relazione alle diverse proteine da digerire. Per esempio, il succo gastrico per la carne è fortemente acido fin dall'inizio, quello per il latte, invece, è acido solo verso la fine della digestione, per cui una combinazione particolarmente nociva può essere quella tra carne o pesce e latte, perché questo alimento, a contatto con l'acidità dello stomaco, coagula in grumi e fiocchi che possono contenere frammenti di carne che, non venendo a contatto con il succo gastrico, rischiano di passare inalterati nel successivo tratto intestinale. Per quanto riguarda la frutta, è veramente sconsigliato ingerirla insieme con altri cibi, infatti, risulta digeribile molto rapidamente se mangiata da sola, viceversa, gli zuccheri che la compongono, costretti ad una permanenza più lunga nello stomaco dalla presenza contemporanea di altri alimenti, sono soggetti a fermentazioni che provocano gonfiore e rallentamenti digestivi. AlimentoAssociazione ottimaleAssociazione tollerabileAssociazione da escludere carne, pesce, uovatutti gli ortaggi tranne gli amidaceipiccole quantità di patatetra di loro e con la frutta latte con il panetutto il resto formaggioverdure ed ortaggicon il pane e la zuccatutte le proteine e la frutta yogurth frutta acidaaltri alimenti proteici legumiverdure e ortaggi non amidaceicon i cerealialtri cibi proteici e la frutta cerealiverdure e ortaggialtri cibi proteici e la frutta dolcealtra frutta e il pane ortaggi e verduretutti tranne la frutta non oleosa La frutta non oleosa patateortaggi e verdure tranne i legumiuova e carnefrutta, cereali, latte e formaggi pomodoriverdure e proteici tranne formaggiocarboidratilatte, formaggi frutta dolce Creatina creatina, l'integratore più diffuso e chiaccherato del momento - creatina, l'integratore più diffuso e chiaccherato del momento - creatina, l'integratore più diffuso e chiaccherato del momento - creatina, l'integratore più diffuso e chiaccherato del momento - creatina, l'integratore più diffuso e chiaccherato del momento - creatina, l'integratore più diffuso e chiaccherato del momento - creatina, l'integratore più diffuso e chiaccherato del momento - creatina, l'integratore più diffuso e chiaccherato del momento - creatina, l'integratore più diffuso e chiaccherato del momento - creatina, l'integratore più diffuso e chiaccherato del momento - creatina, l'integratore più diffuso e chiaccherato del momento - creatina, l'integratore più diffuso e chiaccherato del momento - creatina, l'integratore più diffuso e chiaccherato del momento - creatina, l'integratore più diffuso e chiaccherato del momento - creatina, l'integratore più diffuso e chiaccherato del momento - creatina, l'integratore più diffuso e chiaccherato del momento - Ma la creatina che cos'è? La creatina a che cosa serve? La creatina funziona davvero? La creatina può dare disturbi? Come assumere la creatina? Queste sono le domande che più frequentemente ci arrivano via e.mail sulla fantomatica creatina, ma ne arrivano veramente tante; forse la creatina non potrà risolverà i vostri problemi, ma di pubblicità e clamore ne è stato fatto parecchio. Cominciamo da: che cos'è la creatina? La creatina, che spesso si trova legata ad un gruppo fosforico (creatinfosfato), è una sostanza che ricopre un ruolo fondamentale nella contrazione muscolare essendo indispensabile per il ciclo energetico ADP - ATP. La necessità di utilizzare grandi quantità di ATP per unità di tempo giustifica il ricorso all'integrazione di creatina monoidrato (N.B. la legge ne permette l'assunzione di 3 grammi al giorno) che nell'organismo verrà convertita in creatinfosfato, che non è assimilabile per via orale. Il creatinfosfato carica l'ADP (adenosindifosfato) cedendogli il gruppo fosfato e trasformandolo in ATP. L'ATP, nel fornire energia perde un gruppo di fosfato ritrasformandosi in ADP che potrà essere di nuovo caricato per effetto del creatinfosfato. La creatina è comunque presente in piccole quantità nella carne, ma l'integrazione (nei dosaggi previsti dalla legge) è consigliabile in tutte le specialità sportive in cui necessità un elevato turn over dell'ATP. L'assunzione di creatina monoidrato comporta: -aumento del contenuto totale di creatina nel muscolo; -aumento della quantità di ATP utilizzabile; -aumento della potenza anaerobica alattacida; -aumento della capacità tampone con miglioramento della capacità di neutralizzare l'acido lattico (prestazioni lattacide ed aerobiche ad elevata intensità); -aumento della risintesi di creatinfosfato nel muscolo. VEDI LE RISPOSTE AI QUESITI PIU' INTERESSANTI SULLA CREATINA NELLA SEZIONE RISPOSTE: informazioni sulla creatina per ulteriori approfondimenti riguardo la creatina ti consigliamo di visitare le seguenti nostre sezioni: alimentazione integrazione bodybuilding preparazione atletica erboristeria cardiofitness o di recarti all'Home Page per una visione globale del sito la creatina - la creatina - la creatina - la creatina - la creatina - la creatina - la creatina - la creatina - la creatina - la creatina - la creatina - la creatina - la creatina - la creatina - la creatina - la creatina Crema naturale per calli e verruche Preparare una crema emulsionando olio vergine di oliva e polpa di bulbi d'aglio schiacciati. Applicare ogni sera la crema sulla parte interessata, proteggendo l'impacco con un cerotto o con una leggera fasciatura: dopo qualche giorno si potrà scalzare il callo senza ricorrere a tagli traumatici. In alternativa, si può applicare direttamente sul callo o sulla verruca, al posto della crema, un tondino d'aglio ritagliato in orizzontale da uno spicchio. Come crescere di peso Questo articolo, non è rivolto ai bodybuilder, ma a tutti coloro che si ritengono troppo magri e che, nonostante cerchino di mangiare parecchio, non riescono a salire di peso. Il primo suggerimento è quello di consultare un dietologo che, una volta comprese le eventuali cause e tenuto conto delle esigenze particolari, possa indicare la dieta più appropriata. I fattori che determinano tale situazione sono molteplici e diversi da individuo ad individuo, cercheremo di fornire dei consigli generali, che possano risultare utili al riguardo. 1) quantificare le uscite caloriche ed ingerire alimenti per un totale calorico superiore, 2) evitare o perlomeno limitare gli alimenti che possono accelerare il metabolismo (caffè, tè, ed altri eccitanti), 3) non esagerare con l'assunzione di fibre alimentari, che possano inibire l'assorbimento del cibo, 4) suddividere l'alimentazione giornaliera in sei o sette pasti completi (carboidrati, proteine, grassi) e facilmente digeribili (eventualmente per migliorare la digestione integrarsi con degli enzimi), 5) l'apporto calorico ideale dovrebbe derivare per circa il 25-33% dalle proteine, per il 17-20% dai grassi e per il 50-58% dai carboidrati, 6) cercare di evitare le situazioni che possono alterare il metabolismo (stress psichico e fisico), 7) svolgere un'attività fisica con i pesi costante e programmata all'attivazione dei processi anabolici (che stimoli la secrezione degli ormoni utili all'accrescimento), 8) limitare fumo ed alcolici, 9) cercare di dormire almeno nove ore per notte, cercando di rispettare e mantenere i medesimi ritmi ed orari, 10) assumere integratori e prodotti naturali che stimolino l'appetito (erba medica, cumino), che spingano all'accrescimento (aminoacidi, creatina, pappa reale, glutammina, lievito di birra, tribulus terrestris) e che regolarizzino il metabolismo (cromo, fieno greco). Cristalloterapia La Cristalloterapia, una delle terapie naturali dolci più antiche, attribuisce un particolare potere curativo alle pietre. Efficacia terapeutica che può venire sfruttata, per quel che riguarda il ripristino dell'equilibrio fisico, soprattutto ingerendo le polveri dei "cristalli", dal punto di vista spirituale, posizionando le pietre su determinate posizioni del corpo. Il potere delle polveri è giustificato dall'alto contenuto in minerali (ferro, sodio, silicio, manganese, calcio); per comprenderne meglio l'effettiva importanza si possono prendere a paragone le acque minerali e le fonti termali che, appunto, basano la propria forza curativa sui minerali. La cristalloterapia, soprattutto in oriente, gode di un ruolo assolutamente di prestigio per la ricerca del miglior equilibrio mentale, emozionale e spirituale, con particolari risvolti positivi sul potenziale meditativo e sulle facoltà di concentrazione. vedi anche: rimedi naturali omeopatia erboristeria aromaterapia sezione dedicata alla salute sezione dedicata al benessere i fiori di bach Cromo Picolinato Il cromo è un importante minerale traccia, essenziale per il corpo umano. I processi di raffinazione degli alimenti ne hanno impoverito i contenuti, giustificandone, per gli atleti, l'assunzione come integratore. La carenza di questo metallo comporta squilibri nel metabolismo, che causano: soprappeso, iperglicemia, diminuzione della sensibilità all'insulina e minor resistenza alle infezioni. Per gli sportivi, il cromo è utile in quanto ne favorisce la crescita muscolare (incrementando l'entrata degli aminoacidi nelle cellule muscolari, migliorando l'assorbimento nei tessuti del Glucosio plasmatico, favorendo l'immagazzinamento del Glicogeno) e ne aumenta la resistenza alla fatica. Il cromo picolinato può essere utilizzato nei programmi di riduzione o di mantenimento del peso corporeo, associato ad un adeguato regime dietetico e all'esercizio fisico, perché: -causa un calo del senso di fame (regolarizza la glicemia), -provoca un aumento della velocità del metabolismo, -conserva la massa muscolare (che brucia moltissime calorie). In caso di necessità e dopo un consulto col proprio medico, si consiglia l'assunzione di una compressa al giorno di cromo picolinato durante il pasto principale, da ingerire con un bicchiere d'acqua. vedi bodybuilding vedi preparazione fisica BODYBUILDING Letteralmente significa "costruzione del corpo", ha come scopo il massimo sviluppo e la perfetta armonia nelle proporzioni delle masse muscolari, con la ricerca della loro massima definizione, massima separazione e massima striatura. intervista alla campionessa del mondo 2002 di fitness: Antonella Lizza come scegliere tempi di recupero, ritmo di esecuzione e livello di carico effetti fisiologici dell'allenamento con i pesi macchine o pesi? cosa scegliere per allenarsi al meglio Come effettuare correttamente il riscaldamento L'allenamento per incrementare la massa muscolare L'allenamento per migliorare la definizione Donne: come allenare glutei e cosce Le componenti per il successo Diversificare gli allenamenti Gli esercizi muscolo per muscolo Foto di Fitness e Bodybuilding Cumino (Carum Carvia) Cumino: appetito, digestione, aerofalgia, montata lattea - Cumino: appetito, digestione, aerofalgia, montata lattea - Cumino: appetito, digestione, aerofalgia, montata lattea - Cumino: appetito, digestione, aerofalgia, montata lattea - Cumino: appetito, digestione, aerofalgia, montata lattea - Cumino: appetito, digestione, aerofalgia, montata lattea - Cumino: appetito, digestione, aerofalgia, montata lattea - Cumino: appetito, digestione, aerofalgia, montata lattea - Cumino: appetito, digestione, aerofalgia, montata lattea - Cumino: appetito, digestione, aerofalgia, montata lattea - Cumino: appetito, digestione, aerofalgia, montata lattea - Cumino: appetito, digestione, aerofalgia, montata lattea - Cumino: appetito, digestione, aerofalgia, montata lattea - Cumino: appetito, digestione, aerofalgia, montata lattea - Cumino: appetito, digestione, aerofalgia, montata lattea - Cumino: appetito, digestione, aerofalgia, montata lattea - Cumino: appetito, digestione, aerofalgia, montata lattea - Cumino: appetito, digestione, aerofalgia, montata lattea - Cumino: appetito, digestione, aerofalgia, montata lattea - Dai frutti dei carvi si ricava un prodotto che può risultare utile per stimolare l'appetito, per facilitare la digestione, nelle gastralgie nervose, per combattere l'alitosi, nelle areofagie e per incrementare la montata lattea. Essi, infatti, contengono un olio essenziale, la cui parte più importante è costituita da carvone e limonene che, adducendo una spinta alla secrezione gastrica, svolgono un'importante azione regolatrice della funzionalità gastrointestinale, facilitano la digestione, hanno azione antispasmodica e stimolano l'appetito. Vedi: altri prodotti erboristici la fitoterapia i fiori di bach omeopatia sezione dedicata al benessere combattere la cellulite Decotto per le Emorroidi Preparare un decotto facendo bollire per 15 minuti 100 grammi di foglie di Castagno in un litro di acqua (meglio se pre-riscaldata). Filtrare e, una volta tiepido, aggiungere 3 cucchiai di glicerina. Appena raffreddato, imbeverne una garza da porre successivamente sulle emorroidi. Tali applicazioni, in virtù del grande potere astringente del decotto, arrecano un grande sollievo e risultano particolarmente indicate soprattutto nei casi di emorroidi esterne. gli articoli correlati consigliati: erboristeria la fitoterapia rimedi naturali i fiori di bach omeopatia sezione dedicata al benessere Un decotto contro la forfora Mettere a bollire tre manciate di radice di ortica in mezzo litro di acqua e mezzo litro di aceto per circa 30 minuti; colare ed eventualmente profumare con olio essenziale di lavanda. Praticare frizioni trisettimanali (quotidiane, in casi estremi). Per completare il trattamento, è consigliabile ungere saltuariamente il cuoio capelluto con olio di ricino o di oliva. gli articoli più gettonati del momento: combattere la cellulite consigli per dimagrire allenarsi in palestra allenare cosce e glutei alimentazione combattere l'acne: un decotto contro l'acne Bollire 300 grammi di foglie di Lattuga per 3 minuti in un litro di acqua, filtrare ed incorporare una piccola quantità di crema da viso. Applicare sulla pelle per 15-20 minuti, quindi risciacquare. Il decotto, in alternativa, può essere applicato direttamente come una lozione. Per evitare problemi di conservazione, si consiglia di usare in giornata quello che si è preparato. mestruazioni: un decotto naturale contro le mestruazioni dolorose Come rimedio naturale alle mestruazioni dolorose consigliamo il decotto seguente. Bollire, in un litro di acqua per due minuti, 4 cucchiai di una miscela di erbe ottenuta mescolando: 50 grammi di Camomilla, 50 grammi di galbuli di Ginepro, 50 grammi di Fumaria, 50 grammi di Achillea, 50 grammi di rizoma di Pungitopo. Lasciare in infusione per ulteriori 10 minuti, berne due tazze al giorno (mattina e sera) nei 14 giorni che precedono la data presunta delle mestruazioni. vedi altri rimedi naturali combattere la cellulite sezione erboristeria attività fisica e mestruazioni l'omeopatia i fiori di bach il massaggio la dieta a zona sezione benessere DEFINIZIONE MUSCOLARE Per ottenere eccellenti risultati nel Body Building non è sufficiente raggiungere enormi masse muscolari, ma è anche necessario che l'atleta sia in grado di presentare in modo ottimale lo sviluppo del suo fisico, attraverso la massima acquisizione di dettagli visuali come la definizione, la separazione e le striature. L'obbiettivo della cosiddetta "fase di definizione" consiste nel portare l'organismo a sfruttare le riserve energetiche provenienti dal grasso corporeo, evitando la catabolizzazione delle proteine costituenti le masse muscolari. E' impensabile che il bodybuilder possa essere costantemente in una situazione di forma da gara. La dieta, a tale scopo, ricopre un ruolo fondamentale, ma non può essere tanto rigida da: -far perdere massa muscolare insieme al grasso corporeo; -rallentare il metabolismo rendendolo meno efficace nel bruciare grasso; -non avere abbastanza energia per allenarsi intensamente. È sbagliato pensare che, per ottenere la massima definizione, occorra ridurre il più possibile il grasso corporeo e disidratare l'organismo riducendo l'assunzione di liquidi. Occorre ricordare che grasso e acqua intramuscolari contribuiscono al raggiungimento delle massime masse e delle forme piene. Il muscolo è costituito da più del 75% d'acqua ed ogni grammo di Glicogeno, che il corpo conserva come energia per la contrazione muscolare, ne contiene 2,7 grammi. E' utile, quindi, avere una buona quantità di grasso e di acqua nel corpo, ma apparire ugualmente definiti, mantenendo grasso e acqua all'interno dei muscoli, invece di lasciarli nel sotto cute. Uno dei fattori essenziali per un'adeguata preparazione pre-gara è il controllo dell'acqua contenuta nel corpo. Ci sono due sistemi per convogliare nelle cellule tutta l'acqua possibile: -l'alterazione dell'equilibrio elettrolitico sulla membrana cellulare, in modo che ci sia un flusso d'acqua dall'esterno della cellula al suo interno; -l'assunzione di molti carboidrati, che induca il corpo ad incamerare grosse quantità di glicogeno e conseguentemente di acqua. L'equilibrio idrico attraverso la membrana della cellula è regolato dall'equilibrio tra il potassio all'interno della cellula ed il sodio all'esterno. Con un eccesso di potassio l'acqua tende a confluire nella cellula, viceversa, in condizioni di eccesso di sodio, l'acqua tende a defluirne. Tuttavia, il corpo cerca sempre di mantenere tale equilibrio, per cui, riducendo l'assunzione di sodio, avviene la liberazione di potassio in quantità tali da ripristinarlo; lo squilibrio (necessario per diventare davvero definiti, separati e striati per la gara) è realizzabile per circa tre giorni al massimo. E' consigliabile quindi, per una settimana, partendo da dieci giorni prima della gara, ingerire grandi quantità di sodio per mantenere alti anche i livelli di potassio, e negli ultimi tre giorni attuare una riduzione dell'assunzione di sodio abbinata ad una contemporanea integrazione di potassio (un'assunzione ridotta di sodio per tempi più lunghi avrebbe come unico risultato quello di un impoverimento proporzionale dei livelli di potassio). In questo modo lo squilibrio tra i due minerali sarà il più pronunciato possibile, tale da procurare il movimento idrico verso l'interno delle cellule. Il carico di sodio è, quindi, un metodo a breve termine, con cui si stimola il corpo ad ottenere un risultato opposto. L'assunzione di sodio non deve essere troppo eccessiva, ne deve avvenire per lunghi periodi, in quanto, un elevato livello di tale minerale, può causare seri problemi fisici, tra cui l'ipertensione. La quantità di glicogeno che il corpo è in grado di immagazzinare ha un ruolo importante per la rimozione della ritenzione idrica sottocutanea e per le dimensioni muscolari. Dopo un periodo di duro allenamento e di dieta pre-gara l'organismo esaurisce le riserve di glicogeno, ma è predisposto ad immagazzinarne quantità superiori (principio della compensazione). Con adeguate metodiche è addirittura possibile incrementare tale effetto. Se si riduce l'assunzione di carboidrati per circa tre giorni (fino al raggiungimento della CHETOSI), il corpo si verrà a trovare in uno stato di "fame" di carboidrati tale da essere pronto a riceverne ed immagazzinarne, sottoforma di Glicogeno, ingenti quantità. Il carico di carboidrati si traduce: in muscoli più sviluppati, più massicci e più modellati ed nella rimozione di gran parte della ritenzione idrica sottocutanea grazie alla richiesta d'acqua del glicogeno. Troppo spesso gli atleti aspettano addirittura il giorno prima della gara per fare il carico di carboidrati, mentre il corpo, per saturarsi in questo senso, richiede almeno 72 ore. Nella ricerca della forma da gara, possono essere utili integrazioni di aminoacidi, creatina, glutammina e piruvato. combattere la cellulite la dieta a zona sezione benessere Depressione post Parto DEPRESSIONE POST-PARTUM: CHE COS'E' E COME AFFRONTARLA Dopo la nascita di un bambino può capitare che la donna non si senta così felice come pensava di essere. Al contrario, può sentirsi triste senza motivo, irritabile, incline al pianto, "inadeguata" nei confronti dei nuovi ed impegnativi compiti che la attendono. Nella maggior parte dei casi questo stato d'animo e del tutto fisiologico e passeggero, nel giro di pochi giorni, questi sentimenti negativi passano e la donna può godere appieno della vicinanza del suo piccolo. Si parla in questi casi di "baby blues", uno stato depressivo temporaneo e senza nessuna conseguenza. Si stima che circa il 70%-80% delle donne soffra di questo disturbo. Ben più seria, e sicuramente da affrontare con l'aiuto di uno specialista, è la "depressione post-partum", che colpisce circa il 10% delle donne che hanno avuto da poco un bambino. La depressione post parto può verificarsi indipendentemente dall'ordine di nascita del bambino: non è detto che una madre che non ne abbia sofferto in seguito alla nascita del primo figlio non possa soffrirne dopo la nascita di altri figli. Nessuno sa dire con certezza che cosa provochi la depressione post parto. Certamente si possono identificare una serie di cambiamenti che avvengono dopo il parto e che possono portare ad uno stato depressivo. A) Cambiamenti a livello fisico - Il livello di ormoni quali l'estrogeno e il progesterone cade drammaticamente nelle ore successive al parto. - Può essere presente una spossatezza dovuta al travaglio e al parto o alla necessità di riprendersi da un intervento chirurgico in caso di taglio cesareo. B) Aspetti emotivi che possono influire sull'autostima della donna e sulla sua capacità di affrontare lo stress del puerperio - Sensazione di inadeguatezza. - Percezione di uno scarso sostegno da parte del partner. - Aver vissuto di recente eventi stressanti importanti. C) Credenze rispetto all'essere madre - "La maternità è una questione di istinto". Non è facile gestire un neonato. Alcuni aspetti della cura di un neonato vanno appresi, così come qualsiasi altra abilità nella vita. - "Mio figlio sarà perfetto". Non sempre (o quasi mai) i bambini sono così come ce li siamo immaginati. A cominciare dall'aspetto fisico, per non parlare dei ritmi sonno-veglia, dell'alimentazione, etc. - "Sarò una madre perfetta". Una donna può pensare di non essere all'altezza del suo compito, di essere inetta se non riesce a fare "tutto e bene". Sintomi della Depressione Post Partum I sintomi che possono far sospettare una depressione post parto includono: - Sentirsi quasi sempre irrequiete o irritabili; - Sentirsi tristi, depresse o avere molta voglia di piangere; - Non avere energie; - Mal di testa, dolori addominali, tachicardia, difficoltà a respirare; - Insonnia; - Inappetenza e perdita di peso; - Mangiare in maniera eccessiva e soprappeso; - Difficoltà di concentrazione e di memoria, difficoltà nel prendere le decisioni; - Preoccupazione costante nei confronti del bambino (in assenza di problemi oggettivi); - Disinteresse nei confronti del bambino; - Sentimenti di colpa e di disistima; - Timore di poter fare del male al bambino o a voi stesse; - Perdita di interesse o piacere in ciò che si fa. Cosa può fare una donna che sta sperimentando questi sintomi? Innanzitutto se lo stato depressivo è serio e interferisce con lo svolgimento delle nostre attività quotidiane non esitiamo a rivolgerci ad uno specialista. Potrebbe essere anche necessario assumere dei farmaci per un periodo. E' importante affrontare seriamente la depressione post parto perché può avere delle conseguenze a lungo termine sulla vita della donna che la sta sperimentando e su quelle della sua famiglia, soprattutto del neonato. Se invece stiamo sperimentando alcuni dei sintomi su elencati ma essi non interferiscono pesantemente con la nostra vita quotidiana ecco cosa possiamo fare per evitare che il nostro stato depressivo si aggravi e per ritrovare il benessere perduto: - Cerchiamo qualcuno con cui poter parlare di come ci sentiamo. Parlare con altre mamme e sentire che non siamo sole può aiutarci a vivere il nostro stato d'animo in maniera diversa; - Prendiamoci del tempo per stare con il nostro partner e parlare di quanto sia cambiata la nostra vita. Esprimiamo sinceramente i nostri sentimenti e le nostre preoccupazioni; - Lasciamo che amici e parenti ci diano una mano nella gestione della casa e del bambino. Facciamoci aiutare nelle faccende domestiche e deleghiamo anche qualche pasto notturno al papà (se si allatta al seno si può sempre tirare il latte con un tiralatte e conservarlo in frigo o in freezer, al momento opportuno il papà potrà offrirlo al piccolo con il biberon); - Prendiamoci del tempo per noi stesse, anche solo 15 minuti al giorno. Possiamo leggere, dedicarci a creare qualcosa, fare un bagno, meditare, insomma dedicarci a qualcosa che ci dia piacere e ci rilassi; - Cerchiamo di riposare. Approfittiamo dei momenti in cui il piccolo dorme; - Facciamo attività fisica. E' sufficiente fare qualche giro intorno all'isolato: l'aumento del metabolismo e il fatto di "aver preso aria", arrecherà un immediato benessere psicofisico; - Rilassiamoci. Respiriamo profondamente e facciamo ricorso ad immagini rilassanti, per ritrovare uno stato di calma e serenità; - Nutriamoci bene, prediligendo, frutta, cereali e verdura. Limitiamo l'uso di caffeina, alcol e zuccheri; - Teniamo un diario. Scrivere dei nostri sentimenti ed emozioni può essere un modo per "scaricarci". Appena ci sentiremo meglio potremmo rileggere il diario e notare i progressi fatti; - Accontentiamoci di portare a termine anche una sola cosa in una giornata. Ci saranno giorni in cui non saremo riusciti a concludere niente: accade a molti neo-genitori; - Ricordiamoci che è normale sentirci sopraffatte dai tanti nuovi impegni. Ci vuole del tempo per adattarsi ai cambiamenti che un figlio comporta; - Soprattutto, cerchiamo di mantenere il legame con nostro figlio. Non è facile quando si è depresse, ma è fondamentale per un neonato poter mantenere un legame con la propria madre per un'adeguata crescita fisica ed emotiva. Ecco cosa possiamo fare praticamente per mantenere questo legame: 1) Allattiamo spesso (ogni 2-3 ore), appartandoci in un posto tranquillo in cui sappiamo che non saremo disturbate. Rilassiamoci, cerchiamo di godere del contatto con il bambino, guardandolo negli occhi. Lo stesso vale se il nostro bambino non è allattato al seno, ma con il biberon, lasciando però trascorrere il tempo necessario tra una poppata e l'altra.
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STORIA DELL'ESTETICA

I CANONI ESTETICI NEL CORSO DELLA STORIA
 
 
 

STORIA DELLA BELLEZZA Evoluzione storica dei "canoni estetici" Si parla di canone di bellezza solo dall'epoca classica, per questo da fonti documentate possiamo solo capire come in varie epoche diverse popolazioni cercavano di far apparire gradevole il proprio aspetto. Giè nell'età antica gli antichi Egizi già tremilacinquecento anni prima di Cristo importavano oli, minerali ed unguenti dall'oriente ed i sacerdoti confezionavano in recipienti di alabastro, timo, mirra, origano, lavanza, incenzo, olio di sesamo, di oliva e di mandorle ed altri prodotti e sostanze. I prodotti venivano usati per la mummificazione ed altri come unguenti per il viso e per il corpo, sulla scia degli antichi egizi altri popoli del mediterraneo assimilarono tali tecniche. Tra gli antichi egizi era diffusa anche la cosmesi, e non solo tra le donne, per il bistro (kohol) era largamente usato l'antimonio, gli Ebrei invece si limitavano oli e profumi ma non usavano cosmetici. Nell'età classica tra i greci non è chiaro quale fosse il concetto preciso di bellezza tra gli antichi ellenici nel periodo pre-classico; Omero attribuiva la perfezione fisica agli eroi e le divinità, l'armonia e perfezione del fisico, con guance rosate per gli uomini e occhi cerulei con bianche braccia se erano donne. Uomini e donne usavano oli profumati di rosa, gelsomino e nardo per ungere il capo ed il corpo dopo il bagno e le donne erano solite truccarsi il viso con una crema a base di biacca proveniente da Rodi, tale usanza delle donne era però vietata durante i lutti e le cerimonie dedicate a Demetra.



I romani a contatto con la cultura greca, dopo averli vinti ne assimilarono le usanze e costumi, Nel I secolo a.C. Vitruvio scrive: “ ….la natura ha composto il corpo umano in modo tale che il viso, dal mento all’alto della fronte e alle più basse radici dei capelli, fosse la decima parte del corpo…, la terza parte del viso, considerata in altezza, è dal mento alla base delle narici; un’altra terza parte è costituita dal naso stesso considerato dalla base delle narici al punto d’incontro delle sopracciglia e la terza parte va da lì alla radice dei capelli…”: I dipinti e resti archeologici ci dicono abbastanza degli usi dei romani, Ovidio addirittura pubblicò un manuale della bellezza ( De medicamine faciei feminae ). A Roma non si conosceva il sapone, anche se ci viene tramandato il famoso bagno di latte di Poppea, e tutti lo usavano come detergente, dopo il bagno era solito cospargersi di olio di oliva. Successivamente i romani impararono ad usare una forma primitiva di sapone inventata dai Celti. Nel Medioevo le invasioni dei popoli dell’Europa nord-orientale e lo sconvolgente mutamento culturale che ne consegue per l’ex Impero romano, rendono superfluo tutto ciò che non è un bisogno primario: i modelli estetici classici non hanno alcun senso e gli invasori possono proporre, tutt’al più, l’uso di burro acido per lucidare i capelli. Ma anche questi selvaggi conquistatori furono lentamente conquistati dalla civiltà dei vinti. Finalmente per un po’ di buon gusto bisognerà aspettare l’epoca feudale ( X sec. d.C. ), quando dai castelli franco-provenzali si diffonde il modello culturale cortese che restituisce una qualche gentilezza al vivere civile. Ne deriva un recupero di valori tra i quali l'apprezzamento per la bellezza, specie quella femminile, esaltata dai trovatori che, viaggiando di corte in corte, diffondono con i loro canti la fama di bellissime castellane e, senza averne piena coscienza, contribuiscono a creare dei nuovi canoni estetici pur se quasi esclusivamente femminili. E’ il modello di una bellezza nordica quello che si impone, prima attraverso la letteratura, poi attraverso le conquiste militari: la carnagione chiara, i capelli biondi e gli occhi azzurri, che sono caratteristiche fisiche di Normanni e Svevi, diventano il segno della distinzione sociale e condannano i più diffusi colori scuri, tipicamente mediterranei, ad essere indice di subalternità. “Biondo era e bello e di gentile aspetto…” disse Dante presentando Manfredi di Svevia e bionde sono le madonne sacre o profane che siano. I manuali di bellezza dell'epoca suggeriscono alle donne come rendere candido e liscio il viso con biacca, allume, borace, limone, aceto e chiara d’uovo, e biondi i capelli con tinture e lozioni a base di vegetali e minerali, rosse le labbra con minio e zafferano e bianchi i denti con la salvia. Benché la morale cristiana condanni questi costumi (v. Jacopone da Todi nella Lauda “L’ornamento delle donne dannoso”) o la satira ne faccia oggetto di sberleffo (v. Boccaccio in “Corbaccio”) la moda imperversa e le donne stesse preparano da sé i loro belletti se non possono ricorrere ai “merciai”. Nel Rinascimento l ‘ammirazione per il bello inteso come perfezione e armonia riporta in primo piano i canoni estetici classici ed il bisogno di ricercare rimedi indispensabili per rendere perfetto ciò che non lo è del tutto. Nel 1562, G. Mariniello scrive il primo trattato di cosmetologia dell‘Occidente (“Gli ornamenti delle donne”) e non è un caso che a farlo sia un italiano: in Italia infatti predomina una concezione di vita che celebra la bellezza del corpo e gli italiani sono i primi artefici dei profumi. Grazie ad i mercanti veneziani o fiorentini preziose sostanze orientali vengono riversate sul mercato per soddisfare le aspirazioni di uomini e donne desiderosi di piacere e di piacersi; una vera mania per i belletti ed i profumi si diffonde nelle classi più abbienti: vaporizzazioni di mercurio, bistecche crude sulla pelle, ricette segretamente preparate e riservate a pochissime elette permettono alle dame delle corti signorili di avere quell’aspetto che pittori come Botticelli o Tiziano hanno eternato. Quando Caterina de Medici sposa il re di Francia porta con sé, a Parigi, Renato il suo profumiere personale che darà origine ad una produzione locale di cosmetici (seconda metà del 1500). Tra il 1600 ed il 1700 è l’epoca delle teste incipriate, dei nei finti su viso, spalle e décolleté. La toilette di dame e cavalieri esige parecchio tempo: bisogna preparare il viso con poca acqua e alcool profumato; vi si stende sopra un unguento fatto con pasta di mandorle e grasso di montone e poi la biacca. Il viso diventa una tavolozza su cui col bistro si ridisegnano occhi e sopracciglia e si spennella un liquido rosso (in ben 12 sfumature!) per dar colore. Addirittura si usa una sorta di cosmetico azzurro per sottolineare le vene. Il modello estetico viene sempre dalla corte, specialmente quella di Francia, e a Parigi Mademoiselle Martin, profumiera reale, è l’arbitro dell’eleganza femminile. A soddisfare prontamente i bisogni estetici dei cortigiani sono addirittura poste in commercio delle trousses che contengono belletti bianchi e rossi, matita per labbra e nei finti. In Inghiltera invece nel 1770 il Parlamento emette un decreto secondo il quale sarà condannata come strega qualunque donna abbia conquistato un marito tramite capelli finti, tacchi alti, profumi e belletti ed il matrimonio sarà annullato. Nell'età contemporanea i radicali mutamenti determinati dalla rivoluzione francese e l’avvento della borghesia portano nuovi modelli di vita e nuovi costumi. Lo spirito pratico dei borghesi è immune dai fasti e dagli eccessi coltivati finora; anzi, gli ideali forti del Romanticismo fanno emergere l’interiorità di uomini e donne il cui aspetto fisico sarà specchio di animi tormentati e inquieti: "Solcata ho la fronte, occhi incavati intenti crin fulvo, emunte guance, ardito aspetto labbro tumido acceso e tersi denti capo chino, bel collo e largo petto; giuste membra…" Si presenta così Ugo Foscolo (1778-1827), affascinante esemplare maschile dell’epoca. Il vero diventa soggetto dell’arte e questo canone porta alla ribalta le classi sociali subalterne e, per la prima volta nella storia, si scoprirà la bellezza anche in personaggi minati dalla tisi, filatrici di seta, lavandaie e sartine, in contadini e pescatori. Una relativa sobrietà di costumi tipicamente borghese coinvolge le classi sociali più abbienti e la bellezza non è più potenziata da “ritocchi” evidenti e da abiti particolarmente sfarzosi che sono invece riservati alle donne di malaffare. Il progresso industriale consente il nascere delle prime industrie cosmetiche e nel 1890, a Parigi Madame Lucas fonda la prima Maison de Beauté. Il XX secolo si apre su scenari drammatici: la Prima guerra mondiale porterà morte e fame in Europa e ci sarà poco da disquisire su ciò che è bello; la situazione si ripete tra un ventennio con la Seconda guerra mondiale. In mezzo, in Italia e Germania, la dittatura che, programmando la vita quotidiana del popolo, proporrà modelli autocelebrativi: uomini belli e virili come il capo fatti per essere soldati e donne floride e prosperose fatte per essere spose e madri di soldati. Negli anni venti comunque, per la prima volta nella storia, le donne avevano voluto tagliare i capelli alla garçon , avevano abbandonato abiti lunghi, sottogonne, busti e gardenfant per indossare abiti dalle linee morbide e scivolate e soprattutto dall’orlo al ginocchio. Nel secondo dopoguerra sarà il cinema, soprattutto quello americano, a proporre i nuovi canoni: le vamp bionde platinate, brune appetitose o rosse incendiarie, tutte maggiorate, saranno le ispiratrici della moda, del culto dell'aspetto, dello stile di vita di donne di ogni ceto sociale mentre per gli uomini varranno i modelli del duro, del rubacuori o del bel tenebroso. Lo sviluppo successivo di altri mezzi mediatici, televisione e rotocalchi in particolare incentiveranno la tendenza, sempre più attuale, ad assumere come canoni quelli proposti dal mondo dello spettacolo e delle passerelle. Le migliori disponibilità economiche ed i nuovi ritrovati della scienza, della cosmetologia, delle tecniche chirurgiche e della medicina, consentono a uomini e donne della nostra epoca di adeguarsi sempre più pienamente ai modelli proposti e scelti alla ricerca di una perfezione che, purtroppo con la cultura del consumismo ha l’inconveniente di passar presto di moda.