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                            | LA BIBBIA -
                              (Continua) EZECHIELE - DANIELE |   
                            | 
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| EZECHIELE - DANIELE |  
    | [29]Là è Edom, i suoi re e tutti i suoi prìncipi che, nonostante il 
lorovalore, sono posti con i trafitti di spada: giacciono con i non 
circoncisi e
 con quelli che scendono nella fossa. [30]Là sono tutti i 
prìncipi del
 settentrione, tutti quelli di Sidòne, che scesero con i 
trafitti, nonostante
 il terrore sparso dalla loro potenza; giacciono i non 
circoncisi con i
 trafitti di spada e portano la loro ignominia con quelli che 
scendono nella
 fossa.
 [31]Il faraone li vedrà e si consolerà alla vista di 
tutta questa
 moltitudine; il faraone e tutto il suo esercito saranno trafitti 
di spada.
 Oracolo del Signore Dio. [32]Perchè aveva sparso il terrore nella 
terra dei
 viventi, ecco giace in mezzo ai non circoncisi, con i trafitti di 
spada,
 egli il faraone e tutta la sua moltitudine». Parola del Signore 
Dio.
 Ezechiele - Capitolo 33
 III. DURANTE E DOPO L'ASSEDIO DI 
GERUSALEMME
 Il profeta come sentinella
 [1]Mi fu rivolta questa parola del 
Signore: [2]«Figlio dell'uomo, parla ai
 figli del tuo popolo e dì loro: Se 
mando la spada contro un paese e il
 popolo di quella terra prende un uomo del 
suo territorio e lo pone quale
 sentinella, [3]e questa, vedendo 
sopraggiungere la spada sul paese, suona la
 tromba e dà l'allarme al popolo: 
[4]se colui che ben sente il suono della
 tromba non ci bada e la spada giunge 
e lo sorprende, egli dovrà a se stesso
 la propria rovina. [5]Aveva udito il 
suono della tromba, ma non ci ha
 badato: sarà responsabile della sua rovina; 
se ci avesse badato, si sarebbe
 salvato. [6]Se invece la sentinella vede 
giunger la spada e non suona la
 tromba e il popolo non è avvertito e la spada 
giunge e sorprende qualcuno,
 questi sarà sorpreso per la sua iniquità: ma 
della sua morte domanderò conto
 alla sentinella. [7]O figlio dell'uomo, io ti 
ho costituito sentinella per
 gli Israeliti; ascolterai una parola dalla mia 
bocca e tu li avvertirai da
 parte mia. [8]Se io dico all'empio: Empio tu 
morirai, e tu non parli per
 distoglier l'empio dalla sua condotta, egli, 
l'empio, morirà per la sua
 iniquità; ma della sua morte chiederò conto a 
te.
 [9]Ma se tu avrai ammonito l'empio della sua condotta perché si converta 
ed
 egli non si converte, egli morirà per la sua iniquità. Tu invece 
sarai
 salvo.
 Conversione e perversione
 [10]Tu, figlio dell'uomo, 
annunzia agli Israeliti: Voi dite: I nostri
 delitti e i nostri peccati sono 
sopra di noi e in essi noi ci consumiamo! In
 che modo potremo vivere? [11]Dì 
loro: Com'è vero ch'io vivo - oracolo del
 Signore Dio - io non godo della 
morte dell'empio, ma che l'empio desista
 dalla sua condotta e viva. 
Convertitevi dalla vostra condotta perversa!
 Perché volete perire, o 
Israeliti?
 [12]Figlio dell'uomo, dì ancora ai figli del tuo popolo: La 
giustizia del
 giusto non lo salva se pecca, e l'empio non cade per la sua 
iniquità se
 desiste dall'iniquità, come il giusto non potrà vivere per la sua 
giustizia
 se pecca. [13]Se io dico al giusto: Vivrai, ed egli, confidando 
sulla sua
 giustizia commette l'iniquità, nessuna delle sue azioni buone sarà 
più
 ricordata e morirà nella malvagità che egli ha commesso. [14]Se 
dico
 all'empio: Morirai, ed egli desiste dalla sua iniquità e compie ciò che 
è
 retto e giusto, [15]rende il pegno, restituisce ciò che ha rubato, 
osserva
 le leggi della vita, senza commettere il male, egli vivrà e non 
morirà;
 [16]nessuno dei peccati che ha commessi sarà più ricordato: egli 
ha
 praticato ciò che è retto e giusto e certamente vivrà.
 [17]Eppure, i 
figli del tuo popolo vanno dicendo: Il modo di agire del
 Signore non è retto. 
E' invece il loro modo di agire che non è retto! [18]Se
 il giusto desiste 
dalla giustizia e fa il male, per questo certo morirà.
 [19]Se l'empio desiste 
dall'empietà e compie ciò che è retto e giusto, per
 questo vivrà. [20]Voi 
andate dicendo: Non è retto il modo di agire del
 Signore. Giudicherò ciascuno 
di voi secondo il suo modo di agire,
 Israeliti».
 La presa della 
città
 [21]Il cinque del decimo mese dell'anno decimosecondo della 
nostra
 deportazione arrivò da me un fuggiasco da Gerusalemme per dirmi: La 
città è
 presa. [22]La sera prima dell'arrivo del fuggiasco, la mano del 
Signore fu
 su di me e al mattino, quando il fuggiasco giunse, il Signore mi 
aprì la
 bocca. La mia bocca dunque si aprì e io non fui più muto.
 La 
devastazione del paese
 [23]Mi fu rivolta questa parola del Signore: 
[24]«Figlio dell'uomo, gli
 abitanti di quelle rovine, nel paese d'Israele, 
vanno dicendo: Abramo era
 uno solo ed ebbe in possesso il paese e noi siamo 
molti: a noi dunque è
 stato dato in possesso il paese!
 [25]Perciò dirai 
loro: Così dice il Signore Dio: Voi mangiate la carne con
 il sangue, 
sollevate gli occhi ai vostri idoli, versate il sangue, e
 vorreste avere in 
possesso il paese? [26]Voi vi appoggiate sulle vostre
 spade, compite cose 
nefande, ognuno di voi disonora la donna del suo
 prossimo e vorreste avere in 
possesso il paese? [27]Annunzierai loro: Dice
 il Signore Dio: Com'è vero 
ch'io vivo, quelli che stanno fra le rovine
 periranno di spada; darò in pasto 
alle belve quelli che sono per la campagna
 e quelli che sono nelle fortezze e 
dentro le caverne moriranno di peste.
 [28]Ridurrò il paese ad una solitudine 
e a un deserto e l'orgoglio della sua
 forza cesserà. I monti d'Israele 
saranno devastati, non ci passerà più
 nessuno. [29]Sapranno che io sono il 
Signore quando farò del loro paese una
 solitudine e un deserto, a causa di 
tutti gli abomini che hanno commessi.
 Risultati della 
predicazione
 [30]Figlio dell'uomo, i figli del tuo popolo parlano di te lungo 
le mura e
 sulle porte delle case e si dicono l'un l'altro: Andiamo a sentire 
qual è la
 parola che viene dal Signore. [31]In folla vengono da te, si 
mettono a
 sedere davanti a te e ascoltano le tue parole, ma poi non le 
mettono in
 pratica, perché si compiacciono di parole, mentre il loro cuore va 
dietro al
 guadagno. [32]Ecco, tu sei per loro come una canzone d'amore: bella 
è la
 voce e piacevole l'accompagnamento musicale. Essi ascoltano le tue 
parole,
 ma non le mettono in pratica. [33]Ma quando ciò avverrà ed ecco 
avviene,
 sapranno che c'è un profeta in mezzo a loro».
 Ezechiele - 
Capitolo 34
 I pastori di Israele
 [1]Mi fu rivolta questa parola del 
Signore: [2]«Figlio dell'uomo, profetizza
 contro i pastori d'Israele, predici 
e riferisci ai pastori: Dice il Signore
 Dio: Guai ai pastori d'Israele, che 
pascono se stessi! I pastori non
 dovrebbero forse pascere il gregge? [3]Vi 
nutrite di latte, vi rivestite di
 lana, ammazzate le pecore più grasse, ma 
non pascolate il gregge. [4]Non
 avete reso la forza alle pecore deboli, non 
avete curato le inferme, non
 avete fasciato quelle ferite, non avete 
riportato le disperse. Non siete
 andati in cerca delle smarrite, ma le avete 
guidate con crudeltà e violenza.
 [5]Per colpa del pastore si sono disperse e 
son preda di tutte le bestie
 selvatiche: sono sbandate. [6]Vanno errando 
tutte le mie pecore in tutto il
 paese e nessuno va in cerca di loro e se ne 
cura. [7]Perciò, pastori,
 ascoltate la parola del Signore: [8]Com'è vero 
ch'io vivo, - parla il
 Signore Dio - poiché il mio gregge è diventato una 
preda e le mie pecore il
 pasto d'ogni bestia selvatica per colpa del pastore 
e poiché i miei pastori
 non sono andati in cerca del mio gregge - hanno 
pasciuto se stessi senza
 aver cura del mio gregge - [9]udite quindi, pastori, 
la parola del Signore:
 [10]Dice il Signore Dio: Eccomi contro i pastori: 
chiederò loro conto del
 mio gregge e non li lascerò più pascolare il mio 
gregge, così i pastori non
 pasceranno più se stessi, ma strapperò loro di 
bocca le mie pecore e non
 saranno più il loro pasto. [11]Perché dice il 
Signore Dio: Ecco, io stesso
 cercherò le mie pecore e ne avrò cura. [12]Come 
un pastore passa in rassegna
 il suo gregge quando si trova in mezzo alle sue 
pecore che erano state
 disperse, così io passerò in rassegna le mie pecore e 
le radunerò da tutti i
 luoghi dove erano disperse nei giorni nuvolosi e di 
caligine. [13]Le
 ritirerò dai popoli e le radunerò da tutte le regioni. Le 
ricondurrò nella
 loro terra e le farò pascolare sui monti d'Israele, nelle 
valli e in tutte
 le praterie della regione. [14]Le condurrò in ottime pasture 
e il loro ovile
 sarà sui monti alti d'Israele; là riposeranno in un buon 
ovile e avranno
 rigogliosi pascoli sui monti d'Israele. [15]Io stesso 
condurrò le mie pecore
 al pascolo e io le farò riposare. Oracolo del Signore 
Dio. [16]Andrò in
 cerca della pecora perduta e ricondurrò all'ovile quella 
smarrita; fascerò
 quella ferita e curerò quella malata, avrò cura della 
grassa e della forte;
 le pascerò con giustizia.
 [17]A te, mio gregge, dice 
il Signore Dio: Ecco, io giudicherò fra pecora e
 pecora, fra montoni e capri. 
[18]Non vi basta pascolare in buone pasture,
 volete calpestare con i piedi il 
resto della vostra pastura; non vi basta
 bere acqua chiara, volete 
intorbidare con i piedi quella che resta. [19]Le
 mie pecore devono brucare 
ciò che i vostri piedi hanno calpestato e bere ciò
 che i vostri piedi hanno 
intorbidato. [20]Perciò dice il Signore Dio a loro
 riguardo: Ecco, io 
giudicherò fra pecora grassa e pecora magra. [21]Poiché
 voi avete spinto con 
il fianco e con le spalle e cozzato con le corna le più
 deboli fino a 
cacciarle e disperderle, [22]io salverò le mie pecore e non
 saranno più 
oggetto di preda: farò giustizia fra pecora e pecora.
 [23]Susciterò per loro 
un pastore che le pascerà, Davide mio servo. Egli le
 condurrà al pascolo, 
sarà il loro pastore; [24]io, il Signore, sarò il loro
 Dio e Davide mio servo 
sarà principe in mezzo a loro: io, il Signore, ho
 parlato. [25]Stringerò con 
esse un'alleanza di pace e farò sparire dal paese
 le bestie nocive, cosicché 
potranno dimorare tranquille anche nel deserto e
 riposare nelle 
selve.
 [26]Farò di loro e delle regioni attorno al mio colle una 
benedizione:
 manderò la pioggia a tempo opportuno e sarà pioggia di 
benedizione. [27]Gli
 alberi del campo daranno i loro frutti e la terra i suoi 
prodotti; essi
 abiteranno in piena sicurezza nella loro terra. Sapranno che 
io sono il
 Signore, quando avrò spezzato le spranghe del loro giogo e li avrò 
liberati
 dalle mani di coloro che li tiranneggiano. [28]Non saranno più preda 
delle
 genti, né li divoreranno le fiere selvatiche, ma saranno al sicuro e 
nessuno
 li spaventerà.
 [29]Farò germogliare per loro una florida 
vegetazione; non saranno più
 consumati dalla fame nel paese e non soffriranno 
più il disprezzo delle
 genti. [30]Sapranno che io, il Signore, sono il loro 
Dio e loro, la gente
 d'Israele, sono il mio popolo. Parola del Signore 
Dio.
 [31]Voi, mie pecore, siete il gregge del mio pascolo e io sono il 
vostro
 Dio». Oracolo del Signore Dio.
 Ezechiele - Capitolo 35
 Contro i 
monti di Edom
 [1]Mi fu rivolta questa parola del Signore: [2]«Figlio 
dell'uomo, volgiti
 verso il monte Seir e profetizza contro di esso. 
[3]Annunzierai: Dice il
 Signore Dio:
 Eccomi a te, monte Seir,
 anche su 
di te stenderò il mio braccio
 e farò di te una solitudine, un luogo 
desolato.
 [4]Ridurrò le tue città in macerie,
 e tu diventerai un 
deserto;
 così saprai che io sono il Signore.
 [5]Tu hai mantenuto un odio 
secolare contro gli Israeliti e li hai
 consegnati alla spada nel giorno della 
loro sventura, quando ho posto fine
 alla loro iniquità; [6]per questo, com'è 
vero ch'io vivo - dice il Signore
 Dio - ti abbandonerò al sangue e il sangue 
ti perseguiterà; tu hai odiato il
 sangue e il sangue ti perseguiterà. [7]Farò 
del monte Seir una solitudine e
 un deserto e vi eliminerò chiunque su di esso 
va e viene. [8]Riempirò di
 cadaveri i tuoi monti; sulle tue alture, per le 
tue pendici, in tutte le tue
 valli cadranno i trafitti di spada. [9]In 
solitudine perenne ti ridurrò e le
 tue città non saranno più abitate: saprete 
che io sono il Signore.
 [10]Poiché hai detto: Questi due popoli, questi due 
territori saranno miei,
 noi li possiederemo, anche se là è il Signore. 
[11]Per questo, com'è vero
 ch'io vivo - oracolo del Signore Dio - io agirò 
secondo quell'ira e quel
 furore che tu hai dimostrato nell'odio contro di 
loro e mi rivelerò in mezzo
 a loro quando farò giustizia di te: [12]saprai 
allora che io sono il
 Signore. Ho udito tutti gli insulti che tu hai 
proferiti contro i monti
 d'Israele: Sono deserti; son dati a noi perché vi 
pascoliamo. [13]Contro di
 me avete fatto discorsi insolenti, contro di me 
avete moltiplicato le
 parole: ho udito tutto. [14]Così dice il Signore Dio: 
Poiché tutto il paese
 ha gioito, farò di te una solitudine: [15]poiché tu hai 
gioito per l'eredità
 della casa d'Israele che era devastata, così io tratterò 
te: sarai ridotto a
 una solitudine, o monte Seir, e tu Edom, tutto intero; si 
saprà che io sono
 il Signore».
 Ezechiele - Capitolo 36
 Oracolo sui 
monti di Israele
 [1]«Ora, figlio dell'uomo, profetizza ai monti d'Israele e 
dì: Monti
 d'Israele, udite la parola del Signore. [2]Così dice il Signore 
Dio: Poiché
 il nemico ha detto di voi: Ah! Ah! I colli eterni son diventati 
il nostro
 possesso, [3]ebbene, profetizza e annunzia: Dice il Signore Dio: 
Poiché
 siete stati devastati e perseguitati dai vicini per renderci possesso 
delle
 altre nazioni e poiché siete stati fatti oggetto di maldicenza e 
d'insulto
 della gente, [4]ebbene, monti d'Israele, udite la parola del 
Signore Dio:
 Dice il Signore Dio ai monti, alle colline, alle pendici e alle 
valli, alle
 rovine desolate e alle città deserte che furono preda e scherno 
dei popoli
 vicini: [5]ebbene, così dice il Signore Dio: Sì, con gelosia 
ardente io
 parlo contro gli altri popoli e contro tutto Edom, che con la 
gioia del
 cuore, con il disprezzo dell'anima, hanno fatto del mio paese il 
loro
 possesso per saccheggiarlo. [6]Per questo profetizza al paese d'Israele 
e
 annunzia ai monti, alle colline, alle pendici e alle valli: Dice il 
Signore
 Dio: Ecco, io parlo con gelosia e con furore: Poiché voi avete 
portato
 l'obbrobrio delle genti, [7]ebbene, dice il Signore Dio, io alzo la 
mano e
 giuro: anche le genti che vi stanno d'intorno subiranno il loro 
vituperio.
 [8]E voi, monti d'Israele, mettete rami e producete frutti per il 
mio popolo
 d'Israele perché sta per tornare. [9]Ecco infatti a voi, a voi io 
mi volgo;
 sarete ancora lavorati e sarete seminati. [10]Moltiplicherò sopra 
di voi gli
 uomini, tutta la gente d'Israele, e le città saranno ripopolate e 
le rovine
 ricostruite.
 [11]Moltiplicherò su di voi gli uomini e gli 
armenti e cresceranno e saranno
 fecondi: farò sì che siate popolati come 
prima e vi elargirò i miei benefici
 più che per il passato e saprete che io 
sono il Signore.
 [12]Ricondurrò su di voi degli uomini, il mio popolo 
Israele: essi vi
 possederanno e sarete la loro eredità e non li priverete più 
dei loro figli.
 [13]Così parla il Signore Dio: Poiché si va dicendo di te: Tu 
divori gli
 uomini, tu hai privato di figli il tuo popolo, [14]ebbene, tu non 
divorerai
 più gli uomini, non priverai più di figli la nazione. Oracolo del 
Signore
 Dio. [15]Non ti farò più sentire gli insulti delle nazioni e non ti 
farò più
 subire lo scherno dei popoli; non priverai più di figli la tua 
gente».
 Parola del Signore Dio.
 [16]Mi fu rivolta questa parola del 
Signore: [17]«Figlio dell'uomo, la casa
 d'Israele, quando abitava il suo 
paese, lo rese impuro con la sua condotta e
 le sue azioni. Come l'impurità di 
una donna nel suo tempo è stata la loro
 condotta davanti a me. [18]Perciò ho 
riversato su di loro la mia ira per il
 sangue che avevano sparso nel paese e 
per gli idoli con i quali l'avevano
 contaminato. [19]Li ho dispersi fra le 
genti e sono stati dispersi in altri
 territori: li ho giudicati secondo la 
loro condotta e le loro azioni.
 [20]Giunsero fra le nazioni dove erano spinti 
e disonorarono il mio nome
 santo, perché di loro si diceva: Costoro sono il 
popolo del Signore e
 tuttavia sono stati scacciati dal suo paese. [21]Ma io 
ho avuto riguardo del
 mio nome santo, che gli Israeliti avevano disonorato 
fra le genti presso le
 quali sono andati. [22]Annunzia alla casa d'Israele: 
Così dice il Signore
 Dio: Io agisco non per riguardo a voi, gente d'Israele, 
ma per amore del mio
 nome santo, che voi avete disonorato fra le genti presso 
le quali siete
 andati. [23]Santificherò il mio nome grande, disonorato fra le 
genti,
 profanato da voi in mezzo a loro. Allora le genti sapranno che io sono 
il
 Signore - parola del Signore Dio - quando mostrerò la mia santità in 
voi
 davanti ai loro occhi. [24]Vi prenderò dalle genti, vi radunerò da 
ogni
 terra e vi condurrò sul vostro suolo. [25]Vi aspergerò con acqua pura 
e
 sarete purificati; io vi purificherò da tutte le vostre sozzure e da tutti 
i
 vostri idoli; [26]vi darò un cuore nuovo, metterò dentro di voi uno 
spirito
 nuovo, toglierò da voi il cuore di pietra e vi darò un cuore di 
carne.
 [27]Porrò il mio spirito dentro di voi e vi farò vivere secondo i 
miei
 statuti e vi farò osservare e mettere in pratica le mie leggi. 
[28]Abiterete
 nella terra che io diedi ai vostri padri; voi sarete il mio 
popolo e io sarò
 il vostro Dio. [29]Vi libererò da tutte le vostre impurità: 
chiamerò il
 grano e lo moltiplicherò e non vi manderò più la carestia. 
[30]Moltiplicherò
 i frutti degli alberi e il prodotto dei campi, perché non 
soffriate più la
 vergogna della fame fra le genti. [31]Vi ricorderete della 
vostra cattiva
 condotta e delle vostre azioni che non erano buone e proverete 
disgusto di
 voi stessi per le vostre iniquità e le vostre nefandezze. [32]Non 
per
 riguardo a voi, io agisco - dice il Signore Dio - sappiatelo 
bene.
 Vergognatevi e arrossite della vostra condotta, o Israeliti». [33]Così 
dice
 il Signore Dio: «Quando vi avrò purificati da tutte le vostre iniquità, 
vi
 farò riabitare le vostre città e le vostre rovine saranno 
ricostruite.
 [34]Quella terra desolata, che agli occhi di ogni viandante 
appariva un
 deserto, sarà ricoltivata [35]e si dirà: La terra, che era 
desolata, è
 diventata ora come il giardino dell'Eden, le città rovinate, 
desolate e
 sconvolte, ora sono fortificate e abitate. [36]I popoli che 
saranno rimasti
 attorno a voi sapranno che io, il Signore, ho ricostruito ciò 
che era
 distrutto e ricoltivato la terra che era un deserto. Io, il Signore, 
l'ho
 detto e lo farò».
 [37]Dice il Signore Dio: «Permetterò ancora che la 
gente d'Israele mi preghi
 di intervenire in suo favore. Io moltiplicherò gli 
uomini come greggi,
 [38]come greggi consacrati, come un gregge di Gerusalemme 
nelle sue
 solennità. Allora le città rovinate saran ripiene di greggi di 
uomini e
 sapranno che io sono il Signore».
 Ezechiele - Capitolo 37
 Le 
ossa aride
 [1]La mano del Signore fu sopra di me e il Signore mi portò fuori 
in spirito
 e mi depose nella pianura che era piena di ossa; [2]mi fece 
passare
 tutt'intorno accanto ad esse. Vidi che erano in grandissima quantità 
sulla
 distesa della valle e tutte inaridite. [3]Mi disse: «Figlio 
dell'uomo,
 potranno queste ossa rivivere?». Io risposi: «Signore Dio, tu lo 
sai».
 [4]Egli mi replicò: «Profetizza su queste ossa e annunzia loro: 
Ossa
 inaridite, udite la parola del Signore. [5]Dice il Signore Dio a 
queste
 ossa: Ecco, io faccio entrare in voi lo spirito e rivivrete. 
[6]Metterò su
 di voi i nervi e farò crescere su di voi la carne, su di voi 
stenderò la
 pelle e infonderò in voi lo spirito e rivivrete: Saprete che io 
sono il
 Signore». [7]Io profetizzai come mi era stato ordinato; mentre 
io
 profetizzavo, sentii un rumore e vidi un movimento fra le ossa, che 
si
 accostavano l'uno all'altro, ciascuno al suo corrispondente. [8]Guardai 
ed
 ecco sopra di esse i nervi, la carne cresceva e la pelle le ricopriva, 
ma
 non c'era spirito in loro. [9]Egli aggiunse: «Profetizza allo 
spirito,
 profetizza figlio dell'uomo e annunzia allo spirito: Dice il Signore 
Dio:
 Spirito, vieni dai quattro venti e soffia su questi morti, perché 
rivivano».
 [10]Io profetizzai come mi aveva comandato e lo spirito entrò in 
essi e
 ritornarono in vita e si alzarono in piedi; erano un esercito 
grande,
 sterminato.
 [11]Mi disse: «Figlio dell'uomo, queste ossa sono 
tutta la gente d'Israele.
 Ecco, essi vanno dicendo: Le nostre ossa sono 
inaridite, la nostra speranza
 è svanita, noi siamo perduti. [12]Perciò 
profetizza e annunzia loro: Dice il
 Signore Dio: Ecco, io apro i vostri 
sepolcri, vi risuscito dalle vostre
 tombe, o popolo mio, e vi riconduco nel 
paese d'Israele. [13]Riconoscerete
 che io sono il Signore, quando aprirò le 
vostre tombe e vi risusciterò dai
 vostri sepolcri, o popolo mio. [14]Farò 
entrare in voi il mio spirito e
 rivivrete; vi farò riposare nel vostro paese; 
saprete che io sono il
 Signore. L'ho detto e lo farò». Oracolo del Signore 
Dio.
 Giuda e Israele in un solo regno
 [15]Mi fu rivolta questa parola del 
Signore: [16]«Figlio dell'uomo, prendi
 un legno e scrivici sopra: Giuda e gli 
Israeliti uniti a lui, poi prendi un
 altro legno e scrivici sopra: Giuseppe, 
legno di Efraim e tutta la casa
 d'Israele unita a lui, [17]e accostali l'uno 
all'altro in modo da fare un
 legno solo, che formino una cosa sola nella tua 
mano. [18]Quando i figli del
 tuo popolo ti diranno: Ci vuoi spiegare che 
significa questo per te?, [19]tu
 dirai loro: Dice il Signore Dio: Ecco, io 
prendo il legno di Giuseppe, che è
 in mano àEfraim e le tribù d'Israele unite 
a lui, e lo metto sul legno di
 Giuda per farne un legno solo; diventeranno 
una cosa sola in mano mia.
 [20]Tieni in mano sotto i loro occhi i legni sui 
quali hai scritto e [21]dì
 loro: Così dice il Signore Dio: Ecco, io prenderò 
gli Israeliti dalle genti
 fra le quali sono andati e li radunerò da ogni 
parte e li ricondurrò nel
 loro paese: [22]farò di loro un solo popolo nella 
mia terra, sui monti
 d'Israele; un solo re regnerà su tutti loro e non 
saranno più due popoli, né
 più saranno divisi in due regni. [23]Non si 
contamineranno più con i loro
 idoli, con i loro abomini e con tutte le loro 
iniquità; li libererò da tutte
 le ribellioni con cui hanno peccato; li 
purificherò e saranno il mio popolo
 e io sarò il loro Dio. [24]Il mio servo 
Davide sarà su di loro e non vi sarà
 che un unico pastore per tutti; 
seguiranno i miei comandamenti, osserveranno
 le mie leggi e le metteranno in 
pratica. [25]Abiteranno nella terra che ho
 dato al mio servo Giacobbe. In 
quella terra su cui abitarono i loro padri,
 abiteranno essi, i loro figli e i 
figli dei loro figli, attraverso i secoli;
 Davide mio servo sarà loro re per 
sempre. [26]Farò con loro un'alleanza di
 pace, che sarà con loro un'alleanza 
eterna. Li stabilirò e li moltiplicherò
 e porrò il mio santuario in mezzo a 
loro per sempre. [27]In mezzo a loro
 sarà la mia dimora: io sarò il loro Dio 
ed essi saranno il mio popolo.
 [28]Le genti sapranno che io sono il Signore 
che santifico Israele quando il
 mio santuario sarà in mezzo a loro per 
sempre».
 Ezechiele - Capitolo 38
 Contro Gog, re di Magog
 [1]Mi fu 
rivolta questa parola del Signore: [2]«Figlio dell'uomo, volgiti
 verso Gog 
nel paese di Magòg, principe capo di Mesech e Tubal, e profetizza
 contro di 
lui.
 Annunzierai: [3]Dice il Signore Dio: Eccomi contro di te Gog, principe 
capo
 di Mesech e Tubal, [4]io ti aggirerò, ti metterò ganci alle mascelle e 
ti
 farò uscire con tutto il tuo esercito, cavalli e cavalieri tutti 
ben
 equipaggiati, truppa immensa con scudi grandi e piccoli, e tutti muniti 
di
 spada. [5]La Persia, l'Etiopia e Put sono con loro, tutti con scudi ed 
elmi.
 [6]Gomer e tutte le sue schiere, la gente di Togarmà, le estreme 
regioni del
 settentrione e tutte le loro forze, popoli numerosi sono con 
te.
 [7]Stà pronto, fà i preparativi insieme con tutta la moltitudine che si 
è
 radunata intorno a te: sii a mia disposizione. [8]Dopo molto tempo ti 
sarà
 dato l'ordine: sul finire degli anni tu andrai contro una nazione che 
è
 sfuggita alla spada, che in mezzo a molti popoli si è radunata sui 
monti
 d'Israele, rimasti lungamente deserti. Essa rimpatriò dalle genti e 
tutti
 abitano tranquilli. [9]Tu vi salirai, vi giungerai come un uragano: 
sarai
 come un nembo che avvolge la terra, tu con tutte le tue schiere e con 
i
 popoli numerosi che sono con te. [10]Dice il Signore Dio: In quel giorno 
ti
 verranno in mente dei pensieri e concepirai progetti malvagi. [11]Tu 
dirai:
 Andrò contro una terra indifesa, assalirò genti tranquille che si 
tengono
 sicure, che abitano tutte in luoghi senza mura, che non hanno né 
sbarre né
 porte, [12]per depredare, saccheggiare, metter la mano su rovine 
ora
 ripopolate e sopra un popolo che si è riunito dalle nazioni, dedito 
agli
 armenti e ai propri affari, che abita al centro della 
terra.
 [13]Saba, Dedan, i commercianti di Tarsis e tutti i suoi leoncelli 
ti
 domanderanno: Vieni per saccheggiare? Hai radunato la tua gente per venir 
a
 depredare e portar via argento e oro, per rapire armenti e averi e per 
fare
 grosso bottino? [14]Perciò predici, figlio dell'uomo, e annunzia a Gog: 
Così
 dice il Signore Dio: In quel giorno, quando il mio popolo Israele 
dimorerà
 del tutto sicuro, tu ti leverai, [15]verrai dalla tua dimora, dagli 
estremi
 confini del settentrione, tu e i popoli numerosi che sono con te, 
tutti su
 cavalli, una turba grande, un esercito potente. [16]Verrai contro il 
mio
 popolo Israele, come un nembo per coprire la terra. Sul finire dei giorni 
io
 
 ti manderò sulla mia terra perché le genti mi conoscano quando per 
mezzo
 tuo, o Gog, manifesterò la mia santità davanti ai loro occhi. [17]Così 
dice
 il Signore Dio: Non sei tu quegli di cui parlai nei tempi antichi per 
mezzo
 dei miei servi, i profeti d'Israele, i quali, in quei tempi e per 
molti
 anni, profetizzarono che io ti avrei mandato contro di loro? [18]Ma, 
quando
 Gog giungerà nel paese d'Israele - parola del Signore Dio - divamperà 
la mia
 collera. [19]Nella mia gelosia e nel mio furore ardente io vi 
dichiaro: In
 quel giorno ci sarà un gran terremoto nel paese di Israele: 
[20]davanti a me
 tremeranno i pesci del mare, gli uccelli del cielo, gli 
animali selvatici,
 tutti i rettili che strisciano sul terreno e ogni uomo che 
è sulla terra: i
 monti franeranno, le rocce cadranno e ogni muro rovinerà al 
suolo.
 [21]Contro di lui, per tutti i monti d'Israele, chiamerò la spada. 
Parola
 del Signore Dio. La spada di ognuno di essi sarà contro il proprio 
fratello.
 [22]Farò giustizia di lui con la peste e con il sangue: farò 
piovere su di
 lui e le sue schiere, sopra i popoli numerosi che sono con lui, 
torrenti di
 pioggia e grandine, fuoco e zolfo. [23]Io mostrerò la mia potenza 
e la mia
 santità e mi rivelerò davanti a genti numerose e sapranno che io 
sono il
 Signore».
 Ezechiele - Capitolo 39
 [1]«E tu, figlio dell'uomo, 
profetizza contro Gog e annunzia: Così dice il
 Signore Dio: Eccomi contro di 
te, Gog, principe capo di Mesech e di Tubal.
 [2]Io ti sospingerò e ti 
condurrò e dagli estremi confini del settentrione
 ti farò salire e ti 
condurrò sui monti d'Israele. [3]Spezzerò l'arco nella
 tua mano sinistra e 
farò cadere le frecce dalla tua mano destra. [4]Tu
 cadrai sui monti d'Israele 
con tutte le tue schiere e i popoli che sono con
 te: ti ho destinato in pasto 
agli uccelli rapaci d'ogni specie e alle bestie
 selvatiche. [5]Tu sarai 
abbattuto in aperta campagna, perché io l'ho detto.
 Oracolo del Signore 
Dio.
 [6]Manderò un fuoco su Magòg e sopra quelli che abitano tranquilli le 
isole:
 sapranno che io sono il Signore. [7]Farò conoscere il mio nome santo 
in
 mezzo al mio popolo Israele, e non permetterò che il mio santo nome 
sia
 profanato; le genti sapranno che io sono il Signore, santo in 
Israele.
 [8]Ecco, questo avviene e si compie - parola del Signore Dio -: è 
questo il
 giorno di cui ho parlato. [9]Gli abitanti delle città d'Israele 
usciranno e
 per accendere il fuoco bruceranno armi, scudi grandi e piccoli e 
archi e
 frecce e mazze e giavellotti e con quelle alimenteranno il fuoco per 
sette
 anni. [10]Non andranno a prendere la legna nei campi e neppure a 
tagliarla
 nei boschi perché faranno il fuoco con le armi: spoglieranno coloro 
che li
 avevano spogliati e deprederanno coloro che li avevano saccheggiati. 
Parola
 del Signore Dio.
 [11]In quel giorno assegnerò a Gog come sepolcro 
un luogo famoso in Israele,
 la valle di Abarìm, a oriente del mare: essa 
chiude il passo ai viandanti.
 Lì sarà sepolto Gog e tutta la sua moltitudine 
e quel luogo si chiamerà
 Valle della moltitudine di Gog. [12]La casa di 
Israele darà loro sepoltura
 per sette mesi per purificare il paese. [13]Lì 
seppellirà tutto il popolo
 del paese e sarà per loro glorioso il giorno in 
cui manifesterò la mia
 gloria. Parola del Signore Dio. [14]Saranno scelti 
uomini che percorreranno
 di continuo il paese per seppellire con l'aiuto dei 
viandanti quelli che son
 rimasti a fior di terra, per renderla pura; 
cominceranno le ricerche alla
 fine del settimo mese. [15]Quando percorrendo 
il paese vedranno ossa umane,
 vi porranno un segnale, finché i becchini non 
le seppelliscano nella valle
 della moltitudine di Gog: [16]Hamonà sarà 
chiamata la città. Così
 purificheranno il paese. [17]A te, figlio dell'uomo, 
dice il Signore Dio:
 Annunzia agli uccelli d'ogni specie e a tutte le bestie 
selvatiche:
 Radunatevi, venite; raccoglietevi da ogni parte sul sacrificio 
che offro a
 voi, sacrificio grande, sui monti d'Israele. Mangerete carne e 
berrete
 sangue; [18]mangerete carne d'eroi, berrete sangue di prìncipi del 
paese:
 montoni, agnelli, capri e tori grassi di Basàn, tutti. [19]Mangerete 
grasso
 a sazietà e berrete fino all'ebbrezza il sangue del sacrificio che 
preparo
 per voi. [20]Alla mia tavola vi sazierete di cavalli e cavalieri, di 
eroi e
 di guerrieri d'ogni razza. Parola del Signore 
Dio.
 Conclusione
 [21]Fra le genti manifesterò la mia gloria e tutte le 
genti vedranno la
 giustizia che avrò fatta e la mano che avrò posta su di 
voi. [22]La casa
 d'Israele da quel giorno in poi saprà che io, il Signore, 
sono il loro Dio.
 [23]Le genti sapranno che la casa d'Israele per la sua 
iniquità era stata
 condotta in schiavitù, perché si era ribellata a me e io 
avevo nascosto loro
 il mio volto e li avevo dati in mano ai loro nemici, 
perché tutti cadessero
 di spada. [24]Secondo le loro nefandezze e i loro 
peccati io li trattai e
 nascosi loro la faccia.
 [25]Perciò così dice il 
Signore Dio: Ora io ristabilirò la sorte di
 Giacobbe, avrò compassione di 
tutta la casa d'Israele e sarò geloso del mio
 santo nome. [26]Quando essi 
abiteranno nella loro terra tranquilli, senza
 che alcuno li spaventi, si 
vergogneranno di tutte le ribellioni che hanno
 commesse contro di 
me.
 [27]Quando io li avrò ricondotti dalle genti e li avrò radunati dalle 
terre
 dei loro nemici e avrò mostrato in loro la mia santità, davanti a 
numerosi
 popoli, [28]allora sapranno che io, il Signore, sono il loro Dio, 
poiché
 dopo averli condotti in schiavitù fra le genti, li ho radunati nel 
loro
 paese e non ne ho lasciato fuori neppure uno. [29]Allora non nasconderò 
più
 loro il mio volto, perché diffonderò il mio spirito sulla casa 
d'Israele».
 Parola del Signore Dio.
 Ezechiele - Capitolo 40
 IV. LA 
"TORAH" DI EZECHIELE
 Il tempio futuro
 [1]Al principio dell'anno 
venticinquesimo della nostra deportazione, il
 dieci del mese, quattordici 
anni da quando era stata presa la città, in quel
 medesimo giorno, la mano del 
Signore fu sopra di me ed egli mi condusse là.
 [2]In visione divina mi 
condusse nella terra d'Israele e mi pose sopra un
 monte altissimo sul quale 
sembrava costruita una città, dal lato di
 mezzogiorno. [3]Egli mi condusse 
là: ed ecco un uomo, il cui aspetto era
 come di bronzo, in piedi sulla porta, 
con una cordicella di lino in mano e
 una canna per misurare. [4]Quell'uomo mi 
disse: «Figlio dell'uomo: osserva e
 ascolta attentamente e fà attenzione a 
quanto io sto per mostrarti, perché
 tu sei stato condotto qui perché io te lo 
mostri e tu manifesti alla casa
 d'Israele quello che avrai visto».
 Il muro 
esterno
 [5]Ed ecco il tempio era tutto recinto da un muro. La canna per 
misurare che
 l'uomo teneva in mano era di sei cubiti, d'un cubito e un palmo 
ciascuno.
 Egli misurò lo spessore del muro: era una canna, e l'altezza una 
canna.
 Il portico orientale
 [6]Poi andò alla porta che guarda a oriente, 
salì i gradini e misurò la
 soglia della porta; era una canna di larghezza. 
[7]Ogni stanza misurava una
 canna di lunghezza e una di larghezza, da una 
stanza all'altra vi erano
 cinque cubiti: anche la soglia del portico dal lato 
dell'atrio della porta
 stessa, verso l'interno, era di una canna. [8]Misurò 
l'atrio della porta:
 era di otto cubiti; [9]i pilastri di due cubiti. L'atrio 
della porta era
 verso l'interno.
 [10]Le stanze della porta a oriente erano 
tre da una parte e tre dall'altra,
 tutt'e tre della stessa grandezza, come di 
una stessa misura erano i
 pilastri da una parte e dall'altra. [11]Misurò la 
larghezza dell'apertura
 del portico: era di dieci cubiti; l'ampiezza della 
porta era di tredici
 cubiti. [12]Davanti alle stanze vi era un parapetto di 
un cubito, da un lato
 e dall'altro; ogni stanza misurava sei cubiti per lato. 
[13]Misurò poi il
 portico dal tetto di una stanza al suo opposto; la 
larghezza era di
 venticinque cubiti; da un'apertura all'altra; [14]i pilastri 
li calcolò alti
 sessanta cubiti, dai pilastri cominciava il cortile che 
circondava la porta.
 [15]Dalla facciata della porta d'ingresso alla facciata 
dell'atrio della
 porta interna vi era uno spazio di cinquanta cubiti. [16]Le 
stanze e i
 pilastri avevano finestre con grate verso l'interno, intorno alla 
porta,
 come anche vi erano finestre intorno che davano sull'interno 
dell'atrio. Sui
 pilastri erano disegnate palme.
 Il cortile 
esterno
 [17]Poi mi condusse nel cortile esterno e vidi delle stanze e un 
lastricato
 costruito intorno al cortile; trenta erano le stanze lungo il 
lastricato.
 [18]Il lastricato si estendeva ai lati delle porte per una 
estensione uguale
 alla larghezza delle porte stesse: era il lastricato 
inferiore. [19]Misurò
 lo spazio dalla facciata della porta inferiore da 
oriente a settentrione
 alla facciata della porta interna, erano cento 
cubiti.
 Il portico settentrionale
 [20]Poi misurò la lunghezza e la 
larghezza della porta che guarda a
 settentrione e conduce al cortile esterno. 
[21]Le sue stanze, tre da una
 parte e tre dall'altra, i pilastri, l'atrio 
avevano le stesse dimensioni
 della prima porta: cinquanta cubiti di lunghezza 
per venticinque di
 larghezza. [22]Le finestre, l'atrio e le palme avevano le 
stesse dimensioni
 di quelle della porta che guarda a oriente. Vi si accedeva 
per sette
 scalini: l'atrio era davanti. [23]Di fronte al portico di 
settentrione vi
 era la porta, come di fronte a quello di oriente; misurò la 
distanza fra
 portico e portico: vi erano cento cubiti.
 Il portico 
meridionale
 [24]Mi condusse poi verso mezzogiorno: ecco un portico rivolto 
a
 mezzogiorno. Ne misurò i pilastri e l'atrio; avevano le stesse 
dimensioni.
 [25]Intorno al portico, come intorno all'atrio, vi erano finestre 
uguali
 alle altre finestre. Esso misurava cinquanta cubiti di lunghezza 
per
 venticinque di larghezza. [26]Vi si accedeva per sette gradini: il 
vestibolo
 stava verso l'interno. Sui pilastri, da una parte e dall'altra, vi 
erano
 ornamenti di palme. [27]Il cortile interno aveva un portico 
verso
 mezzogiorno; egli misurò la distanza fra porta e porta in direzione 
del
 mezzogiorno; erano cento cubiti.
 Atrio interno. Portico 
meridionale
 [28]Allora mi introdusse nell'atrio interno, per il portico 
meridionale, e
 misurò questo portico; aveva le stesse dimensioni. [29]Le 
stanze, i pilastri
 e l'atrio avevano le medesime misure. Intorno al portico, 
come intorno
 all'atrio, vi erano finestre. Esso misurava cinquanta cubiti di 
lunghezza
 per venticinque di larghezza.
 [30]Intorno vi erano vestiboli di 
venticinque cubiti di lunghezza per cinque
 di larghezza.
 [31]Il suo 
vestibolo era rivolto verso l'atrio esterno; sui pilastri c'erano
 ornamenti 
di palme; i gradini per i quali si accedeva erano otto.
 Il portico 
orientale
 [32]Poi mi condusse al portico dell'atrio interno che guarda a 
oriente e lo
 misurò: aveva le solite dimensioni. [33]Le stanze, i pilastri e 
l'atrio
 avevano le stesse dimensioni. Intorno al portico, come intorno 
all'atrio, vi
 erano finestre. Esso misurava cinquanta cubiti di lunghezza per 
venticinque
 di larghezza. [34]Il suo vestibolo dava sull'atrio esterno: sui 
pilastri, da
 una parte e dall'altra vi erano ornamenti di palme: i gradini 
per i quali si
 accedeva erano otto. Il portico settentrionale
 [35]Poi mi 
condusse al portico settentrionale e lo misurò: aveva le solite
 dimensioni, 
[36]come le stanze, i pilastri e l'atrio. Intorno vi erano
 finestre. Esso 
misurava cinquanta cubiti di lunghezza per venticinque di
 larghezza. [37]Il 
suo vestibolo dava sull'atrio esterno; sui pilastri, da
 una parte e 
dall'altra, c'erano ornamenti di palme: i gradini per cui vi si
 accedeva 
erano otto.
 Annessi ai portici
 [38]C'era anche una stanza con la porta 
vicino ai pilastri dei portici; là
 venivano lavati gli olocausti. 
[39]Nell'atrio del portico vi erano due
 tavole da una parte e due dall'altra, 
sulle quali venivano sgozzati gli
 olocausti e i sacrifici espiatori e di 
riparazione. [40]Altre due tavole
 erano sul lato esterno, a settentrione di 
chi entra nel portico, e due
 tavole all'altro lato presso l'atrio del 
portico. [41]Così a ciascun lato
 del portico c'erano quattro tavole da una 
parte e quattro tavole dall'altra:
 otto tavole in tutto. Su di esse si 
sgozzavano le vittime. [42]C'erano poi
 altre quattro tavole di pietre 
squadrate, per gli olocausti, lunghe un
 cubito e mezzo, larghe un cubito e 
mezzo e alte un cubito: su di esse
 venivano deposti gli strumenti con i quali 
si immolavano gli olocausti e gli
 altri sacrifici. [43]Uncini d'un palmo 
erano attaccati all'interno
 tutt'intorno; sulle tavole si mettevano le carni 
delle offerte.
 [44]Fuori del portico interno, nell'atrio interno, vi erano 
due stanze:
 quella accanto al portico settentrionale guardava a mezzogiorno, 
l'altra
 accanto al portico meridionale guardava a settentrione. [45]Egli mi 
disse:
 «La stanza che guarda a mezzogiorno è per i sacerdoti che hanno cura 
del
 tempio, [46]mentre la stanza che guarda a settentrione è per i sacerdoti 
che
 hanno cura dell'altare: sono essi i figli di Zadòk che, tra i figli di 
Levi,
 si avvicinano al Signore per il suo servizio».
 L'atrio 
interno
 [47]Misurò quindi l'atrio: era un quadrato di cento cubiti di 
larghezza per
 cento di lunghezza. L'altare era di fronte al tempio.
 Il 
tempio: l'ulam o atrio
 [48]Mi condusse poi nell'atrio del tempio e ne misurò 
i pilastri: erano
 ognuno cinque cubiti da una parte e cinque cubiti 
dall'altra; la larghezza
 del portico: tre cubiti da una parte e tre cubiti 
dall'altra. [49]La
 lunghezza del vestibolo era di venti cubiti e la larghezza 
di dodici cubiti.
 Vi si accedeva per mezzo di dieci gradini; accanto ai 
pilastri c'erano due
 colonne, una da una parte e una dall'altra.
 Ezechiele 
- Capitolo 41
 L'ekal o il "santo" (santuario)
 [1]M'introdusse poi nel 
santuario e misurò i pilastri: erano larghi sei
 cubiti da una parte e sei 
cubiti dall'altra. [2]La porta era larga dieci
 cubiti e i lati della porta 
cinque cubiti da una parte e cinque cubiti
 dall'altra. Misurò quindi il 
santuario: era lungo quaranta cubiti e largo
 venti.
 Il debir o il "santo 
dei santi"
 [3]Andò poi nell'interno e misurò i pilastri della porta, due 
cubiti, e la
 porta, sei cubiti; la larghezza della porta, sette cubiti. [4]Ne 
misurò
 ancora la lunghezza, venti cubiti e la larghezza, davanti al 
santuario,
 venti cubiti, poi mi disse: «Questo è il Santo dei santi».
 Le 
celle laterali
 [5]Misurò poi il muro del tempio, sei cubiti; poi la larghezza 
dell'edificio
 laterale, quattro cubiti, intorno al tempio. [6]Le celle 
laterali erano una
 sull'altra, trenta per tre piani. Per le celle 
all'intorno, c'erano, nel
 muro del tempio, rientranze in modo che fossero 
collegate fra di loro, ma
 non collegate al muro del tempio. [7]Salendo da un 
piano all'altro
 l'ampiezza delle celle aumentava, perciò la costruzione era 
più larga verso
 l'alto. Dal piano inferiore si poteva salire al piano di 
mezzo e da questo a
 quello più alto. [8]Io vidi intorno al tempio una 
elevazione. I fondamenti
 dell'edificio laterale erano di una canna intera di 
sei cubiti. [9]La
 larghezza del muro esterno dell'edificio laterale era di 
cinque cubiti, come
 quella dello spazio rimanente. Fra l'edificio laterale 
del tempio [10]e le
 stanze c'era una larghezza di venti cubiti intorno al 
tempio. [11]Le porte
 dell'edificio laterale rimanevano sullo spazio libero; 
una porta dava a
 settentrione e una a mezzogiorno. Lo spazio libero era 
cinque cubiti
 tutt'intorno.
 L'"edificio" occidentale
 [12]La costruzione 
che era di fronte allo spazio libero sul lato
 d'occidente, aveva settanta 
cubiti di larghezza; il muro della costruzione
 era tutt'intorno dello 
spessore di cinque cubiti; la sua lunghezza di
 novanta cubiti.
 [13]Poi 
misurò il tempio: lunghezza cento cubiti; lo spazio libero, edificio
 e sue 
mura, anch'essi cento cubiti. [14]La larghezza della facciata del
 tempio con 
lo spazio libero, cento cubiti. [15]Misurò ancora la larghezza
 dell'edificio 
di fronte allo spazio libero nella parte retrostante, con le
 gallerie di qua 
e di là: era cento cubiti.
 Ornamentazione interna
 L'interno del santuario, 
il suo vestibolo, [16]gli stipiti, le finestre a
 grate e le gallerie attorno 
a tutti e tre, a cominciare dalla soglia, erano
 rivestiti di tavole di legno, 
tutt'intorno, dal pavimento fino alle
 finestre, che erano velate. [17]Dalla 
porta, dentro e fuori del tempio e su
 tutte le pareti interne ed esterne 
erano dipinti [18]cherubini e palme. Fra
 cherubino e cherubino c'era una 
palma; ogni cherubino aveva due aspetti:
 [19]aspetto d'uomo verso una palma e 
aspetto di leone verso l'altra palma,
 effigiati intorno a tutto il tempio. 
[20]Da terra fino sopra la porta erano
 disposti cherubini e palme sulle 
pareti del santuario.
 [21]Gli stipiti del santuario erano 
quadrangolari.
 L'altare di legno
 Davanti al Santo dei santi c'era come 
[22]un altare di legno, alto tre
 cubiti, due cubiti di lunghezza e due di 
larghezza. Gli angoli, la base e i
 lati erano di legno. Mi disse: «Questa è 
la tavola che sta davanti al
 Signore».
 [23]Il santuario e il Santo dei 
santi avevano due porte ciascuno. [24]Ogni
 porta aveva due battenti e ogni 
battente si ripiegava in due pezzi: due per
 un battente e due per l'altro. 
[25]Sulle porte erano dipinti cherubini e
 palme come sulle pareti: un portale 
di legno era sulla facciata dell'atrio
 all'esterno. [26]Finestre e grate e 
palme erano da tutt'e due le parti, ai
 lati del vestibolo, alle celle annesse 
al tempio e agli architravi.
 Ezechiele - Capitolo 42
 Adiacenze del 
tempio
 [1]Allora mi fece uscire nell'atrio esterno dal lato settentrionale e 
mi
 condusse all'appartamento che sta di fronte allo spazio libero 
prospicente
 l'edificio verso settentrione. [2]Nella facciata aveva una 
lunghezza di
 cento cubiti, verso settentrione, e cinquanta cubiti di 
larghezza. [3]Di
 fronte ai venti cubiti dell'atrio interno e di fronte al 
lastricato esterno,
 vi era un porticato davanti a un altro porticato a tre 
piani; [4]davanti
 alle stanze c'era un corridoio di dieci cubiti di larghezza 
per cento di
 lunghezza: le porte delle stanze guardavano a settentrione. 
[5]Le stanze
 superiori erano più strette delle inferiori e intermedie, perché 
i porticati
 occupavano parte dello spazio. [6]Erano a tre piani, ma non 
avevano colonne
 come quelle degli altri, e perciò le stanze superiori erano 
più strette
 rispetto a quelle intermedie e a quelle inferiori. [7]Il muro 
esterno
 parallelo alle stanze, dal lato del corridoio esterno, aveva, davanti 
alle
 stanze, una lunghezza di cinquanta cubiti. [8]Infatti la lunghezza 
delle
 stanze dell'atrio esterno era di cinquanta cubiti, mentre dal lato 
del
 tempio era di cento cubiti. [9]In basso le stanze avevano l'ingresso 
rivolto
 verso oriente, entrando dall'atrio esterno, sulla larghezza del 
muro
 dell'atrio.
 [10]A mezzogiorno, di fronte allo spazio libero e alla 
muraglia di cinta,
 c'erano stanze [11]e, davanti ad esse, un passaggio simile 
a quello delle
 stanze poste a settentrione: la lunghezza e la larghezza erano 
uguali a
 quelle, come anche le varie uscite e le loro disposizioni; come le 
porte di
 quelle, [12]così erano le porte delle stanze che davano a 
mezzogiorno; una
 porta era al principio dell'ambulacro, lungo il muro 
corrispondente, a
 oriente di chi entra. [13]Egli mi disse: «Le stanze a 
settentrione e quelle
 a mezzogiorno, di fronte allo spazio libero, sono le 
stanze sacre, dove i
 sacerdoti che si accostano al Signore mangeranno le cose 
santissime: ivi
 riporranno le cose santissime, le oblazioni e le vittime di 
espiazione e di
 riparazione, perché santo è questo luogo. [14]Quando i 
sacerdoti vi saranno
 entrati, non usciranno dal luogo santo verso l'atrio 
esterno, ma deporranno
 là le loro vesti con le quali hanno prestato servizio, 
perché esse sono
 sante: indosseranno altre vesti e così si avvicineranno al 
luogo destinato
 al popolo».
 Dimensioni dell'atrio
 [15]Terminato ch'egli 
ebbe di misurare l'interno del tempio mi condusse
 fuori per la porta che 
guarda a oriente, e misurò la cinta intorno.
 [16]Misurò il lato orientale con 
la canna per misurare: era cinquecento
 canne, in canne da misura, 
all'intorno. [17]Misurò il lato settentrionale:
 era cinquecento canne, in 
canne da misura, all'intorno. [18]Misurò il lato
 meridionale: era cinquecento 
canne, con la canna da misura. [19]Si volse al
 lato occidentale: misurò 
cinquecento canne con la canna da misura. [20]Da
 quattro lati egli misurò il 
tempio; aveva intorno un muro lungo cinquecento
 canne e largo cinquecento, 
per separare il luogo sacro da quello profano.
 Ezechiele - Capitolo 
43
 Ritorno del Signore
 [1]Mi condusse allora verso la porta che guarda a 
oriente [2]ed ecco che la
 gloria del Dio d'Israele giungeva dalla via 
orientale e il suo rumore era
 come il rumore delle grandi acque e la terra 
risplendeva della sua gloria.
 [3]La visione che io vidi era simile a quella 
che avevo vista quando andai
 per distruggere la città e simile a quella che 
avevo vista presso il canale
 Chebàr. Io caddi con la faccia a terra. [4]La 
gloria del Signore entrò nel
 tempio per la porta che guarda a 
oriente.
 [5]Lo spirito mi prese e mi condusse nell'atrio interno: ecco, la 
gloria del
 Signore riempiva il tempio. [6]Mentre quell'uomo stava in piedi 
accanto a
 me, sentii che qualcuno entro il tempio mi parlava [7]e mi diceva: 
«Figlio
 dell'uomo, questo è il luogo del mio trono e il luogo dove posano i 
miei
 piedi, dove io abiterò in mezzo agli Israeliti, per sempre. E la 
casa
 d'Israele, il popolo e i suoi re, non profaneranno più il mio santo nome 
con
 le loro prostituzioni e con i cadaveri dei loro re e con le loro 
stele,
 [8]collocando la loro soglia accanto alla mia soglia e i loro 
stipiti
 accanto ai miei stipiti, così che fra me e loro vi era solo il muro, 
hanno
 profanato il mio santo nome con tutti gli abomini che hanno commessi, 
perciò
 li ho distrutti con ira. [9]Ma d'ora in poi essi allontaneranno da me 
le
 loro prostituzioni e i cadaveri dei loro re e io abiterò in mezzo a loro 
per
 sempre.
 [10]Tu, figlio dell'uomo, descrivi questo tempio alla casa 
d'Israele, perché
 arrossiscano delle loro iniquità; ne misurino la pianta 
[11]e, se si
 vergogneranno di quanto hanno fatto, manifesta loro la forma di 
questo
 tempio, la sua disposizione, le sue uscite, i suoi ingressi, tutti i 
suoi
 aspetti, tutti i suoi regolamenti, tutte le sue forme e tutte le sue 
leggi:
 mettili per iscritto davanti ai loro occhi, perché osservino tutte 
queste
 norme e tutti questi regolamenti e li mettano in pratica. [12]Questa è 
la
 legge del tempio: alla sommità del monte, tutto il territorio che 
lo
 circonda è santissimo; ecco, questa è la legge del 
tempio.
 L'altare
 [13]Queste sono le misure dell'altare in cubiti, di un 
cubito e un palmo
 ciascuno. La base era di un cubito di altezza per un cubito 
di larghezza: il
 suo bordo intorno era un palmo. Tale lo zoccolo 
dell'altare.
 [14]Dalla base che posava a terra fino alla piattaforma 
inferiore vi erano
 due cubiti di altezza e un cubito di larghezza: dalla 
piattaforma piccola
 alla piattaforma più grande vi erano quattro cubiti di 
altezza e un cubito
 di larghezza.
 [15]Il focolare era di quattro cubiti e 
sul focolare vi erano quattro corni.
 [16]Il focolare era dodici cubiti di 
lunghezza per dodici di larghezza, cioè
 quadrato. [17]La piattaforma 
superiore era un quadrato di quattordici cubiti
 di lunghezza per quattordici 
cubiti di larghezza, con un orlo intorno di
 mezzo cubito, e la base, intorno, 
di un cubito: i suoi gradini guardavano a
 oriente.
 Consacrazione 
dell'altare
 [18]Egli mi parlò: «Figlio dell'uomo, dice il Signore Dio: Queste 
sono le
 leggi dell'altare, quando verrà costruito per offrirvi sopra il 
sangue.
 [19]Ai sacerdoti leviti della stirpe di Zadòk, che si avvicineranno a 
me per
 servirmi, tu darai - parola del Signore Dio - un giovenco per 
l'espiazione.
 [20]Prenderai di quel sangue e lo spanderai sui quattro corni 
dell'altare,
 sui quattro angoli della piattaforma e intorno all'orlo. Così 
lo
 purificherai e ne farai l'espiazione. [21]Prenderai poi il giovenco 
del
 sacrificio espiatorio e lo brucerai in un luogo appartato del tempio, 
fuori
 del santuario. [22]Il secondo giorno offrirai, per il peccato, un 
capro
 senza difetto e farai la purificazione dell'altare come hai fatto con 
il
 giovenco. [23]Terminato il rito della purificazione, offrirai un 
giovenco
 senza difetti e un montone del gregge senza difetti. [24]Tu li 
presenterai
 al Signore e i sacerdoti getteranno il sale su di loro, poi li 
offriranno in
 olocausto al Signore. [25]Per sette giorni sacrificherai per il 
peccato un
 capro al giorno e verrà offerto anche un giovenco e un montone del 
gregge
 senza difetti. [26]Per sette giorni si farà l'espiazione dell'altare e 
lo si
 purificherà e consacrerà. [27]Finiti questi giorni, dall'ottavo in poi, 
i
 sacerdoti immoleranno sopra l'altare i vostri olocausti, i vostri 
sacrifici
 di comunione e io vi sarò propizio». Oracolo del Signore 
Dio.
 Ezechiele - Capitolo 44
 Uso del portico orientale
 [1]Mi condusse 
poi alla porta esterna del santuario dalla parte di oriente;
 essa era chiusa. 
[2]Mi disse: «Questa porta rimarrà chiusa: non verrà
 aperta, nessuno vi 
passerà, perché c'è passato il Signore, Dio d'Israele.
 Perciò resterà chiusa. 
[3]Ma il principe, il principe siederà in essa per
 cibarsi davanti al 
Signore; entrerà dal vestibolo della porta e di lì
 uscirà».
 Regole di 
ammissione al tempio
 [4]Poi mi condusse per la porta settentrionale, davanti 
al tempio. Guardai
 ed ecco la gloria del Signore riempiva il tempio. Caddi 
con la faccia a
 terra [5]e il Signore mi disse: «Figlio dell'uomo, stà 
attento, osserva bene
 e ascolta quanto io ti dirò sulle prescrizioni riguardo 
al tempio e su tutte
 le sue leggi; stà attento a come si entra nel tempio da 
tutti gli accessi
 del santuario. [6]Riferirai a quei ribelli, alla gente 
d'Israele: Così dice
 il Signore Dio: Troppi sono stati per voi gli abomini, o 
Israeliti! [7]Avete
 introdotto figli stranieri, non circoncisi di cuore e non 
circoncisi di
 carne, perché stessero nel mio santuario e profanassero il mio 
tempio,
 mentre mi offrivate il mio cibo, il grasso e il sangue, rompendo così 
la mia
 alleanza con tutti i vostri abomini. [8]Non vi siete presi voi la cura 
delle
 mie cose sante ma avete affidato loro, al vostro posto, la custodia del 
mio
 santuario. [9]Così dice il Signore Dio: Nessuno straniero, non circonciso 
di
 cuore, non circonciso nella carne, entrerà nel mio santuario, nessuno 
di
 tutti gli stranieri che sono in mezzo agli Israeliti.
 I 
leviti
 [10]Anche i leviti, che si sono allontanati da me nel traviamento 
d'Israele
 e hanno seguito i loro idoli, sconteranno la propria 
iniquità;
 [11]serviranno nel mio santuario come guardie delle porte del 
tempio e come
 servi del tempio; sgozzeranno gli olocausti e le vittime del 
popolo e
 staranno davanti ad esso pronti al suo servizio. [12]Poiché l'hanno 
servito
 davanti ai suoi idoli e sono stati per la gente d'Israele occasione 
di
 peccato, perciò io ho alzato la mano su di loro - parola del Signore Dio 
-
 ed essi sconteranno la loro iniquità. [13]Non si avvicineranno più a me 
per
 servirmi come sacerdoti e toccare tutte le mie cose sante e santissime, 
ma
 sconteranno la vergogna degli abomini che hanno compiuti. [14]Affido loro 
la
 custodia del tempio e ogni suo servizio e qualunque cosa da compiere 
in
 esso.
 I sacerdoti
 [15]I sacerdoti leviti figli di Zadòk, che hanno 
osservato le prescrizioni
 del mio santuario quando gli Israeliti si erano 
allontanati da me, si
 avvicineranno a me per servirmi e staranno davanti a me 
per offrirmi il
 grasso e il sangue. Parola del Signore Dio. [16]Essi 
entreranno nel mio
 santuario e si avvicineranno alla mia tavola per servirmi 
e custodiranno le
 mie prescrizioni.
 [17]Quando entreranno dalle porte 
dell'atrio interno, indosseranno vesti di
 lino; non porteranno alcun 
indumento di lana, quando essi eserciteranno il
 ministero alle porte 
dell'atrio interno e nel tempio. [18]Porteranno in capo
 turbanti di lino e 
avranno mutande ai fianchi: non si cingeranno di quanto
 provochi il sudore. 
[19]Quando usciranno nell'atrio esterno verso il popolo,
 si toglieranno le 
vesti con le quali hanno ufficiato e le deporranno nelle
 stanze del 
santuario: indosseranno altre vesti per non comunicare con esse
 la 
consacrazione al popolo. [20]Non si raderanno il capo, né si 
lasceranno
 crescere la chioma, ma avranno i capelli normalmente tagliati. 
[21]Nessun
 sacerdote berrà vino quando dovrà entrare nell'atrio interno. 
[22]Non
 prenderanno in sposa una vedova, né una ripudiata, ma solo una 
vergine della
 stirpe d'Israele: potranno sposare però una vedova, se è la 
vedova di un
 sacerdote. [23]Indicheranno al mio popolo ciò che è santo e ciò 
che è
 profano e gli insegneranno ciò che è mondo e ciò che è immondo. 
[24]Nelle
 liti essi saranno i giudici e decideranno secondo le mie leggi. In 
tutte le
 mie feste osserveranno le mie leggi e i miei statuti e 
santificheranno i
 miei sabati. [25]Nessuno di essi si avvicinerà a un 
cadavere per non
 rendersi immondo, ma potrà rendersi immondo per il padre, la 
madre, un
 figlio, una figlia, un fratello o per una sorella non maritata: 
[26]dopo
 essersi purificato, gli si conteranno sette giorni [27]e quando 
egli
 rientrerà nel luogo santo, nell'atrio interno per servire nel 
santuario,
 offrirà il suo sacrificio espiatorio. Parola del Signore 
Dio.
 [28]Essi non avranno alcuna eredità. Io sarò la loro eredità: non sarà 
dato
 loro alcun possesso in Israele; io sono il loro possesso. [29]Saranno 
loro
 cibo le oblazioni, i sacrifici espiatori, i sacrifici di 
riparazione;
 apparterrà loro quanto è stato votato allo sterminio in Israele. 
[30]La
 parte migliore di tutte le vostre primizie e ogni specie di 
offerta
 apparterranno ai sacerdoti: così darete al sacerdote le primizie dei 
vostri
 macinati, per far posare la benedizione sulla vostra casa. [31]I 
sacerdoti
 non mangeranno la carne di alcun animale morto di morte naturale o 
sbranato,
 di uccelli o di altri animali».
 Ezechiele - Capitolo 
45
 Divisione del paese. Parte del Signore
 [1]«Quando voi spartirete a 
sorte la regione, in eredità, preleverete dal
 territorio, in offerta al 
Signore, una porzione sacra, lunga venticinquemila
 cubiti e larga ventimila: 
essa sarà santa per tutta la sua estensione. [2]Di
 essa sarà per il santuario 
un quadrato di cinquecento cubiti per
 cinquecento, con una zona libera 
all'intorno di cinquanta cubiti. [3]In
 quella superficie misurerai un tratto 
di venticinquemila cubiti di lunghezza
 per diecimila di larghezza, dove sarà 
il santuario, il Santo dei santi.
 [4]Esso sarà la parte sacra del paese, sarà 
per i sacerdoti ministri del
 santuario, che si avvicinano per servire il 
Signore: questo luogo servirà
 per le loro case e come luogo sacro per il 
santuario. [5]Uno spazio di
 venticinquemila cubiti di lunghezza per diecimila 
di larghezza sarà il
 possesso dei leviti che servono nel tempio, con città 
dove abitare. [6]Come
 possesso poi delle città assegnerete un tratto di 
cinquemila cubiti di
 larghezza per venticinquemila di lunghezza, parallelo 
alla parte assegnata
 al santuario: apparterrà a tutta la gente 
d'Israele.
 Parte del principe
 [7]Al principe sarà assegnato un possesso di 
qua e di là della parte sacra e
 del territorio dalle città, al fianco della 
parte sacra e al fianco del
 territorio della città, a occidente fino 
all'estremità occidentale e a
 oriente sino al confine orientale, per una 
lunghezza uguale a ognuna delle
 parti, dal confine occidentale sino a quello 
orientale. [8]Questa sarà la
 sua terra, il suo possesso in Israele e così i 
miei prìncipi non
 opprimeranno il mio popolo, ma lasceranno la terra alla 
gente d'Israele,
 alle sue tribù».
 [9]Dice il Signore Dio: «Basta, prìncipi 
d'Israele, basta con le violenze e
 le rapine! Agite secondo il diritto e la 
giustizia; eliminate le vostre
 estorsioni dal mio popolo. Parola del Signore 
Dio. [10]Abbiate bilance
 giuste, efa giusta, bat giusto. [11]L'efa e il bat 
saranno della medesima
 misura così che il bat e l'efa contengano un decimo 
del comer, la loro
 misura sarà in relazione al comer. [12]Il siclo sarà di 
venti ghere: venti
 sicli, venticinque sicli e quindici sicli saranno la 
vostra mina.
 Offerte per il culto
 [13]Questa sarà l'offerta che voi 
preleverete: un sesto di efa per ogni
 comer di frumento e un sesto di efa per 
ogni comer di orzo. [14]Norma per
 l'olio - che si misura con il bat - è un 
decimo del bat per ogni kor. Dieci
 bat corrispondono ad un comer, perché 
dieci bat formano un comer. [15]Dal
 gregge, una pecora ogni duecento, dai 
prati fertili d'Israele. Questa sarà
 data per le oblazioni, per gli 
olocausti, per i sacrifici di comunione, in
 espiazione per loro. Parola del 
Signore Dio. [16]Tutta la popolazione del
 paese sarà tenuta a questa offerta 
verso il principe d'Israele. [17]A carico
 del principe saranno gli olocausti, 
le oblazioni e le libazioni nelle
 solennità, nei noviluni e nei sabati, in 
tutte le feste della gente
 d'Israele. Egli provvederà per il sacrificio 
espiatorio, l'oblazione,
 l'olocausto e il sacrificio di comunione per 
l'espiazione della gente
 d'Israele».
 Festa della pasqua
 [18]Dice il 
Signore Dio: «Il primo giorno del primo mese, prenderai un
 giovenco senza 
difetti e purificherai il santuario. [19]Il sacerdote
 prenderà il sangue 
della vittima per il peccato e lo metterà sugli stipiti
 del tempio e sui 
quattro angoli dello zoccolo dell'altare e sugli stipiti
 delle porte 
dell'atrio interno. [20]Lo stesso farà il sette del mese per chi
 abbia 
peccato per errore o per ignoranza: così purificherete il tempio.
 [21]Il 
quattordici del primo mese sarà per voi la pasqua, festa d'una
 settimana di 
giorni: mangeranno pane azzimo. [22]In quel giorno il principe
 offrirà, per 
sé e per tutto il popolo del paese, un giovenco per il peccato;
 [23]nei sette 
giorni della festa offrirà in olocausto al Signore sette
 giovenchi e sette 
montoni, senza difetti, in ognuno dei sette giorni, e un
 capro in sacrificio 
per il peccato, ogni giorno. [24]In oblazione offrirà
 un'efa per giovenco e 
un'efa per montone, con un hin di olio per ogni efa.
 Festa delle 
capanne
 [25]Il quindici del settimo mese farà per la festa come in quei 
sette
 giorni, per i sacrifici espiatori, per gli olocausti, le oblazioni 
e
 l'olio».
 Ezechiele - Capitolo 46
 Regolamenti diversi
 [1]Dice il 
Signore Dio: «Il portico dell'atrio interno che guarda a oriente
 rimarrà 
chiuso nei sei giorni di lavoro; sarà aperto il sabato e nei giorni
 del 
novilunio. [2]Il principe entrerà dal di fuori passando dal vestibolo
 del 
portico esterno e si fermerà presso lo stipite del portico, mentre 
i
 sacerdoti offriranno il suo olocausto e il suo sacrificio di comunione. 
Egli
 si prostrerà sulla soglia del portico, poi uscirà e il portico non 
sarà
 chiuso fino al tramonto. [3]Il popolo del paese si prostrerà nei sabati 
e
 nei giorni del novilunio all'ingresso del portico, davanti al 
Signore.
 [4]L'olocausto che il principe offrirà al Signore nel giorno di 
sabato sarà
 di sei agnelli e un montone senza difetti; [5]come oblazione 
offrirà un'efa
 per il montone, per gli agnelli quell'offerta che potrà dare; 
di olio un hin
 per ogni efa. [6]Nel giorno del novilunio offrirà in olocausto 
un giovenco
 senza difetti, sei agnelli e un montone senza difetti; [7]in 
oblazione,
 un'efa per il giovenco e un'efa per il montone e per gli agnelli 
quanto
 potrà dare; d'olio, un hin per ogni efa. [8]Quando il principe 
entrerà,
 dovrà entrare passando per l'atrio del portico e da esso uscirà. 
[9]Quando
 verrà il popolo del paese davanti al Signore nelle solennità, 
coloro che
 saranno entrati dalla porta di settentrione per adorare, usciranno 
dal
 portico di mezzogiorno; quelli che saranno entrati dal portico 
di
 mezzogiorno usciranno dal portico di settentrione. Nessuno uscirà 
dal
 portico da cui è entrato ma uscirà da quello opposto. [10]Il principe 
sarà
 in mezzo a loro; entrerà come entrano loro e uscirà come escono 
loro.
 [11]Nelle feste e nelle solennità l'oblazione sarà di un'efa per il 
giovenco
 e di un'efa per il montone; per gli agnelli quello che potrà dare; 
l'olio
 sarà di un hin per ogni efa.
 [12]Quando il principe vorrà offrire 
volontariamente al Signore un olocausto
 o sacrifici di comunione, gli sarà 
aperto il portico che guarda ad oriente e
 offrirà l'olocausto e il sacrificio 
di comunione come li offre nei giorni di
 sabato; poi uscirà e il portico 
verrà chiuso appena sarà uscito.
 [13]Ogni giorno tu offrirai in olocausto al 
Signore un agnello di un anno,
 senza difetti; l'offrirai ogni mattina. [14]Su 
di esso farai ogni mattina
 un'oblazione di un sesto di efa; di olio offrirai 
un terzo di hin per
 intridere il fior di farina: è un'oblazione al Signore, 
la legge
 dell'olocausto quotidiano. [15]Si offrirà dunque l'agnello, 
l'oblazione e
 l'olio, ogni mattina: è l'olocausto quotidiano».
 [16]Dice il 
Signore Dio: «Se il principe darà in dono ad uno dei suoi figli
 qualcosa 
della sua eredità, il dono rimarrà ai suoi figli come eredità.
 [17]Se invece 
egli farà sulla sua eredità un dono a uno dei suoi servi, il
 dono apparterrà 
al servo fino all'anno dell'affrancamento, poi ritornerà al
 principe: ma la 
sua eredità resterà ai suoi figli. [18]Il principe non
 prenderà niente 
dell'eredità del popolo, privandolo, con esazioni, del suo
 possesso; egli 
lascerà in eredità ai suoi figli parte di quanto possiede,
 perché nessuno del 
mio popolo sia scacciato dal suo possesso».
 [19]Poi egli mi condusse, per il 
corridoio che sta sul fianco del portico,
 alle stanze del santuario destinate 
ai sacerdoti, dalla parte di
 settentrione: ed ecco alla estremità di 
occidente un posto riservato. [20]Mi
 disse: «Questo è il luogo dove i 
sacerdoti cuoceranno le carni dei sacrifici
 di riparazione e di espiazione e 
dove cuoceranno le oblazioni, senza
 portarle fuori nell'atrio esterno e 
correre il rischio di comunicare la
 consacrazione al popolo». [21]Mi condusse 
nell'atrio esterno e mi fece
 passare presso i quattro angoli dell'atrio e a 
ciascun angolo dell'atrio vi
 era un cortile; [22]quindi ai quattro angoli 
dell'atrio vi erano quattro
 piccoli cortili lunghi quaranta cubiti e larghi 
trenta, tutti d'una stessa
 misura. [23]Un muro girava intorno a tutt'e 
quattro e dei fornelli erano
 costruiti in basso intorno al muro. [24]Egli mi 
disse: «Queste sono le
 cucine dove i servi del tempio cuoceranno i sacrifici 
del popolo».
 Ezechiele - Capitolo 47
 La sorgente del tempio
 [1]Mi 
condusse poi all'ingresso del tempio e vidi che sotto la soglia del
 tempio 
usciva acqua verso oriente, poiché la facciata del tempio era verso
 oriente. 
Quell'acqua scendeva sotto il lato destro del tempio, dalla parte
 meridionale 
dell'altare. [2]Mi condusse fuori dalla porta settentrionale e
 mi fece girare 
all'esterno fino alla porta esterna che guarda a oriente, e
 vidi che l'acqua 
scaturiva dal lato destro. [3]Quell'uomo avanzò verso
 oriente e con una 
cordicella in mano misurò mille cubiti, poi mi fece
 attraversare quell'acqua: 
mi giungeva alla caviglia. [4]Misurò altri mille
 cubiti, poi mi fece 
attraversare quell'acqua: mi giungeva al ginocchio.
 Misurò altri mille 
cubiti, poi mi fece attraversare l'acqua: mi giungeva ai
 fianchi. [5]Ne 
misurò altri mille: era un fiume che non potevo attraversare,
 perché le acque 
erano cresciute, erano acque navigabili, un fiume da non
 potersi passare a 
guado. [6]Allora egli mi disse: «Hai visto, figlio
 dell'uomo?».
 Poi mi 
fece ritornare sulla sponda del fiume; [7]voltandomi, vidi che sulla
 sponda 
del fiume vi era un grandissima quantità di alberi da una parte e
 dall'altra. 
[8]Mi disse: «Queste acque escono di nuovo nella regione
 orientale, scendono 
nell'Araba ed entrano nel mare: sboccate in mare, ne
 risanano le acque. 
[9]Ogni essere vivente che si muove dovunque arriva il
 fiume, vivrà: il pesce 
vi sarà abbondantissimo, perché quelle acque dove giu
 ngono, risanano e là 
dove giungerà il torrente tutto rivivrà. [10]Sulle sue
 rive vi saranno 
pescatori: da Engàddi a En-Eglàim vi sarà una distesa di
 reti. I pesci, 
secondo le loro specie, saranno abbondanti come i pesci del
 Mar Mediterraneo. 
[11]Però le sue paludi e le sue lagune non saranno
 risanate: saranno 
abbandonate al sale. [12]Lungo il fiume, su una riva e
 sull'altra, crescerà 
ogni sorta di alberi da frutto, le cui fronde non
 appassiranno: i loro frutti 
non cesseranno e ogni mese matureranno, perché
 le loro acque sgorgano dal 
santuario. I loro frutti serviranno come cibo e
 le foglie come 
medicina».
 I confini del paese
 [13]Dice il Signore Dio: «Questi saranno i 
confini della terra che
 spartirete fra le dodici tribù d'Israele, dando a 
Giuseppe due parti.
 [14]Ognuno di voi possederà come l'altro la parte di 
territorio che io
 alzando la mano ho giurato di dare ai vostri padri: questa 
terra sarà in
 vostra eredità.
 [15]Ecco dunque quali saranno i confini del 
paese. A settentrione, dal Mar
 Mediterraneo lungo la via di Chetlòn fino a 
Zedàd; [16]il territorio di
 Amat, Berotà, Sibràim, che è fra il territorio di 
Damasco e quello di Amat,
 Cazer-Ticòn, che è sulla frontiera di Hauràn. 
[17]Quindi la frontiera si
 estenderà dal mare fino a Cazer-Enòn, con il 
territorio di Damasco e quello
 di Amat a settentrione. Questo il lato 
settentrionale. [18]A oriente, fra
 l'Hauràn, Damasco e Gàlaad e il paese 
d'Israele, sarà di confine il
 Giordano, fino al mare orientale, e verso 
Tamàr. Questo il lato orientale.
 [19]A mezzogiorno, da Tamàr fino alle acque 
di Meriba-Kadès, fino al
 torrente verso il Mar Mediterraneo. Questo il lato 
meridionale verso il
 Negheb.
 [20]A occidente, il Mar Mediterraneo, dal 
confine sino davanti all'ingresso
 di Amat. Questo il lato 
occidentale.
 [21]Vi spartirete questo territorio secondo le tribù d'Israele. 
[22]Lo
 dividerete in eredità fra voi e i forestieri che abitano con voi, i 
quali
 hanno generato figli in mezzo a voi; questi saranno per voi come 
indigeni
 fra gli Israeliti e tireranno a sorte con voi la loro parte in mezzo 
alle
 tribù d'Israele. [23]Nella tribù in cui lo straniero è stabilito, là 
gli
 darete la sua parte». Parola del Signore Dio.
 Ezechiele - Capitolo 
48
 Divisione del paese
 [1]Questi sono i nomi delle tribù: dal confine 
settentrionale, lungo la via
 di Chetlòn che conduce ad Amat, fino a 
Cazer-Enòn, con a settentrione la
 frontiera di Damasco e lungo il confine di 
Amat, dal lato d'oriente fino al
 mare, sarà assegnata a Dan una 
parte.
 [2]Sulla frontiera di Dan, dal limite orientale al limite occidentale: 
Aser,
 una parte.
 [3]Sulla frontiera di Aser, dal limite orientale fino al 
limite occidentale:
 Nèftali, una parte.
 [4]Sulla frontiera di Nèftali, dal 
limite orientale fino al limite
 occidentale: Manàsse, una parte.
 [5]Sulla 
frontiera di Manàsse, dal limite orientale fino al limite
 occidentale: 
Efraim, una parte.
 [6]Sulla frontiera di Efraim, dal limite orientale fino al 
limite
 occidentale: Ruben, una parte.
 [7]Sulla frontiera di Ruben, dal 
limite orientale fino al limite
 occidentale: Giuda, una parte.
 [8]Sulla 
frontiera di Giuda, dal limite orientale fino al limite
 occidentale, starà la 
porzione che preleverete, larga venticinquemila cubiti
 e lunga come una delle 
parti dal limite orientale fino al limite
 occidentale: in mezzo sorgerà il 
santuario.
 [9]La parte che voi preleverete per il Signore avrà 
venticinquemila cubiti
 di lunghezza per ventimila di larghezza. [10]Ai 
sacerdoti apparterrà la
 parte sacra del territorio, venticinquemila cubiti a 
settentrione e
 diecimila di larghezza a ponente, diecimila cubiti di 
larghezza a oriente e
 venticinquemila cubiti di lunghezza a mezzogiorno. In 
mezzo sorgerà il
 santuario del Signore. [11]Essa apparterrà ai sacerdoti 
consacrati, ai figli
 di Zadòk, che furono fedeli alla mia osservanza e non si 
traviarono nel
 traviamento degli Israeliti come traviarono i leviti. [12]Sarà 
per loro come
 una parte sacra prelevata sulla parte consacrata del paese, 
cosa santissima,
 a fianco del territorio assegnato ai leviti.
 [13]I 
leviti, lungo il territorio dei sacerdoti, avranno venticinquemila
 cubiti di 
lunghezza per diecimila di larghezza: tutta la lunghezza sarà 
di
 venticinquemila cubiti e tutta la larghezza di diecimila.
 [14]Essi non 
ne potranno vendere né permutare, né potrà essere alienata
 questa parte 
migliore del paese, perché è sacra al Signore.
 [15]I cinquemila cubiti di 
lunghezza che restano sui venticinquemila,
 saranno terreno profano per la 
città, per abitazioni e dintorni; in mezzo
 sorgerà la città. [16]Le sue 
misure saranno le seguenti: il lato
 settentrionale avrà 
quattromilacinquecento cubiti; il lato meridionale,
 quattromilacinquecento 
cubiti; il lato orientale quattromilacinquecento
 cubiti e il lato occidentale 
quattromilacinquecento cubiti. [17]I dintorni
 della città saranno 
duecentocinquanta cubiti a settentrione,
 duecentocinquanta a mezzogiorno, 
duecentocinquanta a oriente e
 duecentocinquanta a ponente. [18]Rimarrà 
accanto alla parte sacra un terreno
 lungo diecimila cubiti a oriente e 
diecimila a occidente, i cui prodotti
 saranno il cibo per coloro che prestan 
servizio nella città, [19]i quali
 saranno presi da tutte le tribù d'Israele. 
[20]Tutta la zona sarà di
 venticinquemila cubiti per venticinquemila. 
Preleverete, come possesso della
 città, un quarto della zona sacra.
 [21]Il 
resto, da una parte e dall'altra della zona sacra e del possesso
 della città, 
su un fronte di venticinquemila cubiti della zona sacra a
 oriente, verso il 
confine orientale, e a ponente, su un fronte di
 venticinquemila cubiti verso 
il confine occidentale, parallelamente alle
 parti, sarà per il principe. La 
zona sacra e il santuario del tempio
 rimarranno in mezzo, [22]fra il possesso 
dei leviti e il possesso della
 città, e fra ciò che spetta al principe; quel 
che si trova tra la frontiera
 di Giuda e quella di Beniamino sarà del 
principe.
 [23]Per le altre tribù, dalla frontiera orientale a quella 
occidentale:
 Beniamino, una parte.
 [24]Al lato del territorio di 
Beniamino, dalla frontiera orientale a quella
 occidentale: Simeone, una 
parte.
 [25]Al lato del territorio di Simeone, dalla frontiera orientale a 
quella
 occidentale: Issacar, una parte.
 [26]Al lato del territorio di 
Issacar, dalla frontiera orientale a quella
 occidentale: Zàbulon, una 
parte.
 [27]Al lato del territorio di Zàbulon, dalla frontiera orientale a 
quella
 occidentale: Gad, una parte.
 [28]Al lato del territorio di Gad, 
dalla frontiera meridionale verso
 mezzogiorno, la frontiera andrà da Tamàr 
alle acque di Meriba-Kadès e al
 torrente che va al Mar Mediterraneo. 
[29]Questo è il territorio che voi
 dividerete a sorte in eredità alle tribù 
d'Israele e queste le loro parti,
 dice il Signore Dio.
 Le porte di 
Gerusalemme
 [30]Queste saranno le uscite della città: sul lato 
settentrionale:
 quattromilacinquecento cubiti. [31]Le porte della città 
porteranno i nomi
 delle tribù d'Israele. Tre porte a settentrione: la porta 
di Ruben, una; la
 porta di Giuda, una; la porta di Levi, una. [32]Sul lato 
orientale:
 quattromilacinquecento cubiti e tre porte: la porta di Giuseppe, 
una; la
 porta di Beniamino, una; la porta di Dan, una. [33]Sul lato 
meridionale:
 quattromilacinquecento cubiti e tre porte: la porta di Simeone, 
una; la
 porta di Issacar, una; la porta di Zàbulon, una.
 [34]Sul lato 
occidentale: quattromilacinquecento cubiti e tre porte: la
 porta di Gad, una; 
la porta di Aser, una; la porta di Nèftali, una.
 [35]Perimetro totale: 
diciottomila cubiti. La città si chiamerà da quel
 giorno in poi: Là è il 
Signore.
 Daniele - Capitolo 1
 I RAGAZZI EBREI ALLA CORTE DI 
NABUCODONOSOR
 [1]L'anno terzo del regno di Ioiakìm re di Giuda, Nabucodònosor 
re di
 Babilonia marciò su Gerusalemme e la cinse dassedio. [2]Il Signore 
mise
 Ioiakìm re di Giuda nelle sue mani, insieme con una parte degli arredi 
del
 tempio di Dio, ed egli li trasportò in Sennaàr e depositò gli arredi 
nel
 tesoro del tempio del suo dio.
 [3]Il re ordinò ad Asfenàz, capo dei 
suoi funzionari di corte, di condurgli
 giovani israeliti di stirpe reale o di 
famiglia nobile, [4]senza difetti, di
 bell'aspetto, dotati di ogni scienza, 
educati, intelligenti e tali da poter
 stare nella reggia, per essere istruiti 
nella scrittura e nella lingua dei
 Caldei.
 [5]Il re assegnò loro una 
razione giornaliera di vivande e di vino della sua
 tavola; dovevano esser 
educati per tre anni, al termine dei quali sarebbero
 entrati al servizio del 
re. [6]Fra di loro vi erano alcuni Giudei: Daniele,
 Anania, Misaele e Azaria; 
[7]però il capo dei funzionari di corte chiamò
 Daniele Baltazzàr; Anania 
Sadràch; Misaele Mesàch e Azaria Abdènego.
 [8]Ma Daniele decise in cuor suo 
di non contaminarsi con le vivande del re e
 con il vino dei suoi banchetti e 
chiese al capo dei funzionari di non farlo
 contaminare.
 [9]Dio fece sì che 
Daniele incontrasse la benevolenza e la simpatia del capo
 dei funzionari. 
[10]Però egli disse a Daniele: «Io temo che il re mio
 signore, che ha 
stabilito quello che dovete mangiare e bere, trovi le vostre
 facce più magre 
di quelle degli altri giovani della vostra età e io così mi
 renda colpevole 
davanti al re». [11]Ma Daniele disse al custode, al quale il
 capo dei 
funzionari aveva affidato Daniele, Anania, Misaele e Azaria:
 [12]«Mettici 
alla prova per dieci giorni, dandoci da mangiare legumi e da
 bere acqua, 
[13]poi si confrontino, alla tua presenza, le nostre facce con
 quelle dei 
giovani che mangiano le vivande del re; quindi deciderai di fare
 con noi tuoi 
servi come avrai constatato». [14]Egli acconsentì e fece la
 prova per dieci 
giorni; [15]terminati questi, si vide che le loro facce
 erano più belle e più 
floride di quelle di tutti gli altri giovani che
 mangiavano le vivande del 
re. [16]D'allora in poi il sovrintendente fece
 togliere l'assegnazione delle 
vivande e del vino e diede loro soltanto
 legumi.
 [17]Dio concesse a questi 
quattro giovani di conoscere e comprendere ogni
 scrittura e ogni sapienza e 
rese Daniele interprete di visioni e di sogni.
 [18]Terminato il tempo 
stabilito dal re entro il quale i giovani dovevano
 essergli presentati, il 
capo dei funzionari li portò a Nabucodònosor. [19]Il
 re parlò con loro, ma 
fra tutti non si trovò nessuno pari a Daniele, Anania,
 Misaele e Azaria, i 
quali rimasero al servizio del re; [20]in qualunque
 affare di sapienza e 
intelligenza su cui il re li interrogasse, li trovò
 dieci volte superiori a 
tutti i maghi e astrologi che c'erano in tutto il
 suo regno. [21]Così Daniele 
vi rimase fino al primo anno del re Ciro.
 Daniele - Capitolo 2
 IL SOGNO DI 
NABUCODONOSOR
 Il re interroga i suoi indovini
 [1]Nel secondo anno del suo 
regno, Nabucodònosor fece un sogno e il suo
 animo ne fu tanto agitato da non 
poter più dormire. [2]Allora il re ordinò
 che fossero chiamati i maghi, gli 
astrologi, gli incantatori e i caldei a
 spiegargli i sogni. Questi vennero e 
si presentarono al re. [3]Egli disse
 loro: «Ho fatto un sogno e il mio animo 
si è tormentato per trovarne la
 spiegazione». [4]I caldei risposero al re 
(aramaico): «Re, vivi per sempre.
 Racconta il sogno ai tuoi servi e noi te ne 
daremo la spiegazione».
 [5]Rispose il re ai caldei: «Questa è la mia 
decisione: se voi non mi
 rivelate il sogno e la sua spiegazione sarete fatti 
a pezzi e le vostre case
 saranno ridotte in letamai. [6]Se invece mi 
rivelerete il sogno e me ne
 darete la spiegazione, riceverete da me doni, 
regali e grandi onori. Ditemi
 dunque il sogno e la sua spiegazione». [7]Essi 
replicarono: «Esponga il re
 il sogno ai suoi servi e noi ne daremo la 
spiegazione». [8]Rispose il re:
 «Comprendo bene che voi volete guadagnar 
tempo, perché avete inteso la mia
 decisione. [9]Se non mi dite qual era il 
mio sogno, una sola sarà la vostra
 sorte. Vi siete messi d'accordo per darmi 
risposte astute e false in attesa
 che le circostanze si mutino. Perciò ditemi 
il sogno e io saprò che voi
 siete in grado di darmene anche la spiegazione». 
[10]I caldei risposero
 davanti al re: «Non c'è nessuno al mondo che possa 
soddisfare la richiesa
 del re: difatti nessun re, per quanto potente e 
grande, ha mai domandato una
 cosa simile ad un mago, indovino o caldeo. 
[11]La richiesa del re è tanto
 difficile, che nessuno ne può dare al re la 
risposta, se non gli dei la cui
 dimora è lontano dagli uomini».
 [12]Allora 
il re, acceso di furore, ordinò che tutti i saggi di Babilonia
 fossero messi 
a morte. [13]Il decreto fu pubblicato e gia i saggi venivano
 uccisi; anche 
Daniele e i suoi compagni erano ricercati per essere messi 
a
 morte.
 Intervento di Daniele
 [14]Ma Daniele rivolse parole piene di 
saggezza e di prudenza ad Ariòch,
 capo delle guardie del re, che stava per 
uccidere i saggi di Babilonia,
 [15]e disse ad Ariòch, ufficiale del re: 
«Perché il re ha emanato un decreto
 così severo?». Ariòch ne spiegò il motivo 
a Daniele. [16]Egli allora entrò
 dal re e pregò che gli si concedesse tempo: 
egli avrebbe dato la spiegazione
 dei sogni al re. [17]Poi Daniele andò a casa 
e narrò la cosa ai suoi
 compagni, Anania, Misaele e Azaria, [18]ed essi 
implorarono misericordia dal
 Dio del cielo riguardo a questo mistero, perché 
Daniele e i suoi compagni
 non fossero messi a morte insieme con tutti gli 
altri saggi di Babilonia.
 [19]Allora il mistero fu svelato a Daniele in una 
visione notturna; perciò
 Daniele benedisse il Dio del cielo:
 [20]«Sia 
benedetto il nome di Dio di secolo in secolo,
 perché a lui appartengono la 
sapienza e la potenza.
 [21]Egli alterna tempi e stagioni, depone i re e li 
innalza,
 concede la sapienza ai saggi,
 agli intelligenti il 
sapere.
 [22]Svela cose profonde e occulte
 e sa quel che è celato nelle 
tenebre
 e presso di lui è la luce.
 [23]Gloria e lode a te, Dio dei miei 
padri,
 che mi hai concesso la sapienza e la forza,
 mi hai manifestato ciò 
che ti abbiamo domandato
 e ci hai illustrato la richiesta del 
re».
 [24]Allora Daniele si recò da Ariòch, al quale il re aveva 
affidato
 l'incarico di uccidere i saggi di Babilonia, e presentatosi gli 
disse: «Non
 uccidere i saggi di Babilonia, ma conducimi dal re e io gli farò 
conoscere
 la spiegazione del sogno». [25]Ariòch condusse in fretta Daniele 
alla
 presenza del re e gli disse: «Ho trovato un uomo fra i Giudei deportati, 
il
 quale farà conoscere al re la spiegazione del sogno». [26]Il re disse 
allora
 a Daniele, chiamato Baltazzàr: «Puoi tu davvero rivelarmi il sogno che 
ho
 fatto e darmene la spiegazione?». [27]Daniele, davanti al re, rispose: 
«Il
 mistero di cui il re chiede la spiegazione non può essere spiegato né 
da
 saggi, né da astrologi, né da maghi, né da indovini; [28]ma c'è un Dio 
nel
 cielo che svela i misteri ed egli ha rivelato al re Nabucodònosor quel 
che
 avverrà al finire dei giorni. Ecco dunque qual era il tuo sogno e le 
visioni
 che sono passate per la tua mente, mentre dormivi nel tuo letto. 
[29]O re, i
 pensieri che ti sono venuti mentre eri a letto riguardano il 
futuro; colui
 che svela i misteri ha voluto svelarti ciò che dovrà avvenire. 
[30]Se a me è
 stato svelato questo mistero, non è perché io possieda una 
sapienza
 superiore a tutti i viventi, ma perché ne sia data la spiegazione al 
re e tu
 possa conoscere i pensieri del tuo cuore. [31]Tu stavi osservando, o 
re, ed
 ecco una statua, una statua enorme, di straordinario splendore, si 
ergeva
 davanti a te con terribile aspetto. [32]Aveva la testa d'oro puro, il 
petto
 e le braccia d'argento, il ventre e le cosce di bronzo, [33]le gambe 
di
 ferro e i piedi in parte di ferro e in parte di creta. [34]Mentre 
stavi
 guardando, una pietra si staccò dal monte, ma non per mano di uomo, e 
andò a
 battere contro i piedi della statua, che erano di ferro e di argilla, 
e li
 frantumò. [35]Allora si frantumarono anche il ferro, l'argilla, il 
bronzo,
 l'argento e l'oro e divennero come la pula sulle aie d'estate; il 
vento li
 portò via senza lasciar traccia, mentre la pietra, che aveva colpito 
la
 statua, divenne una grande montagna che riempì tutta quella 
regione.
 [36]Questo è il sogno: ora ne daremo la spiegazione al re. [37]Tu o 
re, sei
 il re dei re; a te il Dio del cielo ha concesso il regno, la potenza, 
la
 forza e la gloria. [38]A te ha concesso il dominio sui figli 
dell'uomo,
 sugli animali selvatici, sugli uccelli del cielo; tu li domini 
tutti: tu sei
 la testa d'oro. [39]Dopo di te sorgerà un altro regno, 
inferiore al tuo; poi
 un terzo regno, quello di bronzo, che dominerà su tutta 
la terra. [40]Vi
 sarà poi un quarto regno, duro come il ferro. Come il ferro 
spezza e
 frantuma tutto, così quel regno spezzerà e frantumerà tutto. 
[41]Come hai
 visto, i piedi e le dita erano in parte di argilla da vasaio e 
in parte di
 ferro: ciò significa che il regno sarà diviso, ma avrà la durezza 
del ferro
 unito all'argilla. [42]Se le dita dei piedi erano in parte di ferro 
e in
 parte di argilla, ciò significa che una parte del regno sarà forte e 
l'altra
 fragile. [43]Il fatto d'aver visto il ferro mescolato all'argilla 
significa
 che le due parti si uniranno per via di matrimoni, ma non potranno 
diventare
 una cosa sola, come il ferro non si amalgama con l'argilla. [44]Al 
tempo di
 questi re, il Dio del cielo farà sorgere un regno che non sarà mai 
distrutto
 e non sarà trasmesso ad altro popolo: stritolerà e annienterà tutti 
gli
 altri regni, mentre esso durerà per sempre. [45]Questo significa 
quella
 pietra che tu hai visto staccarsi dal monte, non per mano di uomo, e 
che ha
 stritolato il ferro, il bronzo, l'argilla, l'argento e l'oro. Il Dio 
grande
 ha rivelato al re quello che avverrà da questo tempo in poi. Il sogno 
è vero
 e degna di fede ne è la spiegazione».
 Professione di fede del 
re
 [46]Allora il re Nabucodònosor piegò la faccia a terra, si prostrò davanti 
a
 Daniele e ordinò che gli si offrissero sacrifici e incensi. 
[47]Quindi
 rivolto a Daniele gli disse: «Certo, il vostro Dio è il Dio degli 
dei, il
 Signore dei re e il rivelatore dei misteri, poiché tu hai potuto 
svelare
 questo mistero». [48]Il re esaltò Daniele e gli fece molti preziosi 
regali,
 lo costituì governatore di tutta la provincia di Babilonia e capo di 
tutti i
 saggi di Babilonia; [49]su richiesta di Daniele, il re fece 
amministratori
 della provincia di Babilonia, Sadràch, Mesàch e Abdènego. 
Daniele rimase
 alla corte del re.
 Daniele - Capitolo 3
 L'ADORAZIONE 
DELLA STATUA D'ORO
 Nabucodonosor erige una statua d'oro
 [1]Il re 
Nabucodònosor aveva fatto costruire una statua d'oro, alta sessanta
 cubiti e 
larga sei, e l'aveva fatta erigere nella pianura di Dura, nella
 provincia di 
Babilonia.
 [2]Quindi il re Nabucodònosor aveva convocato i sàtrapi, i 
prefetti, i
 governatori, i consiglieri, i tesorieri, i giudici, i questori e 
tutte le
 alte autorità delle province, perché presenziassero 
all'inaugurazione della
 statua che il re Nabucodònosor aveva fatto 
erigere.
 [3]I sàtrapi, i prefetti, i governatori, i consiglieri, i tesorieri, 
i
 giudici, i questori e tutte le alte autorità delle province 
vennero
 all'inaugurazione della statua. Essi si disposero davanti alla statua 
fatta
 erigere dal re.
 [4]Un banditore gridò ad alta voce: «Popoli, nazioni 
e lingue, a voi è
 rivolto questo proclama:
 [5]Quando voi udirete il suono 
del corno, del flauto, della cetra,
 dell'arpicordo, del salterio, della 
zampogna, e d'ogni specie di strumenti
 musicali, vi prostrerete e adorerete 
la statua d'oro, che il re
 Nabucodònosor ha fatto innalzare.
 [6]Chiunque 
non si prostrerà alla statua, in quel medesimo istante sarà
 gettato in mezzo 
ad una fornace di fuoco ardente».
 [7]Perciò tutti i popoli, nazioni e lingue, 
in quell'istante che ebbero
 udito il suono del corno, del flauto, 
dell'arpicordo, del salterio e di ogni
 specie di strumenti musicali, si 
prostrarono e adorarono la statua d'oro,
 che il re Nabucodònosor aveva fatto 
innalzare.
 Denunzia e condanna dei Giudei
 [8]Però in quel momento alcuni 
Caldei si fecero avanti per accusare i Giudei
 [9]e andarono a dire al re 
Nabucodònosor: «Re, vivi per sempre! [10]Tu hai
 decretato, o re, che chiunque 
avrà udito il suono del corno, del flauto,
 della cetra, dell'arpicordo, del 
salterio, della zampogna e d'ogni specie di
 strumenti musicali, si deve 
prostrare e adorare la statua d'oro:
 [11]chiunque non si prostrerà per 
adorarla, sia gettato in mezzo ad una
 fornace con il fuoco 
acceso.
 [12]Ora, ci sono alcuni Giudei, ai quali hai affidato gli affari 
della
 provincia di Babilonia, cioè Sadràch, Mesàch e Abdènego, che non 
ti
 obbediscono, re: non servono i tuoi dei e non adorano la statua d'oro che 
tu
 hai fatto innalzare».
 [13]Allora Nabucodònosor, sdegnato, comandò che 
gli si conducessero Sadràch,
 Mesàch e Abdènego, e questi comparvero alla 
presenza del re.
 [14]Nabucodònosor disse loro: «E' vero, Sadràch, Mesàch e 
Abdènego, che voi
 non servite i miei dei e non adorate la statua d'oro che io 
ho fatto
 innalzare? [15]Ora, se voi sarete pronti, quando udirete il suono 
del corno,
 del flauto, della cetra, dell'arpicordo, del salterio, della 
zampogna e
 d'ogni specie di strumenti musicali, a prostrarvi e adorare la 
statua che io
 ho fatta, bene; altrimenti in quel medesimo istante sarete 
gettati in mezzo
 ad una fornace dal fuoco ardente. Qual Dio vi potrà liberare 
dalla mia
 mano?».
 [16]Ma Sadràch, Mesàch e Abdènego risposero al re 
Nabucodònosor: «Re, noi
 non abbiamo bisogno di darti alcuna risposta in 
proposito; [17]sappi però
 che il nostro Dio, che serviamo, può liberarci 
dalla fornace con il fuoco
 acceso e dalla tua mano, o re. [18]Ma anche se non 
ci liberasse, sappi, o
 re, che noi non serviremo mai i tuoi dei e non 
adoreremo la statua d'oro che
 tu hai eretto». [19]Allora Nabucodònosor, 
acceso d'ira e con aspetto
 minaccioso contro Sadràch, Mesàch e Abdènego, 
ordinò che si aumentasse il
 fuoco della fornace sette volte più del solito. 
[20]Poi, ad alcuni uomini
 fra i più forti del suo esercito, comandò di legare 
Sadràch, Mesàch e
 Abdènego e gettarli nella fornace con il fuoco acceso. 
[21]Furono infatti
 legati, vestiti come erano, con i mantelli, calzari, 
turbanti e tutti i loro
 abiti e gettati in mezzo alla fornace con il fuoco 
acceso.
 [22]Ma quegli uomini, che dietro il severo comando del re avevano 
acceso al
 massimo la fornace per gettarvi Sadràch, Mesàch e Abdènego, 
rimasero uccisi
 dalle fiamme, [23]nel momento stesso che i tre giovani 
Sadràch, Mesàch e
 Abdènego cadevano legati nella fornace con il fuoco 
acceso.
 Cantico di Azaria nella fornace
 [24]Essi passeggiavano in mezzo 
alle fiamme, lodavano Dio e benedicevano il
 Signore.
 [25]Azaria, alzatosi, 
fece questa preghiera in mezzo al fuoco e aprendo la
 bocca 
disse:
 [26]«Benedetto sei tu, Signore Dio dei nostri padri;
 degno di lode 
e glorioso è il tuo nome per sempre.
 [27]Tu sei giusto in tutto ciò che hai 
fatto;
 tutte le tue opere sono vere,
 rette le tue vie e giusti tutti i 
tuoi giudizi.
 [28]Giusto è stato il tuo giudizio
 per quanto hai fatto 
ricadere su di noi
 e sulla città santa dei nostri padri, Gerusalemme.
 Con 
verità e giustizia tu ci hai inflitto tutto
 questo
 a causa dei nostri 
peccati,
 [29]poiché noi abbiamo peccato, abbiamo agito 
da
 iniqui,
 allontanandoci da te, abbiamo mancato in ogni modo.
 Non 
abbiamo obbedito ai tuoi comandamenti,
 [30]non li abbiamo osservati, non 
abbiamo fatto
 quanto ci avevi ordinato per il nostro bene.
 [31]Ora quanto 
hai fatto ricadere su di noi,
 tutto ciò che ci hai fatto, l'hai fatto con 
retto
 giudizio:
 [32]ci hai dato in potere dei nostri nemici,
 ingiusti, 
i peggiori fra gli empi,
 e di un re iniquo, il più malvagio su tutta la 
terra.
 [33]Ora non osiamo aprire la bocca:
 disonore e disprezzo sono 
toccati ai tuoi servi,
 ai tuoi adoratori.
 [34]Non ci abbandonare fino in 
fondo,
 per amore del tuo nome, non rompere la tua alleanza;
 [35]non 
ritirare da noi la tua misericordia,
 per amore di Abramo tuo amico,
 di 
Isacco tuo servo, d'Israele tuo santo,
 [36]ai quali hai parlato, promettendo 
di moltiplicare
 la loro stirpe come le stelle del cielo,
 come la sabbia 
sulla spiaggia del mare.
 [37]Ora invece, Signore,
 noi siamo diventati più 
piccoli
 di qualunque altra nazione,
 ora siamo umiliati per tutta la 
terra
 a causa dei nostri peccati.
 [38]Ora non abbiamo più né 
principe,
 né capo, né profeta, né olocausto,
 né sacrificio, né oblazione, 
né incenso,
 né luogo per presentarti le primizie
 e trovar 
misericordia.
 [39]Potessimo esser accolti con il cuore contrito
 e con lo 
spirito umiliato,
 come olocausti di montoni e di tori,
 come migliaia di 
grassi agnelli.
 [40]Tale sia oggi il nostro sacrificio davanti a te
 e ti 
sia gradito,
 perché non c'è confusione per coloro che confidano
 in 
te.
 [41]Ora ti seguiamo con tutto il cuore,
 ti temiamo e cerchiamo il tuo 
volto.
 [42]Fà con noi secondo la tua clemenza,
 trattaci secondo la tua 
benevolenza,
 secondo la grandezza della tua misericordia.
 [43]Salvaci con 
i tuoi prodigi,
 dà gloria, Signore, al tuo nome.
 [44]Siano invece confusi 
quanti fanno il male ai tuoi
 servi,
 siano coperti di vergogna con tutta la 
loro potenza;
 e sia infranta la loro forza!
 [45]Sappiano che tu sei il 
Signore,
 il Dio unico e glorioso su tutta la terra».
 [46]I servi del re, 
che li avevano gettati dentro, non cessarono di
 aumentare il fuoco nella 
fornace, con bitume, stoppa, pece e sarmenti.
 [47]La fiamma si alzava 
quarantanove cubiti sopra la fornace [48]e uscendo
 bruciò quei Caldei che si 
trovavano vicino alla fornace. [49]Ma l'angelo del
 Signore, che era sceso con 
Azaria e con i suoi compagni nella fornace,
 allontanò da loro la fiamma del 
fuoco [50]e rese l'interno della fornace
 come un luogo dove soffiasse un 
vento pieno di rugiada. Così il fuoco non li
 toccò affatto, non fece loro 
alcun male, non diede loro alcuna molestia.
 Cantico dei tre 
giovani
 [51]Allora quei tre giovani, a una sola voce, si misero a lodare, 
a
 glorificare, a benedire Dio nella fornace dicendo:
 [52]«Benedetto sei 
tu, Signore, Dio dei padri nostri,
 degno di lode e di gloria nei 
secoli.
 Benedetto il tuo nome glorioso e santo,
 degno di lode e di gloria 
nei secoli.
 [53]Benedetto sei tu nel tuo tempio santo glorioso,
 degno di 
lode e di gloria nei secoli.
 [54]Benedetto sei tu nel trono del tuo 
regno,
 degno di lode e di gloria nei secoli.
 [55]Benedetto sei tu che 
penetri con lo sguardo gli
 abissi
 e siedi sui cherubini,
 degno di lode 
e di gloria nei secoli.
 [56]Benedetto sei tu nel firmamento del 
cielo,
 degno di lode e di gloria nei secoli.
 [57]Benedite, opere tutte del 
Signore, il Signore,
 lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
 [58]Benedite, 
angeli del Signore, il Signore,
 lodatelo ed esaltatelo nei 
secoli.
 [59]Benedite, cieli, il Signore,
 lodatelo ed esaltatelo nei 
secoli.
 [60]Benedite, acque tutte, che siete sopra i cieli, 
il
 Signore,
 lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
 [61]Benedite, potenze 
tutte del Signore, il Signore,
 lodatelo ed esaltatelo nei 
secoli.
 [62]Benedite, sole e luna, il Signore,
 lodatelo ed esaltatelo nei 
secoli.
 [63]Benedite, stelle del cielo, il Signore,
 lodatelo ed esaltatelo 
nei secoli.
 [64]Benedite, piogge e rugiade, il Signore,
 lodatelo ed 
esaltatelo nei secoli.
 [65]Benedite, o venti tutti, il Signore,
 lodatelo 
ed esaltatelo nei secoli.
 [66]Benedite, fuoco e calore, il 
Signore,
 lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
 [67]Benedite, freddo e caldo, 
il Signore,
 lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
 [68]Benedite, rugiada e 
brina, il Signore,
 lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
 [69]Benedite, gelo e 
freddo, il Signore,
 lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
 [70]Benedite, 
ghiacci e nevi, il Signore,
 lodatelo ed esaltatelo nei 
secoli.
 [71]Benedite, notti e giorni, il Signore,
 lodatelo ed esaltatelo 
nei secoli.
 [72]Benedite, luce e tenebre, il Signore,
 lodatelo ed 
esaltatelo nei secoli.
 [73]Benedite, folgori e nubi, il Signore,
 lodatelo 
ed esaltatelo nei secoli.
 [74]Benedica la terra il Signore,
 lo lodi e lo 
esalti nei secoli.
 [75]Benedite, monti e colline, il Signore,
 lodatelo ed 
esaltatelo nei secoli.
 [76]Benedite, creature tutte
 che germinate sulla 
terra, il Signore,
 lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
 [77]Benedite, 
sorgenti, il Signore,
 lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
 [78]Benedite, 
mari e fiumi, il Signore,
 lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
 [79]Benedite, 
mostri marini
 e quanto si muove nell'acqua, il Signore,
 lodatelo ed 
esaltatelo nei secoli.
 [80]Benedite, uccelli tutti dell'aria, il 
Signore,
 lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
 [81]Benedite, animali tutti, 
selvaggi e domestici, il
 Signore,
 lodatelo ed esaltatelo nei 
secoli.
 [82]Benedite, figli dell'uomo, il Signore,
 lodatelo ed esaltatelo 
nei secoli.
 [83]Benedica Israele il Signore,
 lo lodi e lo esalti nei 
secoli.
 [84]Benedite, sacerdoti del Signore, il Signore,
 lodatelo ed 
esaltatelo nei secoli.
 [85]Benedite, o servi del Signore, il 
Signore,
 lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
 [86]Benedite, spiriti e anime 
dei giusti, il Signore,
 lodatelo ed esaltatelo nei secoli.
 [87]Benedite, 
pii e umili di cuore, il Signore,
 lodatelo ed esaltatelo nei 
secoli.
 [88]Benedite, Anania, Azaria e Misaele, il Signore,
 lodatelo ed 
esaltatelo nei secoli,
 perché ci ha liberati dagl'inferi,
 e salvati dalla 
mano della morte,
 ci ha scampati di mezzo alla fiamma ardente,
 ci ha 
liberati dal fuoco.
 [89]Lodate il Signore, perché egli è buono,
 perché la 
sua grazia dura sempre.
 [90]Benedite, fedeli tutti, il Dio degli 
dei,
 lodatelo e celebratelo, perché la sua grazia 
dura
 sempre».
 Riconoscimento del miracolo
 [91]Allora il re 
Nabucodònosor rimase stupito e alzatosi in fretta si
 rivolse ai suoi 
ministri: «Non abbiamo noi gettato tre uomini legati in
 mezzo al fuoco?». 
«Certo, o re», risposero.
 [92]Egli soggiunse: «Ecco, io vedo quattro uomini 
sciolti, i quali camminano
 in mezzo al fuoco, senza subirne alcun danno; anzi 
il quarto è simile
 nell'aspetto a un figlio di dei».
 [93]Allora 
Nabucodònosor si accostò alla bocca della fornace con il fuoco
 acceso e prese 
a dire: «Sadràch, Mesàch, Abdènego, servi del Dio altissimo,
 uscite, venite 
fuori». Allora Sadràch, Mesàch e Abdènego uscirono dal fuoco.
 [94]Quindi i 
satrapi, i prefetti, i governatori e i ministri del re si
 radunarono e, 
guardando quegli uomini, videro che sopra i loro corpi il
 fuoco non aveva 
avuto nessun potere; che neppure un capello del loro capo
 era stato bruciato 
e i loro mantelli non erano stati toccati e neppure
 l'odore del fuoco era 
penetrato in essi.
 [95]Nabucodònosor prese a dire: «Benedetto il Dio di 
Sadràch, Mesàch e
 Abdènego, il quale ha mandato il suo angelo e ha liberato i 
servi che hanno
 confidato in lui; hanno trasgredito il comando del re e hanno 
esposto i loro
 corpi per non servire e per non adorare alcun altro dio che il 
loro Dio.
 [96]Perciò io decreto che chiunque, a qualsiasi popolo, nazione o 
lingua
 appartenga, proferirà offesa contro il Dio di Sadràch, Mesàch e 
Abdènego,
 sia tagliato a pezzi e la sua casa sia ridotta a un mucchio di 
rovine,
 poiché nessun altro dio può in tal maniera liberare».
 [97]Da 
allora il re promosse Sadràch, Mesàch e Abdènego a cariche pubbliche
 nella 
provincia di Babilonia.
 IL SOGNO PREMONITORE E LA FOLLIA DI 
NABUCODONOSOR
 [98]Il re Nabucodònosor a tutti i popoli, nazioni e lingue, che 
abitano in
 tutta la terra: Pace e prosperità!
 [99]M'è parso opportuno 
rendervi noti i prodigi e le meraviglie che il Dio
 altissimo ha fatto per 
me.
 [100]Quanto sono grandi i suoi prodigi
 e quanto straordinarie le sue 
meraviglie!
 Il suo regno è un regno eterno
 e il suo dominio di generazione 
in generazione.
 Daniele - Capitolo 4
 Nabucodonosor racconta il suo 
sogno
 [1]Io Nabucodònosor ero tranquillo in casa e felice nella reggia, 
[2]quando
 ebbi un sogno che mi spaventò. Le immaginazioni che mi vennero 
mentre ero
 nel mio letto e le visioni che mi passarono per la mente mi 
turbarono.
 [3]Feci un decreto con cui ordinavo che tutti i saggi di Babilonia 
fossero
 condotti davanti a me, per farmi conoscere la spiegazione del 
sogno.
 [4]Allora vennero i maghi, gli astrologi, i caldei e gli indovini, ai 
quali
 esposi il sogno, ma non me ne potevano dare la spiegazione. [5]Infine 
mi si
 presentò Daniele, chiamato Baltazzàr dal nome del mio dio, un uomo in 
cui è
 lo spirito degli dei santi, e gli raccontai il sogno [6]dicendo: 
«Baltazzàr,
 principe dei maghi, poiché io so che lo spirito degli dei santi è 
in te e
 che nessun segreto ti è difficile, ecco le visioni che ho avuto in 
sogno: tu
 dammene la spiegazione».
 [7]Le visioni che mi passarono per la 
mente, mentre stavo a letto, erano
 queste:
 Io stavo guardando
 ed ecco 
un albero di grande altezza in mezzo alla
 terra.
 [8]Quell'albero era 
grande, robusto,
 la sua cima giungeva al cielo
 e si poteva vedere fin 
dall'estremità della terra.
 [9]I suoi rami erano belli e i suoi frutti 
abbondanti
 e vi era in esso da mangiare per tutti.
 Le bestie della terra 
si riparavano alla sua ombra
 e gli uccelli del cielo facevano il nido fra i 
suoi
 rami;
 di lui si nutriva ogni vivente.
 [10]Mentre nel mio letto 
stavo osservando
 le visioni che mi passavano per la mente,
 ecco un 
vigilante, un santo, scese dal cielo
 [11]e gridò a voce alta:
 «Tagliate 
l'albero e stroncate i suoi rami:
 scuotete le foglie, disperdetene i 
frutti:
 fuggano le bestie di sotto e gli uccelli dai 
suoi
 rami.
 [12]Lasciate però nella terra il ceppo con le radici,
 legato 
con catene di ferro e di bronzo
 fra l'erba della campagna.
 Sia bagnato 
dalla rugiada del cielo
 e la sua sorte sia insieme con le bestie sui 
prati.
 [13]Si muti il suo cuore e invece di un cuore umano
 gli sia dato un 
cuore di bestia:
 sette tempi passeranno su di lui.
 [14]Così è deciso per 
sentenza dei vigilanti
 e secondo la parola dei santi.
 Così i viventi 
sappiano che l'Altissimo domina sul regno degli uomini e che
 egli lo può dare 
a chi vuole e insediarvi anche il più piccolo degli
 uomini».
 [15]Questo è 
il sogno, che io, re Nabucodònosor, ho fatto. Ora tu,
 Baltazzàr, dammene la 
spiegazione. Tu puoi darmela, perché, mentre fra tutti
 i saggi del mio regno 
nessuno me ne spiega il significato, in te è lo
 spirito degli dei 
santi.
 Daniele interpreta il sogno
 [16]Allora Daniele, chiamato Baltazzàr, 
rimase per qualche tempo confuso e
 turbato dai suoi pensieri. Ma il re gli si 
rivolse: «Baltazzàr, il sogno non
 ti turbi e neppure la sua spiegazione». 
Rispose Baltazzàr: «Signor mio,
 valga il sogno per i tuoi nemici e la sua 
spiegazione per i tuoi avversari.
 [17]L'albero che tu hai visto, grande e 
robusto, la cui cima giungeva fino
 al cielo e si poteva vedere da tutta la 
terra [18]e le cui foglie erano
 belle e i suoi frutti abbondanti e in cui 
c'era da mangiare per tutti e
 sotto il quale dimoravano le bestie della terra 
e sui cui rami facevano il
 nido gli uccelli del cielo, [19]sei tu, re, che 
sei diventato grande e
 forte; la tua grandezza è cresciuta, è giunta al cielo 
e il tuo dominio si è
 esteso sino ai confini della terra.
 [20]Che il re 
abbia visto un vigilante, un santo che scendeva dal cielo e
 diceva: Tagliate 
l'albero, spezzatelo, però lasciate nella terra il ceppo
 delle sue radici 
legato con catene di ferro e di bronzo fra l'erba della
 campagna e sia 
bagnato dalla rugiada del cielo e abbia sorte comune con le
 bestie della 
terra, finché sette tempi siano passati su di lui, [21]questa,
 o re, ne è la 
spiegazione e questo è il decreto dell'Altissimo, che deve
 essere eseguito 
sopra il re, mio signore: [22]Tu sarai cacciato dal
 consorzio umano e la tua 
dimora sarà con le bestie della terra; ti pascerai
 d'erba come i buoi e sarai 
bagnato dalla rugiada del cielo; sette tempi
 passeranno su di te, finché tu 
riconosca che l'Altissimo domina sul regno
 degli uomini e che egli lo dà a 
chi vuole.
 [23]L'ordine che è stato dato di lasciare il ceppo con le radici 
dell'albero
 significa che il tuo regno ti sarà ristabilito, quando avrai 
riconosciuto
 che al Cielo appartiene il dominio. [24]Perciò, re, accetta il 
mio
 consiglio: sconta i tuoi peccati con l'elemosina e le tue iniquità con 
atti
 di misericordia verso gli afflitti, perché tu possa godere 
lunga
 prosperità».
 Il sogno si realizza
 [25]Tutte queste cose avvennero 
al re Nabucodònosor.
 [26]Dodici mesi dopo, passeggiando sopra la terrazza 
della reggia di
 Babilonia, [27]il re prese a dire: «Non è questa la grande 
Babilonia che io
 ho costruito come reggia per la gloria della mia maestà, con 
la forza della
 mia potenza?».
 [28]Queste parole erano ancora sulle labbra 
del re, quando una voce venne
 dal cielo: «A te io parlo, re Nabucodònosor: il 
regno ti è tolto! [29]Sarai
 cacciato dal consorzio umano e la tua dimora sarà 
con le bestie della terra;
 ti pascerai d'erba come i buoi e passeranno sette 
tempi su di te, finché tu
 riconosca che l'Altissimo domina sul regno degli 
uomini e che egli lo dà a
 chi vuole».
 [30]In quel momento stesso si adempì 
la parola sopra Nabucodònosor. Egli fu
 cacciato dal consorzio umano, mangiò 
l'erba come i buoi e il suo corpo fu
 bagnato dalla rugiada del cielo: il pelo 
gli crebbe come le penne alle
 aquile e le unghie come agli 
uccelli.
 [31]«Ma finito quel tempo, io Nabucodònosor alzai gli occhi al cielo 
e la
 ragione tornò in me e benedissi l'Altissimo; lodai e glorificai colui 
che
 vive in eterno,
 la cui potenza è potenza eterna
 e il cui regno è di 
generazione in generazione.
 [32]Tutti gli abitanti della terra
 sono, 
davanti a lui, come un nulla;
 egli dispone come gli piace delle schiere del 
cielo
 e degli abitanti della terra.
 Nessuno può fermargli la mano e 
dirgli: Che cosa fai?
 [33]In quel tempo tornò in me la conoscenza e con la 
gloria del regno mi fu
 restituita la mia maestà e il mio splendore: i miei 
ministri e i miei
 prìncipi mi ricercarono e io fui ristabilito nel mio regno 
e mi fu concesso
 un potere anche più grande. [34]Ora io, Nabucodònosor, lodo, 
esalto e
 glorifico il Re del cielo: tutte le sue opere sono verità e le sue 
vie
 giustizia; egli può umiliare coloro che camminano nella 
superbia».
 Daniele - Capitolo 5
 IL BANCHETTO DI BALDASSAR
 [1]Il re 
Baldassàr imbandì un gran banchetto a mille dei suoi dignitari e
 insieme con 
loro si diede a bere vino. [2]Quando Baldassàr ebbe molto bevuto
 comandò che 
fossero portati i vasi d'oro e d'argento che Nabucodònosor suo
 padre aveva 
asportati dal tempio, che era in Gerusalemme, perché vi
 bevessero il re e i 
suoi grandi, le sue mogli e le sue concubine. [3]Furono
 quindi portati i vasi 
d'oro, che erano stati asportati dal tempio di
 Gerusalemme, e il re, i suoi 
grandi, le sue mogli e le sue concubine li
 usarono per bere; [4]mentre 
bevevano il vino, lodavano gli dei d'oro,
 d'argento, di bronzo, di ferro, di 
legno e di pietra. [5]In quel momento
 apparvero le dita di una mano d'uomo, 
le quali scrivevano sulla parete della
 sala reale, di fronte al candelabro. 
Nel vedere quelle dita che scrivevano,
 [6]il re cambiò d'aspetto: spaventosi 
pensieri lo assalirono, le giunture
 dei suoi fianchi si allentarono, i 
ginocchi gli battevano l'uno contro
 l'altro.
 [7]Allora il re si mise a 
gridare, ordinando che si convocassero gli
 astrologi, i caldei e gli 
indovini. Appena vennero, il re disse ai saggi di
 Babilonia: «Chiunque 
leggerà quella scrittura e me ne darà la spiegazione
 sarà vestito di porpora, 
porterà una collana d'oro al collo e sarà il terzo
 signore del 
regno».
 [8]Allora entrarono nella sala tutti i saggi del re, ma non poterono 
leggere
 quella scrittura né darne al re la spiegazione.
 [9]Il re Baldassàr 
rimase molto turbato e cambiò colore; anche i suoi grandi
 restarono 
sconcertati.
 [10]La regina, alle parole del re e dei suoi grandi, entrò nella 
sala del
 banchetto e, rivolta al re, gli disse: «Re, vivi per sempre! I tuoi 
pensieri
 non ti spaventino né si cambi il colore del tuo volto. [11]C'è nel 
tuo regno
 un uomo, in cui è lo spirito degli dei santi. Al tempo di tuo padre 
si trovò
 in lui luce, intelligenza e sapienza pari alla sapienza degli dei. 
Il re
 Nabucodònosor tuo padre lo aveva fatto capo dei maghi, degli astrologi, 
dei
 caldei e degli indovini. [12]Fu riscontrato in questo Daniele, che il 
re
 aveva chiamato Baltazzàr, uno spirito superiore e tanto accorgimento 
da
 interpretare sogni, spiegare detti oscuri, sciogliere enigmi. Si 
convochi
 dunque Daniele ed egli darà la spiegazione».
 [13]Fu quindi 
introdotto Daniele alla presenza del re ed egli gli disse:
 «Sei tu Daniele un 
deportato dei Giudei, che il re mio padre ha condotto qua
 dalla Giudea? 
[14]Ho inteso dire che tu possiedi lo spirito degli dei santi
 e che si trova 
in te luce, intelligenza e sapienza straordinaria. [15]Poco
 fa sono stati 
condotti alla mia presenza i saggi e gli astrologi per leggere
 questa 
scrittura e darmene la spiegazione, ma non sono stati capaci.
 [16]Ora, mi è 
stato detto che tu sei esperto nel dare spiegazioni e
 sciogliere enigmi. Se 
quindi potrai leggermi questa scrittura e darmene la
 spiegazione, tu sarai 
vestito di porpora, porterai al collo una collana
 d'oro e sarai il terzo 
signore del regno».
 [17]Daniele rispose al re: «Tieni pure i tuoi doni per te 
e dà ad altri i
 tuoi regali: tuttavia io leggerò la scrittura al re e gliene 
darò la
 spiegazione.
 [18]O re, il Dio altissimo aveva dato a Nabucodònosor 
tuo padre regno,
 grandezza, gloria e magnificenza. [19]Per questa grandezza 
che aveva
 ricevuto, tutti i popoli, nazioni e lingue lo temevano e tremavano 
davanti a
 lui: egli uccideva chi voleva, innalzava chi gli piaceva e 
abbassava chi gli
 pareva.
 [20]Ma, quando il suo cuore si insuperbì e il 
suo spirito si ostinò
 nell'alterigia, fu deposto dal trono e gli fu tolta la 
sua gloria.
 [21]Fu cacciato dal consorzio umano e il suo cuore divenne simile 
a quello
 delle bestie; la sua dimora fu con gli ònagri e mangiò l'erba come i 
buoi;
 il suo corpo fu bagnato dalla rugiada del cielo, finché riconobbe che 
il Dio
 altissimo domina sul regno degli uomini, sul quale innalza chi gli 
piace.
 [22]Tu, Baldassàr suo figlio, non hai umiliato il tuo cuore, sebbene 
tu
 fossi a conoscenza di tutto questo. [23]Anzi tu hai insolentito contro 
il
 Signore del cielo e sono stati portati davanti a te i vasi del suo tempio 
e
 in essi avete bevuto tu, i tuoi dignitari, le tue mogli, le tue 
concubine:
 tu hai reso lode agli dei d'oro, d'argento, di bronzo, di ferro, 
di legno,
 di pietra, i quali non vedono, non odono e non comprendono e non 
hai
 glorificato Dio, nelle cui mani è la tua vita e a cui appartengono tutte 
le
 tue vie. [24]Da lui fu allora mandata quella mano che ha tracciato 
quello
 scritto, [25]di cui questa è la lettura: mene, tekel, peres, [26]e 
questa ne
 è l'interpretazione: Mene: Dio ha computato il tuo regno e gli ha 
posto
 fine. [27]Tekel: tu sei stato pesato sulle bilance e sei stato 
trovato
 mancante. [28]Peres: il tuo regno è diviso e dato ai Medi e ai 
Persiani».
 [29]Allora, per ordine di Baldassàr, Daniele fu vestito di 
porpora, ebbe una
 collana d'oro al collo e con bando pubblico fu dichiarato 
terzo signore del
 regno.
 [30]In quella stessa notte Baldassàr re dei 
Caldei fu ucciso: [31]Dario il
 Medo ricevette il regno, all'età di circa 
sessantadue anni.
 Daniele - Capitolo 6
 DANIELE NELLA FOSSA DEI 
LEONI
 Gelosia dei satrapi
 [1]Volle Dario costituire nel suo regno 
centoventi sàtrapi e ripartirli per
 tutte le province. [2]A capo dei sàtrapi 
mise tre governatori, di cui uno fu
 Daniele, ai quali i sàtrapi dovevano 
render conto perché nessun danno ne
 [3]soffrisse il re. Ora Daniele era 
superiore agli altri governatori e ai
 sàtrapi, perché possedeva uno spirito 
eccezionale, tanto che il re pensava
 di metterlo a capo di tutto il suo 
regno. [4]Perciò tanto i governatori che
 i sàtrapi cercavano il modo di 
trovar qualche pretesto contro Daniele
 nell'amministrazione del regno. [5]Ma 
non potendo trovare nessun motivo di
 accusa né colpa, perché egli era fedele 
e non aveva niente da farsi
 rimproverare, [6]quegli uomini allora pensarono: 
«Non possiamo trovare altro
 pretesto per accusare Daniele, se non nella legge 
del suo Dio».
 [7]Perciò quei governatori e i sàtrapi si radunarono presso il 
re e gli
 dissero: «Re Dario, vivi per sempre! [8]Tutti i governatori del 
regno, i
 magistrati, i sàtrapi, i consiglieri e i capi sono del parere che 
venga
 pubblicato un severo decreto del re secondo il quale chiunque, da ora 
a
 trenta giorni, rivolga supplica alcuna a qualsiasi dio o uomo all'infuori 
di
 te, o re, sia gettato nella fossa dei leoni. [9]Ora, o re, emana il 
decreto
 e fallo mettere per iscritto, perché sia irrevocabile, come sono le 
leggi di
 Media e di Persia, che non si possono mutare». [10]Allora il re 
Dario fece
 scrivere il decreto.
 Preghiera di Daniele
 [11]Daniele, 
quando venne a sapere del decreto del re, si ritirò in casa. Le
 finestre 
della sua stanza si aprivano verso Gerusalemme e tre volte al
 giorno si 
metteva in ginocchio a pregare e lodava il suo Dio, come era
 solito fare 
anche prima.
 [12]Allora quegli uomini accorsero e trovarono Daniele che stava 
pregando e
 supplicando il suo Dio. [13]Subito si recarono dal re e gli 
dissero riguardo
 al divieto del re: «Non hai tu scritto un decreto che 
chiunque, da ora a
 trenta giorni, rivolga supplica a qualsiasi dio o uomo, 
all'infuori di te,
 re, sia gettato nella fossa dei leoni?». Il re rispose: 
«Sì. Il decreto è
 irrevocabile come lo sono le leggi dei Medi e dei 
Persiani».
 [14]«Ebbene - replicarono al re - Daniele, quel deportato dalla 
Giudea, non
 ha alcun rispetto né di te, re, né del tuo decreto: tre volte al 
giorno fa
 le sue preghiere».
 [15]Il re, all'udir queste parole, ne fu 
molto addolorato e si mise in animo
 di salvare Daniele e fino al tramonto del 
sole fece ogni sforzo per
 liberarlo.
 [16]Ma quegli uomini si riunirono di 
nuovo presso il re e gli dissero:
 «Sappi, re, che i Medi e i Persiani hanno 
per legge che qualunque decreto
 firmato dal re è irrevocabile».
 Daniele 
nella fossa dei leoni
 [17]Allora il re ordinò che si prendesse Daniele e si 
gettasse nella fossa
 dei leoni. Il re, rivolto a Daniele, gli disse: «Quel 
Dio, che tu servi con
 perseveranza, ti possa salvare!». [18]Poi fu portata 
una pietra e fu posta
 sopra la bocca della fossa: il re la sigillò con il suo 
anello e con
 l'anello dei suoi grandi, perché niente fosse mutato sulla sorte 
di Daniele.
 [19]Quindi il re ritornò alla reggia, passò la notte digiuno, non 
gli fu
 introdotta alcuna donna e anche il sonno lo abbandonò. [20]La mattina 
dopo
 il re si alzò di buon'ora e sullo spuntar del giorno andò in fretta 
alla
 fossa dei leoni. [21]Quando fu vicino, chiamò: «Daniele, servo del 
Dio
 vivente, il tuo Dio che tu servi con perseveranza ti ha potuto salvare 
dai
 leoni?». [22]Daniele rispose: «Re, vivi per sempre. [23]Il mio Dio 
ha
 mandato il suo angelo che ha chiuso le fauci dei leoni ed essi non mi 
hanno
 fatto alcun male, perché sono stato trovato innocente davanti a lui; 
ma
 neppure contro di te, o re, ho commesso alcun male».
 [24]Il re fu pieno 
di gioia e comandò che Daniele fosse tirato fuori dalla
 fossa. Appena uscito, 
non si riscontrò in lui lesione alcuna, poiché egli
 aveva confidato nel suo 
Dio. [25]Quindi, per ordine del re, fatti venire
 quegli uomini che avevano 
accusato Daniele, furono gettati nella fossa dei
 leoni insieme con i figli e 
le mogli. Non erano ancor giunti al fondo della
 fossa, che i leoni furono 
loro addosso e stritolarono tutte le loro ossa.
 Professione di fede del 
re
 [26]Allora il re Dario scrisse a tutti i popoli, nazioni e lingue, 
che
 abitano tutta la terra: «Pace e prosperità. [27]Per mio comando 
viene
 promulgato questo decreto: In tutto l'impero a me soggetto si onori e 
si
 tema il Dio di Daniele,
 perché egli è il Dio vivente,
 che dura in 
eterno;
 il suo regno è tale che non sarà mai distrutto
 e il suo dominio 
non conosce fine.
 [28]Egli salva e libera,
 fa prodigi e miracoli in cielo 
e in terra:
 egli ha liberato Daniele dalle fauci dei leoni».
 [29]Questo 
Daniele prosperò durante il regno di Dario e il regno di Ciro 
il
 Persiano.
 Daniele - Capitolo 7
 SOGNO DI DANIELE: LE QUATTRO 
BESTIE
 La visione delle bestie
 [1]Nel primo anno di Baldassàr re di 
Babilonia, Daniele, mentre era a letto,
 ebbe un sogno e visioni nella sua 
mente. Egli scrisse il sogno e ne fece la
 relazione che dice:
 [2]Io, 
Daniele, guardavo nella mia visione notturna ed ecco, i quattro venti
 del 
cielo si abbattevano impetuosamente sul Mar Mediterraneo [3]e quattro
 grandi 
bestie, differenti l'una dall'altra, salivano dal mare. [4]La prima
 era 
simile ad un leone e aveva ali di aquila. Mentre io stavo guardando, 
le
 furono tolte le ali e fu sollevata da terra e fatta stare su due piedi 
come
 un uomo e le fu dato un cuore d'uomo.
 [5]Poi ecco una seconda bestia, 
simile ad un orso, la quale stava alzata da
 un lato e aveva tre costole in 
bocca, fra i denti, e le fu detto: «Su,
 divora molta carne».
 [6]Mentre 
stavo guardando, eccone un'altra simile a un leopardo, la quale
 aveva quattro 
ali d'uccello sul dorso; quella bestia aveva quattro teste e
 le fu dato il 
dominio.
 [7]Stavo ancora guardando nelle visioni notturne ed ecco una quarta 
bestia,
 spaventosa, terribile, d'una forza eccezionale, con denti di 
ferro;
 divorava, stritolava e il rimanente se lo metteva sotto i piedi e 
lo
 calpestava: era diversa da tutte le altre bestie precedenti e aveva 
dieci
 corna.
 [8]Stavo osservando queste corna, quand'ecco spuntare in 
mezzo a quelle un
 altro corno più piccolo, davanti al quale tre delle prime 
corna furono
 divelte: vidi che quel corno aveva occhi simili a quelli di un 
uomo e una
 bocca che parlava con alterigia.
 Visione del vegliardo e del 
Figlio di uomo
 [9]Io continuavo a guardare,
 quand'ecco furono collocati 
troni
 e un vegliardo si assise.
 La sua veste era candida come la neve
 e 
i capelli del suo capo erano candidi come la lana;
 il suo trono era come 
vampe di fuoco
 con le ruote come fuoco ardente.
 [10]Un fiume di fuoco 
scendeva dinanzi a lui,
 mille migliaia lo servivano
 e diecimila miriadi lo 
assistevano.
 La corte sedette e i libri furono aperti.
 [11]Continuai a 
guardare a causa delle parole superbe che quel corno
 proferiva, e vidi che la 
bestia fu uccisa e il suo corpo distrutto e gettato
 a bruciare sul 
fuoco.
 [12]Alle altre bestie fu tolto il potere e fu loro concesso di 
prolungare la
 vita fino a un termine stabilito di tempo.
 [13]Guardando 
ancora nelle visioni notturne,
 ecco apparire, sulle nubi del cielo,
 uno, 
simile ad un figlio di uomo;
 giunse fino al vegliardo e fu presentato a 
lui,
 [14]che gli diede potere, gloria e regno;
 tutti i popoli, nazioni e 
lingue lo servivano;
 il suo potere è un potere eterno,
 che non tramonta 
mai, e il suo regno è tale
 che non sarà mai distrutto.
 Interpretazione 
della visione
 [15]Io, Daniele, mi sentii venir meno le forze, tanto le 
visioni della mia
 mente mi avevano turbato; [16]mi accostai ad uno dei vicini 
e gli domandai
 il vero significato di tutte queste cose ed egli me ne diede 
questa
 spiegazione: [17]«Le quattro grandi bestie rappresentano quattro re, 
che
 sorgeranno dalla terra; [18]ma i santi dell'Altissimo riceveranno il 
regno e
 lo possederanno per secoli e secoli».
 [19]Volli poi sapere la 
verità intorno alla quarta bestia, che era diversa
 da tutte le altre e molto 
terribile, che aveva denti di ferro e artigli di
 bronzo e che mangiava e 
stritolava e il rimanente se lo metteva sotto i
 piedi e lo calpestava; 
[20]intorno alle dieci corna che aveva sulla testa e
 intorno a quell'ultimo 
corno che era spuntato e davanti al quale erano
 cadute tre corna e del perché 
quel corno aveva occhi e una bocca che parlava
 con alterigia e appariva 
maggiore delle altre corna. [21]Io intanto stavo
 guardando e quel corno 
muoveva guerra ai santi e li vinceva, [22]finché
 venne il vegliardo e fu resa 
giustizia ai santi dell'Altissimo e giunse il
 tempo in cui i santi dovevano 
possedere il regno.
 [23]Egli dunque mi disse: «La quarta bestia significa che 
ci sarà sulla
 terra un quarto regno diverso da tutti gli altri e divorerà 
tutta la terra,
 la stritolerà e la calpesterà.
 [24]Le dieci corna 
significano che dieci re sorgeranno da quel regno e dopo
 di loro ne seguirà 
un altro, diverso dai precedenti: abbatterà tre re [25]e
 proferirà insulti 
contro l'Altissimo e distruggerà i santi dell'Altissimo;
 penserà di mutare i 
tempi e la legge; i santi gli saranno dati in mano per
 un tempo, più tempi e 
la metà di un tempo. [26]Si terrà poi il giudizio e
 gli sarà tolto il potere, 
quindi verrà sterminato e distrutto completamente.
 [27]Allora il regno, il 
potere e la grandezza di tutti i regni che sono
 sotto il cielo saranno dati 
al popolo dei santi dell'Altissimo, il cui regno
 sarà eterno e tutti gli 
imperi lo serviranno e obbediranno».
 [28]Qui finisce la relazione. Io, 
Daniele, rimasi molto turbato nei
 pensieri, il colore del mio volto si cambiò 
e conservai tutto questo nel
 cuore.
 Daniele - Capitolo 8
 VISIONE DI 
DANIELE: IL MONTONE E IL CAPRO
 La visione
 [1]Il terzo anno del regno del 
re Baldassàr, io Daniele ebbi un'altra
 visione dopo quella che mi era apparsa 
prima.
 [2]Quand'ebbi questa visione, mi trovavo nella cittadella di Susa, che 
è
 nella provincia dell'Elam, e mi sembrava, in visione, di essere presso 
il
 fiume Ulai.
 [3]Alzai gli occhi e guardai; ecco un montone, in piedi, 
stava di fronte al
 fiume. Aveva due corna alte, ma un corno era più alto 
dell'altro, sebbene
 fosse spuntato dopo. [4]Io vidi che quel montone cozzava 
verso l'occidente,
 il settentrione e il mezzogiorno e nessuna bestia gli 
poteva resistere, né
 alcuno era in grado di liberare dal suo potere: faceva 
quel che gli pareva e
 divenne grande.
 [5]Io stavo attento ed ecco un capro 
venire da occidente, sulla terra, senza
 toccarne il suolo: aveva fra gli 
occhi un grosso corno. [6]Si avvicinò al
 montone dalle due corna, che avevo 
visto in piedi di fronte al fiume, e gli
 si scagliò contro con tutta la 
forza. [7]Dopo averlo assalito, lo vidi
 imbizzarrirsi e cozzare contro di lui 
e spezzargli le due corna, senza che
 il montone avesse la forza di 
resistergli; poi lo gettò a terra e lo
 calpestò e nessuno liberava il montone 
dal suo potere.
 [8]Il capro divenne molto potente; ma quando fu diventato 
grande, quel suo
 gran corno si spezzò e al posto di quello sorsero altre 
quattro corna, verso
 i quattro venti del cielo.
 [9]Da uno di quelli uscì 
un piccolo corno, che crebbe molto verso il
 mezzogiorno, l'oriente e verso la 
Palestina: [10]s'innalzò fin contro la
 milizia celeste e gettò a terra una 
parte di quella schiera e delle stelle e
 le calpestò.
 [11]S'innalzò fino 
al capo della milizia e gli tolse il sacrificio
 quotidiano e fu profanata la 
santa dimora.
 [12]In luogo del sacrificio quotidiano fu posto il peccato e fu 
gettata a
 terra la verità; ciò esso fece e vi riuscì.
 [13]Udii un santo 
parlare e un altro santo dire a quello che parlava: «Fino
 a quando durerà 
questa visione: il sacrificio quotidiano abolito, la
 desolazione 
dell'iniquità, il santuario e la milizia calpestati?». [14]Gli
 rispose: «Fino 
a duemilatrecento sere e mattine: poi il santuario 
sarà
 rivendicato».
 L'Angelo Gabriele spiega la visione
 [15]Mentre io, 
Daniele, consideravo la visione e cercavo di comprenderla,
 ecco davanti a me 
uno in piedi, dall'aspetto d'uomo; [16]intesi la voce di
 un uomo, in mezzo 
all'Ulai, che gridava e diceva: «Gabriele, spiega a lui la
 visione». [17]Egli 
venne dove io ero e quando giunse, io ebbi paura e caddi
 con la faccia a 
terra. Egli mi disse: «Figlio dell'uomo, comprendi bene,
 questa visione 
riguarda il tempo della fine». [18]Mentre egli parlava con
 me, caddi svenuto 
con la faccia a terra; ma egli mi toccò e mi fece alzare.
 [19]Egli disse: 
«Ecco io ti rivelo ciò che avverrà al termine dell'ira,
 perché la visione 
riguarda il tempo della fine. [20]Il montone con due
 corna, che tu hai visto, 
significa il re di Media e di Persia; [21]il capro
 è il re della Grecia; il 
gran corno, che era in mezzo ai suoi occhi, è il
 primo re. [22]Che quello sia 
stato spezzato e quattro ne siano sorti al
 posto di uno, significa che 
quattro regni sorgeranno dalla medesima nazione,
 ma non con la medesima 
potenza di lui.
 [23]Alla fine del loro regno, quando l'empietà avrà raggiunto 
il colmo,
 sorgerà un re audace, sfacciato e intrigante. [24]La sua potenza 
si
 rafforzerà, ma non per potenza propria; causerà inaudite rovine, 
avrà
 successo nelle imprese, distruggerà i potenti e il popolo dei santi. 
[25]Per
 la sua astuzia, la frode prospererà nelle sue mani, si insuperbirà in 
cuor
 suo e con inganno farà perire molti: insorgerà contro il principe 
dei
 prìncipi, ma verrà spezzato senza intervento di mano d'uomo. [26]La 
visione
 di sere e mattine, che è stata spiegata, è vera. Ora tu tieni segreta 
la
 visione, perché riguarda cose che avverranno fra molti giorni».
 [27]Io, 
Daniele, rimasi sfinito e mi sentii male per vari giorni: poi mi
 alzai e 
sbrigai gli affari del re: ma ero stupefatto della visione perché
 non la 
potevo comprendere.
 Daniele - Capitolo 9
 LA PROFEZIA DELLE SETTANTA 
SETTIMANE
 Preghiera di Daniele
 [1]Nell'anno primo di Dario figlio di 
Serse, della progenie dei Medi, il
 quale era stato costituito re sopra il 
regno dei Caldei, [2]nel primo anno
 del suo regno, io Daniele tentavo di 
comprendere nei libri il numero degli
 anni di cui il Signore aveva parlato al 
profeta Geremia e nei quali si
 dovevano compiere le desolazioni di 
Gerusalemme, cioè settant'anni. [3]Mi
 rivolsi al Signore Dio per pregarlo e 
supplicarlo con il digiuno, veste di
 sacco e cenere [4]e feci la mia 
preghiera e la mia confessione al Signore
 mio Dio: «Signore Dio, grande e 
tremendo, che osservi l'alleanza e la
 benevolenza verso coloro che ti amano e 
osservano i tuoi comandamenti,
 [5]abbiamo peccato e abbiamo operato da 
malvagi e da empi, siamo stati
 ribelli, ci siamo allontanati dai tuoi 
comandamenti e dalle tue leggi!
 [6]Non abbiamo obbedito ai tuoi servi, i 
profeti, i quali hanno in tuo nome
 parlato ai nostri re, ai nostri prìncipi, 
ai nostri padri e a tutto il
 popolo del paese. [7]A te conviene la giustizia, 
o Signore, a noi la
 vergogna sul volto, come avviene ancor oggi per gli 
uomini di Giuda, per gli
 abitanti di Gerusalemme e per tutto Israele, vicini 
e lontani, in tutti i
 paesi dove tu li hai dispersi per i misfatti che hanno 
commesso contro di
 te. [8]Signore, la vergogna sul volto a noi, ai nostri re, 
ai nostri
 prìncipi, ai nostri padri, perché abbiamo peccato contro di te; 
[9]al
 Signore Dio nostro la misericordia e il perdono, perché ci siamo 
ribellati
 contro di lui, [10]non abbiamo ascoltato la voce del Signore Dio 
nostro, né
 seguito quelle leggi che egli ci aveva date per mezzo dei suoi 
servi, i
 profeti. [11]Tutto Israele ha trasgredito la tua legge, s'è 
allontanato per
 non ascoltare la tua voce; così si è riversata su di noi 
l'esecrazione
 scritta nella legge di Mosè, servo di Dio, perché abbiamo 
peccato contro di
 lui.
 [12]Egli ha messo in atto quelle parole che aveva 
pronunziate contro di noi
 e i nostri governanti, mandando su di noi un male 
così grande quale mai,
 sotto il cielo, era venuto a Gerusalemme.
 [13]Tutto 
questo male è venuto su di noi, proprio come sta scritto nella
 legge di Mosè. 
Tuttavia noi non abbiamo supplicato il Signore Dio nostro,
 convertendoci 
dalle nostre iniquità e seguendo la tua verità. [14]Il Signore
 ha vegliato 
sopra questo male, l'ha mandato su di noi, poiché il Signore Dio
 nostro è 
giusto in tutte le cose che fa, mentre noi non abbiamo ascoltato la
 sua voce. 
[15]Signore Dio nostro, che hai fatto uscire il tuo popolo
 dall'Egitto con 
mano forte e ti sei fatto un nome, come è oggi, noi abbiamo
 peccato, abbiamo 
agito da empi. [16]Signore, secondo la tua misericordia, si
 plachi la tua ira 
e il tuo sdegno verso Gerusalemme, tua città, verso il tuo
 monte santo, 
poiché per i nostri peccati e per l'iniquità dei nostri padri
 Gerusalemme e 
il tuo popolo sono oggetto di vituperio presso quanti ci
 stanno 
intorno.
 [17]Ora ascolta, Dio nostro, la preghiera del tuo servo e le sue 
suppliche e
 per amor tuo, o Signore, fà risplendere il tuo volto sopra il tuo 
santuario,
 che è desolato. [18]Porgi l'orecchio, mio Dio, e ascolta: apri gli 
occhi e
 guarda le nostre desolazioni e la città sulla quale è stato invocato 
il tuo
 nome! Non presentiamo le nostre suppliche davanti a te, basate sulla 
nostra
 giustizia, ma sulla tua grande misericordia.
 [19]Signore, ascolta; 
Signore, perdona; Signore, guarda e agisci senza
 indugio, per amore di te 
stesso, mio Dio, poiché il tuo nome è stato
 invocato sulla tua città e sul 
tuo popolo».
 L'angelo Gabriele spiega la profezia
 [20]Mentre io stavo 
ancora parlando e pregavo e confessavo il mio peccato e
 quello del mio popolo 
Israele e presentavo la supplica al Signore Dio mio
 per il monte santo del 
mio Dio, [21]mentre dunque parlavo e pregavo,
 Gabriele, che io avevo visto 
prima in visione, volò veloce verso di me: era
 l'ora dell'offerta della 
sera.
 [22]Egli mi rivolse questo discorso: «Daniele, sono venuto per 
istruirti e
 farti comprendere.
 [23]Fin dall'inizio delle tue suppliche è 
uscita una parola e io sono venuto
 per annunziartela, poiché tu sei un uomo 
prediletto. Ora stà attento alla
 parola e comprendi la 
visione:
 [24]Settanta settimane sono fissate
 per il tuo popolo e per la 
tua santa città
 per mettere fine all'empietà,
 mettere i sigilli ai 
peccati, espiare l'iniquità,
 portare una giustizia eterna,
 suggellare 
visione e profezia e ungere il Santo dei
 santi.
 [25]Sappi e intendi 
bene,
 da quando uscì la parola
 sul ritorno e la ricostruzione di 
Gerusalemme
 fino a un principe consacrato,
 vi saranno sette 
settimane.
 Durante sessantadue settimane
 saranno restaurati, riedificati 
piazze e fossati,
 e ciò in tempi angosciosi.
 [26]Dopo sessantadue 
settimane,
 un consacrato sarà soppresso senza colpa in lui;
 il popolo di 
un principe che verrà
 distruggerà la città e il santuario;
 la sua fine 
sarà un'inondazione e, fino alla fine,
 guerra e desolazioni 
decretate.
 [27]Egli stringerà una forte alleanza con molti
 per una 
settimana e, nello spazio di metà settimana,
 farà cessare il sacrificio e 
l'offerta;
 sull'ala del tempio porrà l'abominio della
 desolazione
 e ciò 
sarà sino alla fine,
 fino al termine segnato sul devastatore».
 Daniele - 
Capitolo 10
 LA GRANDE VISIONE
 IL TEMPO DELL'IRA
 Visione dell'uomo 
vestito di lino
 [1]L'anno terzo di Ciro re dei Persiani, fu rivelata una 
parola a Daniele,
 chiamato Baltazzàr. Vera è la parola e la lotta è grande. 
Egli comprese la
 parola e gli fu dato d'intendere la visione.
 [2]In quel 
tempo io, Daniele, feci penitenza per tre settimane, [3]non
 mangiai cibo 
prelibato, non mi entrò in bocca né carne né vino e non mi unsi
 d'unguento 
finché non furono compiute tre settimane. [4]Il giorno
 ventiquattro del primo 
mese, mentre stavo sulla sponda del gran fiume, cioè
 il Tigri, [5]alzai gli 
occhi e guardai ed ecco un uomo vestito di lino, con
 ai fianchi una cintura 
d'oro di Ufàz; [6]il suo corpo somigliava a topazio,
 la sua faccia aveva 
l'aspetto della folgore, i suoi occhi erano come fiamme
 di fuoco, le sue 
braccia e le gambe somigliavano a bronzo lucente e il suono
 delle sue parole 
pareva il clamore di una moltitudine.
 [7]Soltanto io, Daniele, vidi la 
visione, mentre gli uomini che erano con me
 non la videro, ma un gran terrore 
si impadronì di loro e fuggirono a
 nascondersi. [8]Io rimasi solo a 
contemplare quella grande visione, mentre
 mi sentivo senza forze; il mio 
colorito si fece smorto e mi vennero meno le
 forze.
 Apparizione 
dell'angelo
 [9]Udii il suono delle sue parole, ma, appena udito il suono 
delle sue
 parole, caddi stordito con la faccia a terra.
 [10]Ed ecco, una 
mano mi toccò e tutto tremante mi fece alzare sulle
 ginocchia, appoggiato 
sulla palma delle mani. [11]Poi egli mi disse:
 «Daniele, uomo prediletto, 
intendi le parole che io ti rivolgo, alzati in
 piedi, poiché ora sono stato 
mandato a te». Quando mi ebbe detto questo, io
 mi alzai in piedi tutto 
tremante.
 [12]Egli mi disse: «Non temere, Daniele, poiché fin dal primo 
giorno in cui
 ti sei sforzato di intendere, umiliandoti davanti a Dio, le tue 
parole sono
 state ascoltate e io sono venuto per le tue parole. [13]Ma il 
principe del
 regno di Persia mi si è opposto per ventun giorni: però Michele, 
uno dei
 primi prìncipi, mi è venuto in aiuto e io l'ho lasciato là presso 
il
 principe del re di Persia; [14]ora sono venuto per farti intendere ciò 
che
 avverrà al tuo popolo alla fine dei giorni, poiché c'è ancora una 
visione
 per quei giorni». [15]Mentre egli parlava con me in questa maniera, 
chinai
 la faccia a terra e ammutolii.
 [16]Ed ecco uno con sembianze di 
uomo mi toccò le labbra: io aprii la bocca
 e parlai e dissi a colui che era 
in piedi davanti a me: «Signor mio, nella
 visione i miei dolori sono tornati 
su di me e ho perduto tutte le energie.
 [17]Come potrebbe questo servo del 
mio signore parlare con il mio signore,
 dal momento che non è rimasto in me 
alcun vigore e mi manca anche il
 respiro?». [18]Allora di nuovo quella figura 
d'uomo mi toccò, mi rese le
 forze [19]e mi disse: «Non temere, uomo 
prediletto, pace a te, riprendi
 forza, rinfrancati». Mentre egli parlava con 
me, io mi sentii ritornare le
 forze e dissi: «Parli il mio signore perché tu 
mi hai ridato forza».
 L'annunzio profetico
 [20]Allora mi disse: «Sai tu 
perché io sono venuto da te? Ora tornerò di
 nuovo a lottare con il principe 
di Persia, poi uscirò ed ecco verrà il
 principe di Grecia. [21]Io ti 
dichiarerò ciò che è scritto nel libro della
 verità. Nessuno mi aiuta in 
questo se non Michele, il vostro principe,
 (11,1) e io, nell'anno primo di 
Dario, mi tenni presso di lui per dargli
 rinforzo e sostegno.
 Daniele - 
Capitolo 11
 Prime guerre tra Seleucidi e Lagidi
 [2]Ed ora io ti 
manifesterò la verità. Ecco, vi saranno ancora tre re in
 Persia: poi il 
quarto acquisterà ricchezze superiori a tutti gli altri e
 dopo essersi reso 
potente con le ricchezze, muoverà con tutti i suoi contro
 il regno di Grecia. 
[3]Sorgerà quindi un re potente e valoroso, il quale
 dominerà sopra un grande 
impero e farà ciò che vuole; [4]ma appena si sarà
 affermato, il suo regno 
verrà smembrato e diviso ai quattro venti del cielo,
 ma non fra i suoi 
discendenti né con la stessa forza che egli possedeva; il
 suo regno sarà 
infatti smembrato e dato ad altri anziché ai suoi
 discendenti.
 [5]Il re 
del mezzogiorno diverrà potente e uno dei suoi capitani sarà più
 forte di lui 
e il suo impero sarà grande. [6]Dopo qualche anno faranno
 alleanza e la 
figlia del re del mezzogiorno verrà al re del settentrione per
 fare la pace, 
ma non potrà mantenere la forza del suo braccio e non
 resisterà né lei né la 
sua discendenza e sarà condannata a morte insieme con
 i suoi seguaci, il 
figlio e il marito. [7]In quel tempo, da un germoglio
 delle sue radici 
sorgerà uno, al posto di costui, e verrà con un esercito e
 avanzerà contro le 
fortezze del re del settentrione, le assalirà e se ne
 impadronirà. 
[8]Condurrà in Egitto i loro dei con le loro immagini e i loro
 preziosi 
oggetti d'oro e d'argento, come preda di guerra, poi per qualche
 anno si 
asterrà dal contendere con il re del settentrione. [9]Questi muoverà
 contro 
il re del mezzogiorno, ma se ne ritornerà nel suo paese.
 [10]Poi suo figlio 
si preparerà alla guerra, raccogliendo una moltitudine di
 grandi eserciti, 
con i quali avanzerà come una inondazione: attraverserà il
 paese per 
attaccare di nuovo battaglia e giungere sino alla sua fortezza.
 [11]Il re del 
mezzogiorno, inasprito, uscirà per combattere con il re del
 settentrione, che 
si muoverà con un grande esercito, ma questo cadrà in
 potere del re del 
mezzogiorno, [12]il quale dopo aver disfatto
 quell'esercito si gonfierà 
d'orgoglio, ma pur avendo abbattuto decine di
 migliaia, non per questo sarà 
più forte. [13]Il re del settentrione di nuovo
 metterà insieme un grande 
esercito, più grande di quello di prima, e dopo
 qualche anno avanzerà con un 
grande esercito e con grande apparato. [14]In
 quel tempo molti si alzeranno 
contro il re del mezzogiorno e uomini violenti
 del tuo popolo insorgeranno 
per adempiere la visione, ma cadranno. [15]Il re
 del settentrione verrà, 
costruirà terrapieni e occuperà una città ben
 fortificata. Le forze del 
mezzogiorno, con truppe scelte, non potranno
 resistere, mancherà loro la 
forza per opporre resistenza. [16]L'invasore
 farà ciò che vuole e nessuno gli 
si potrà opporre; si stabilirà in quella
 magnifica terra e la distruzione 
sarà nelle sue mani. [17]Quindi si proporrà
 di occupare tutto il regno del re 
del mezzogiorno, stipulerà un'alleanza con
 lui e gli darà sua figlia per 
rovinarlo, ma ciò non riuscirà e non
 raggiungerà il suo scopo.
 [18]Poi 
volgerà le mire alle isole e ne prenderà molte, ma un comandante
 straniero 
farà cessare la sua arroganza, facendola ricadere sopra di lui.
 [19]Si 
volgerà poi verso le fortezze del proprio paese, ma inciamperà,
 cadrà, 
scomparirà. [20]Sorgerà quindi al suo posto uno che manderà esattori
 nella 
terra perla del suo regno, ma in pochi giorni sarà stroncato, non nel
 furore 
di una rivolta né in battaglia.
 Antioco Epifane
 [21]Gli succederà poi un 
uomo abbietto, privo di dignità regale: verrà di
 nascosto e occuperà il regno 
con la frode. [22]Le forze armate saranno
 annientate davanti a lui e sarà 
stroncato anche il capo dell'alleanza.
 [23]Non appena sarà stata stipulata 
un'alleanza con lui, egli agirà con la
 frode, crescerà e si consoliderà con 
poca gente. [24]Entrerà di nascosto nei
 luoghi più fertili della provincia e 
farà cose che né i suoi padri né i
 padri dei suoi padri osarono fare; 
distribuirà alla sua gente preda, spoglie
 e ricchezze e ordirà progetti 
contro le fortezze, ma ciò fino ad un certo
 tempo.
 [25]La sua potenza e il 
suo ardire lo spingeranno contro il re del
 mezzogiorno con un grande esercito 
e il re del mezzogiorno verrà a battaglia
 con un grande e potente esercito, 
ma non potrà resistere, perché si
 ordiranno congiure contro di lui: [26]i 
suoi stessi commensali saranno causa
 della sua rovina; il suo esercito sarà 
travolto e molti cadranno uccisi.
 [27]I due re non penseranno che a farsi del 
male a vicenda e seduti alla
 stessa tavola parleranno con finzione, ma senza 
riuscire nei reciproci
 intenti, perché li attenderà la fine, al tempo 
stabilito. [28]Egli ritornerà
 nel suo paese con grandi ricchezze e con in 
cuore l'avversione alla santa
 alleanza: agirà secondo i suoi piani e poi 
ritornerà nel suo paese. [29]Al
 tempo determinato verrà di nuovo contro il 
paese del mezzogiorno, ma
 quest'ultima impresa non riuscirà come la prima. 
[30]Verranno contro lui
 navi dei Kittìm ed egli si sentirà scoraggiato e 
tornerà indietro. Si
 volgerà infuriato e agirà contro la santa alleanza, e 
nel suo ritorno se la
 intenderà con coloro che avranno abbandonato la santa 
alleanza. [31]Forze da
 lui armate si muoveranno a profanare il santuario 
della cittadella,
 aboliranno il sacrificio quotidiano e vi metteranno 
l'abominio della
 desolazione.
 [32]Con lusinghe egli sedurrà coloro che 
avranno apostatato dall'alleanza,
 ma quanti riconoscono il proprio Dio si 
fortificheranno e agiranno. [33]I
 più saggi tra il popolo ammaestreranno 
molti, ma cadranno di spada, saranno
 dati alle fiamme, condotti in schiavitù 
e saccheggiati per molti giorni.
 [34]Mentre così cadranno, riceveranno un pò 
di aiuto: molti però si uniranno
 a loro ma senza sincerità. [35]Alcuni saggi 
cadranno perché fra di loro ve
 ne siano di quelli purificati, lavati, resi 
candidi fino al tempo della
 fine, che dovrà venire al tempo 
stabilito.
 [36]Il re dunque farà ciò che vuole, s'innalzerà, si magnificherà 
sopra ogni
 dio e proferirà cose inaudite contro il Dio degli dei e avrà 
successo finché
 non sarà colma l'ira; poiché ciò che è stato determinato si 
compirà.
 [37]Egli non si curerà neppure delle divinità dei suoi padri né del 
dio
 amato dalle donne, né di altro dio, poiché egli si esalterà sopra 
tutti.
 [38]Onorerà invece il dio delle fortezze: onorerà, con oro e argento, 
con
 gemme e con cose preziose, un dio che i suoi padri non hanno mai 
conosciuto.
 [39]Nel nome di quel dio straniero attaccherà le fortezze e 
colmerà di onori
 coloro che lo riconosceranno: darà loro il potere su molti e 
distribuirà
 loro terre in ricompensa.
 IL TEMPO DELLA FINE
 Fine del 
persecutore
 [40]Al tempo della fine il re del mezzogiorno si scontrerà con 
lui e il re
 del settentrione gli piomberà addosso, come turbine, con carri, 
con
 cavalieri e molte navi; entrerà nel suo territorio invadendolo. 
[41]Entrerà
 anche in quella magnifica terra e molti paesi soccomberanno. 
Questi però
 scamperanno dalla sua mano: Edom, Moab e gran parte degli 
Ammoniti.
 [42]Metterà così la mano su molti paesi; neppure l'Egitto 
scamperà.
 [43]S'impadronirà di tesori d'oro e d'argento e di tutte le cose 
preziose
 d'Egitto: i Libi e gli Etiopi saranno al suo seguito. [44]Ma 
notizie
 dall'oriente e dal settentrione lo turberanno: egli partirà con 
grande ira
 per distruggere e disperdere molti. [45]Pianterà le tende del suo 
palazzo
 fra il mare e il bel monte santo: poi giungerà alla fine e nessuno 
verrà in
 suo aiuto.
 Daniele - Capitolo 12
 [1]Or in quel tempo sorgerà 
Michele, il gran principe, che vigila sui figli
 del tuo popolo. Vi sarà un 
tempo di angoscia, come non c'era mai stato dal
 sorgere delle nazioni fino a 
quel tempo; in quel tempo sarà salvato il tuo
 popolo, chiunque si troverà 
scritto nel libro.
 La risurrezione e la retribuzione
 [2]Molti di quelli 
che dormono nella polvere della terra si risveglieranno:
 gli uni alla vita 
eterna e gli altri alla vergogna e per l'infamia eterna.
 [3]I saggi 
risplenderanno come lo splendore del firmamento; coloro che
 avranno indotto 
molti alla giustizia risplenderanno come le stelle per
 sempre.
 [4]Ora tu, 
Daniele, chiudi queste parole e sigilla questo libro, fino al
 tempo della 
fine: allora molti lo scorreranno e la loro conoscenza 
sarà
 accresciuta».
 La profezia sigillata
 [5]Io, Daniele, stavo 
guardando ed ecco altri due che stavano in piedi, uno
 di qua sulla sponda del 
fiume, l'altro di là sull'altra sponda. [6]Uno disse
 all'uomo vestito di 
lino, che era sulle acque del fiume: «Quando si
 compiranno queste cose 
meravigliose?». [7]Udii l'uomo vestito di lino, che
 era sulle acque del 
fiume, il quale, alzate la destra e la sinistra al
 cielo, giurò per colui che 
vive in eterno che tutte queste cose si sarebbero
 compiute fra un tempo, 
tempi e la metà di un tempo, quando sarebbe finito
 colui che dissipa le forze 
del popolo santo.
 [8]Io udii bene, ma non compresi, e dissi: «Mio Signore, 
quale sarà la fine
 di queste cose?». [9]Egli mi rispose: «Và, Daniele, queste 
parole sono
 nascoste e sigillate fino al tempo della fine. [10]Molti saranno 
purificati,
 resi candidi, integri, ma gli empi agiranno empiamente: nessuno 
degli empi
 intenderà queste cose, ma i saggi le intenderanno. [11]Ora, dal 
tempo in cui
 sarà abolito il sacrificio quotidiano e sarà eretto l'abominio 
della
 desolazione, ci saranno milleduecentonovanta giorni. [12]Beato chi 
aspetterà
 con pazienza e giungerà a milletrecentotrentacinque giorni. [13]Tu, 
và pure
 alla tua fine e riposa: ti alzerai per la tua sorte alla fine dei 
giorni».
 Daniele - Capitolo 13
 SUSANNA E IL GIUDIZIO DI 
DANIELE
 [1]Abitava in Babilonia un uomo chiamato Ioakìm, [2]il quale aveva 
sposato
 una donna chiamata Susanna, figlia di Chelkìa, di rara bellezza e 
timorata
 di Dio. [3]I suoi genitori, che erano giusti, avevano educato la 
figlia
 secondo la legge di Mosè. [4]Ioakìm era molto ricco e possedeva un 
giardino
 vicino a casa ed essendo stimato più di ogni altro i Giudei andavano 
da lui.
 [5]In quell'anno erano stati eletti giudici del popolo due anziani: 
erano di
 quelli di cui il Signore ha detto: «L'iniquità è uscita da Babilonia 
per
 opera di anziani e di giudici, che solo in apparenza sono guide del 
popolo».
 [6]Questi frequentavano la casa di Ioakìm e tutti quelli che avevano 
qualche
 lite da risolvere si recavano da loro. [7]Quando il popolo, verso 
il
 mezzogiorno, se ne andava, Susanna era solita recarsi a passeggiare 
nel
 giardino del marito. [8]I due anziani che ogni giorno la vedevano andare 
a
 passeggiare, furono presi da un'ardente passione per lei: [9]persero il 
lume
 della ragione, distolsero gli occhi per non vedere il Cielo e non 
ricordare
 i giusti giudizi. [10]Eran colpiti tutt'e due dalla passione per 
lei, [11]ma
 l'uno nascondeva all'altro la sua pena, perché si vergognavano di 
rivelare
 la brama che avevano di unirsi a lei. [12]Ogni giorno con maggior 
desiderio
 cercavano di vederla. Un giorno uno disse all'altro: [13]«Andiamo 
pure a
 casa: è l'ora di desinare» e usciti se ne andarono. [14]Ma 
ritornati
 indietro, si ritrovarono di nuovo insieme e, domandandosi a vicenda 
il
 motivo, confessarono la propria passione. Allora studiarono il 
momento
 opportuno di poterla sorprendere sola.
 [15]Mentre aspettavano 
l'occasione favorevole, Susanna entrò, come al
 solito, con due sole ancelle, 
nel giardino per fare il bagno, poiché faceva
 caldo. [16]Non c'era nessun 
altro al di fuori dei due anziani nascosti a
 spiarla. [17]Susanna disse alle 
ancelle: «Portatemi l'unguento e i profumi,
 poi chiudete la porta, perché 
voglio fare il bagno». [18]Esse fecero come
 aveva ordinato: chiusero le porte 
del giardino ed entrarono in casa dalla
 porta laterale per portare ciò che 
Susanna chiedeva, senza accorgersi degli
 anziani poiché si erano nascosti. 
[19]Appena partite le ancelle, i due
 anziani uscirono dal nascondiglio, 
corsero da lei e le dissero: [20]«Ecco,
 le porte del giardino sono chiuse, 
nessuno ci vede e noi bruciamo di
 passione per te; acconsenti e datti a noi. 
[21]In caso contrario ti
 accuseremo; diremo che un giovane era con te e 
perciò hai fatto uscire le
 ancelle». [22]Susanna, piangendo, esclamò: «Sono 
alle strette da ogni parte.
 Se cedo, è la morte per me; se rifiuto, non potrò 
scampare dalle vostre
 mani. [23]Meglio però per me cadere innocente nelle 
vostre mani che peccare
 davanti al Signore!». [24]Susanna gridò a gran voce. 
Anche i due anziani
 gridarono contro di lei [25]e uno di loro corse alle 
porte del giardino e le
 aprì.
 [26]I servi di casa, all'udire tale rumore 
in giardino, si precipitarono
 dalla porta laterale per vedere che cosa stava 
accadendo. [27]Quando gli
 anziani ebbero fatto il loro racconto, i servi si 
sentirono molto confusi,
 perché mai era stata detta una simile cosa di 
Susanna.
 [28]Il giorno dopo, tutto il popolo si adunò nella casa di Ioakìm, 
suo
 marito e andarono là anche i due anziani pieni di perverse intenzioni 
per
 condannare a morte Susanna. [29]Rivolti al popolo dissero: «Si faccia 
venire
 Susanna figlia di Chelkìa, moglie di Ioakìm». Mandarono a chiamarla 
[30]ed
 essa venne con i genitori, i figli e tutti i suoi parenti. [31]Susanna 
era
 assai delicata d'aspetto e molto bella di forme; [32]aveva il velo e 
quei
 perversi ordinarono che le fosse tolto per godere almeno così della 
sua
 bellezza. [33]Tutti i suoi familiari e amici piangevano.
 [34]I due 
anziani si alzarono in mezzo al popolo e posero le mani sulla sua
 testa. 
[35]Essa piangendo alzò gli occhi al cielo, con il cuore pieno di
 fiducia nel 
Signore. [36]Gli anziani dissero: «Mentre noi stavamo
 passeggiando soli nel 
giardino, è venuta con due ancelle, ha chiuse le porte
 del giardino e poi ha 
licenziato le ancelle. [37]Quindi è entrato da lei un
 giovane che era 
nascosto, e si è unito a lei. [38]Noi che eravamo in un
 angolo del giardino, 
vedendo una tale nefandezza, ci siamo precipitati su di
 loro e li abbiamo 
sorpresi insieme. [39]Non abbiamo potuto prendere il
 giovane perché, più 
forte di noi, ha aperto la porta ed è fuggito.
 [40]Abbiamo preso lei e le 
abbiamo domandato chi era quel giovane, ma lei
 non ce l'ha voluto dire. Di 
questo noi siamo testimoni». [41]La moltitudine
 prestò loro fede poiché erano 
anziani e giudici del popolo e la condannò a
 morte. [42]Allora Susanna ad 
alta voce esclamò: «Dio eterno, che conosci i
 segreti, che conosci le cose 
prima che accadano, [43]tu lo sai che hanno
 deposto il falso contro di me! Io 
muoio innocente di quanto essi iniquamente
 hanno tramato contro di me». [44]E 
il Signore ascoltò la sua voce.
 [45]Mentre Susanna era condotta a morte, il 
Signore suscitò il santo spirito
 di un giovanetto, chiamato Daniele, [46]il 
quale si mise a gridare: «Io sono
 innocente del sangue di lei!».
 [47]Tutti 
si voltarono verso di lui dicendo: «Che vuoi dire con le tue
 parole?». 
[48]Allora Daniele, stando in mezzo a loro, disse: «Siete così
 stolti, 
Israeliti? Avete condannato a morte una figlia d'Israele senza
 indagare la 
verità! [49]Tornate al tribunale, perché costoro hanno deposto
 il falso 
contro di lei».
 [50]Il popolo tornò subito indietro e gli anziani dissero a 
Daniele: «Vieni,
 siedi in mezzo a noi e facci da maestro, poiché Dio ti ha 
dato il dono
 dell'anzianità». [51]Daniele esclamò: «Separateli bene l'uno 
dall'altro e io
 li giudicherò». [52]Separati che furono, Daniele disse al 
primo: «O
 invecchiato nel male! Ecco, i tuoi peccati commessi in passato 
vengono alla
 luce, [53]quando davi sentenze ingiuste opprimendo gli innocenti 
e
 assolvendo i malvagi, mentre il Signore ha detto: Non ucciderai il giusto 
e
 l'innocente. [54]Ora dunque, se tu hai visto costei, dì: sotto quale 
albero
 tu li hai visti stare insieme?». Rispose: «Sotto un lentisco». 
[55]Disse
 Daniele: «In verità, la tua menzogna ricadrà sulla tua testa. Gia 
l'angelo
 di Dio ha ricevuto da Dio la sentenza e ti spaccherà in 
due».
 [56]Allontanato questo, fece venire l'altro e gli disse: «Razza di 
Canaan e
 non di Giuda, la bellezza ti ha sedotto, la passione ti ha 
pervertito il
 cuore! [57]Così facevate con le donne d'Israele ed esse per 
paura si univano
 a voi. Ma una figlia di Giuda non ha potuto sopportare la 
vostra iniquità.
 [58]Dimmi dunque, sotto quale albero li hai trovati 
insieme?». Rispose:
 «Sotto un leccio». [59]Disse Daniele: «In verità anche la 
tua menzogna ti
 ricadrà sulla testa. Ecco l'angelo di Dio ti aspetta con la 
spada in mano
 per spaccarti in due e così farti morire».
 [60]Allora tutta 
l'assemblea diede in grida di gioia e benedisse Dio che
 salva coloro che 
sperano in lui. [61]Poi insorgendo contro i due anziani, ai
 quali Daniele 
aveva fatto confessare con la loro bocca di aver deposto il
 falso, fece loro 
subire la medesima pena alla quale volevano assoggettare il
 prossimo [62]e 
applicando la legge di Mosè li fece morire. In quel giorno fu
 salvato il 
sangue innocente. [63]Chelkìa e sua moglie resero grazie a Dio
 per la figlia 
Susanna insieme con il marito Ioakìm e tutti i suoi parenti,
 per non aver 
trovato in lei nulla di men che onesto. [64]Da quel giorno in
 poi Daniele 
divenne grande di fronte al popolo.
 Daniele - Capitolo 14
 BEL E IL 
DRAGO
 Daniele e i sacerdoti di Bel
 [1]Il re Astiage si riunì ai suoi padri 
e gli succedette nel regno Ciro il
 Persiano. [2]Ora Daniele viveva accanto al 
re, ed era il più onorato di
 tutti gli amici del re. [3]I Babilonesi avevano 
un idolo chiamato Bel, al
 quale offrivano ogni giorno dodici sacchi di fior 
di farina, quaranta pecore
 e sei barili di vino. [4]Anche il re venerava 
questo idolo e andava ogni
 giorno ad adorarlo. Daniele però adorava il suo 
Dio e perciò il re gli
 disse: «Perché non adori Bel?». [5]Daniele rispose: 
«Io non adoro idoli
 fatti da mani d'uomo, ma soltanto il Dio vivo che ha 
fatto il cielo e la
 terra e che è signore di ogni essere vivente». [6]«Non 
credi tu - aggiunse
 il re - che Bel sia un dio vivo? Non vedi quanto beve e 
mangia ogni
 giorno?». [7]Rispose Daniele ridendo: «Non t'ingannare, o re: 
quell'idolo di
 dentro è d'argilla e di fuori è di bronzo e non ha mai 
mangiato né bevuto».
 [8]Il re s'indignò e convocati i sacerdoti di Bel, disse 
loro: «Se voi non
 mi dite chi è che mangia tutto questo cibo, morirete; se 
invece mi proverete
 che è Bel che lo mangia, morirà Daniele, perché ha 
insultato Bel».
 [9]Daniele disse al re: «Sia fatto come tu hai detto». 
Isacerdoti di Bel
 erano settanta, senza contare le mogli e i figli. [10]Il re 
si recò insieme
 con Daniele al tempio di Bel [11]e i sacerdoti di Bel gli 
dissero: «Ecco,
 noi usciamo di qui e tu, re, disponi le vivande e mesci il 
vino temperato;
 poi chiudi la porta e sigillala con il tuo anello. Se domani 
mattina,
 venendo, tu riscontrerai che tutto non è stato mangiato da Bel, 
moriremo
 noi, altrimenti morirà Daniele che ci ha calunniati». [12]Essi però 
non se
 ne preoccuparono perché avevano praticato un passaggio segreto sotto 
la
 tavola per il quale passavano abitualmente e consumavano 
tutto.
 [13]Dopo che essi se ne furono andati, il re fece porre i cibi davanti 
a
 Bel: [14]Daniele ordinò ai servi del re di portare un pò di cenere e 
la
 sparsero su tutto il pavimento del tempio alla presenza soltanto del re; 
poi
 uscirono, chiusero la porta, la sigillarono con l'anello del re e se 
ne
 andarono. [15]I sacerdoti vennero di notte, secondo il loro consueto, con 
le
 mogli, i figli, e mangiarono e bevvero tutto. [16]Di buon mattino il re 
si
 alzò, come anche Daniele. [17]Il re domandò: «Sono intatti i 
sigilli,
 Daniele?». «Intatti, re» rispose. [18]Aperta la porta, il re guardò 
la
 tavola ed esclamò: «Tu sei grande, Bel, e nessun inganno è in 
te!».
 [19]Daniele sorrise e, trattenendo il re perché non entrasse, disse: 
«Guarda
 il pavimento ed esamina di chi sono quelle orme». [20]Il re disse: 
«Vedo
 orme d'uomini, di donne e di ragazzi!». [21]Acceso d'ira, fece 
arrestare i
 sacerdoti con le mogli e i figli; gli furono mostrate le porte 
segrete per
 le quali entravano a consumare quanto si trovava sulla tavola. 
[22]Quindi il
 re li fece mettere a morte, consegnò Bel in potere di Daniele 
che lo
 distrusse insieme con il tempio.
 Daniele uccide il drago
 [23]Vi 
era un gran drago e i Babilonesi lo veneravano. [24]Il re disse a
 Daniele: 
«Non potrai dire che questo non è un dio vivente; adoralo, 
dunque».
 [25]Daniele rispose: «Io adoro il Signore mio Dio, perché egli è il 
Dio
 vivente; se tu me lo permetti, o re, io, senza spada e senza 
bastone,
 ucciderò il drago». [26]Soggiunse il re: «Te lo permetto». 
[27]Daniele prese
 allora pece, grasso e peli e li fece cuocere insieme, poi 
ne preparò focacce
 e le gettò in bocca al drago che le inghiottì e scoppiò; 
quindi soggiunse:
 «Ecco che cosa adoravate!».
 [28]Quando i Babilonesi lo 
seppero, ne furono molto indignati e insorsero
 contro il re, dicendo: «Il re 
è diventato Giudeo: ha distrutto Bel, ha
 ucciso il drago, ha messo a morte i 
sacerdoti». [29]Andarono da lui dicendo:
 «Consegnaci Daniele, altrimenti 
uccidiamo te e la tua famiglia!». [30]Quando
 il re vide che lo assalivano con 
violenza, costretto dalla necessità
 consegnò loro Daniele.
 Daniele nella 
fossa dei leoni
 [31]Ed essi lo gettarono nella fossa dei leoni, dove rimase 
sei giorni.
 [32]Nella fossa vi erano sette leoni, ai quali venivano dati ogni 
giorno due
 cadaveri e due pecore: ma quella volta non fu dato loro niente 
perché
 divorassero Daniele.
 [33]Si trovava allora in Giudea il profeta 
Abacuc il quale aveva fatto una
 minestra e spezzettato il pane in un 
recipiente e andava a portarlo nel
 campo ai mietitori. [34]L'angelo del 
Signore gli disse: «Porta questo cibo a
 Daniele in Babilonia nella fossa dei 
leoni». [35]Ma Abacuc rispose:
 «Signore, Babilonia non l'ho mai vista e la 
fossa non la conosco».
 [36]Allora l'angelo del Signore lo prese per i capelli 
e con la velocità del
 vento lo trasportò in Babilonia e lo posò sull'orlo 
della fossa dei leoni.
 [37]Gridò Abacuc: «Daniele, Daniele, prendi il cibo 
che Dio ti ha mandato».
 [38]Daniele esclamò: «Dio, ti sei ricordato di me e 
non hai abbandonato
 coloro che ti amano». [39]Alzatosi, Daniele si mise a 
mangiare, mentre
 l'angelo di Dio riportava subito Abacuc nel luogo di 
prima.
 [40]Il settimo giorno il re andò per piangere Daniele e giunto alla 
fossa
 guardò e vide Daniele seduto. [41]Allora esclamò ad alta voce: «Grande 
tu
 sei, Signore Dio di Daniele, e non c'è altro dio all'infuori di 
te!».
 [42]Poi fece uscire Daniele dalla fossa e vi fece gettare coloro 
che
 volevano la sua rovina ed essi furono subito divorati sotto i suoi 
occhi.
 
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